Testimonianza di Sevi: oltre la burrasca

Commenti

  1. Solo una precisazione: i gruppi di auto-mutuo-aiuto sulla depressione di cui Sevi parla non sono la sperimentazione bergamasca dei gruppi ‘Darsi Pace’, cui ho accennato nel post, ma un’altra fioritura importantissima nella sua esistenza. Probabilmente entrambe le esperienze si nutrono a vicenda, e proprio su questo sollecitavo interventi degli amici del Nord.
    Paola

  2. …e grazie anche a te, Sevi.

    Due anni fa quando chiesi a Roberto se potevo aggregarmi al gruppo bergamasco (io mi sento bresciana, ma vivo in un paese al confine con Bergamo) sentivo la necessità di continuare il lavoro che Marco aveva proposto durante il seminario perché era ed è la strada che ancora adesso sento di percorrere.
    Cominciavamo il lavoro con la meditazione, poi la lettura del manuale Darsi pace e infine la condivisione.
    Avevo anche la necessità di capire di più sulla meditazione e questo mi ha portato a Milano dove, con altre persone, ho partecipato ad incontri di meditazione dinamica. Nel frattempo anche in quel di Brescia ha cominciato ad emergere in alcune persone la necessità di condividere il lavoro e ci siamo incontrate con Mirella, Danila, Rosanna, Lina e Tiziana, quattro o cinque volte nel corso dell’anno, per meditare insieme.

    Sono grata al Signore e a tutti voi per il percorso che abbiamo attuato insieme ed è davvero bello osservare il movimento che questo cammino mette in atto in ciascuno di noi.
    Mi pare che in questo momento, a ottobre ne parleremo quando ci ritroveremo, sia necessario definire con chiarezza quali sono le esigenze prioritarie di ciascuno per dare continuità al lavoro e sono certa che l’azione dello Spirito ci indicherà come trasformarle in azione.
    Il lavoro da fare è tanto e poterlo condividere è dono prezioso.

    Ringrazio anche i gruppi romani di Darsipace per avere tracciato la strada che sento anche mia.

    Giuliana

  3. Ascoltarti è stato piacevole per il tono della voce, per la chiarezza e per averci messo la faccia (espressione di internet rivolta a quelle persone che si espongono e dicono cosa pensano in attesa di ricevere un ritorno come il commento a questo post).

    Sentire dire che un percorso di liberazione e di guarigione porta i suoi frutti chiarisce che non è impossibile e offre una possibilità di una vita bella.

    Grazie

  4. Cara Giuliana, è vero che condividere il lavoro di trasformazione è fondamentale e in questo senso ogni giorno di più sento di voler benedire la Chiesa e la mia appartenenza ecclesiale, un’appartenenza che non è un possesso o un’identità fissa, ma la coscienza di essere un popolo in cammino, di essere protesi tutti verso UNO, uno che ama. Grazie anche a te Domenico, per aver sempre sottolineato la bellezza e la sfida di mettere la nostra faccia sul sito. Ci vuole un po’ di coraggio, ma aiuta a crescere!
    Paola

  5. Cara Paola e cara Sevi,
    dopo l’intensivo di Eupilio del 2009 avevo la necessità d’incontrare fisicamente delle persone per condividere l’esperienza dei Gruppi.
    Gianni, che è “troooppo buono”, mi ci porta/aggregandosi e donandomi stabilità.
    Ci vediamo circa una volta al mese ed è una ricchezza.
    Veniamo da diversi angoli (della terra) Sevi come nella testimonianza anche dal gruppo di automutuoaiuto per la depressione, così Claudia. Altri fanno esperienza di apprendimento di linguaggi diversi, tipo la terapia transazionale o di preghiera silenziosa. Alcuni, come me e Gianni si sono affacciati per la prima volta ed ora, dopo un anno stiamo veramente aspettando UN QUALCHE COSA “che coauguli” in modo più preciso l’esperienza.
    Ritengo che la proposta di Giuliana di porre a tema l’esigenza personale di ciascuno possa aiutare a fare un passo avanti.
    Non è facile trovare un’identità lasciandola emergere dall’interno: dalle differenze.
    Questo sciacquio dell’onda che va e viene, talvolta sembra quasi una perdita di tempo, eppure è forse la novità più grande che andiamo costruendo.
    Permanere nell’attesa : “lasciando che accada”, purifica il nostro cuore dalla pretesa di affermare “il mio/nostro progetto”.
    Per quel che riguarda me, a Dio piacendo, penso di continuare a permanere in questa situazione poco strutturata che accoglie goccia a goccia i passanti, ma fatica ad approfondire distillando. Credo che sia la sfida maggiore che ho davanti, in questo momento per crescere, lasciando che l’insieme di Altri, tracci il cammino indicandoci la via.
    Spero che il corso telematico possa darci qualche input ulteriore per migliorare il gruppo dal vivo.
    Un abbraccio a tutti
    Rosella e Gianni

  6. Cara Paola,
    desidero ragguagliarti/vi sui moti evolutivi di IN QUEL DEL NORD.

    Come sai, è grazie a Sevi e Claudia che abbiamo potuto coagularci … loro sono come “le valve dell’ostrica” la casa entro cui lasciar crescere la perla. Ci hanno veramente preparate una casa accogliente e noi, “sapientemente” quasi come fossimo innocenti ci lasciamo crescere.
    Il punto sta nel fatto che non tutti ancora abbiamo la possibilità di collegarci via internet (si stanno CORAGGIOSAMENTE attivando), così abbiamo deciso di fare un tentativo di approfondimento a partire da coloro che si sono iscritti al corso telematico e di seguire la guida di Marco, applicandola “al nostro piccolo”, prendendo quello che ci serve.
    Hei!!! qui nessuno ha ancora fatto alcun corso quindi: portateci nella vostra preghiera profonda, lì con voi e “incrociate pure le dita”. In fondo sempre di un CROCE VIA trattaSI.
    ciao a tutti, un abbraccio
    Rosella

  7. Cara Rosella,
    grazie dei tuoi aggiornamenti e del vostro esempio di coraggiosa intraprendenza.
    Incrociamo le dita quindi, al nord, al sud e al centro, per questa esperienza nuova del corso telematico. Un forte abbraccio a tutti.
    Paola

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