Paul Celan: la svolta del respiro

Commenti

  1. Bravissimo, Enrico. Grazie.
    Le tue parole su Celan sono celaniane. Sono di un poeta.
    Cogli l’essenziale, ciò che ai più è sempre sfuggito nella lettura di Celan, come di Trakl d’altronde.
    I suoi versi sono una svolta: dalla polverizzazione ad una nuova Figura, intravista forse, ma presentissima, e vera guida di tutto il percorso, anche di quello che sembra annichilire.

    Nel 1984 scrissi un saggio su Celan in cui dicevo le stesse cose.
    Sono felice perciò e commosso.

    La salvezza comunque resta sempre l’incarnazione: tradurre questi lampi di luce in processi concreti di trasformazione della nostra esistenza quotidiana.
    Questo è poi anche il senso dei Gruppi Darsipace che abbiamo avviato.

    La follia di molti poeti, o il loro suicidio, ci indicano una impossibilità a tradurre in comunicazione (il testimone) le loro intuizioni, cosa che spesso li isolò in disastrosi (e letteralmente mortali) atteggiamenti di superbia spirituale (vedi anche Nietzsche).

    No, Enrico, più forte è la scarica dei lampi dal cielo più radicata dev’essere la presa a terra: lavoro, matrimonio, figli, eventi di comunicazione, seminari, conferenze, semplici chiacchierate, ascolto dei fratelli e delle sorelle sofferenti, scambi di ogni tipo, anche questi scambi telematici.

    Un abbraccio
    letta

  2. Enrico Macioci dice

    Caro Marco,
    ti ringrazio delle belle parole, ma soprattutto sono felice che la mia lettura abbia colto nel segno. Leggendo Celan in profondità, infatti, si coglie necessariamente la luce in fondo al tunnel. "Obbligo di luce" e non, come in alcune traduzioni forse infelici, "Luce coatta", s’intitola un’altra sua grande raccolta poetica. Celan ha visto in piena oscurità, e ciò può costituire un grandissimo stimolo per chiunque si trovi, oggi, a vivere con disagio questi tempi difficili. Scindo, e lo ripeto, la vita dall’opera in tal senso: che nessuno che non speri (anche nella disperazione) può scrivere parole così luminose come quelle che egli ci ha lasciato. In fondo all’abisso dell’Oloausto dunque, ovvero nel "buco nero" per eccellenza della modernità, il poeta è stato creativo, propositivo per il futuro. Un miracolo.
    Enrico
    letta

  3. Grazie Enrico, davvero. Per me leggere Celan è davvero difficile. Non mi ritiro, ma quante cose mi sfuggono! Le tue riflessioni mi hanno aperto gli occhi e il cuore sulla grandezza di questa Poesia che, io, solamente e confusamente intuisco.
    E mi tornano in mente (ora con maggiore chiarezza, grazie a te) le parole di un altro grande poeta (anche questo per me difficile da ascoltare) come René Char:
    "Dai flutti dove eravamo, gettavamo ponti, fondavamo isole: non ne saremmo mai stati né gli invitati né gli abitanti: E’ questo il destino dei poeti che vivono nell’esasperazione, operai specializzati in previsioni e preparativi." (Canti della Balandrane)

    Grazie

    letta

  4. Enrico Macioci dice

    Renato,
    grazie a te.
    Celan è un poeta impegnativo, richiede una lettura con l’anima. Eliot diceva, mi pare, che ogni vera poesia ricrea il mondo. Celan è stato un vero creatore.
    Su Char, invece, confesso la mia ignoranza, ripromettendomi di colmarla alla svelta.
    Un saluto.
    letta

  5. Mariapia Porta dice

    anch’io ti ringrazio per chè mi convinci a leggere un poeta come Celan che finora conoscevo solo quasi per nome.
    Come " ricompensa" mi permetto di inviarti una poesia di un poeta dialettale genovese, Edoardo Firpo, apprezzato da Montale. La considero una paginetta di profonda mistica, scritta da una persona che si considerava agnostica. Anche lui sul confine tra senso e nulla.. La invio in italiano, anche se è più bella in dialetto, ma la" lingua "genovese , soprattutto quando èscritta, è difficile.

    Chiamami un mattino

    Quando nelle belle mattine
    limpide di primavera
    che lungo le spiagge marine
    sembra una farfalla ogni vela;
    e il sole inonda di luce
    l’anima il mare e le montagne;
    l’antico dubbio mi torna;
    sarà proprio vero che un giorno
    si spegnerà tutto per me?

    Fanciullo, che lungo le coste dei monti
    bevi alle fresche sorgenti,
    quando fioriscono le campagne,
    chiamami un mattino.

    Chissà che da qualche ruscello,
    da qualche ramo di pino
    io non ti risponda un pochino.
    letta

  6. Mariapia Porta dice

    letta

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