Parole guerriere: seminari rivoluzionari di filosofia a Montecitorio

Commenti

  1. Chiaro, che un intervento che spazia su vari livelli come questo, come ci ha abituato Marco, possa essere anche suscettibile di diverse interpretazioni. La cosa che personalmente mi ha colpito davvero, e che reputo ancora fortemente rivoluzionaria (prima di tutto per il nostro stesso modo di vedere le cose, spesso un po’ schematico e molto “inerziale”) è questa connessione molto aperta e molto percorsa (anche nell’intervento stesso) tra intervento politico e felicità, compiutezza personale. Questo è veramente un paradigma che inietta nello scenario politico elementi capaci di ridestare interesse per l’azione sociale, ed è lo stimolo forte per superare – credo – quel “ripiegamento nel privato” che è seguito per molti al declinare delle utopie rivoluzionarie (intese in senso più antico) e che ancora ristagna e inquina l’azione umana nel campo sociale, in molte occasioni.

    Perché qui ci si accorge bene che non si può parlare di politica senza parlare di media e televisione, senza parlare dell’anelito alla libertà e perfino senza affacciarsi alla necessità di “estasi” radicata nel cuore umano. Tutto è connesso, tutto è collegato, e allora tutto torna interessante. Un particolare: mi è parso molto acceso e “furibondo” l’intervento contro la televisione che instupidisce e rende insipienti, vero lavaggio del cervello del mondo moderno. In prima istanza mi è parsa, onestamente, quasi eccessiva; poi la sera stessa – vuole il caso – sono capitato su un programma di una rete televisiva a diffusione nazionale, di cosiddetto “intrattenimento”, e in quei dieci minuti che l’ho vista – prima di scappare – mi sono così amareggiato per questa “pornografia dell’instupidimento” (che non è giustificata dalla necessità di leggerezza, si può essere leggeri anche in maniera molto “nutriente”) che ho riformulato totalmente questa mia iniziale perplessità.

    Ottima e lodevole l’apertura dei M5S verso il movimento DP; apertura che spero non rimanga esclusiva dei pentastellati, ma possa essere seguita, certo in forme e modalità diverse, anche da altre forze politiche. Ci terrei anche, come semplice aderente a DP, a non essere inglobato “de facto” in alcuna forza politica (ma non mi sembra un pericolo prossimo, in ogni caso), ma rimanesse sempre alla mia coscienza la scelta contingente di uomini impegnati nel sociale, e rispettive formazioni . Vediamo come maturano le cose, con serena speranza.

  2. L’intervento di Marco al Seminario che si è tenuto a Montecitorio, la sua pubblica adesione al M5S, e la decisione di pubblicarne il video sul sito darsipace ha suscitato in me (e altri) interrogativi che desidero condividere per avviare una riflessione comune.

    – La pubblica adesione di Marco, nostra guida nel percorso iniziatico di trasformazione interiore, vuole esprimere e/o orientare una analoga adesione dell’intero Movimento Darsi Pace?

    – C’è un distinguo tra il lavoro di liberazione interiore e le scelte concrete di operatività nel mondo, nello specifico l’adesione ad una particolare forza politica? (Del M5S apprezzo il coraggio della denuncia, ma non ne condivido i toni spesso aggressivi; nel Seminario ho però particolarmente apprezzato la riflessione pacata di Roberto Fico che ho personalmente ringraziato).

    -Il lavoro di liberazione interiore naturalmente proiettato ad una operatività storica di trasformazione del mondo consente una pluralità di valutazioni e scelte personali riguardo al bene comune da perseguire?

    – Come coniugare mistica e politica?

    – Quale il contributo specifico del Movimento Darsi Pace all’attuale crisi in cui versa la politica?
    – Cosa ciascuno di noi può concretamente fare per aiutare a superare quella scissione tra dentro e fuori causa della crisi terminale che come umanità stiamo vivendo?

    Tante domande in un momento delicato di passaggio, di straordinaria crescita per tutti.

