Nick Drake / Sigur Ròs

Commenti

  1. Carissimo, davvero molto bella questa ballata di Nick Drake, e bellissimo anche il testo: questo anelito all’autenticità del sentire, a smettere di nasconderci, a venire allo scoperto.
    Un anelito che spesso nella nostra vita viene rinforzato da un amore, da un incontro, e rinnovato da altri incontri….

    Anche il video dei Sigur Ròs è fortissimo.
    Lo avevo già visto: queste persone sembrano angeli, e mostrano la bellezza invincibile dell’umano, in ogni condizione si trovi, la nostra incredibile capacità di sostenerci a vicenda, di elevarci, fino a volare.

    Ciao. Marco

  2. Paola Balestreri dice

    Grazie, caro Marco, per questo interessante contributo musicale. Soprattutto per Nick Drake, con il suo invito a “lasciare tutte le strade che ti fanno essere ciò che in realtà non vorresti essere”
    Mi ha sempre colpito il fatto che lo ‘Spirito’ di una certa musica rock degli anni ’70, che ho tanto amato da ragazza, somigli a quella linea poetica visionaria e spesso tragica che, nell’interpretazione di Marco G., ha sperimentato, magari a livello inconscio, un cammino iniziatico reale, vivendo nella carne gli stati dell’iniziazione. Lì dove magari, nei percorsi spirituali ‘tradizionali’, questa possibilità di penetrare i misteri era solo ‘rappresentata’ e non ‘realizzata’.
    Lo svelamento delle maschere, il confronto con le proprie ombre, i rischi di una smisuratezza spirituale(troppo cielo, senza ‘prese a terra’), di “un’anima senza impronte, una rosa senza spine” (ancora Nick Drake). Il rischio di venire travolti da un’inflazione spirituale, da ‘troppa luce’, non filtrata da una comunità, da una solida tradizione cui aggrapparsi, con cui confrontarsi.
    Penso a poeti come Rimbaud o Trakl, Campana o Celan. Penso a musicisti come Jimi Hendrix, Janis Joplin o come Tim Buckley (padre di Jeff).
    Vi regalo un bellissimo brano di Tim, anche lui travolto da una morte prematura. Si intitola “Song to the Siren”
    http://www.youtube.com/watch?v=vMTEtDBHGY4
    (ma potrei rinviarvi anche ad altre due stupende sua canzoni “Once I was”
    http://www.youtube.com/watch?v=PfdjegynpUY&feature=related
    e “Morning Glory”
    http://www.youtube.com/watch?v=MgNxopvE3ro&feature=related )

    La mia domanda è: come possiamo ascoltare il canto delle sirene e restare in vita?

  3. Paola Balestreri dice

    Grazie, caro Marco, per questo interessante contributo musicale. Soprattutto per Nick Drake, con il suo invito a “lasciare tutte le strade che ti fanno essere ciò che in realtà non vorresti essere”
    Mi ha sempre colpito il fatto che lo ‘Spirito’ di una certa musica rock degli anni ‘70, che ho tanto amato da ragazza, somigli a quella linea poetica visionaria e spesso tragica che, nell’interpretazione di Marco G., ha sperimentato, magari a livello inconscio, un cammino iniziatico reale, vivendo nella carne gli stati dell’iniziazione. Lì dove magari, nei percorsi spirituali ‘tradizionali’, questa possibilità di penetrare i misteri era solo ‘rappresentata’ e non ‘realizzata’.
    Lo svelamento delle maschere, il confronto con le proprie ombre, i rischi di una smisuratezza spirituale(troppo cielo, senza ‘prese a terra’), di “un’anima senza impronte, una rosa senza spine” (ancora Nick Drake). Il rischio di venire travolti da un’inflazione spirituale, da ‘troppa luce’, non filtrata da una comunità, da una solida tradizione cui aggrapparsi, con cui confrontarsi.
    Penso a poeti come Rimbaud o Trakl, Campana o Celan. Penso a musicisti come Jimi Hendrix, Janis Joplin o come Tim Buckley (padre di Jeff).
    Vi regalo un bellissimo brano di Tim, anche lui travolto da una morte prematura. Si intitola “Song to the Siren”
    http://www.youtube.com/watch?v=vMTEtDBHGY4
    (ma potrei rinviarvi anche ad altre due stupende sua canzoni “Once I was” e “Morning Glory”

    La mia domanda è: come possiamo ascoltare il canto delle sirene e restare in vita?

  4. Antonio Finazzi Agrò dice

    Devo un primitivo contatto con i Sigur Ròs a un mio caro amico, che da anni lavora sull’insegnamento del canto e della vocalità come cifra non solo di espressione artistica, ma di vero sviluppo e scoperta spirituale. Siccome gli esiti a cui è pervenuto sono parecchio simili al lavoro dei nostri gruppi (io sono colui che canta in me), vorrei chiedergli di scrivere un post su questi temi, da pubblicare nei prossimi mesi.
    Io sono un provincialone, musicalmente parlando: avendo una personale idiosincrasia per l’inglese, conosco e bene e amo moltissimo la parabola cantautoriale italiana (a proposito: Vecchioni ha vinto il Festival di Sanremo: questa sembrerebbe un’interessante novità, non fosse che il brano vincitore è di vitanda bruttezza, con la sua retorica barocca e quasi fascista), ma di rock e folk, tolti i grandi classici, conosco pochino. Forse è ora che mi do una mossa! Grazie Marco per questa interessantissima recensione, che offre una chiave di interpretazione davvero interessante della poetica del gruppo islandese!
    Antonio

  5. Antonio Finazzi Agrò dice

    Beninteso: il giudizio sul brano di Vecchioni non è una sentenza; è una mia personale e quindi discutibile valutazione, fatta sul metro di brani indimenticabili di Vecchioni, per esempio questo: http://www.youtube.com/watch?v=uk_sODPyScI&feature=related, dedicato ad Arthur Rimbaud .
    Ciao!

