Pubblichiamo il video della conferenza tenuta da Marco Guzzi a Misano Adriatico il 25 ottobre 2013, nell’ambito della rassegna “Lo sterco del diavolo. Il denaro che fa girare il mondo”, organizzata da Gustavo Cecchini per la Biblioteca comunale di Misano. Buona visione!
Vi seguo da poco tempo, da quando la mia ricerca di senso, che per quaranta e più anni ha spaziato dalla politica alla new age, dallo yoga al buddismo, dallo sciamanesimo alla psicologia, ha inaspettatamente virato verso Gesù. Era stato un amore dell’infanzia, emotivo e sensuale, ma non aveva piú trovato nutrimento quando, nell’adolescenza, avrei avuto bisogno di risposte più ragionate. Non era però perso per sempre, era un fiume carsico che ogni tanto usciva facendomi pregare il Padre Nostro – e che fatica dire ” sia fatta la Tua Volontà”, per la prima volta è stato come un giuramento, un fidanzamento, anche se non me ne rendevo ben conto, allora.
E poi un paio di volte, entrata in una chiesa come ogni tanto ho sempre continuato a fare, c’era la Messa, e io ho rubato il Pane, ma il mio desiderio era troppo forte, non ho resistito, altre volte si, ho resistito…
Ora questo desiderio è sempre più forte, è struggente, sono anche tornata in parrocchia, ho parlato al parroco, ma siccome convivo col mio compagno ( da venticinque anni) non potrò accedere all’Eucaristia…
Vi chiedo, è un bisogno nevrotico, anche se io sono – quasi – sicura di no, è un desiderio ardente, ma non so con chi parlarne, a chi chiedere, nessun amico va in chiesa, e anche io non è che mi senta proprio a mio agio del tutto, in chiesa, io amo il Padre Nostro, ma tante altre preghiere non le condivido, per esempio, il Credo.
Gesù mi fa piangere, scioglie il ghiaccio che ho nel cuore, è a Lui che mi sono rivolta nei momenti più difficili, per poi dimenticarlo di nuovo, ma adesso non vorrei dimenticarlo ancora…
Scusate, forse questa lettera somiglia troppo a una “posta del cuore”, ma in fondo lo è…ditemi cosa ne pensate, cosa dovrei fare? Rita
Carissima Rita, grazie di questa tua bella testimonianza, piena di cuore. Innanzitutto mi verrebbe da esclamare: Allelluja! Rallègrati, Rita, lo Spirito del Cristo vivente è dentro di te, e ti sta chiamando.
Tu vivi, come tantissime persone del nostro tempo, la fatica di una riscoperta adulta e libera dei misteri della fede cristiana.
Il percorso non è facile, dobbiamo liberarci di tante immagini distorte di Dio e di Gesù, che abbiamo introiettato, e che tanta pastorale continua a diffondere, a danno degli uomini e delle donne.
Noi nei nostri Gruppi tentiamo proprio di rinnovare l’esperienza della fede cristiana, nel rispetto della sensibilità e della cultura che abbiamo sviluppato negli ultimi secoli.
Se vuoi, potrai approfondire un po’ il nostro lavoro, e vedere se può esserti utile.
Un grande augurio. Marco Guzzi
oggi è venerdì di quaresima e all’ambrosiana non si celebra la Messa, ma si contempla la via della croce.
Ci sarà il suo “dotto” perchè, che io non conosco, mi limito ad accogliere e seguire.
Sono occupata a concentrare lo sguardo sulla via che Lui mi sta indicando con le sue ultime parole “ho sete”.
Quel figlio di Dio che dona “acqua viiva” alla samaritana oggi ha sete.
Quel che m’affascina del “Risorto ora”, è che, proprio Lui, nell’ora della sua morte, ha testimoniato l’importanza di mantenere vivo il desiderio dell’umano.
Persino un corpo prossimo alla morte reclama la pienezza della vita.
“Ho sete”.
E’ un dono grande desiderare.