    Un abbraccio fresco fresco in questa estate rovente. Giovanna

  3. Quando l’anno scorso parlavo di ” utili idioti” avevo ragione, oggi si e’ visto.

  4. Giancarlo Salvoldi dice

    La pacatezza può essere un’inclinazione e un dono, oppure una conquista faticosa ma fruttuosa per il dialogo.
    Politica deriva da “pòlis”, la città, ma richiama anche “pòlemos”, la guerra, e la politica tende ad essere divisiva.
    Negli anni ’70 ho contribuito alla lotta contro lo sfruttamento dell’uranio di Novazza e dei giacimenti uraniferi dell’arco alpino, grazie ad un movimento democratico e nonviolento che si è impegnato per sei lunghi anni. Ogni santa domenica tenevamo la nostra assemblea popolare nella pieve degli Spiazzi di Boario, e abbiamo deciso che prima di entrare in canonica ognuno depositava fuori le sigarette e la tessera di partito, ed eravamo al tempo delle Brigate rosse.
    Oggi sarebbe tutto più facile perchè le ideologie son fallite e purtroppo i partiti sono in crisi di credibilità.
    Io credo che sia ovvio che in un movimento o in un’associazione culturale ciascuno aderisca al partito che più gli piace.
    “Darsipace” poi è ancora più aperta ed accogliente perchè non pone discriminanti né ideologiche né religiose.
    Marco Guzzi, invitato da M5S ad un dibattito a Montecitorio, ha espresso la sua posizione personale in modo legittimo e leale, come potrebbe fare chiunque di noi, e non ha fatto scelte né per ciascuno di noi né per l’associazione.
    Grazie a Dio e al nostro percorso siamo immuni dal leaderismo e dall’ossequio.
    E non siamo davanti al patto tra nazismo e comunismo firmato da Ribbentrop e Molotov: niente di tutto ciò.
    Ho assitito all’incontro e non mi sono meravigliato più di tanto perchè ho trovato tanti cari amici di “Darsipace” che da anni simpatizzano e votano M5S, ed è cosa notoria e pacifica.
    Certo è significativo che Marco abbia espresso quella posizione, e questo mi ha fatto riflettere e mi ha aiutato a capire che non solo non si deve aver paura del nuovo, ma che nel nuovo risiedono potenzialità di cambiamento con cui il nostro movimento può e deve confrontarsi. E lo dovrà fare in maniera serrata perchè M5S ora, e in seguito gli altri interlocutori, possano capire ed accogliere la nostra proposta che chiede di fare in politica le riforme e i cambiamenti necessari ma che essi vengano fatti dall’uomo nuovo e non più dall’io egoico-bellico, sennò non se ne esce.
    “Darsipace” proverà ad attrezzarsi anche in campo giuridico-economico-politico con creatività.
    Buon lavoro, GianCarlo

  5. Caro anonimo non è questo il linguaggio, il modo di dialogare sul questo sito.
    Ti auguro pace. Giovanna

  6. Conosco e seguo la parola di Marco da oltre 20 anni e sono iscritto al M5S da ormai qualche anno, l’incontro tra questi due mondi mi è sempre sembrato inevitabile, quando una settimana fa sono incappato in questo filmato è stato un giorno veramente gioioso per me.

