Il francescano: una poesia per Sant’Antonio

Commenti

  1. Ho partecipato questa mattina ad un incontro preparatorio del Collegio Docenti di domani.
    Stiamo provando a unificare, a dare forma nuova alla Scuola Primaria del nostro Istituto (sono due plessi), lasciando che ogni scuola mantenga la propria identità, strettamente legata alla propria storia.

    Sento la dura realtà della materia, ma il lavoro in dP mi aiuta a guardare con la pupilla dell’occhio scorporato.

    Nella fatica e nel travaglio di oggi, respiro pace, gioia, leggerezza in un tempo che si dilata.

    Grazie!
    Giuliana

  2. nel bianco ruscello
    ridestato
    in bilico sul mare
    conobbe

    era l’acqua
    la sospirata

    come se le cinque fossero
    il francescano
    con la pupilla
    più antica

    la distillata
    Venere

    delle mie notti
    un orto
    la carne
    dell’occhio scorporato
    delle stelle

    immacolata
    Vergine Maria

    mi piace giocare
    con affetto
    rosella

  3. Ho sentito tante volte Marco G. esprimere la sua devozione a Sant’ Antonio! Mi unisco alla vostra preghiera perchè diventi un’attenta devota discepola francescana. Un abbraccio! Gabriella

  4. Caro Marco,
    bella, audace la tua poesia francescana; ti chiedo cosa intendi per “ occhio scorporato”, quello separato dal ciarpame egoico, conformista, che ci portiamo pesantemente sulle spalle? Grazie, Mariapia

  5. Paola Balestreri dice

    Cara Mariapia, in attesa dell’interpretazione ‘autentica’ del poeta, provo a dire la mia: l’occhio scorporato è quello sguardo che non cattura le cose, ma le lascia essere, è probabilmente il ‘terzo occhio’ della tradizione orientale, è quel distacco che ci consente di osservare noi stessi e la nostra vita mentre fluisce, senza attaccamento o avversione. E’ possibile “conoscere la carne” con una tale pupilla? Il mistero dell’incarnazione ci parla dell’unione tra dimensioni abissalmente separate, e della possibilità di annullare per sempre “il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli” (Col. 2, 13).
    Un abbraccio. Paola

Inserisci un commento

*