  6. Cara Paola, una risposta alla tua domanda ce la dà Ulisse:

    Bisogna farsi legare all’albero maestro,
    altrimenti il canto delle sirene non può che incantarci, illuderci, e farci così sfracellare sugli scogli dei nostri mostri interiori.

    Poi ti ricordo questi versi:

    “Giù,
    nel liquido smeraldo
    risuonano le note d’un soccorso
    troppo immediato: agili e snelle
    Onde, morbide e bionde
    Sirene.

    Ma resta sullo scoglio il marinaio
    cuore rovente, e implora
    lungamente quel respiro
    che scende dai gabbiani alle maree
    per sollevarne il velo
    d’ossi e di seppie.”

  7. Paola Balestreri dice

    Ulisse non può legarsi da solo: ha bisogno dei compagni, che lo incatenino bene e resistano alle sue implorazioni (turandosi le orecchie!).
    Il nostro io cosciente ha bisogno di affidarsi a qualcun’altro, di compiere un atto di sottomissione ad un legame, ad una legge, che ci farà molto male, che ad un certo punto cercheremo di sciogliere. Ma che sarà la nostra salvezza.
    Che lezione di umiltà! E com’è difficile discernere le aree in cui abbandonarci, affidarci, e quelle in cui invece essere forti, determinati. Signore, accompagnaci tu in questa danza! Insegnaci ad essere forti e leggeri al contempo!

  8. Grazie a tutti davvero di cuore.
    E grazie anche a chi ha postato sulla nostra bacheca di FB.
    Sono felice di aver potuto farvi apprezzare anche il lato poetico del rock attraverso le figure di questi grandi artisti.

    Tengo anche a precisare che per la fretta di redigere il post ho involontariamente (!?!) inserito il brano di Nick Drake : River Man al posto di Cello Song. Chiedo scusa.
    Credo tuttavia che anche River Man meritasse, comunque vi segnalo ugualmente questo link

    http://www.youtube.com/watch?v=dJQKIoaNeDU

    dove, con il testo scritto in lingua originale, è possibile godersi anche la performance di Cello Song…. ne vale veramente la pena!
    In particolare grazie a:
    Marco Guzzi oper l’apprezzamento e per i versi molto belli sul canto delle sirene…
    Paola per avermi dato la possibilità di apprezzare un altro artista che non conoscevo (!) : Tim Buckley, … per aver così egregiamente richiamato importanti riflessioni sulle nostre maschere e per questo appropriato richiamo al canto delle sirene…
    Antonio per avermi messo in contatto con Simone Moscato e per l’anticipazione sul vincitore di SanRemo !!!
    A tutti un grazie sincero per l’incoraggiamento, ed un abbraccio.
    Marco F.

  9. Fabrizio Falconi dice

    Grazie, caro Marco.

    Il video e la canzone dei Sigùr Ròs mi sembrano – e forse sono, a tutti gli effetti – una forma di meditazione trascendentale. Il mantra sonoro e le tonalità della voce del cantante ipnotizzano, ed effettivamente ricordano il canto delle sirene.

    Adoro la musica iterativa, quella che brutalmente – e sconsideratamente – viene bollata in blocco come ‘new age’, e che ha i suoi maestri in Philip Glass e Terry Riley. Credo che davvero spalanchi – se si presta orecchio e anima, appunto – porte percettive considerevoli.

    Ti ringrazio molto della segnalazione e del post. E un abbraccio
    Fabrizio

  10. Dolcissima la musica di Nick Drake e le sue parole, anch’io sono rimasta colpita dalle frasi:
    “Lascerò allora tutte le strade che mi fanno essere ciò che non voglio essere; lascerò tutte le strade che mi fanno amare ciò che in realtà non voglio amare”.
    Forse Paola ci colpiscono quelle parole per quell’accondiscendenza che a volte non vorremmo avere!! Che fatica! 😥
    Non vi pare che Drake ha qualcosa di Jim Morrison (altro mito)!
    Stupendo il video dei Sigur Ròs e la sua sonorità, sembra girato nel Paradiso!
    Grazie Marco che bello questo sito, ne sono innamorata, baci Gabry

  11. Mi colmano di autentica gioia gli ulteriori interventi e vi ringrazio davvero di cuore:
    @ Fabrizio, hai toccato il tasto giusto dei Sigur Ròs, e sei entrato nel modo migliore nella loro sintonia; ti raccomando anche le loro altre performance, noterai che nei video prodotti, e così ben girati, ci sono sempre bambini (stupendi, vedi “glòsòli”) che si comportano da adulti, oppure adulti che si comportano da bambini… infine ti raccomando anche Nick Drake, se hai tempo scoprirai un artista davvero speciale…
    @ Gabriella, sono enormemente felice per il tuo plauso al testo di Time Has Told Me e per la tua immediata empatia con questo straordinario cantautore Nick Drake, penso che ti piaccia anche perchè inevitabilmente ti avrà fatto risuonare le emozioni di Damien Rice…; sì, i Sigur Ròs, sono … fantastici, riescono a portari molto lontano, … sì … anche in paradiso…
    Un grazie dal cuore, … anche da tutto il nostro Sito!
    Marco F.

  12. Per Fabrizio, … il video di cui ti ho parlato sopra è questo:
    http://www.youtube.com/watch?v=lwQmDvuORY0&feature=fvsr

    …. buona visione.
    Marco F.

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