Ammanniti, Garrone e Sorrentino, la realtà è una ‘sfumatura’ e tutti hanno ragione.

Commenti

  1. Caro Fabrizio
    grazie per la bella riflessione che fai. Condivido in pieno la tua analisi. E ti ringrazio per trovare le parole giuste che mi aiutano a superare quel blocco che ho nel pronunciarle. Mi spiego: registi come Garrone o SOrrentino sono chiaramente artisti di talento. Riescono a trasformare in bellezza panorami geografici e umani squallidissimi. Hanno quella grazia che permette una piccola catarsi interiore grazie alla potenza delle loro immagini, alla forza dei temi che scelgono, all’onestà che si percepisce nel loro lavoro.
    Per questo si fatica a sottrarsi al coro di elogi che per tanti meriti spetta loro. Poi però. Poi però uno pensa ai telefilm americani e riflette. Anche lì, a parte la follia visionaria di Lost, c’è la realtà in tutto il suo triste, contraddittorio e confuso movimento (le cattiverie della buona borghesia della provincia americana in Desperate Housewives, il carrierismo e l’egoismo dei medici di Grey’s Anatomy, la menzogna di tutti i pazienti di House, il realismo sporco dei poliziotti corrotti di The Shield).
    Magari le sceneggiature sono un po’ costruite, magari la realtà penetra in modo più diretto nei film di Garrone e Sorrentino, ma alla fine il punto di vista degli autori non è mai un compiaciuto ripetere che nulla ha speranza. No. Il mondo fa schifo, è vero, la gente mira sempre a fregarti, verissimo, e loro te lo raccontano senza pietà, senza buonismi. Senza risparmiare nulla, così come fanno Sorrentino e Garrone. Ma poi c’è sempre un momento in cui – tra tanto grigiore – qualcuno si prende l’onere della responsabilità. Qualcuno che dice no, in tutto questo schifo forse qualcosa posso farla anch’io. Qualcosa che si chiama amore per il mondo. Speranza. Responsabilità anche quando tutto e tutti recitano il mantra che così vanno le cose. Etty Hillesum riusciva a farlo di fronte a esiti ben più tragici della realtà, di fronte all’aguzzino nazista riusciva a vedere il cuore ferito di un uomo carico di spavento per la vita. Nel cinema italiano di oggi, questo sguardo sembra escluso a priori, considerato poco alla moda.
    L’artista che distrugge le forme esistenti, che svela il male del mondo è stata la tematica chiave e necessaria di tutto il Novecento. Oggi è richiesto un salto, credo. Giusto intensificare nell’arte la critica del presente, l’inebetimento sociale. Ma occorre andare avanti. Aprire nuovi passaggi.
    Spero solo che il senso del libro di Sorrentino, "TUtti hanno ragione", sia quello di scoprire come in ognuno di noi c’è una ragione al male che fa, una ferita da ricucire, e soltanto osservandola la si può curare. Ma anche io il libro non l’ho letto e non so che dire di più.
    Un saluto caro
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  2. Chiara De Dominicis dice

    Carissimo Fabrizio , trovo questo post straordinario , giunge infatti in un momento particolare della mia vita.
    Non è vero che Tutti hanno ragione ,in questi giorni le letture dalla storia di Salomone alla lettera di Giacomo ci invitano a richiedere a Dio il dono della Sapienza che è il discierimento del Cuore..
    La Sapienza è qualcosa di prezioso o no???Io la perdo molto facilmente , la maschera egoica della stupidità a volte mi sovrasta.
    Fra le tante maschere che abbiamo imparato a conoscere quella della stupidità è spesso la piu’ sottile.
    Sento aria e vita nelle tue parole e nel commento di Massimo .
    Colgo l’occasione per comunicare una bellissima notizia a tutti gli amici del sito Darsi Pace ,perchè mi sembra opportuna dati i temi del post.
    I miei nonni Fausto e Bice durante la guerra nascosero per tre anni i figli di una amica ebrea di mia nonna in casa e li crebbero insieme ai loro sei figli .I miei nonni erano persone normalissime,non eroi , non particolarmente religiosi ,nè ideologici .L’altro giorno è arrivata la lettera a mia madre che su richiesta dei due ex bambini(una è ora una vecchia signora amica di mia madre) Fausto e Bice sono stati messi nell’elenco dei Giusti di Israele . Questa notizia mi commuove e ne sono molto molto felice .La vita è Altro ha ragione Ettty.
    Signore fammi vivere di un unico grande sentimento e dammi la Sapienza per sentirlo sempre in ogni momento della mia vita.
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  3. Carissimo, grande tema, e ottima riflessione.

    Tu in realtà parli della situazione di tutta la cultura italiana, e in gran parte europea.
    Una cultura terminale che si guarda allo specchio con noia e presunzione.
    Si ripetono quattro formulette insensate, tipo: non c’è la verità, o: tutti hanno ragione, solo per evitare di pensare, e quindi di fare i conti con la propria ignoranza.