  7. Alessandro C. dice

    Quando invito qualcuno per riflettere assieme è perchè penso che questi abbia qualcosa di importante da offrire alla discussione quindi vedere l’accoglienza riservata a Marco Guzzi in questa occasione mi ha gratificato.
    Sono anni che riflettiamo su questi temi e con queste precise posizioni.
    Se ci troviamo in queste condizioni è grazie ad un certo modo di impegnarsi in politica, fino al giorno in cui un comico si è reso conto che andava presa l’iniziativa di mettere il mondo politico di fronte alle proprie responsabilità.
    Inesperienza, ingenuità e carenza di preparazione stanno segnando il cammino di questo movimento spontaneo di reazione popolare che comunque vadano le cose sta mostrando al mondo intero una via concreta di cambiamento nel mondo stagnante della partitica.
    Molto spesso votare per uno schieramento politico non vuol dire condividerne totalmente la linea, neppure esserne parte attiva ma semplicemente purtroppo non trovare niente di meglio.
    Ormai sono più numerose le persone che rinunciano alla scelta con il naso tappato e il risultato è che bastano piccole percentuali per sentirsi fortemente rappresentativi ma se ci guardiamo attorno con attenzione possiamo vedere bene la distrazione e i suoi nefasti effetti.
    Ben vengano pensatori come Marco Guzzi che si prestano ( pur avendo tanto altro da fare ) per incontrare chi decide seriamente di rimettersi in discussione.
    Non c’è niente altro da fare se si vuole ripartire con una politica a dimensione ” umana ” visto cosa accade con la politica dei mercati e della finanza.
    Sono da 11 anni in cammino con i gruppi Darsi Pace e rispetto e stimo Marco perchè ci indica la Via per una vera libertà, se ci sentiamo condizionati dalle sue scelte attenzione perchè siamo finiti fuori strada.

  8. “Sono da 11 anni in cammino con i gruppi Darsi Pace e rispetto e stimo Marco perché ci indica la Via per una vera libertà, se ci sentiamo condizionati dalle sue scelte attenzione perchè siamo finiti fuori strada.” Grazie Alessandro, perché credo tu metta con grande equilibrio una parola cruciale in questa peraltro interessantissima questione.

    Ovviamente ogni parere si intreccia in una storia personale, e di valutazioni soggettive. Nel mio caso, ho diverse pregiudiziali “aperte” verso M5S (inutile fare una lista qui, non sarebbe appropriato e ci porterebbe fuori strada), ma senza condizionamenti, posso accogliere l’invito delle circostanze (la dichiarata adesione di una persona che reputi un “maestro”, è una circostanza) per ricercare una connessione, informarmi specificamente, far reagire le mie obiezioni a quanto vado scoprendo. Siamo adulti, siamo in una storia grande, non vi può essere condizionamento (come diceva bene anche Giancarlo): siamo del resto abituati troppo bene, anche in DP. Siamo abituati ad un grande respiro, una grande accoglienza e una grande libertà, e penso nessuno di noi ne vorrebbe ormai fare a meno!

    Come nota personale, dirò che sono cresciuto e dimoro tuttora in un movimento ecclesiale dove con grande fatica ma con grande “passione”, ci si è affrancati da una situazione di “truppe cammellate” (certamente con intenti buoni, ma in una declinazione pratica un po’ avvilente) fino ad approdare ad un’appello alla maturità e alla scelta individuale – non vorrei mai e poi mai percorrere un cammino inverso.

    Se dunque mi sentissi condizionato, “ingabbiato”, “teleguidato”, penso reagirei con rabbia, andrei “contro” per il gusto di farlo. Se invece le cose, come mi sembra, mi “invitano” cordialmente ad approfondire, a verificare, a farmi un giudizio comunque più completo e maturo, allora è una occasione bella e luminosa per andare a vedere meglio, a scuotere alcune delle mie opinioni, magari sedimentate un po’. Non sapendo ovviamente dove si approda: anche in questo siamo creativi, e la creatività è una creazione continua, in un senso che non ammette predeterminazioni.

    Il grande rispetto per la libertà che – fuori di ogni retorica – si respira da queste parti, sarà una garanzia inossidabile contro ogni timore di affrontare un nodo così sensibile, così infiammato, come quello sociale-politico.

