Carissime amiche e carissimi amici,
in questa straordinaria fase della storia del pianeta terra stiamo tutti faticosamente crescendo verso una dilatazione della nostra coscienza, verso un’esperienza molto più ampia e libera e felice di ciò che significa essere umani.
I segni di questa dilatazione sono moltissimi, ma purtroppo sono ancora occultati da una fitta coltre informativa, da una sorta di dittatura dell’ignoranza, che ci impone ogni giorno di pensare ad altro, e specialmente di continuare a pensare in base ai parametri della figura di umanità che si sta esaurendo, e cioè nelle ristrettissime forme mentali dell’uomo terminale.
Perciò abbiamo tutti l’impressione di vivere una fine piuttosto che un inizio.
Ma in realtà finire e iniziare sono due infiniti presenti.
Sono profondamente cotessuti tra di loro, sono fatti anzi dello stesso filo.
Dipende da noi su quale tonalità accordarci, su quale figura di umanità, e cioè su quale stato della nostra coscienza fondare la nostra esistenza quotidiana.
L’uomo terminale essenzialmente pensa di essere una cosa, ed una cosa triste:
un pezzo di carne venuto fuori per caso dalle strane trasformazioni della materia:
una cosa perduta nell’universo, e condannata a morte.
Questo uomo perciò è sostanzialmente terrorizzato, e per questo è anche molto aggressivo.
Per lui gli altri o sono nemici o sono mezzi per la propria autoaffermazione, e cioè schiavi.
Per lui l’interesse “privato”, o della propria “famiglia” o della propria nazione non può che essere in conflitto con l’interesse degli altri gruppi.
Per lui perciò l’unico mezzo di comunicazione è l’uso della forza, e quindi in definitiva la guerra (magari finanziaria).
Questo uomo, che oggi continua a parlare di “crescita” o di “conquista dei mercati” in questa chiave bellica, è letteralmente un uomo finito.
Questo uomo, che crede di essere una cosa chiusa in se stessa, e quindi asserragliata nella difesa disperata dei propri confini e dei propri interessi, sta già da tempo tramontando, e un altro modo di essere umani sta già da tempo maturando sul pianeta.
Il processo del Tramonto che tramonta nel nuovo Mattino è tremendamente ambiguo.
Il nuovo modo “mattiniero” di essere umani lo possiamo definire relazionale, in quanto si fonda proprio sul rovesciamento dell’idea del vecchio io di essere una cosa chiusa in se stessa.
Albert Einstein direbbe: “L’essere umano è parte di quel tutto che chiamiamo universo. Egli sperimenta se stesso come separato dal resto: un tipo di illusione ottica della coscienza”.
L’uomo che incomincia a comprendere di essere una relazione aperta col tutto e con tutti, e cioè che l’Io umano (e quindi anche Io) come tale proprio non sussiste se non come relazione, inizia anche a modificare i propri orientamenti esistenziali, cambia a poco a poco i propri gusti, modifica l’ordine delle proprie priorità.
Egli ad esempio capisce che ciò che fa o che dà agli altri è esattamente ciò che offre a se stesso: né più né meno.
Capisce che se odia l’altro ferisce a morte se stesso, se è avaro con l’altro si sentirà sempre più povero, se invece aiuta l’altra si sentirà più forte, se perdona il nemico non si sentirà in colpa, se invece continuerà ad accusarlo per scaricarsi la coscienza, questa gli rimorderà implacabilmente e così via.
Scopre cioè la natura di specchio della realtà: la sua natura appunto relazionale.
Pensate cosa potrebbe diventare la progettazione economica mondiale, se iniziassimo a pensare in questo modo, e cioè in modo realistico.
Ma pensate cosa potrebbe diventare il mondo delle nostre relazioni personali………
Molti economisti e sociologi stanno da tempo pensando in questa direzione, non è affatto fantasia o utopia. I veri sognatori, che sognano però sempre e soltanto incubi, sono gli economisti che perseverano a pensare con la loro testa di morto.
Jeremy Rifkin invece già scrive: “Il sé esclusivo autonomo, implicito nei rapporti di proprietà privata, lascia il posto a un sé inclusivo relazionale, partecipante alla piazza pubblica globale, virtuale e reale”.
La rete infatti è un altro fenomeno che ci sta mostrando l’interconnessione mentale che costituisce in fondo l’essenza stessa del mondo.
Purtroppo anche qui continuiamo a servirci di questo cervello planetario a dosi omeopatiche, e quasi soltanto in base alle frequenze che produciamo dal ventre in giù.
L’uomo e la donna relazionali comunque stanno crescendo in ciascuno di noi, e chi lo voglia può già mettersi al servizio di questa (sua) nascita, godendone già da ora tutta la fresca novità.
Uno degli elementi che mi sembrano centrali in questa grandiosa transizione antropologica è la trasformazione del concetto e dell’esperienza del potere.
Per l’io chiuso in se stesso il potere non è che l’esplicazione della propria tendenza a difendersi dagli altri, asservendoli o schiacciandoli, facendo la guerra e vincendo comunque su di loro.