    Questo baraccone del paese della cultura, già profetizzato dallo Zarathustra di Nietzsche, popolato dagli "artisti, scrittori, filosofi, registi, etc", eletti dagli ultimi uomini, è semplicemente una cosa inutile, un prodotto commerciale dell’industria dell’intrattenimento.
    Non ha cioè quasi più nulla a che vedere con la cultura, intesa come ricerca e coltivazione di nuove forme di conoscenza e di convivenza umana.

    Io credo che dobbiamo solo lavorare per dare inizio ad una nuova storia, ad una cultura che sappia riprendere i fili della grande tradizione occidentale, delle grandi questioni proposte all’inizio del XX secolo, e dimenticate in questi ultimi trenta anni.

    Lavoriamo, con i Gruppi, anche per questo, in quanto questa nuova storia non potrà che alimentarsi a profondità spirituali che solo un assiduo lavoro interiore può offrire.

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  4. FabrizioFalconi dice

    Ringrazio molto Massimo, per le sue osservazioni, e in primis per avermi segnalato l’intervista sul Corriere, che ha generato il post che ho scritto.

    E, Massimo, concordo pienamente su quello che argomenti. E’ proprio questo il punto: che gli americani, dopo il necessario Altman di ‘America Oggi’, di 17 anni fa, sono andati avanti. E nei loro film, nelle loro serie tv soprattutto (che mi sembra il filone creativo culturale più fertile in questo momento), nei loro libri, nelle riviste, nelle poesie, stanno producendo un cambio di indirizzo notevole, che confusamente è stato associato all”obamismo, e cioè alla propensione per impegnarsi, per sperare, davvero in un mondo migliore, per fare qualcosa di utile per chi ha bisogno di conforto e di cure – anche se ovviamente molto spesso tutto ciò è ingenuo o puramente velleitario.

    Qui da noi, invece, nella morta agone italica, siamo ancora in pieno processo putrefattivo.

    E gli unici modelli ‘culturali’ che sembrano suscitare interesse e ammirazione sono quelli suddetti.

    Insomma: anche Fellini nella ‘Dolce Vita’ o in ‘Otto e mezzo’ faceva una analisi spietata – e vogliamo dire con quanta carica estetica e grottesca ? – del reale quotidiano. Ma quanta luce c’era in quelle opere ! Quanta anima ci troviamo dentro, ancora oggi, se soltanto riguardiamo una qualsiasi scena.

    Vorrei poi ringraziare con il cuore Chiara: per il tuo riferimento alla Sapienza (che sembra essere così scomparsa da questi lidi..) e soprattutto per la meravigliosa notizia che ci dai alla fine.

    L’elenco dei Giusti ! Davvero Fausto e Bice non hanno vissuto invano. Davvero il giusto e il bene non possono essere mai dimenticati, non possono essere mai inutili, mai dei semplici accessori, come sembrerebbe leggendo i libri di ammanniti o guardando i film di Garrone.

    Grazie infine a Marco. E’ proprio vero quel che dici, il processo mi sembra in atto. E la cultura come "ricerca e coltivazione di nuove forme di conoscenza e di convivenza umana" è uno sport ormai riservato a pochissime coscienze.

    La "cultura terminale che si guarda allo specchio con noia e presunzione" aborrisce ormai del tutto il ‘normale’, detesta il ragionamento sui principi, è pronta a vendere uno straccio di verità (con la v minuscola) sull’altare di un qualsiasi appagamento autoconsolatorio.

    Grazie.

    f.

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  5. mariapia porta dice

    Carissimi, questo interessante post mi ha dato l’idea di segnalarvi l’uscita, il 19 c.m., nelle principali città italiane, di un film credo molto diverso da quelli citati nel post che vanno per la maggiore e puntano al successo. Si intitola “ La bocca del lupo” ; è stato girato a Genova da Pietro Marcello e ha come protagonisti e attori ,le persone marginali, i barboni che vivono nei vicoli della città vecchia, e animano storie di coraggio e di tenera umanità. La realizzazione del film è stata suggerita e sostenuta dalla Fondazione San Marcellino che è da anni accanto ai senza fissa dimora e altri poveri. Penso che la programmazione nella sale del film, tra l’altro vincitore di alcuni premi, sarà breve e pertanto, chi è interessato occorre che si affretti.
    Ho apprezzato molto il commento di Chiara che in contrapposizione della desolante cultura letteraria e filmica odierna, ci ha dato con gioia il bell’annuncio che i suoi nonni sono stati nominati giusti delle nazioni.
    Forse sarebbe bello che a ogni brutta notizia ci abituassimo a cercarne una che può farci intravedere la grandezza e il valore umani e qui mi richiamo al post di Marco “ Lampi di Santità. Forse più che nei tradizionali libri agiografici, i profili, le vicende dei santi da proporre come modello a noi e ai ragazzi, dovremmo avere la pazienza di scovarli nel quotidiano personale e collettivo.
    Un abbraccio a tutti, Mariapia
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  6. FabrizioFalconi dice