  9. MARCO DA TS dice

    Dire che questa sia stata una adesione di Marco al M5S mi sembra un po’ eccessivo, semplicemente è successo che una deputata molto in gamba abbia avuto la bella idea di organizzare questi incontri nella “tana del lupo” e di invitare Marco come relatore, e lui come sempre ha accettato con entusiasmo. Siccome ad ogni incontro Marco si presenta preparatissimo, si è andato anche a leggere i testi dei fondatori del M5S e da questi ha estratto i passaggi che più sono in sintonia con il pensiero di DP. Se il coraggioso invito fosse arrivato da qualche altra forza politica probabilmente le cose non sarebbero andate molto diversamente, infatti già anni fa Marco diceva che a questi incontri bisognerebbe chiamare “tutti, da Alemanno a Bertinotti”. In questo momento i rappresentanti del M5S sembrano essere quelli più vicini al pensiero di DP, ma non per questo DP ha bisogno di entrare nell’orbita del M5S, casomai il contrario.

  10. Cari amici, la questione sulla quale invitavo a riflettere, a partire da un caso concreto all’interno di DP, è generale e di fondo: riguarda il rapporto tra il leader carismatico fondatore di un Movimento e il Movimento stesso; questione presente in tutti i Movimenti, ecclesiali e non, e particolarmente evidente oggi –a mio avviso- nel Movimento 5Stelle.

    Su questo invito ad una riflessione pacata, nel rispetto di tutte le idee e del modo consueto di esprimerci in questo blog: mi riferisco in particolare all’anonimo.
    Il primo contributo che possiamo offrire alla politica, a mio avviso, è proprio questo stile di ascolto attento e rispettoso delle idee di ciascuno, di dialogo autentico, fuori dalle maschere, dalle tentazioni sempre presenti di accondiscendere, opporsi, distaccarsi. Una riflessione nella libertà dello Spirito.

    Un abbraccio fresco da una Roma torrida. Giovanna

  11. Grazie, cari amici degli ottimi contributi, che mi pare rispondano ampiamente alle domande e alle perplessità di Giovanna.
    DP ha una sua posizione politica molto chiara da sempre, basta rileggersi La nuova umanità – Un progetto politico e spirituale. E la nostra posizione possiede evidenti caratteri estremi (apocalittico-messianici) e pacifici al contempo, rivoluzionari e non violenti, in una prospettiva che si contrappone con forza al sistema politico-finanziario e culturale dominante (e quindi alle forze politiche che lo sostengono, ovviamente….).
    Da questa forte e chiara posizione politica (ribadita pari pari in questo incontro) noi dialoghiamo da sempre con tutti, partiti, associazioni laiche o ecclesiali, università e così via, restando lievito, o se volete Respiro di libertà.
    Sappiamo bene d’altronde che spesso le nostre paure di subire aggregazioni forzate possono derivare semplicemente da parti infantili, che vanno solo elaborate. Qui non mi sembra che ci sia neppure l’ombra di qualcosa di simile, ma solo parole libere per persone libere.
    Ora è stata Dalila Nesci e il Movimento 5 stelle che mi (ma anche ci) hanno offerto tutto lo spazio e la libertà per dire a Montecitorio ciò che ci diciamo nei Gruppi ogni giorno. Questa apertura non la ho ricevuta finora da alcun altro partito, magari di ispirazione cristiana, e purtroppo nemmeno dalle gerarchie ecclesiastiche. Vorrei tanto poter svolgere un seminario rivoluzionario di filosofia in Vaticano, ma purtroppo Papa Francesco non ha risposto a nessuna delle due lettere che gli abbiamo inviato …. , ma comunque spes ultima dea….
    Dunque innanzitutto dovremmo dire Grazie! a questo movimento giovane e coraggioso, che condivide molte delle nostre idee, e che ci ha offerto gratuitamente e in piena libertà ascolto, accoglienza, e ospitalità.
    Io vado ovunque mi si chiami, non ho pregiudizi né timori di essere strumentalizzato in alcun modo, amo dialogare anche con chi non la pensa come me, se mi si lascia la libertà di espressione. Vorrei dialogare perciò con Salvini e con Fassina, con la Meloni e con Bersani, perché sono convinto che la rivoluzione antropologica in atto coinvolga tutti ed ognuno. Oggi il Movimento 5 Stelle ci ha aperto inopinatamente e direi miracolosamente la porta del Parlamento, alleluia! La cosa potrebbe anche finire qui, ma sarebbe comunque stata un miracolo, non credete?
    Marco Guzzi

