Libertà riconquistata

Commenti

  1. Grazie, carissima, davvero un bel testo.
    Credo da sempre che la mèta dell’uomo sia la libertà, uno stato che ancora conosciamo solo in parte, uno stato del tutto scevro dalla paura, e quindi uno stato straordinariamente fluido e felice.

    Tutto il nostro lavoro è un tentativo di collaborare al processo universale della liberazione, e cioè in definitiva della rivelazione della nostra natura divina.

    San Paolo ci ha spiegato bene che dove c’è la libertà c’è lo Spirito, e viceversa; così come Gesù ci insegna che è la conoscenza della verità che ci rende liberi.

    Ecco, è forse proprio questo nesso tra libertà e verità il luogo più misterioso e bello in cui abitare.

    Un abbraccio. Marco

  2. Che belle riflessioni ci hai regalato Gabriella! Hai proprio ragione, le “gabbie” ce le costruiamo da soli e siamo così “poco intelligenti” da non costruire l’uscita! Con i gruppi darsi pace sto imparando a costruirla! Ho fame di libertà! Soffoco nella mia gabbia,devo trovare un’uscita.Saluti a tutti!

  3. Carissima Gabriella, grazie di questa bella testimonianza!

    E’ proprio vero: nessun tiranno può toglierci la libertà che abbiamo conquistato dentro di noi.
    Ma arrivare a questa libertà è un quotidiano cammino di scioglimento di nodi, a volte vere e proprie catene che ci tengono prigionieri, legati in una tomba.
    Mi vengono in mente le parole di Gesù quando, dopo aver resuscitato Lazzaro, ordina: “Scioglietelo e lasciatelo andare”.
    Mi fanno capire che questo percorso di liberazione/resurrezione non si compie da soli, con le proprie forze, ma c’è bisogno di una parola potente, della grazia, e di una comunità in cui ci si fa carico gli uni degli altri.

    Ancora grazie. Un abbraccio. giovanna

  4. “L’uomo è nato libero eppure giace ovunque in catene»

    Non so se condividere o dissentire da questa citazione.

    Il frutto del concepimento umano è talmente inerme che, talora, gli è persino impedito di nascere.
    L’uomo nasce, concepito da altri ed alla loro mercè; se non lo si sostine con il calore di un abbraccio colmo di latte, muore di fame e di freddo.

    In fondo LA LIBERTA’ E’ UNA RELAZIONE che si disvela armonica nel suo ordine e a me pare che sia IN DIVENIRE.

    La storia di ogni singolo uomo, penso possa essere icona dell’evoluzione della libertà nel genere umano; e, di fatto, in ogni cuore l’anelito alla libertà è praticamente intessuto con l’amore, ciò nonostante pervenirvi è alquanto arduo.

    Io apprezzo molto il lavoro che sperimentiamo nei gruppi di darsi pace, poichè anche solo un po’ di sollievo interiore, di liberazione personale, ci fa BEN SPERARE.

    Grazie Gabriella per la bella riflessione.
    Ti abbraccio
    Rosella.

  5. … l’incessante compagnia dei pensieri di Etty da’ una grande forza, anche nei momenti più bui, quando questa vita non sembra affatto bella e si anela una sola libertà : la morte …
    Grazie Gabriella.

  6. Ciò che vedo in questo inizio di anno scolastico sono le gabbie dentro le quali siamo imprigionati.
    Gabbie che ostacolano il nostro movimento, desiderio di libertà, gabbie che trattengono la voglia di volare.

    Pare un controsenso, ma adesso vedo il desiderio di volare strettamente legato alla disponibilità e alla capacità di morire, lasciare andare ciò che l’ego continua a farci credere.

    Godo la libertà di questo momento nella consapevolezza che la via della libertà ha a che fare con la croce.

    Ti abbraccio.
    Giuliana

  7. Carissimo Marco, effettivamente il desiderio di morire, che a volte rimbomba in noi, può funzionare come una sorta di piccolo allarme.

    Possiamo dialogare con questa voce interiore, che spesso è quella del nostro bambino ferito, che è terribilmente stanco, e vorrebbe solo riposarsi.
    Possiamo convincerlo che può rilassarsi anche adesso, che può “morire” anche ora, senza morire, che può lasciare andare qualche altra parte di sé, che ormai non ci serve più.

