Darsi Pace: un metodo, un movimento

Commenti

  1. Alessandro dice

    E’ cosa buona e giusta spiegare a noi stessi, innanzitutto, i motivi del rimanere con sempre maggiore gusto e beneficio in Darsi Pace poichè può bastare un calo di concentrazione per ricadere tra le ventose e i gorghi delle resistenze.

    Se dovessi fare una graduatoria ( ovviamente per me ) metterei al primo posto la pigrizia, spesso mi impedisce di raccogliere le energie necessarie alla ricerca della condizione migliore per la giornata in corso.

    Nel periodo di ferie poi la cosa è accentuata da luoghi, presenze e condizioni che interferiscono spesso con gli equilibri conquistati.

    E’ bello tornare ad una maggiore integrità per proseguire il cammino di ricerca verso la condizione che permette di vedere e vivere la realtà più in profondità.

    Inizia un nuovo anno di ricerca con un tema prioritario ” l’Espansione ” e noi sappiamo bene che si parte sempre dal lasciar andare.

    In questo senso vorrei ricordare che quest’anno non ci sarà la consueta conferenza di apertura del nuovo anno che abitualmente si teneva a Roma alla Minerva ma . . . . . . . . . abbiamo TUTTI la possibilità di organizzare anche piccoli incontri di divulgazione del metodo ed in questo possiamo contare sull’assistenza dei coordinamenti regionali.

    Grazie Paola, il video ora è veramente completo, rappresentativo e bello.

    Sperando in un anno pieno di attività positive auguro a tutti una buona ripresa. Ale

  2. Silvia Rambaldi dice

    Desidero scrivere per dire che il metodo ‘Darsi Pace’ è diventato indispensabile per me. Ho terminato il triennio di base e quindi, prima di iniziare l’approfondimento, sto facendo un ‘superintensivo telematico’ per recuperare gli incontri dell’anno passato.

    Ogni momento della giornata in cui non debba lavorare è dedicato a questo. Ciò che mi colpisce, tra le tante cose belle, è che non riesco a trovare una sola parola con cui essere in disaccordo!
    Al contrario, in ogni spiegazione qualcuna delle domande che mi porto dentro trova una risposta.

    Alla luce delle spiegazioni di Marco ho riletto un famoso brano tratto dalle ‘Confessioni’ di Sant’Agostino, trovandovi tutti gli stati dell’ego. Ve lo propongo: mentre lo leggevo mi sono commossa, sia perchè è bellissimo (secondo me), sia perchè, leggendolo nell’ottica dell’io che da distorto entra in conversione, poi in relazione, per arrivare infine a Cristo, mi ha toccato profondamente. Ciao. Silvia

    Dalle «Confessioni» di sant’Agostino, vescovo (Lib.7, 10, 18; 10, 27; CSEL 33, 157-163. 255)

    “Stimolato a rientrare in me stesso, sotto la tua guida, entrai nell’intimità del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto (cfr. Sal 29, 11). Entrai e vidi con l’occhio dell’anima mia, qualunque esso potesse essere, una luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e sopra la mia intelligenza. Non era una luce terrena e visibile che splende dinanzi allo sguardo di ogni uomo. Direi anzi ancora poco se dicessi che era solo una luce più forte di quella comune, o anche tanto intensa da penetrare ogni cosa. Era un’altra luce, assai diversa da tutte le luci del mondo creato. Non stava al di sopra della mia intelligenza quasi come l’olio che galleggia sull’acqua, né come il cielo che si stende sopra la terra, ma una luce superiore. Era la luce che mi ha creato. E se mi trovavo sotto di essa, era perché ero stato creato da essa. Chi conosce la verità conosce questa luce.

    O eterna verità e vera carità e cara eternità! Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte. Appena ti conobbi mi hai sollevato in alto perché vedessi quanto era da vedere e ciò che da solo non sarei mai stato in grado di vedere. Hai abbagliato la debolezza della mia vista, splendendo potentemente dentro di me. Tremai di amore e di terrore. Mi ritrovai lontano come in una terra straniera, dove mi parve di udire la tua voce dall’alto che diceva: «Io sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me».

    Cercavo il modo di procurarmi la forza sufficiente per godere di te, e non la trovavo, finché non ebbi abbracciato il «Mediatore fra Dio e gli uomini, l’Uomo Cristo Gesù» (1 Tm 2, 5), «che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli» (Rm 9, 5). Egli mi chiamò e disse: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14, 6); e unì quel cibo, che io non ero capace di prendere, al mio essere, poiché «il Verbo si fece carne» (Gv 1, 14). Così la tua Sapienza, per mezzo della quale hai creato ogni cosa, si rendeva alimento della nostra debolezza da bambini.

    Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l’ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace.”