  12. Mi ero scritta queste riflessioni per poterle condividere, gli ultimi interventi hanno già chiarito i miei dubbi, ma le esprimo comunque.
    Penso che molte proposte ed iniziative del Movimento cinque stelle siano condivisibili, ma, e mi ricollego agli interventi precedenti, ritengo alcuni aspetti pregiudiziali, come Giovanna mi preoccupano i toni spesso aggressivi, inoltre se al M5S va il merito di aver parlato di democrazia diretta attraverso l’utilizzo della rete, tale sistema ha mostrato dei limiti che spesso hanno portato a decisioni prese da maggioranze costituite da un numero davvero esiguo di persone, salvo poi, in alcuni casi, essere anche annullate d’autorità.
    Ritengo, come molti altri cittadini, che questi aspetti debbano essere ripensati perché costituiscono un problema di democrazia che non può essere trascurato, altrimenti nihil sub sole novum, anzi déjà-vu seppur con strumenti moderni.
    “Fratello se vuoi la pace datti pace” e in politica credo si debba dire: “Se diciamo di volere un nuovo modello di governo che rispetti i cittadini dobbiamo adottare un linguaggio e un metodo decisionale rispettoso dei cittadini ”.
    Grazie a tutti di aver condiviso le vostre riflessioni su un tema così importante. Ringrazio Marco Castellani in particolare per queste parole, che descrivono anche il mio sentire, “Se dunque mi sentissi condizionato, “ingabbiato”, “teleguidato”, penso reagirei con rabbia, andrei “contro” per il gusto di farlo”, sappiamo che la rabbia non ha ragione ma ha le sue ragioni e in questo caso sarebbero davvero fondamentali.
    Vorrei terminare con le parole di Immanuel Kant :
    “Agisci in modo da trattare l’umanità, sia nella tua persona sia in quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo” (Fondazione della metafisica dei costumi , ndr che ho letto integralmente in tedesco :), credo possa essere un metro per decidere della bontà di un’azione in ogni campo e relazione umana, anche per esprimere una valutazione politica.
    Un saluto. Stefania

  13. Francesco Cannella dice

    Partecipare a “l’insurrezione della nuova umanità” a Trevi e aver visto questo video di Marco accanto a Fico mi ha procurato un forte shock politico/economico.
    Da subito avevo intuito che il pensiero in Darsi Pace coinvolgesse anche la sfera politica frantumandone quasi tutti i vecchi presupposti teorici. Da tempo sono abituato a sentire parlare Marco in toni molto accesi, direi guerrieri, con citazioni azzardate sempre fuori da ogni steccato ideologico. Eppure devo confessarvi che anche io vedendo il video ho provato qualche fastidio.
    Poi mi sono detto: “Francesco rilassati… Di cosa hai veramente paura?”
    Perché mi destabilizza più sentire Marco citare Casaleggio piuttosto che l’Anticristo di Nietzsche? Eppure in entrambi i casi si tratta di discernere sapientemente gli elementi Cristici in processi rivoluzionari moderni fortemente ambigui. Facile a dirsi, ma cosa potrebbero pensare i miei superiori (religiosi) se mi vedessero con i 5 stelle?
    Respiro, mi abbandono e ritrovo la mia solita struttura difensiva: l’accondiscendenza. La rivoluzione dirompente, le parole “guerriere” mi fanno paura, vorrei usare un linguaggio politicamente corretto, toni pacati, restare entro una cornice “permessa”… Citare l’Anticristo di Nietzsche non fa più paura, è diventato innocuo, invece Grillo fa più paura (almeno al mio ego).
    Marco non è sempre la verità assoluta, ma anche stavolta ha messo in crisi una mia maschera: quella dell’equilibrato riformista benpensante… forse è tempo di combattere. Forse (a prescindere dal partito!) è arrivato il momento per me di comprendere meglio le parole di Gesù “non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera”.
    Per me è un paradosso al limite della razionalità, ma può esistere una pace che divide

