Gli occhi miei volgo al monte

Commenti

  1. Grazie, cara Giuliana, per questo dono di immagini , parole, suoni che spalancano il cuore in un’apertura gioiosa!
    Fiori tra le rocce

    ti abbraccio
    Filomena

  2. Mariapia Porta dice

    Grazie! Stamattina non potevo trovare incoraggiamento migliore per iniziare bene la giornata e la settimana! Mariapia

  3. Bellissime suggestioni, per me più sonore che visive, ma la musica di Morricone ha un così forte potere evocativo!
    Grazie Giuliana
    iside

  4. Antonietta dice

    Questo video, le immagini, le parole, mi hanno fatto rivivere la mia esperienza della montagna. Un capitolo terminato, purtroppo, ma sempre vivo nei ricordi.
    Sui sentieri di montagna sentivo come l’evidenza di un senso compiuto, pieno, oltre ogni parola o ragionamento. Quasi una risposta, prima ancora che io fossi in grado di formulare la domanda.
    Quando ci penso mi mancano tanto quelle esperienze in mezzo alla natura e quel senso profondo di fraternità che si crea quando si cammina insieme.
    In effetti però quella strada non si è interrotta: anche qui stiamo camminando insieme, e la meta, per quanto lontana, è bellissima.
    Grazie Giuliana
    Antonietta

  5. ” Venite saliamo sul monte del Signore”
    ( Isaia 2,3 ; Michea 4,2) .

    Cara Giuliana, sei una scalatrice in gamba ! Bello rivolger lo sguardo ai monti della tua vita e scoprirne, in tempo diverso, quel senso che percepivi ma che ti era ancora sconosciuto…la montagna è anche luogo di rivelazioni e di stupore !

    Anche se in montagna mi piace andarci solo, credo che la tua guida sarà necessaria e …per certi passaggi… dovremo metterci in cordata !
    ciao, Ivano

  6. Cara Giuliana,
    conoscevo già questa tua esperienza e l’ho rivisitata con maggior diletto dopo lo scorrere delle poche parole d’accompagnamento che hai postato.

    della montagna
    l’esperienza
    difficile
    lasciarla
    andare
    comprendere
    attendere
    la poesia
    in Darsi pace

    In esse ammiro la pacifica descrizione d’immagini che rivelano IL DISEGNO realizzato con la naturalezza dell’atleta che perseverando s’affida all’Altro.

    Grazie e ciao
    Rosella

  7. Carissima Giuliana,
    grazie e complimenti per questo bellissimo video; lo stavamo aspettando: montagne e paesaggi, suoni, immagini, salite e fatiche, cordate e bivacchi, musica, inni, salmi e parole che possono consolare e sostenere anche nelle salite del nostro quotidiano: bello, bello davvero! Le fatiche vengono ripagate, le energie spese ricompensate. Si percepisce la gratitudine della conquista di una cima o di una vetta che rende presente il senso dell’infinito, degli spazi immensi, della bellezza dei paesaggi, della natura, dei fiori e i colori, e poi il senso di unità, il valore dell’amicizia e del camminare insieme in un’unica cordata, e dell’essere e sentirsi uno con gli altri e con il tutto.
    Ma quante volte Marco Guzzi ci ha ricordato le parole di Ungaretti
    “salire costa però è l’unico modo per raggiungere la vetta se no si resta a valle o presso la palude”
    e quante scalate interiori mi aiutò a compiere la poesia di MG con le sue indicazioni, simboli e voci, dialoghi, prove, stimoli, insegnamenti, e nuove visioni. Adesso mi fa piacere ricordarne una che può essere in sintonia con questo magnifico video e tanto mi ha insegnato, e ogni sua parola continua ancora a parlarmi, a farmi riflettere e a donarmi nutrimento.
    Riuscivo a immedesimarmi nei testi delle poesie e a sentirli vivi come se mi parlassero, ricevendo così la capacita di avanzare, di trovare uno sbocco, un varco, e l’incoraggiamento a compiere l’azione piu’ utile, e ad accrescere la fiducia in me e nella vita.

    Tratta dal libro “Preparativi alla vita terrena” di Marco Guzzi

    L’ALPINO

    C’è sempre chi minaccia la tua spinta
    Dei carri al valico
    Dove s’insella la catena
    Montuosa, e lascia un varco
    Per le scorrerie.

    C’è sempre chi ti dice che non c’è
    Niente di là, che non c’è varco
    Anzi, e la salita
    Culmina nel vuoto.
    Bivacca
    Qui, ti dice, e non sognare
    Che ogni stella porti un nome
    Che ti riguardi, né sperare
    Che ti propizi il viaggio
    Qualche sorella astrale.
    Solo
    Sei su questa falsa
    Erta, e la tua vista
    Avida di cime, come una svista
    Può esserti letale.

    Allora ti rannicchi sulla cenere
    Dei tuoi falò, l’alta montagna
    Si fa filosofia.
    Oppure dici no
    Con la piccozza, pianti
    I tuoi rampini su quel volto
    Di ghiaccio, gli pianti in faccia
    I tuoi scarponi.
    E sali.
    Più cieco del cielo, esatto.
    Perché la guida oltre il celeste si concede
    Allo spericolato
    Proprio quando meno se lo aspetta:
    Quando cade.