Il potente è colui che può fare ciò che gli altri non possono, colui che ha privilegi.
Questa è per davvero una miopia clamorosa.
E un gravissimo errore, che infatti sta portando tutti i potenti di questo mondo nel più totale discredito morale.
Anche loro sono finiti.
L’uomo e la donna relazionali scoprono al contrario che l’unico vero potere consiste nell’essere canali di beni per gli altri.
Non è potente colui che può togliere qualcosa agli altri, ma chi è in grado di dare qualcosa.
La visione egoica del potere è propria degli schiavi e dei micragnosi.
Il vero potente invece è come il Sole, è sovrano: dà per propria natura, dà a tutti, dà continuamente, dà in quanto l’essere umano è un canale, per essenza riceve e dà: riceve nella misura in cui dà, anzi riceve “cento volte tanto” (Mc 10,30) rispetto a quello che dà.
Pensate quale straordinaria rivoluzione è in corso, e quali straordinari eventi si stanno preparando in questa notte dell’io egoico terminale.
Non facciamoci accecare dai suoi trucchi di fine stagione, e perseveriamo invece a far crescere la nostra nuova umanità, godendoci i profumi del suo primissimo mattino.
Le grandi religioni possono fare molto in questa direzione evolutiva, e certamente Gesù non ha parlato d’altro, se non di una Nuova Umanità, appunto relazionale, il cui potere non consiste nel dominare gli altri, ma nel donare loro vita, guarigione, luce, sapienza, amore: “Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra di voi non è così; ma chi vuole essere grande tra di voi si farà vostro servitore” (Mc 10,42-43).
In questo consiste “il potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12): nel diventare conduttori, canali scroscianti, mediatori gioiosi e fiduciosi della salvezza.
In questa prospettiva desidero offrirvi come Nuova Visione nel mio sito www.marcoguzzi.it un saggio che è stato pubblicato di recente sulla Rivista di spiritualità pastorale “Presbyteri”:
Il nuovo potere dell’uomo nuovo
Dal dominio alla donazione
Domenica 5 febbraio, alle ore 16, presso la Casa Generalizia delle Suore della Carità,Via S. Maria in Cosmedin 5 (per le auto ingresso via della Greca 11), terrò la conferenza:
Dall’io egoico all’io relazionale
La crisi del mondo contemporaneo
e il ruolo dei cristiani
Venerdì 10 febbraio, alle ore 18, nell’ambito della Rassegna Café-philo, curata da Rosanna Buquicchio, nella Sala Santa Rita, in Via Montanara (P.zza Campitelli) di Roma, terrò invece la conferenza:
Un tempo propizio per ricominciare
Martedì 14 febbraio, alle ore 21, per il ciclo “La forza della parola”, parteciperò ad un incontro con Franco Vaccari, a Firenze, presso il Teatro delle Laudi (Via Leonardo da Vinci) sul tema
La parola che educa e guarisce
Venerdì 24 febbraio (ore 8.45/12), all’interno del Corso di Formazione, organizzato dall’USMI Nazionale, “Dio piantò un giardino…e vi collocò l’uomo” (Gen 2,8), guiderò l’incontro:
All’uomo è legato il destino del creato:
responsabile della creazione
Vi ricordo infine che potete ascoltare il ciclo di 5 trasmissioni che Elisabetta Parisi ha realizzato per Radio Tre sul lavoro dei Gruppi Darsi Pace:
http://www.darsipace.it/2012/01/09/darsi-pace-a-radio3/
Grazie a tutte/i della costante attenzione e anche dell’uso libero, nei vostri siti e nei vostri blog, che continuate a fare di questi testi.
Speriamo che l’aria della primavera, che spira dolcemente e stabilmente nelle nostre anime, possa raggiungerci con forza, e rallegrarci.
Grazie Marco perché ci doni le tue riflessioni, tu sei nel mondo, ma ci fai capire come bisogna guardarlo nel modo giusto, ci fai capire quello che abbiamo sotto gli occhi e non ce ne accorgiamo, continui a studiare e ti metti al ns servizio perché noi siamo presi dalle “teste di morto” che ci demoralizzano in continuazione, tu sai parlare del Vangelo, come neanche un prete sa fare! Cogli il vero senso della vita, sono felice di averti incontrato e di condividere questa gioia con i Gruppi Darsi Pace e con gli altri con cui condivido la vita di ogni giorno 😆 .Un abbraccio.
Ho appena terminato di ascoltare la prima parte della sesta lezione e: “ho da fare”, ma nel ricordo di quanto letto ieri nel “lampo” mi associo a Luciana, condividendo quanto da lei scritto:
bravo Guzzi,
mi piace!
E’ come, gustare la fragranza di un vecchio vino abboccato.
Complimenti e ciao
Rosella
Grazie, carissime, e speriamo di essere sempre un buon vino per noi stessi e per le persone che ci circondano…..
Buona bevuta!
Marco