Humus – un blog poetico e insurrezionale

Commenti

  1. Grazia gavioli dice

    Che bello! Mi iscrivo tra i vostri primi lettori. Buon lavoro, buona ispirazione. Grazia

  2. Grazie Francesco!

    Anche a nome di AltraScienza, siamo contentissimi di questa iniziativa, che ci permetterà, con il tempo, di studiare sinergie e percorsi collaborativi. La “costellazione” dei gruppi culturali di DP si arricchisce di un nuovo importante strumento espressivo. Da oggi siamo più ricchi, abbiamo una voce in più.

    Una piccola nota tecnica: è possibile commentare nel nuovo blog? Ho tentato ma non riesco a trovare il modo.

    Auguri di buona ispirazione e buon cammino!

  3. Ops, scusa. Era “grazie Andrea”, ovviamente 😉

  4. Caro Andrea,
    avete scelto il tempo migliore per l’inaugurazione del blog Humus, il tempo che chiama ad uscire, ad andare, a mettersi in gioco.

    Mi dà gioia sapere della vostra iniziativa in questo martedì di pasqua.

    Pur nella consapevolezza di vivere un tempo difficile e rischioso, non vedo altra possibilità di cambiamento se non nel continuo tentativo di unire e mantenere uniti la ricerca spirituale dell’integrità e l’operare nel mondo.

    Grazie e auguri! Giuliana

  5. Andrea Bellaroto dice

    Grazie Marco e Grazia dell’attenzione!
    Per il momento non è ancora possibile commentare i post su Humus ma presto questa funzione verrà aggiunta. Poi studieremo anche un modo per collegarci con il sito di Altrascienza e per collaborare creativamente. Per ora, come vedete, è una versione base del sito, quasi una pagina-manifesto, ma già da questa settimana verrà ampliata con nuove funzioni e nuovi contenuti.
    Questa iniziativa d’altro canto è come un piccolo seme che cresce, non solo nel “visibile” del sito e delle sue infinite possibilità tecniche ma anche nel sotterraneo lavoro di approfondimento in ognuno di noi della motivazione e dell’ispirazione, senza le quali l’espansione resta fine a sé stessa, e senza linfa vitale.

    Buona giornata,
    Andrea

  6. Andrea Bellaroto dice

    Grazie Giuliana!
    Lavoriamo insieme per un cambiamento possibile, cercando di diffondere sempre di più questa consapevolezza, gridandola continuamente al sordo che in noi e fuori di noi.
    Auguri e buona giornata,
    Andrea

  7. Maria Carla dice

    Humus…bellissima parola che rimanda sì, al terreno fertile, ma anche all’ umiltà che ci rende disponibili all’ ascolto e alla fatica (ma anche al coraggio) di dissodarlo, questo terreno, di lavorarlo e di raccoglierne i frutti!
    Di sicuro vi seguirò, buon lavoro,
    mcarla

  8. L’Humus nel quale seminare nuovi semi di speranza, è quello dei sedimenti che restano in noi, dopo la fermentazione dolorosa dei nostri fallimenti, o di tutto ciò che non siamo riusciti a vivere a fondo, a gustare della nostra vita, per la paura di vivere forse ancor più della paura di morire . Ma ogni nostra paura portata alla luce, pacificata, diventa buon letame per fecondare la nostra terra interiore e ri-lavorarla ad ogni primavera .
    Grazie Andrea, bell’inizio!
    Ivano

  9. Un ulteriore passo verso la libertà.
    La libertà di esprimere pensieri che la maggior parte delle persone si negano e negano.
    Una libertà che già qui dove scrivo, dove stiamo scrivendo, esiste e che, con Humus si espande su un terreno ricco di dialogo vero, studio, ricerca e presa di coscienza e la speranza che ne scaturisce e da qui il germogliare della fiducia … e da germoglio in germoglio: … che rigoglìo!
    Leggendovi nel sito, ho respirato, mi sono sentita –insieme-, ho visto il germoglio fare capolino da un nuovo seme e spuntare, innocente, dalla terra e quando accade, e non è mai scontato, è sempre una festa del cuore!
    Grazie a voi tutti instancabili lavoratori di questa bella terra!
    Ciao, affettuosamente, Barbara

