Nudità: l’altro nome del cristiano

Commenti

  1. Andrea Vitolo dice

    Bel testo!!!! Grazie nostro Salvatore!!!

  2. Alessandro C. dice

    GRAZIE Salvatore,
    la riflessione che ci offri è veramente efficace, la tua esperienza ci accompagna in profondità nel senso del lavoro e del non impegno lasciando un delicato profumo di speranza che resta nel tempo.
    Penso che lo rileggerò poichè la mia ritrosia alla nudità è dura ma molto dura da intaccare e per un (buon) cristiano ( come me ) darsipacista la cosa non è leggera da portare nel tempo.
    Un forte e fraterno abbraccio Ale

  3. Denudarci davanti a Dio ci apre a relazioni più vere e autentiche tra gli uomini.
    In questa spogliazione, il dolore della ferita si fa sentire, ma so anche che posso attraversarlo e lasciarlo andare nell’abbandono, ogni giorno un po’ di più, gustando lo scorrere verso l’Oceano della piccola goccia d’acqua, in compagnia delle altre.

    Grazie, Salvatore, per la tua riflessione e per la tua perseveranza nel lavoro che aiuta anche me.
    Giuliana

  4. Grazie Salvatore per la tua testimonianza, descrivi con autenticità ciò che si vive durante il cammino di liberazione interiore. Mi sento consonante con le tue esperienze, la scelta di vivere la dimensione spirituale è scoperta di ciò che siamo veramente, è consapevolezza della dimensione della nostra umanità, è esperienza di abbandono da ogni pregiudicato senso di noi e del mondo per come pensiamo di conoscerlo, è affidamento, è esperienza e domanda! Fare esperienza è un processo, un movimento continuo, un ricominciamento che produce nella relazione intima con lo Spirito nuova vita. Perseverare nel lavoro interiore è questione di vita e questo lo sentiamo nella carne, veramente.
    Un abbraccio a tutti. Vanna

  5. Grazie Salvatore. Sono arrivata forse per ultima al corso telematico ” darsi pace” e mi sento ancora un’estranea perché non riesco a mettermi in pari con le lezioni, al punto che più di una volta ho pensato di smettere. Mi ritrovo tantissimo con quello che scrivi e il tuo messaggio mi porta degli stimoli forti per continuare con la speranza di iniziare un viaggio bellissimo dentro di me!

  6. Sono uno di poche parole e quelle poche che dico vorrei subito riprenderle e riportale indietro. Questa sera però lascio che sia la mia anima a comandare. Vengo da qualche giorno di “abbandono”, abbandono della pratica meditativa, abbandono della lettura serale della liturgia, abbandono del libro che mi accompagna in questo periodo. Forte in me il desiderio di lasciare tutto e ritirarmi in una caverna. Questa sera però ho sentito uno spirito diverso, una sorta di luce interiore. Mi sono messo a rileggere l’avvenire della scorsa domenica e ho trovato grande consolazione nelle parole di Ermes Ronchi (nel buio si possono scorgere delle feritoie da cui entra la luce vera) e poi nell’omelia di Papa Francesco (che esortava a sentire oggi ancora che la pietra è stata rimossa dal sepolcro). Poi ho letto il tuo post che mi rincuorato e dato la giusta carica per riprendere il mio cammino di darsipacista. Mille grazie Salvatore.

  7. Grazie Salvatore per queste parole precise, che narrano i movimenti “storici” dell’animo, leggeri profondi tormentati, in breve “pasquali”. I movimenti dell’animo sono pasquali quando riescono a farci fare un passo al di là del dolore, nella direzione giusta.

    Varie espressioni del tuo racconto mi hanno colpito. Sopra tutte questa: “Troppa acqua non irriga ma distrugge”. Vero!
    Mentre scrivo ascolto dalla finestra aperta il messaggio di una pioggerella leggera ma perseverante.
    Occorre sedimentare, interiorizzare, metabolizzare.
    Auguri a tutti, la Pasqua continua per 50 giorni. Corrado

  8. Francesca M. dice

    La Pasqua è il passaggio di Yaweh che stermina gli egiziani e salva gli ebrei perchè sulle loro porte c’è il sangue dell’agnello. Non siamo noi a passare, è Dio che passa ed è l’Agnello che ci salva.
    Amici non “lavorate” troppo, leggete il vangelo e la Scrittura e restate uniti a Cristo. Allora un po’ alla volta, la mentalità vecchia andrà via da sola ed emergerà l’uomo nuovo.
    Auguri a tutti, me compresa!

  9. Carissimo Salvatore,
    la chiarezza delle tue parole accompagna il chiarore che pian piano si sta facendo strada in te
    Grazie !
    Nuccia – Filomena

  10. Vi sono grato delle vostre risonanze e riflessioni. Un abbraccio!

  11. Stefano C. dice

    Caro Salvatore,
    del tuo interessante post vorrei sottolineare la tua ultima frase che spariglia un po’ tutta la “casa” costruita in precedenza….
    “mi giunge dall’esterno un cinguettio. Mi allieto”
    Questo è il segno della tua capacità di accoglienza e fedeltà allo Spirito che, al momento giusto e quando meno te lo aspetti, si rivelano con incredibile spontaneità.

    un abbraccio.

  12. Cara Francesca, in realtà non sussiste una contrapposizione tra lavoro e grazia. Normalmente le persone più sante sono quelle che contemporaneamente credono di più nella salvezza che viene da Dio, e lavorano con maggiore intensità per fare fruttare questa grazia e predisporsi ad accoglierla….
    Un grande augurio. Marco

  13. Grazie Salvatore per la tua riflessione.
    Come appare chiaro nella parte conclusiva del tuo post, uno degli ingredienti fondamentali per il buon esito del lavoro interiore e’ la fiducia, cosa tanto piu’ difficile da vivere perche’ appunto i progressi sono molto graduali e spesso avvengono insieme a sensazioni di dolore o comunque di difficolta’. Ma vorrei puntare l’attenzione alla fiducia che serve. Oggi, forse piu’ che mai (?), la fiducia e’ un bene rarissimo: 1000 e piu’ situazioni, avvenimenti, persone, realta’ e anche noi stessi la tradiscono continuamente. Per questo, spesso non si capisce chi o cosa veramente la meriti e chi invece no…”attenti ai falsi profeti”….la fiducia che, a un certo punto, deve addiritttura diventare fede….che lo Spirito ci sostenga e accompagni in questo cammino, le cui difficolta’, a volte, appaiono insormontabili! Un abbraccio, Alfredo

Inserisci un commento

*