I love shopping

Commenti

  1. Nessuno è perfetto cara Gabriella, anche gli insospettabili poi cedono, magari di fronte a dei saldi mai visti o semplicemente per gratificarsi di qualcosa che sanno di aver fatto bene e per la quale pensano, o meglio vogliono convincersi, di dover meritare una ricompensa.
    Naturalmente sono convinto che qualcosa scatta nel cervello ed induce il circolo di sostanze che danno il buon umore… in fondo come non sentirsi meglio dopo aver acquistato finalmente quella cosa a cui tenevamo tanto…
    Certo la società dei consumi non fa altro che istillarci bisogni su bisogni, il più delle volte del tutto inutili, ma bisogna agire con sobrietà e parsimonia (oggi molto raccomandata)e .. non lasciarsi abbindolare.
    Io… ebbene si, non ho saputo resistere e ho fatto anche se nel mio piccolo una capatina ai saldi di fine stagione, però poi mi è venuto un gran rimorso… perchè ho pensato : ah, che grande compratore che sarei!!!
    Grazie comunque per questo contributo di fresca divagazione quanto mai attuale.
    Marco F.

  2. Carissima, ognuno di noi, come dice bene Marco, ha i suoi punti deboli…..poco male, se piccolo è il male che ci facciamo….

    Ho sempre pensato che le nostre debolezze, le nostre piccole fughe non siano altro che compensazioni di ALTRI desideri.
    Andiamo a comprare qualcosa perché abbiamo un gran bisogno di libertà, o di consolazione; beviamo e fumiamo, perché abbiamo un grande bisogno di godere finalmente di un attimo di respiro; pecchiamo in un modo o in un altro, in quanto qualche parte di noi, ancora immatura, ferita, e triste, non sa ancora come essere per davvero felice, come amare in pienezza, come creare in libertà.

    Ecco perché a mio parere riusciamo a superare queste cadute soltanto crescendo nella nostra integrità, nella nostra felicità reale, nella conoscenza dei nostri REALI bisogni, quelli che non abbiamo forse ancora neppure riconosciuto.

    Più si estende il campo magnetico della nostra pace autentica, e più i desideri compensatori, propri delle nostre aree non integrate (e quindi sostanzialmente alienate, aliene, non nostre…), diminuiscono di intensità, come una pozza che si prosciuga quanto più viene riassorbita nel Grande Mare della vita.

    Forse Gesù intendeva proprio questo, quando disse: non resistete al male, oppure, come nella lettura di oggi: non strappate via la zizzania prima del tempo, non siate troppo severi con voi stessi, non siate i giustizieri di voi stessi.
    Anche se in altro momento lo stesso Gesù ci dice: se un occhio ti dà scandalo, strappalo via da te.

    L’insieme dialettico e apparentemente contraddittorio di queste due prospettive costituisce quello che un maestro zen chiamerebbe un Koan, e cioè un paradosso, che si risolve solo realizzandone la potenza, tenendone insieme dentro di sé la tensione spasmodica che opera reale trasformazione.

    Buono shopping a tutti/e, allora, nella consapevolezza che la fame è sempre e comunque un’altra.
    Marco

  3. Grazie Marco F. perchè vedo che un pò ti ho contagiato…chissà perché, invece, mi aspettavo da te una ironica battuta su quante “scarpe mie” occupano il nostro ripostiglio!

    Caro Marco G. ultimamente ho riflettuto su quanto il nostro lavoro dei gruppi mi è stato utile e fondamentale nel diminuire l’ importanza che davo al denaro, sono felicissima di questo.
    Mi trovavo talvolta ad esaurirmi nel fare straordinari al lavoro per guadagnare quei 20 – 30 euro….dei quali, poi ho capito, ne posso fare tranquillamente a meno, trascorrendo il tempo ben diversamente!

    A proposito della bella lettura di oggi, quando stamane l’ho letta mi ha fatto comprendere proprio ciò che tu dici. E concludo con parte della preghiera riportata sul libricino delle riflessioni di frate MichaelDavide:

    Signore siamo erba incolta,
    mani colme di stoppie e di zizzania..

    …E noi possiamo offrirti solo questo nulla,
    che è resa al tuo amore
    e certezza che tu saprai trovare,
    tra tante erbacce,
    un fiore di campo.

    Gabriella

  4. Carissimi, è bello questo filo che ci lega tra tanti diversi vortici in cui siamo immersi, saperci ogni giorno ancorati alla stessa parola che ci scopre integri e ci affratella.

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