    Grazie Maria Pia per questa segnalazione. Terrò d’occhio l’uscita del film.
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  7. Grazie Maria Pia perché nella tua ultima frase hai espresso pienamente il mio pensiero quando ho letto il post di Marco "Lampi di Santità"; io la vedo la Santità in tante persone intorno a me ogni giorno, è chiaro che si tratta di esseri umani con tutti i loro limiti, ma esistono e su questo mi dichiaro ottimista. Guai a perdere questa speranza o meglio certezza!
    L’esempio commovente dei nonni di Chiara ci dimostra che in ogni situazione, anche la più tragica, il "santo" agisce, esiste e lascia il segno.
    I miei modelli sono i miei genitori, i miei nonni, i miei adorati suoceri e tante persone che mi hanno amato e mi hanno trasmesso i migliori sentimenti; forse sono stata fortunata!

    Caro Fabrizio concordo con quanto dici; per ciò che riguarda il “relativismo” che ormai pervade la nostra società, ne sono stata affascinata anch’io all’inizio, non lo nego, lo avevo inteso come una strada spianata verso la libertà dell’individuo.
    Ma crescendo e maturando mi sono accorta che la libertà è ben altra cosa, è vero che ogni idea è relativa alla propria esperienza, ma esistono valori in cui tutti dovremmo credere e non sempre è così!
    Un abbraccio a tutti Gabriella

    P.S. Ma tutti questi post uno dietro l’altro, mi fanno girare la testa!!! Però sento il sito anche molto vivo e quindi va bene così.
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  8. Cari amici, è molto bello vedere quanto è vivo il nostro sito, denso di energia e di spirito di ricerca.
    Si, anche io provo rabbia nel constatare quanta povertà circoli nei luoghi della visibilità e del potere, anche culturale.
    Un esempio? L’ultima pubblicità di costosissime scarpe (www.manas.com, ma non vorrei contribuire alla pubblicità…) che vede lo psicanalista Crepet venduto al mercato con le sue storie di donne (immagino sue pazienti, quindi sofferenti).
    Ma come, un medico che dovrebbe curare l’anima (magari curando anche lo spirito, che, sappiamo, non è scisso dalla psiche) si presta a questa ignobile strumentalizzazione???
    Penso a Giovanni Battista, al rito delle Ceneri, alle parole del Vangelo: "Convertitevi e credete!", e poi mi viene il dubbio di essere una bigotta moralista che non capisce appunto "le sfumature"…..
    Non credo di essere bigotta, e quella ricca e annoiata signora paziente di Crepet forse troverebbe il suo cammino in gruppi di ricerca e di autotrasformazione simili ai gruppi Darsi Pace. Se avesse un vero medico che potesse consigliarla.
    Forse per sciogliere questa nostra rabbia è importante non smettere di comunicare, di esprimersi, di confrontarsi.
    E soprattutto è fondamentale raccogliersi nel lavoro interiore, l’unico che ci nutre e ci riporta al cuore delle cose. E ci libera dal senso di impotenza e di fallimento.
    Grazie a tutti voi di esistere!!!
    letta

  9. Chiara De Dominicis dice

    Paola anche io sono restata stravolta da quella pubblicità che mi hai fatto vedere .Erano giorni che ne volevo parlare.
    E’ tutto assurdo ,un medico presta il proprio nome e la storia di una paziente ad una pubblicità ………..e gia’ questo la dice lunga sulle possibilità di guarigione che offre la cultura moderna.
    Anche io non sono bigotta o moralista ,anzi!.E’ possibile che il femminile sia solo tacchi e botulino,Care amiche non vi sentite anche voi schiacciate e alienate tra il dover aderire a un modello a tutti i costi e la fatica della vita. Devo ammettere pero’ non sono immune dal fascino che poi il modello esercita su di me .Lo devo ammettere una parte di me vorrebbe essere sempre bella ,elegante etc. etc.,magari poi per intrecciare una inutile relazione con un Toni Pagoda del momento!!!!
    Perchè il corpo delle donne è cosi’ tradito …rifletto e penso al diffondersi dei disturbi alimentari , all’impressionate abbassamento dell’età d’insorgenza e all’incremento di casi del carcinoma mammario nella nostra società .A tutte quelle relazioni che si esauriscono per una sfumatura.
    Il lavoro interiore è l’unica via che puo’ liberarci ,è come pulire una casa ,ogni giorno ,ogni giorno e se la città è molto inquinata…………….
    la casa si sporca piu’ facilmente . Grazie Paola .
    letta

  10. Carissimi e bellissimi,
    dopo la presentazione che Fabrizio ci ha fatto del primo – e speriamo ultimo 😉 – libro di Sorrentino credo che … non lo leggerò.
    Preferisco impiegare il tempo che mi è dato in letture che elevino lo spirito e non lo avviliscano, in meditazioni e preghiere che mi mettano sulla via del Regno, nei nostri incontri di conoscimento,crescita e condivisione, nella frequentazione di questo sito così variopinto ed interessante.

    Un abbraccio globale
    letta

  11. It’s an amazing article designed for all the internet users; they will take advantage from it I am sure.

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