    In tal senso il nostro anelito alla libertà ha a che fare proprio con la morte, con il sacrificio progressivo di parti egoiche, che staccandosi dal nostro cuore ci fanno a volte tremendamente male.

    Ad ogni espiro, per fortuna, possiamo imparare a morire un po’ per volta, per scoprire che questa morte è solo la porta per una ulteriore liberazione.
    Un abbraccio. Marco

  8. Ti ringrazio, cara Gabriella, della testimonianza che hai offerto, corredata da un’immagine altrettanto eloquente !

    Si parla tanto di libertà, ma chi ci dà la misura della nostra libertà? quale libertà ci fa realmente liberi, senza farci cadere in altre gabbie, stretti in altre catene?

    Soltanto un discernimento retto, sottile e sapiente può condurmi sulla strada della vera libertà; è questa capacità di discernimento, la chiarezza della visione, che credo sia giusto e bello chiedere al Signore.
    Solo la sua libertà saprà rendermi felice.

    Ti abbraccio con affetto
    Filomena

  9. Nell’attesa di gustare lo stato di piena libertà interiore e sentendomi protesa con tutto il mio essere nel desiderio di essere almeno sulla strada e aver compiuto qualche piccolo passo verso la meta, mi gusto l’oggi il presente già ricchissimo innanzi tutto di un sollievo dalle mie catene che sono diventate più leggere e mi gusto anche un certo ditacco dalle gabbie che mi sono costruita con le mie mani e che hanno reso per lunghissimi anni la mia vita pesante e senza respiro in un desiderio di morte strisciante e insidioso che non portava a nulla se non ad un tremendo vuoto e un senso di inutilità che non riuscivo più a contrastare perchè mi possedeva. Ora quasi incredula e in punta di piedi assaporo l’effetto in me di una gratitudine che come mi ha scritto Marco è già un Paradiso, mi sento quieta e pronta anzi un po’ in trepida attesa di iniziare un nuovo anno telematico.
    Grazie a tutti per le belle parole che leggo quotidianamente su questo sito, Grazie a Marco che si dedica a questo lavoro con la pazienza certosina di un artigiano. Grazie a Paola, raccolgo il tuo suggerimento alla fiera di fano e invio il mio commento. Un abbraccio a tutti
    Daniela

  10. Grazie, carissima Daniela, di questo tuo commento…e speriamo tu voglia continuare ad arricchire le nostre riflessioni.

    …bella l’immagine del procedere in punta di piedi, con grazia, con umiltà, con leggerezza, quasi senza fare rumore….

    Un abbraccio. Marco

  11. Cara Gabriella, grazie delle tue parole balsamiche…
    e grazie dei vostri commenti che mi stimolano a lavorare paziente-mente di lima… per evadere quotidiamente!

    Avverto che la libertà interiore si guadagna un po’ per volta, senza timore di ricominciare a lavorarci, rendendosi conto di quando avviene uno scardinamento, sperimentando la gioia di veder cadere una grata, prendendo coraggio per abbattere anche la prossima… verso una libertà interiore che cresce strada facendo.

  12. Tante volte nei momenti bui della mia vita (di depressione o affaticamento) ho pensato alla morte come liberazione. Piano piano, però riprendendomi mi sono convinta, Marco, che la morte è senz’altro un passaggio ad una dimensione migliore di questa ma da vivere al momento dovuto; credo sia sicuramente meglio concentrare la nostra energia sui doni e le bellezze della vita (e noi ne possediamo tanti!) e sull’intuire il senso della nostra vita sulla terra.
    Come dice San Paolo nella bellissima lettera agli Efesini (Ef. 4,1):
    “comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto,………una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione…”
    Cerchiamo la nostra vocazione!
    Cara Rosella penso che alla nascita noi siamo più che mai liberi, è vero che i neonati hanno bisogno della mamma per il nutrimento, ma non si vergognano certo di piangere e urlare per averlo!
    Grazie cari amici dei vostri commenti, un benvenuto a Daniela che ha superato il timore di scrivere e di farsi sentire… (chi non ce l’ha?) anche questa è una piccola libertà ri-conquistata.

    Un abbraccio Gabriella.

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