  14. Giancarlo Salvoldi dice

    Trovo la riflessione di Francesco semplicemente luminosa ed illuminante.
    Se mai ci fosse stato bisogno di dimostrazioni della capacità liberatoria del nostro percorso, questa testimonianza ne è la cartina di tornasole ( ma concordo che Marco Guzzi non è la verità assoluta, né lui vuole esserlo).
    Si può quasi toccare con mano la potenzialità di libertà ed il suo farsi atto in Francesco, pur solo neofita in “Darsipace”.
    Ha riconosciuto con chiarezza la sua “difesa” personale che è l’accondiscendenza (che peraltro è anche la mia).
    Ha colto immediatamente che la sua difesa personale agiva anche a livello politico, chiedendogli di mettere maschere.
    Siine certo, Francesco, non sei il solo a vivere la difficoltà e la conseguente spinta al mascheramento.
    Vedo confliggere in lui i valori del rispetto, della pacatezza, della razionalità, con i valori messianici di giustizia e liberazione: la nobile sfida è di tenerli insieme.
    Nella guerra del Kosovo mi sono proposto di tenere insieme i due corni della contraddizione, e di tutte le contraddizioni: è stato costruttivo, ma quanto mi è costato, quanti giudizi di “tradimento”.
    Tenere insieme gli opposti, per far emergere il minimo comun denominatore di bene in essi contenuto, richiede anche di elaborare un linguaggio nuovo, che sia al tempo stesso efficace e rispettoso: e può nascere solo dall’io relazionale.
    Anche il paradosso può servire, e mi piace molto l’espressione :”una pace che divide”: è creatività politica. grazie.

  15. Volevo chiedere a Francesco se secondo lui mentre Gesù se la prendeva ad esempio con i mercanti nel tempio pronunciava parole del tipo “Vanfanc…” o “Vecchia putt…” o “Ma drogati come tutti…”
    Fiorella

  16. Cari amici, noi siamo un movimento molto preciso, con un suo linguaggio e un suo stile, un percorso di 7 anni consolidato da 18 intense stagioni, una base teorica di 17 volumi, non capisco di cosa si possa dubitare o cosa si possa temere, a meno che non compaiano paure che Francesco descrive davvero bene, e che sono ovviamente comprensibili, e che vanno accolte e curate con gli strumenti che conosciamo…
    D’altronde possiamo e anzi io credo che dobbiamo dialogare anche con chi manifesti a volte uno stile verbale diverso (ricordo che non si registra un solo episodio di violenza fisica in tutti questi anni del Movimento 5 stelle….), e che esprima però consonanze e aperture e curiosità nei nostri confronti, oppure dovremmo subito escludere chi ci piace un po’ meno, e creare le tipiche divisioni dell’ego intimorito (impotente e infantile) che crede di essere superiore?
    Vorrei infine farvi notare che da sempre sono i poveracci che a volte bestemmiano e dicono anche parolacce, gli oppressi e i perseguitati, i derelitti e i violentati. Anche Gesù, se proprio dobbiamo mettere in mezzo addirittura il Cristo Vivente, grida durissimamente “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti…! Serpenti, razza di vipere, come potrete sfuggire alla condanna della Geenna?”, che all’epoca era molto peggio che mandare affanculo qualcuno, e infatti di Gesù i benpensanti dicevano che era posseduto dal demonio, e i sacerdoti gonfi di perbenismo alla fine lo fanno fuori, condannandosi così allo stridore dei loro denti!
    I signori del mondo sono invece sempre molto corretti, non dicono mai parole fuori posto, vivono nei loro uffici lindi, sono molto attenti all’alimentazione e al bon ton, e nel frattempo sterminano interi popoli, vendono armi, e provocano carestie e disperazione…. insomma attenzione: sussiste una violenza ben più terribile di qualche parolaccia, e spesso non solo non ci ribelliamo, non insorgiamo, non ci scandalizziamo, ma anzi ne difendiamo inconsapevolmente i responsabili…
    Marco Guzzi