    A Santa Marinella nel 2012 fu per me un grande piacere esprimere quanta forza interiore possono risuonare parole e testi come questo:
    http://www.darsipace.it/2012/06/18/poeti-a-darsi-pace-fabio-e-giuseppina/

    Grazie ancora Giuliana e da Fabio e Paola un forte grande abbraccio sperando di incontrarci quanto prima

  8. Grazie infinitamente a Giuliana e Fabio,
    ogni mattina aprire questa pagina web, è come spalancare una finestra di un rifugio di montagna, respiro a pieni polmoni aria fresca e pura che mi riempie di vita!
    Daniela

  9. Marco Guzzi dice

    Cara Giuliana, ora che hai mostrato che sei brava anche come regista, non scappi …. dovrai inviarci qualche creazione video su DP, prima o poi … scherzo… Brava! e grazie. Marco

  10. Carissime Filomena, Mariapia, Iside, Antonietta, Rosella, Paola, Daniela e carissimi Ivano, Fabio e Marco
    ciò che imparo a gustare nel laboratorio DP insieme a voi è proprio lo stare in cordata.
    Camminare ciascuno col proprio passo e camminare insieme come in montagna.

    Lavorare sulle nostre distorsioni imparando ad abbandonarci e a confidare mi aiuta ad arrendermi e a sentire la resa non come fallimento, ma come un sottile trionfo; muoio ad una figurazione dell’io ormai insostenibile per essere un pò più integra ed unificata.

    Lavoriamo insieme per gustare la caduta del frutto che diventato maturo si lascia mangiare.

    Grazie di cuore a tutte/i e buona ripresa di cammino.
    Un grazie particolare a Fabio e a Marco.
    Giuliana

  11. Giuseppina dice

    Grazie carissima Giuliana, leggere e rileggere quanto scritto da te e da tutti quanti hanno commentato mi fa veramente sentire dentro una cordata speciale che crea un cerchio e a volte una spirale che consente a ciascuno di conoscersi, di salire, di scendere, di cadere e di vivere e ri-cordare anche le cadute non come un fallimento ma come parte del percorso.
    D a buona sarda dell’interno, ho imparato ad amare sia il mare che la montagna. Nel frattempo sono riuscita a cadere e a fratturarmi a distanza di 40 anni la clavicola della spalla dx e poi per par condicio anche quella sx. Entrambe le volte sono andata a finire all’Ospedale di Cavalese ribatezzato da me Spallelese.
    La 1. volta è stato alle Pale di S. Martino, in pieno agosto su una discesa ghiaiosa per evitare di travolgere due nipotine, la 2.a, 10 anni fa, sui campi da sci, in pieno inverno. Sono stata soccorsa e trainata a testa in giù su una lettiga dagli alpini..
    Sicuramente ancora non so camminare davvero in montagna, so pero’ che non ho smesso di amarla e che a mio modo , con tutta l’ esperienza della mia vita concordo con i versi di Marco e con la lettura cosi’ empatica di Fabio” …la guida oltre il celeste si concede/ allo spericolato /proprio quando meno se lo aspetta:/ quando cade.
    Ti auguro veramente di cuore, cara Giuliana, di finire in bellezza quest’ultimo anno di insegnamento per una nuova fioritura ricca di frutti maturi che già ed abbondantemente ci hai fatto pregustare…
    Mi spiace ma non ho potuto godere del tuo video perchè quando clicco mi dice: file spostato o rimosso.
    C’è un segreto per poterlo vedere?
    Grazie ancora, un abbraccio Giuseppina

  12. Carissima Giuseppina,
    grazie per la tua presenza tra noi.

    C’è un nesso tra l’altitudine della montagna e la profondità dell’abisso marino, attraverso il lavoro interiore sperimentiamo che la discesa dentro noi stessi ci porta verso uno stato di unità e di relazionalità diverso da quello che viviamo ordinariamente.
    Cristo è disceso agli inferi prima di salire definitivamente al cielo.

    Mi dispiace, ma non so aiutarti per la visione del video.

    Un forte abbraccio.
    Giuliana

  13. cara Giuliana,grazie per qs stupendo post!anche se purtroppo anch’io non sono riuscita a vedere il video in dropbox( mi dice file spostato o eliminato)amando anch’io la montagna le immagini si sono presentate nella loro bellezza.
    Con il corpo prendo la posizione di samastiti..sento stabilità, equilibrio e verticalità ….quella stabilità che ritrovo nella postura seduta della meditazione….base stabile sul sedile….lasciandomi respirare….proprio come la montagna con il respiro delle piante, degli animali..della vita che vive in lei……
    La fatica del salire ….gustando quiete e silenzio e il frastuono lasciato a valle…..
    La fatica dello scendere a valle controllando bene dove metti i piedi,la paura dello scivolare… cadere
    Scendere giù per me è sempre una grande fatica, sia in montagna che nei nostri esercizi di autoconoscimento
    Ma se scendo aiutata ….alla fine … il sollievo…
    La cordata funziona! che grande fortuna la possibilità della cordata “darsi pace”
    un abbraccio Irenilde

  14. Sì, è proprio una grande fortuna questa cordata che si espande.
    Grazie Irenilde e arrivederci a presto.
    Ti abbraccio.
    Giuliana

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