Il vangelo? Il primo manuale di psicoterapia

Commenti

  1. Grazie Massimo.
    Concordo su tutto… una piccola battuta sulla tua domanda finale "per" alleggerire?" o forse semplicemente per concretizzare!
    "E’ più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che…"
    "Chi si salverà?"
    "Ciò che non è possibile all’uomo è possibile a Dio"

    A noi tocca, solo fare il nostro gesto, umile e limitato: raccogliere da terra un sasso, è stato il mio.
    Tutto il resto viene quasi da sè, come la vita.
    Complimenti ancora
    Un abbraccio
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  4. ciao Michele,
    ma com’è che noi due non c’ intendiamo se "aneliamo" allo stesso Cristo?
    Ma quale sarà mai l’armatura di Dio, con la quale rivestirci se non l’amore? che affonda una lancia affilata nel costato del per dono.
    "Padre, perdona loro perchè non sanno quello che fanno."
    Perchè mai, pretendere da sè stessi una perfezione impossibile, senza lasciarci corrispondere da ciò che anche gli altri possono offirci.
    L’esperienza della solitudine, non è solo una crocifissione nella carne.
    Il mio Cristo ORA E’ RISORTO ed opera nella storia come tale, con la potenza del Suo Amore, sul quale io CI FACCIO CONTO per avere la forza di accogliere tutto il mio limite e le mie colpe nel Suo per-dono.
    Così che il mio dolore sia più lieve. Portandolo in due.
    L’esperienza della solitudine può condurre anche ad un dialogo interiore che è RELAZIIONE con lo Spirito d’Amore e COMUNIONE tra i fratelli… dovrei dire i SANTI (ma qui tu mi apri un’altra pagina… )e non sempre e solo al deserto, come se fosse una trincea: una condanna a vita.
    Ti voglio bene.
    Un abbraccio
    Rosella.

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  5. Grazie Massimo per questo tuo contributo, concordo in pieno con la tua analisi e solo ora
    mi rendo conto dell’importanza di questa prossima pubblicazione del grandissimo psicanalista
    che correrò a comprare quanto prima. Ci hai dato modo di riflettere con profonda lucidità
    sul nostro lavoro all’interno dei gruppi, fornendo uno stimolo di meditazione in più.
    Ottimi i tuoi richiami ai brani delle letture.
    Ancora grazie.
    Un abbraccio.
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  6. mariapia porta dice

    Di Jung ho letto con molto interesse un libro uscito nella BUR alcuni decenni fà: Ricordi, sogni, riflessioni. E’ lo stesso che presto sarà pubblicato come Libro rosso?
    A proposito del contributo che la psicoanalisi può offrire alla vita spirituale, posso affermare che a me l’essere stata in analisi per circa 8 anni, da una onesta professionista di scuola neofreudiana, ha aiutato a maturare sia nelll’ambito delle relazioni umane sia nella relazione con Cristo. L’immagine infantile e distorta che avevo di Dio si è eclissata per lasciarmi libera di credere in un Dio più umano.
    Gesù ci ha detto: la verità vi farà liberi, l’analisi è un cammino verso la verità su di sè, sul proprio passato, sulle propri e convinzioni e sceltei. Sono convinta che l’analisi mi ha aiutata a maturare come persona e come cristiana.
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  7. Carissimo Massimo, grazie, un testo davvero puntuale e preciso.

    La sinergia tra lavoro di autoconoscimento psicologico e pratica cristiana è proprio uno degli scopi principali della sperimentazione dei nostri gruppi.
    Si tratta in fondo di dilatare l’esame di coscienza fino a quelle dimensioni che sono spesso occultate dalla nostra stessa coscienza ordinaria, che può presumere di essere "cristiana" e custodire aspidi e serpi nel cuore.

    D’altra parte credo che il lavoro psicologico debba essere orientato (e illuminato) per non aggrovigliarsi in se stesso, per non chiuderci in un’analisi infinita delle nostre "rogne", e in un atteggiamento di perpetuo vittimismo: mamma e papà mi hanno ferito etc……

    La preghiera e la meditazione inoltre ci fanno sperimentare già ora, a tratti, quella libertà, cui aneliamo, e così anticipano in un certo senso i processi liberatori che l’elaborazione interiore prepara.

    In questa chiave la conoscenza psicologica non è in nessun contrasto con la fede, ma anzi può diventare uno strumento di purificazione della fede stessa da tutte quelle configurazioni egoiche che la deturpano.