  17. Caro Guzzi metto anche Grillo e Casaleggio tra i signori del mondo a cui alludi

  18. Partecipo solo da pochi anni ai corsi tenuti da Marco. E siccome iscriversi al corso significa aderire anche all’Associazione Darsi Pace, sin dal primo anno ho preso visione dello Statuto dell’Associazione e mi sembra che l’art. 2 dello stesso sia molto utile per chiarire alcune delle questioni sollevate (anche l’art. 3).
    Credo sia invece importante non perdere di vista il cammino umano, interiore, spirituale, personale che Darsi Pace offre; come anche non perdere di vista i frutti che questo tipo di cura dell’umano sta portando nella nostra vita-realtà concreta. Il lavoro psicologico di auto conoscimento, quello meditativo e culturale si armonizzano e completano in maniera delicata ed efficace. E questa formula così ben congeniata non si può dare per scontata, è in un certo senso il cuore formativo di tutto: solo a partire dalla propria trasformazione, dalla propria guarigione si può incidere individualmente e collettivamente sul sociale, sulla polis, per il perseguimento del bene comune.
    Non so. Non vedo il problema! Mi sento molto libera nel cammino che sto facendo e molto rispettosa del pensiero di Marco.
    Per chi volesse leggerlo, sotto trovate l’articolo dello Statuto cui mi riferivo.
    Un caro saluto,
    Agata
    ART. 2
    FINALITÀ
    L’Associazione è apartitica, apolitica e non ha scopi di lucro.
    Essa risponde all’esigenza di sviluppare una nuova cultura che sappia coniugare il cammino personale di liberazione interiore con le varie prassi di liberazione storica e politica.
    La finalità primaria è il superamento dell’astratta e rigida separazione tra livello esistenziale e livello politico ed economico del disagio contemporaneo e, quindi, la concreta trasformazione interiore. Ciò, in quanto, rimettere in connessione le problematiche personali con quelle storico-politiche potrà dar vita ad inedite forme di creazione culturale, nella direzione della pace, della giustizia e della libertà.
    Conseguentemente, l’associazione “Darsi Pace” si pone al crocevia tra ricerca interiore, psicologica e spirituale, creatività artistica e culturale e prassi politica.

  19. Grazie, cara Agata, a volte le cose più semplici sono le più difficili da realizzare in noi, ma ciò non dovrebbe stupirci né colpirci negativamente, il nostro lavoro infatti ci aiuta a comprendere e ad accogliere ogni tipo di resistenza o paura o preoccupazione con cura materna, paterna, fraterna. Un abbraccio. Marco

