“La vita è come il respiro, che non puoi trattenere per te o accumulare; come una manna che per domani non dura”. (Ermes Ronchi)
Da quando ho iniziato quattro anni fa la pratica meditativa nei gruppi Darsi Pace mi sperimento in modo “antico e sempre nuovo”. Antico perché il passato è tutto in me, ora; nuovo, perché la ri-creazione avviene ora.
Mi sento plasmata e riplasmata nella mia natura più profonda, distorta e distorcente, dentro un flusso che continuamente rinnova e trasforma. Mi sento così, in questo cammino in cui la mia materia interiore è lavorata da “Mani Invisibili” ma concrete perché ne sento a ogni istante i suoi piccoli, ma precisi, benefici effetti.
Il respiro è il nucleo fondamentale che in me smuove e ordina, scioglie e calma. Lo sento amico e alleato, intimamente presente e in movimento, come un’onda che va e viene per irrorare di ossigeno le mie cellule, distendere le mie vertebre scricchiolanti, ammorbidire le mie connessioni nervose troppo tese e contratte.
Chiara, respira bene e a fondo, fino in fondo! So che il respiro è in me e allo stesso tempo è in tutti e è proprio vero quel detto: “siamo appesi ad un filo” ed io aggiungerei d’aria! Mentre scrivo questo mi viene in mente l’immagine narrata nella Scrittura sulla Creazione: lo Spirito di Dio riscalda la “massa informe” e da lì nasce la vita. Mi sento questa “massa informe” e allo stesso tempo sono, come spiega S.Ireneo: “Il fango che trema di felicità nelle mani di Dio”. Mi percepisco plasmata e respirata sempre di nuovo, in un ritmo che passa e ripassa, come l’acqua che, scorrendo, leviga la roccia accarezzandola e tremo di felicità nel sentirmi finalmente toccata da Mani che mi amano davvero!
Dal primo istante biologico, il respiro è in me, non si fa notare perché c’è di per sé, è spontaneo e scontato, in passato non ci facevo caso granché se non quando avevo il raffreddore e la notte non respiravo bene. Adesso invece è il mio compagno di viaggio più importante: intimissimo a me stessa e allo stesso tempo universale. Dentro il respiro sento una gratuità senza pari, non dipende da me, c’è, lo trovo: i miei polmoni sanno che devono respirare e lo fanno senza “se” e senza “ma”, si sentono poveri, bisognosi, ed inspirano. Nel respiro scopro una legge originaria che ha il sapore della bellezza e che cambia dal di dentro le mie percezioni fuorvianti di controllo e pretesa: la legge dell’obbedienza. Sono preceduta da qualcosa, i polmoni inspirano, che io lo voglia o no, è un dato di fatto, inspirano perché sono bisognosi di aria e di aria pulita. Se obbedire significa “ascoltare profondamente”, ob-audire, l’ascolto del mio respiro è diventato la prima parola di Dio per me al risveglio, che accolgo e custodisco come “Divino respiro” che scorre in me plasmandomi, se vi rimango dentro!
Nell’espiro invece sento il fiato che va giù giù e ad un certo punto si ferma, è assopito, là in fondo e mi viene in mente Giobbe: “Se Dio richiamasse a sé il suo alito, e in sé concentrasse il suo soffio, ogni carne morrebbe all’istante e l’uomo ritornerebbe polvere”; la paura profonda è prendere coscienza che non mi posseggo, la mia sensazione di possedere qualcosa di me è una pura illusione e il singulto c’è, la resistenza pure, la morte è inevitabile … ma rimane un fatto: quando nell’espiro vivo attimi di reale allentamento e abbandono sperimento un benessere che mi attraversa, che addolcisce e ammorbidisce il mio “bios”, e la mia anima si distende, a piccoli sorsi, ma concreti e reali e in quell’attimo sono libera da me stessa come mai verifico di esserlo!
Il respiro va e viene e quando ci sto dentro, consapevolmente, mi sento come un’“onda” che si apre e si ritira fino a che non diventa “mare”, allora le lacrime sono di gioia e meraviglia, nello sperimentare che in questo stato non sono sola, il cuore è integro, da lì mi percepisco vera, preceduta e sostenuta gratuitamente da un “grembo” che mi plasma gradualmente alla Luce.
Carissima Chiara,
grazie per la tua meravigliosa descrizione del respiro che anima il nostro corpo.
Mi ha profondamente colpita l’immagine di quelle “Mani invisibili” che, attraverso il respiro, lavorano la materia della nostra anima; bellissima anche la definizione del respiro come compagno di viaggio che ci conduce verso uno stato di maggiore integrità.
Ti assicuro che ho letto e riletto più volte il tuo scritto e sono rimasta estasiata: ho trovato molto reali le sensazioni che descrivi, sensazioni simili a quelle che anch’io ho provato nella mia pratica meditativa quotidiana.
Credo proprio che trascriverò le tue parole sul mio quaderno per poterle rileggere e meditare: saranno certamente per me, che sono al primo anno di “Darsi pace”, un aiuto concreto per apprezzare sempre di più la pratica meditativa ed uno sprone a portarla avanti ogni giorno con sempre maggiore convinzione.
Ti ringrazio ancora e ti abbraccio con simpatia.
Maria Letizia
Ti ringrazio anch’io Chiara, mi sono ritrovata in tutto ciò che scrivi!