    In tal senso consiglierei a Michele di soffermarsi su questo bel pensiero di Massimo:
    "Lavorare sui blocchi che ci paralizzano, sulle difese che ci portano ad agire in modo aggressivo, remissivo, sconsiderato, sapere ascoltare le parti malate senza rigidità, scoprirne le origini e liberarne la potenza distruttiva riconoscendole una a una, trascenderle e trasformarle nel talento che quasi sempre celano: questo ci dice in modo molto chiaro il vangelo. Meglio di un testo di psicanalisi."

    L’unico sicuro effetto della nostra fede, infatti, è la dilatazione del cuore, e l’amore perfino per chi ci rifiuta e detesta.
    Ogni altro parametro risulta relativo agli occhi del Cristo, e facilmente utilizzabile proprio dalle potenze dell’odio, che conoscono a memoria la Bibbia e credono in Dio e in Gesù, ma non conoscono l’amore, il perdono, né la gioia.

    Grazie di nuovo, un abbraccio
    Marco

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  8. Fabrizio Falconi dice

    Caro Massimo,

    grazie per questa tua intensa meditazione, che mi ha fatto riflettere.

    Credo che viviamo in un momento storico nel quale anche la dittatura dello psicologismo sta vacillando. Siamo stati abituati per decenni a ragionare soltanto in termini di riduzionismo psicologico, a interpretare ogni nostra vicenda come un risultato di causa/effetto psicologico (penso a molti film di Woody Allen, che spiegano meravigliosamente questo), salvo poi scoprire che la psicologia non spiega di per sè tutto – anzi, spiega ben poco – e che soprattutto non porta direttamente alla felicità. Spesso, anzi, all’opposto (quando poi c’è quell’aggrovigliamento di cui parla Marco).

    In questo senso mi sembra davvero esemplare la serie televisiva ‘In Treatment’, di cui mi pare proprio Massimo ha già scritto su questo blog. Un bellissimo lavoro di fiction che esprime come meglio non si potrebbe, la crisi che la terapia psicologica/psico-analitica sta affrontando in questo scorcio epocale.

    Ho letto con molto interesse le anticipazioni sul ‘Libro rosso’ di Jung sui giornali, e credo che sarà una lettura straordinariamente interessante quando verrà tradotta e pubblicata in Italia (per maria pia: no, non è lo stesso libro, è anzi un testo finora rimasto sempre inedito, e conservato gelosamente dagli eredi in una cassaforte svizzera).

    Considero l’opera di C.G.Jung un’opera ‘vivente’ che – proprio perchè ha spalancato le porte della psicologia all’oltre – ha molto da dire all’uomo di oggi.

    Grazie, Massimo.

    Fabrizio

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  9. Gabriella S. dice

    Impossibile è ormai per me separare il lavoro su me stessa da quello di continua ricerca dello Spirito. Mettermi sempre in discussione ma perdonandomi ogni volta (per me fino a qualche tempo fa era impossibile), cercare come migliorare per avvicinare ed aiutare sempre di più l’altro.
    Questo continuo lavoro nel concreto di ogni giorno, nella quotidianità è stata una piccola, piccolissima conquista grazie al lavoro dei nostri gruppi e grazie all’esempio di Etty Hillesum, che anche tu Massimo ami tanto.
    Quando aveva ormai visto il vero “inferno” nel campo di Westerbork lei non inveiva contro i suoi carcerieri ma scriveva questo:

    “Volevo solo dire questo: la miseria che c’è qui è veramente terribile – eppure, alla sera tardi, quando il giorno si è inabissato dietro di noi, mi capita spesso di camminare di buon passo lungo il filo spinato, e allora dal mio cuore s’innalza sempre una voce – non ci posso far niente, è così, è di una forza elementare -, e questa voce dice: la vita è una cosa splendida e grande, più tardi dovremo costruire un mondo completamente nuovo. A ogni nuovo crimine o orrore dovremo opporre un nuovo pezzetto di amore e di bontà che avremo conquistato in noi stessi”.

    Gabriella S.
    letta

  10. Grazie davvero per un tema di riflessione sempre più importante. Mi piacerebbe, Massimo, che tu, magari più avanti, lo affrontassi anche alla luce del sacramento della riconciliazione e sulle sue analogie con l’introspezione anche a livello psicologico.
    Ciao a tutti.
    letta

  11. Mariateresa dice

    Grazie!

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