IMMAGINAZIONE E REALTA’

Commenti

  1. Condivido ciò che affermi circa la sessualità “casta” cioè come completamento di un rapporto d’amore, contro l’ avvilimento del sesso senza amore. Invece non posso confermati in alcun modo che il mio occhio interiore durante la preghiera vada a posarsi sulle parti intime, a me non succede, forse capita ai galli e ai maschi. Se mi capitasse non mi preoccuperei, ma lascerei scorrere, perché intime non significa infime, anzi intime proprio perché preziose, oltretutto chi ha ideato le parti alte è anche l’ ideatore delle parti basse che,per giunta, ha distinato a finalità elevatissime, quindi io ti consiglierei di rilassarti e prendere un bel respiro. Un saluto

  2. Non è la mia personale esperienza, ma riporto quella di monaci in qualche modo “tentati…

  3. Con tutte queste regole, non mi ricordo più come si fa a godere !

  4. Secondo me si può godere soltanto se si è felici. Una falsa idea di Dio non porta alla felicità né, quindi, al godimento. Non si tratta di regole, di codici, di norme e precetti, ma di una personalità che si è strutturata intorno ad una nuova concezione di umanità, dove vi è un Dio che salva e che vuole la felicità dell’uomo.

  5. Il lavoro interiore è un continuo riconoscimento di pensieri e di emozioni negative, di immaginazioni, di illusioni che ci allontanano dalla nostra vera identità e questo ci consente di avvicinarci, di percepire, di intravedere la realtà.

    Nel nostro laboratorio sperimentiamo quanto sia faticoso, e anche doloroso, guadagnare un grammo di realtà. Anche quando pensiamo di aver disattivato gli automatismi, osserviamo che le nostre strategie difensive sono pronte, in modi molto sottili, a rinchiuderci nelle gabbie della paura.

    In questi anni di cammino insieme a voi, identifico la realtà con la trasformazione, con il dinamismo trasformativo che vedo in me e negli altri.
    E ogni giorno, ad ogni respiro, mi si pone la scelta della parte in cui voglio stare, se dalla parte di ciò che mortifica l’essere umano colpendolo nella sua capacità creativa, nei modi più variegati della rassegnazione, dell’abitudine, dell’adattamento, di una sorda disperazione, oppure dalla parte di ciò che pulsa, vuole nascere, venire al mondo attraverso di me.

    Ogni giorno la fatica della destrutturazione del vecchio io che favorisce l’espansione del nuovo perché ogni gesto, ogni parola, ogni pensiero avvenga nella dilatazione del cuore.

    Grazie e un abbraccio.
    Giuliana

  6. Bella questa riflessione, ci piacerebbe pubblicarla sul prossimo numero di Ellin Selae, la nostra rivista letteraria che esce (su carta) da oltre 20 anni. Se non ha nulla incontrario potrebbe inviarcela! Grazie e complimenti!
    Franco
    ellin@libero.it

  7. maria carla dice

    Non condivido l’identificazione tra immaginazione e fantasia: la prima, infatti, come capacità di creare immagini ne può produrre di reali o di irreali, queste ultime frutto di una fantasia, più o meno ‘sfrenata’.
    Le immagini reali sono invece riconducibili a quel “lavoro interiore” di cui parla Giuliana, prezioso anche solo per il “grammo di realtà” che ci fa guadagnare (le immagini dei sogni che accompagnano spesso il nostro processo trasformativo, sono -a mio avviso- di questo tipo).
    E’ un lavoro faticoso per tutti quello che cerca le tracce di ciò che vuole “venire al mondo attraverso di me”, ma la realtà su cui si fonda (il processo trasformativo di ognuno, appunto) ne giustifica ampiamente l’ impegno!
    Grazie a Salvatore per gli spunti di riflessione offerti dal suo ‘post’ e soprattutto a Giuliana per il suo circostanziato e interessante commento, mcarla

  8. Gentile Franco, ho provveduto ad inviarla all’indirizzo email indicato. Ne sono lieto, grazie dell’attenzione. So che la rivista esce su carta, ma vi chiederei, se possibile e anche a mie spese, di riceverne copia. Cordialità.

  9. E’ stata una piacevole scoperta l’intervento di Ellin Selae. Dietro quel nome così strano c’è una piccola Casa Editrice che ha molto in comune con Darsi Pace. Leggendo nel loro sito sono stato colpito da questa affermazione “Un divorzio e una guerra nucleare hanno la stessa origine psicologica”. Lo so, ma ogni volta lo riscopro con sorpresa.
    Un caro saluto

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