    Inviato da iPhone

  3. Sto per iniziare il quinto anno di corso telematico (il secondo di approfondimento) e provo a chiedermi: perché continuo? Cosa cerco? Cosa ho trovato?
    Mi spinge, ora come quattro anni fa, il desiderio di un percorso che dia senso a tanti pezzi frammentati di me. Per esempio il desiderio di conoscere e capire, il bisogno di affrontare i miei nodi psicologici, la mia ricerca spirituale dentro e fuori la Chiesa, le relazioni che mi sfuggono di mano.
    Ma non mi basta un senso qualsiasi: io voglio una meta grande, una direzione che porti vita, tanta vita. E tanta gioia, capace di spaccare da dentro tutte le sofferenze che purtroppo vengono incontro.
    Provo a ripensare a quando ho iniziato: era già da un po’ che non stavo bene, ero piena di desideri contrastanti, sempre aggrovigliata, ma se volevo descrivere meglio questo mio stato non sapevo farlo. È la regola, mi dicevo, la vita è così, dopo gli entusiasmi della giovinezza bisogna accontentarsi e tirare avanti, come tutti. Non avevo tanta voglia di scavare sul perché di questo malessere, e in fondo non sapevo neanche come farlo. Leggevo, sì, tanti bei libri spirituali, riempivo quaderni di frasi e citazioni, ma poi non cambiava nulla.
    La cosa nuova che sto imparando qui è che c’è una strada concreta per iniziare a dipanare tutto questo. Che posso guardare negli occhi i miei abissi e che questo mi aiuta a guardare negli occhi anche gli altri. Il gruppo, anche se telematico, mi dà coraggio e condivisione, e mi ha fatto conoscere preziosi amici e compagni di viaggio.
    Questo viaggio, che è poi l’avventura della fede in Cristo, mi piace e mi piace farlo insieme. Ecco perché voglio ricominciare anche quest’anno.
    Antonietta

  4. perché continuo?
    Perchè a livello iniziatico la trasformazione di cui faccio esperienza, mi è necessaria per vivere il mio “oggi”.
    Io sono anziana (abbastanza) e mi son trasferita da poco da una piccola frazione quasi completamente italiana, in un comune non lontano ma che è realmente un crocevia etnico, presumo per la sua posizione geografica, ed è una vera sfida del cuore e dell’intelletto, oltre che fisica, anche solo quella di portare i nipotini a giocare al parchetto.

    Vi propongo come contributo la prima lettura della Messa in rito ambrosiano di oggi.

    Lettura del profeta Isaia 65, 13-19
    “Così dice il Signore Dio:… ecco, i miei servi giubileranno / per la gioia del cuore, / voi griderete per il dolore del cuore, / urlerete per lo spirito affranto “.

    Contattare questo abisso di dolore e d’impotenza è necessario perche possa convertirsi il cuore al Suo giubilo.

    ” Chi vorrà essere benedetto nella terra, / vorrà esserlo per il Dio fedele; / chi vorrà giurare nella terra, / giurerà per il Dio fedele,”

    Nell’atto di Fede in Cristo, nel grido: Signore salvami si ha la reale trasformazione dell’acqua in vino

    ” perché saranno dimenticate le tribolazioni antiche, / saranno occultate ai miei occhi. Ecco, infatti, io creo nuovi cieli e nuova terra; / non si ricorderà più il passato, / non verrà più in mente,”

    quando, goccia a goccia facciamo esperienza della nostra liberazione, come nella pratica autoconoscitva completa nell’atto di fede, la nostra anima perdonata si espande un poco ogni volta di più, in parte dimentica del dolore antico e lo sguardo acquista una visione nuova sulla realtà contingente nella quale opero e vivo.

    ” poiché si godrà e si gioirà sempre …(-)… Non si udranno più in essa / voci di pianto, grida di angoscia».
    Questo “sempre” come per Isaia è il compimento della parusia della quale però “comincio oggi” a fare una piccola (talvolta per grazia, anche”grande”) esperienza incarnata quotidianamente.

    Ciao
    Rosella

  5. Complimenti per il video: veramente bello, entusiasmante e rispondente!
    Da sempre ho sentito il bisogno di cercare dentro di me. Da sempre ho sentito che lì c’era “qualcosa” di profondo che mi richiamava e che dovevo contattare se volevo essere me stessa e quindi un pò più felice . Ho intrapreso perciò a 360° tanti percorsi. Tutti sono stati di grande aiuto e mi hanno accompagnata, anche con senso e gioia, nei diversi tratti della vita. Ultimamente però, nessuno rispondeva più ai desiderata delle mie profondità e soprattutto nessuno mi faceva vivere con esperienza diretta/personale, il Senso di Quella Voce Interiore Che chiedeva un urgente concreto reciproco incontro!
    Da perenne ricercatrice, due anni fa, ho conosciuto Marco ad Albino e mi sono iscritta immediatamente! Ho assiduamente frequentato la prima e la seconda annualità, e sto per iscrivermi alla terza, … perchè i corsi DP rispondono totalmente ad ogni esigenza/interrogativo del mio essere, nella sua totalità! Io condivido tutto ciò che dice Marco, perchè tutto è scritto così dentro di me. E il mio filo interiore, ad ogni incontro, mentre si dipana l’aggrovigliata matassa , si riavvolge a mano a mano, in un ordinato, armonioso, morbido gomitolo!
    Ora perciò mi sento sicura, tranquilla, serena, perchè per ogni mia “cosa”, so che la” Strada ” c’è e che, quando necessario, posso contare su una disponibilità seria e continua!
    A tutti un abbraccio per un buon ri-inizio! Maria Rosaria

  6. Carissimi Alessandro, Silvia, Antonietta, Rosella, Maria Rosaria,
    il sostegno che arriva dalle vostre risonanze mi motiva e mi stimola ad essere sempre più capace di verità, più seria, più concreta e incarnata nel condividere la via con i compagni e le compagne di viaggio. Grazie e a presto!
    Paola

  7. Grazie a tutti, in particolare a Silvia, che con la sua citazione mi ha ‘ricordato’ finalmente di rileggere le Confessioni di S.Agostino!
    Dopo i primi due anni telematici (e di sicuro l’avvio del terzo) queste pagine mi ‘suoneranno’ certamente quasi nuove perchè la mia consapevolezza sta cambiando, nel senso che si sta ampliando, mi sembra che includa più vita e che il passato sia meno ingombrante…dai, riprendiamo insieme il cammino, AUGURI a tutti quanti, mcarla

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