  10. Maria Carla dice

    Ciao a tutti!
    Sono andata al computer ma su http://www.humuspoetico.it trovo tutto e il contrario di tutto…tranne il gruppo DP!!!
    Caro Andrea, mi daresti qualche dritta?
    Grazie, mcarla

  11. Andrea Bellaroto dice

    Grazie a tutti degli auguri e della partecipazione.

    Cara Maria Carla, noi che scriviamo su Humus siamo, come ho specificato, i membri del “gruppo poetico insurrezionale”: perciò siamo tutti praticanti di Darsi Pace, e abbiamo aderito al Gruppo di Creatività Culturale, dove abbiamo elaborato il nostro progetto, che si propone (con il blog Humus e altre iniziative che avvieremo) di portare lo spirito di Darsi Pace e la nostra esperienza personale in un campo della cultura (in questo caso quello poetico-filosofico), per rigenerarlo e ripensarlo.
    I due testi che ora vedi pubblicati sono una sorta di manifesto, che è sempre un punto cruciale e difficile, perchè deve comunicare in maniera semplice la natura complessa della ricerca di un intero gruppo, che in questo caso ruota attorno a due poli: poetico e insurrezionale… io credo che qualcosa si capisca, compreso il legame con il pensiero di Darsi Pace, anche se ovviamente non può e non deve esserci una coincidenza completa.
    Ma forse ti sarà tutto più chiaro leggendo gli altri articoli, che verranno pubblicati a partire da domani.
    In ogni caso, se hai dubbi o domande puoi farmele qui, oppure puoi farci sapere cosa pensi dei nostri articoli su Humus, non appena sarà abilitata la funzione dei commenti.
    Grazie, e buona giornata.
    Andrea

  12. Caro Andrea, mi soffermo in particolare ove scrivi “io credo che qualcosa si capisca, compreso il legame con il pensiero di Darsi Pace, anche se ovviamente non può e non deve esserci una coincidenza completa.”

    Mi sembra una frase significativa, ed è in realtà lo stesso “sistema dinamico” (sempre rivedibile, perfettibile) che regola anche il nostro operato nel blog di AltraScienza. Abbiamo scelto di dare indicazioni chiare di dove “viene” il progetto, e dove trae continuamente linfa vitale, allo stesso tempo garantendo piena autonomia e libertà espressiva. Nel dettaglio, abbiamo scelto di non “vincolare” l’associazione anche nell’indirizzo web, scegliendo una URL autonoma e non una sottosezione di DP (come noto che avete fatto anche voi).

    Tecnicismi a parte, la nostra sfida – e mi pare risponda alla domanda di Maria Carla – è essere pienamente liberi perché totalmente radicati. Il modello, insomma, sarebbe la piena libertà del credente: libero perché credente, e nella misura in cui è credente (momento per momento) – una libertà dinamica, appunto.

    Un saluto,
    Marco

  13. Manuel Leoni dice

    Seminare nel giardino dell’anima, trascurato e angusto, che l’Occidente si ostina ad ignorare é un passo essenziale per una vera svolta. Una voragine cresce ogni giorno di piú e nessuno ha il coraggio di guardare in faccia l’abisso. Vi parlo da poeta. Come puó una civiltà frastornata dal rumore udire il flebile canto delle Muse?