Grazie Rita
Un abbraccio di cuore
Rosella
Carissima Rita, mi riconosco in tante cose che tu scrivi e mi ha davvero commosso la sincerità con cui ce le hai comunicate. Mi sento di sostenere il consiglio che Marco ti dà riguardo al lavoro di approfondimento nei gruppi DarsiPace; io sono alla seconda annualità telematica e devo dirti che il percorso finora fatto è stato estremamente utile, vivo e sempre stimolante, soprattutto profondo e serio!
A Marco un grazie di cuore per l’impegno che sempre ci mette nelle conferenze che poi possiamo goderci sul sito…un grande abbraccio pieno di stima e di affetto, mcarla
Grazie Maria Carla per la tua risposta. Ci ho veramente sofferto, e ci soffro ancora, mi sono sentita respinta, sbagliata, mi sono tornate in mente sensazioni vissute da piccola con mia madre ( che guarda caso è proprio convinta di dover fare la cosa giusta per meritarsi la benevolenza divina…va beh, pensavo, altra epoca…).
Ma quello che mi chiedo è, sono io che dò scandalo, o non è piuttosto colui che respinge chi arriva col cuore in mano a chiedere di essere accettato, perché proprio così ci sono andata, non mi aspettavo una risposta così, non avevo voluto informarmi, volevo essere il più pura possibile, non sono andata a vedere su internet, ma forse avrei dovuto farlo? Forse è anche questione di carriera del parroco…ma il peggio è che ho perso quel poco di sentiero che mi stavo creando… Rita
Scusa Rita…non riesco ad interpretare le tue parole “Forse è anche una questione di carriera del parroco” (per il fatto che ti ha negato l’Eucaristia?). Di sicuro questa sua ‘risposta’ ha rinnovato in te l’enorme sofferenza di una vita: NON ESSERE ACCETTATA PER QUELLO CHE SEI.
Scoprire le nostre ferite più profonde, affrontarle e accettarle (nella prospettiva di superarle), fa parte del lungo lavoro all’interno dei gruppi DP…non è una passeggiata, la fatica c’è ma ci sono anche condivisione e ascolto profondi!
Riprendi il tuo cammino, ne vale la pena, un abbraccio forte, mcarla
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Vi seguo da poco tempo, da quando la mia ricerca di senso, che per quaranta e più anni ha spaziato dalla politica alla new age, dallo yoga al buddismo, dallo sciamanesimo alla psicologia, ha inaspettatamente virato verso Gesù. Era stato un amore dell’infanzia, emotivo e sensuale, ma non aveva piú trovato nutrimento quando, nell’adolescenza, avrei avuto bisogno di risposte più ragionate. Non era però perso per sempre, era un fiume carsico che ogni tanto usciva facendomi pregare il Padre Nostro – e che fatica dire ” sia fatta la Tua Volontà”, per la prima volta è stato come un giuramento, un fidanzamento, anche se non me ne rendevo ben conto, allora.
E poi un paio di volte, entrata in una chiesa come ogni tanto ho sempre continuato a fare, c’era la Messa, e io ho rubato il Pane, ma il mio desiderio era troppo forte, non ho resistito, altre volte si, ho resistito…
Ora questo desiderio è sempre più forte, è struggente, sono anche tornata in parrocchia, ho parlato al parroco, ma siccome convivo col mio compagno ( da venticinque anni) non potrò accedere all’Eucaristia…
Vi chiedo, è un bisogno nevrotico, anche se io sono – quasi – sicura di no, è un desiderio ardente, ma non so con chi parlarne, a chi chiedere, nessun amico va in chiesa, e anche io non è che mi senta proprio a mio agio del tutto, in chiesa, io amo il Padre Nostro, ma tante altre preghiere non le condivido, per esempio, il Credo.