Si, perché con le tecniche di meditazione imparate a Darsi Pace e lo yoga che pratico personalmente come disciplina ho riscoperto il respiro. E’ vero che è un moto spontaneo e automatico, ma remiamo tutto il giorno contro di lui….deve fare davvero una gran fatica il nostro apparato respiratorio a farsi spazio.
E invece abbandonarci ad esso, soprattutto nei momenti di tensione, da’ una ricarica, una grande energia positiva.
Davvero un “potente alleato”!
Ti abbraccio Gabriella
Grazie Chiara, mi sono commossa leggendoti e quando alla fine dici : “preceduta e sostenuta gratuitamente da un “grembo” che mi plasma gradualmente alla Luce” le lacrime erano davvero di gioia e di stupore!
un tenero abbraccio
Violetta
Respiro
non solo aria,
ma
la dolce presenza di Ruah,
lo Spirito femminile di Dio.
Mi immergo
in ciò che è sacro
e Lei
mi accoglie.
Il mare costituisce, da sempre, per me, una metafora irrinunciabile per cui posso dirti, cara Chiara, di essermi identificata particolarmente nell’ultima parte del tuo articolo. É bellissima anche l’immagine. Grazie per la generosa condivisione.
Mariella
Carissima Chiara,
Non voglio mancare nel mio grazie esplicito x il tuo articolo che so essere il frutto di una faticosa quanto feconda esperienza di vita. Ti vivo accanto come amica e sorella, condivido con te l’avventura del cammino darsi pace, e posso dire che il palpito del tuo respiro e di quello dell’ Eterno che ti abita è tangibile quanto la carne in cui si imprime come un sigillo indelebile! Continua a respirare profondo! Continua ad espandere la Vita che è in te allo stato puro e che trasmetti d’un fiato anche a noi…
Un abbraccio,
Grazia
Carissime compagne di viaggio,
grazie per le vostre risonanze … risuoniamo insieme dentro qualcosa di indicibile e gratuito che diventa esperienza vitale proprio in un semplice e sottile “filo d’aria” … sono contenta di essere in vostra compagnia nel Respiro e apprendere ciò che nessun libro e nessun insegnamento può raccontarci in modo così eloquente! Un abbraccio. Chiara
Chiara, le tue parole mi sono ispiratrici per un ‘respiro’ del tutto nuovo, aprono connessioni, trasformano un semplice automatismo in un’attività dello spirito che arriva a costituire il nucleo stesso dell’essere e ne perpetua la consapevolezza di momento in momento, operando attraverso il suo ritmo un’opera di redenzione. “Il fango che trema di felicità nelle mani di Dio”, è un’immagine bellissima che contiene in sé quanto di più antitetico si possa immaginare, forse è per questo che avvince, ma certo è anche perché suggerisce che Dio non teme di sporcarsi le mani (come invece capita a noi).
Ti abbraccio Graz
Grazie, benedico il Signore per te!
M. Teresa
Carissima Chiara, condivido molti passaggi delle tue riflessioni e ti ringrazio per qs tua ricca e preziosa condivisione….Da parte mia grazie all’esperienza di yoga e di meditazione ho via via preso consapevolezza del respiro. Grande alleato, maestro da cui imparo ad accogliere , a lasciare andare, a rimanere , a concentrarmi e non disperdermi, un prezioso e saldo riferimento, ancora di salvezza quando il mare è agitato .Espiro dopo espiro imparo ad assaporare la calma , la distensione , l’espansione fino a percepire ….il corpo che perde i suoi confini…..Imparo a percepire l’energia che da dentro a fuori e da fuori a dentro…sempre si rinnova .Immersa nella natura e consapevolmente in relazione con il respiro, respiro ed è semplicemente meraviglioso…..attimi di contemplazione…. da fuori il respiro entra ricco dei cinguettii degli uccelli, del ronzio di un’ape, ricco della danza delle foglie,ricco del profumo dei fiori , armonia ,bellezza , stupore mi pervadono e mi sento unificata .Irenilde
Carissime, grazie per le vostre condivisioni che mi fanno leggere questa esperienza da altre molteplici angolature e mi trasmettono la gioia di essere UNITA a voi, sperimentando che il respiro e la gioia sono ben più profonde del pensiero, ci insegnano il “Qui” e “Ora” e il gusto di un Infinito Presente.
Con gratitudine, emozione e stupore questo post e tutte le condivisioni -risonanze mi hanno fatto percepire concretamente il sottile indicibile gratuito eterno filo che sostiene il mondo. Grazie a tutte voi sento e vedo la ricchezza di sempre più molteplici angolature dell’esperienza del Re-spiro. Ho fotocopiato questo post per meditarlo ancora e per condividerlo il più possibile. Lo porterò già Mercoledi’ prossimo, alla meditazione cristiana che si tiene vicino casa ogni settimana nel Monastero Benedettino di Pontasserchio (Pi) , dove si parte dalla lettura del Vangelo del giorno e dopo 20 minuti di respiro secondo le indicazioni di John Maine, propone l’ascolto di un’altra pagina meditativa( ora leggiamo L’arte di vivere di Anselm Grun) e ri-cordero’ ancora una volta di frequentare il sito D.P.
Che il fuoco della Pentecoste e il dono della Ruah ci accenda di Gioia insurrezionale per gustare e trasmettere il gusto dell’Infinito Presente. Spero di incontrarvi tutte a S. Marinella.
Giuseppina
finalmente ho letto la tua riflessione e non tutta d’un fiato ma lentamente. Grazie! Clara