  14. Giuseppe S. dice

    Provo a dare una risposta a titolo personale.
    Una civiltà intera non so, e credo bisogni ragionare sempre al livello del singolo, e in fin dei conti di se stessi: è lì che se si verifica un minimo di cambiamento questo può diventare contagioso. Con umiltà ma anche con un certo orgoglio in fondo si cerca di declinare una buona notizia, di interpretarla, di sperimentarla e usarla come lente per leggere quello che sta attorno e sperimentare azione. Il canto delle Muse non basta e forse non è mai bastato a smuovere nel profondo le civiltà. O forse sì, in una certa misura. Chissà. Di certo tentiamo di fare riferimento a un canto diverso, che si intravede in ciò che nasce, e che ha segnato la storia in due parti. Quello sì che può smuovere le civiltà. Il problema è operare in un tempo in cui stanno crollando le rappresentazioni note, e contro questi simulacri ancora ci si accanisce. Quindi il punto è cercare tra le macerie inutili le pietre vive, e renderne testimonianza. Accanto a una crescente e radicale distrazione cresce l’infelicità e l’insofferenza, e niente più di un cuore infelice vuole pace.

  15. Manuel Leoni dice

    Grazie per la risposta Giuseppe!

  16. Giuseppe S. dice

    Grazie a te!

  17. Chiara De Do dice

    “La poesia ,essenzialmente dopo che il Vivente ,Amore infinito ,si è fatto creatura ,è uno scoprire e stabilire convenienze e richiami e concordanze tra il Cielo e la terra e in noi e tra di noi.”
    C. Rebora (12 novembre 1950 , dalle Lettere , a cura di Margherita Marchione , Edizioni di storia e letteratura.
    Auguri di Cuore a tutto il gruppo
    Chiara De Do

  18. Andrea Bellaroto dice

    Grazie Chiara! Questo pensiero di Rebora, grande poeta, direi che è molto in sintonia con lo spirito di Humus: il terreno infatti, in ognuno di noi, è la dimensione in cui ricevere e realizzare l’amore e la vita che vengono, metaforicamente, dal cielo.
    Vi ricordo, per chi è su facebook, che potete seguirci anche sulla pagina di Humus: https://www.facebook.com/humuspoetico/
    Buona giornata a tutti,
    Andrea

  19. Grazissime ad Andrea e a tutto il gruppo di giovani poetici insurrezionali, coltivatori diretti e fecondi seminatori capaci di scrutare il nostro tempo complesso e urgentemente stimolante. E’ Tempo per ognuno di noi, di intrecciare una nuova alleanza intergenerazionale per riconoscere e” stabilire richiami e concordanze tra cielo e terra”. La vera sfida che ci riguarda tutti, giovani e meno giovani, è essenzialmente radicarsi nella Fiducia nella Vita e trasmetterla per farne un Canto nuovo.
    Buona Sfida e buon cammino di unità di intenti che faccia fiorire pienamente i talenti consegnati ad ognuno di noi dal divino Maestro. Grazie ed ALLELUIA.
    Di cuore Giuseppina

  20. Grazie Chiara per la frase di Clemente Rebora, che “rubo” subito per la pagina Facebook di AltraScienza!

    Con questa citazione che lega la poesia al cielo, mi pare costituisca anche una bellissima descrizione (robusta e sintetica) del ponte che esiste tra Humus e il nostro tentativo. In fondo stiamo ragionando sulla stessa cosa, e più saliamo di energia, più l’unità apparirà evidente. L’uomo nuovo che tentiamo di far nascere, lega invece di dividere, unisce invece di separare. E’ una bellezza!

  21. paskapulita dice

    – La vittoria dell’Io bellico
    I potenti della terra fanno combutta,
    si sono accordati.
    Dentro le loro spelonche di vetro altissime,
    vivono reclusi.
    Hanno il volto bianco come la morte,
    non amano la luce.
    Dicono a se stessi:
    sono troppi gli umani sulla faccia della terra.
    Facciamo delle armi, facciamo delle bombe.
    Guadagneremo moltissimo denaro!
    Noi abbiamo ragione.
    E anche se abbiamo torto,
    noi abbiamo ragione lo stesso, perchè siamo noi.

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