Gesù mi fa piangere, scioglie il ghiaccio che ho nel cuore, è a Lui che mi sono rivolta nei momenti più difficili, per poi dimenticarlo di nuovo, ma adesso non vorrei dimenticarlo ancora…
Scusate, forse questa lettera somiglia troppo a una “posta del cuore”, ma in fondo lo è…ditemi cosa ne pensate, cosa dovrei fare? Rita
Carissima Rita, grazie di questa tua bella testimonianza, piena di cuore. Innanzitutto mi verrebbe da esclamare: Allelluja! Rallègrati, Rita, lo Spirito del Cristo vivente è dentro di te, e ti sta chiamando.
Tu vivi, come tantissime persone del nostro tempo, la fatica di una riscoperta adulta e libera dei misteri della fede cristiana.
Il percorso non è facile, dobbiamo liberarci di tante immagini distorte di Dio e di Gesù, che abbiamo introiettato, e che tanta pastorale continua a diffondere, a danno degli uomini e delle donne.
Noi nei nostri Gruppi tentiamo proprio di rinnovare l’esperienza della fede cristiana, nel rispetto della sensibilità e della cultura che abbiamo sviluppato negli ultimi secoli.
Se vuoi, potrai approfondire un po’ il nostro lavoro, e vedere se può esserti utile.
Un grande augurio. Marco Guzzi
oggi è venerdì di quaresima e all’ambrosiana non si celebra la Messa, ma si contempla la via della croce.
Ci sarà il suo “dotto” perchè, che io non conosco, mi limito ad accogliere e seguire.
Sono occupata a concentrare lo sguardo sulla via che Lui mi sta indicando con le sue ultime parole “ho sete”.
Quel figlio di Dio che dona “acqua viiva” alla samaritana oggi ha sete.
Quel che m’affascina del “Risorto ora”, è che, proprio Lui, nell’ora della sua morte, ha testimoniato l’importanza di mantenere vivo il desiderio dell’umano.
Persino un corpo prossimo alla morte reclama la pienezza della vita.
“Ho sete”.
E’ un dono grande desiderare.
Grazie Rita
Un abbraccio di cuore
Rosella
Grazie voi, amici!
Carissima Rita, mi riconosco in tante cose che tu scrivi e mi ha davvero commosso la sincerità con cui ce le hai comunicate. Mi sento di sostenere il consiglio che Marco ti dà riguardo al lavoro di approfondimento nei gruppi DarsiPace; io sono alla seconda annualità telematica e devo dirti che il percorso finora fatto è stato estremamente utile, vivo e sempre stimolante, soprattutto profondo e serio!
A Marco un grazie di cuore per l’impegno che sempre ci mette nelle conferenze che poi possiamo goderci sul sito…un grande abbraccio pieno di stima e di affetto, mcarla
Grazie Maria Carla per la tua risposta. Ci ho veramente sofferto, e ci soffro ancora, mi sono sentita respinta, sbagliata, mi sono tornate in mente sensazioni vissute da piccola con mia madre ( che guarda caso è proprio convinta di dover fare la cosa giusta per meritarsi la benevolenza divina…va beh, pensavo, altra epoca…).
Ma quello che mi chiedo è, sono io che dò scandalo, o non è piuttosto colui che respinge chi arriva col cuore in mano a chiedere di essere accettato, perché proprio così ci sono andata, non mi aspettavo una risposta così, non avevo voluto informarmi, volevo essere il più pura possibile, non sono andata a vedere su internet, ma forse avrei dovuto farlo? Forse è anche questione di carriera del parroco…ma il peggio è che ho perso quel poco di sentiero che mi stavo creando… Rita
Scusa Rita…non riesco ad interpretare le tue parole “Forse è anche una questione di carriera del parroco” (per il fatto che ti ha negato l’Eucaristia?). Di sicuro questa sua ‘risposta’ ha rinnovato in te l’enorme sofferenza di una vita: NON ESSERE ACCETTATA PER QUELLO CHE SEI.
Scoprire le nostre ferite più profonde, affrontarle e accettarle (nella prospettiva di superarle), fa parte del lungo lavoro all’interno dei gruppi DP…non è una passeggiata, la fatica c’è ma ci sono anche condivisione e ascolto profondi!
Riprendi il tuo cammino, ne vale la pena, un abbraccio forte, mcarla