  20. Paola Balestreri dice

    Grazie cara Agata, per aver ricordato alcuni principi contenuti nello statuto associativo di Darsi Pace.
    E’ molto chiaro come questa nuova cultura integrata che viene proposta nel movimento chieda ad ognuno di noi di scendere dal monte delle pratiche più interiori di liberazione – spirituali e psicologiche – per implicarsi nella realtà sociale e politica. Il che è sempre più faticoso e scomodo, a volte foriero di contraddizioni, e richiede il discernimento accurato tra ciò che costituisce un compromesso costruttivo e ciò che invece è un tradimento dei propri convincimenti più profondi e elevati.
    Come riuscire, a discernere sapientemente – come giustamente si chiede Francesco – gli elementi Cristici in processi rivoluzionari moderni fortemente ambigui?
    Come stanare le nostre paure del giudizio e le nostre strategie di accondiscendenza? (cosa potrebbero pensare i miei superiori, i miei compagni di scuola, i miei colleghi, i miei parenti, se mi vedessero con i 5 stelle?)
    Forse è tempo di combattere: ma cosa vuol dire? contro chi e contro cosa? La spada che Cristo è venuto a portare, insieme alla sua pace (ma non come la dà il mondo) non è forse quella a doppio taglio che penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore (Eb 4,12)? E dunque è il lavoro interiore ci dà ogni volta la luce per bonificare le aree inquinate e ritrovare il filo del nostro agire.
    Il successivo articolo 3 dello statuto elenca le varie e molteplici attività da intraprendere per il raggiungimento dei fini, e, oltre alla prima e fondamentale iniziativa costituita dal cammino iniziatico settennale dei gruppi, viene indicata l’attività di promozione o partecipazione ad iniziative di azione culturale e politica coerenti con le finalità dell’associazione.
    In questi 18 anni di Darsi Pace, e ancor più nei 40 anni vissuti con Marco, è sempre stato presente in lui l’anelito a correlarsi, a relazionarsi con le persone di buona volontà, a partire dalle istituzioni, deputate per essenza al perseguimento del bene comune.
    In Rai, ma anche nelle varie realtà politiche che si sono alternate – destra, sinistra, centro -, e a livello di assessorati alla cultura, ministeri, istituzioni culturali, case editrici, stampa, abbiamo sempre cercato di fare presente la proposta che è ben sintetizzata nella Collana Crocevia (Ed. Paoline).
    Penso che la ‘cura’ migliore di queste contraddizioni dentro ciascuno di noi sia quella di mettere mano all’opera: organizzare altri eventi in cui coinvolgere le forze sempre crescenti in seno ai gruppi di creatività culturale dei Gruppi DP per interloquire con chi vorrà su questa prospettiva piuttosto nuova e inedita per la politica, aiutando la coscienza collettiva comune, che ancora fatica ad uscire da prospettive egoico-belliche, a pensare in modo aperto, libero e realistico le modalità per una convivenza nazionale e planetaria sostenibile.
    Esempi nella cultura politica del XX secolo non mancano, ma oggi si tratta di tentare nuove sintesi teoriche e pratiche e il tempo sembra favorevole per questo lavoro. I 5 stelle hanno un sapore buono, nonostante tutti i limiti, le contraddizioni, gli errori, le perplessità che albergano al loro interno. Non è affatto scontata e priva di un grande valore positivo l’ammissione delle difficoltà e della fatica a superare la burocrazia e i pericolosi risucchi del mondo politico. Siamo più abituati a maschere e fantocci che ci ‘rassicurano’ che va tutto bene e che andrà tutto ancora meglio…
    Abbiamo gli strumenti per superare le paure che ci abitano, senza censurare né demonizzare chi non la pensa come noi, con la certezza che l’affidamento al Signore della storia potrà illuminare i nostri passi per contribuire all’opera in corso.

  21. Ho anch’io le stesse perplessità di Giovanna che avevo espresso subito a Paola e che ,visto il video, continuo ad avere.
    L’unico che , a sorpresa, mi è piaciuto è stato Fico il resto……grandi elogi al Movimento 5 Stelle e ai suoi capi . Se Marco ci fosse andato a titolo personale mi sarebbe andato bene ma come movimento DP mi è molto dispiaciuto. (Sarebbe stato così se questo evento fosse stato organizzato da qualsiasi altro movimento politico)
    Annapaola Boy

  22. silvia rambaldi dice

    Cara Agata, grazie per aver trascritto l’art. 2.
    Quando ho ascoltato una prima volta a pezzetti l’incontro di Montecitorio anch’io ho provato un po’ di disagio, allora ho scaricato il file e l’ho ascoltato tutto di seguito, nel viaggio verso Trevi. E ciò che ho ricavato mi ha tranquillizzata e pacificata. Ho compreso che il mio fastidio aveva radici adolescenziali, la stessa parola ‘politica’ mi riportava alle insopportabili discussioni avute con mio padre, che voleva convincermi ad abbracciare le sue posizioni politiche e religiose. A quei tempi ero in parte accondiscendente, però poi trasgredivo e, forse, tante difficoltà che ho avuto in seguito sono derivate dal non aver avuto il coraggio di prendere una posizione, di documentarmi seriamente e di sostenere con coraggio le mie idee.
    Sono 7 anni che faccio parte di Darsi pace, e mai mi sono sentita forzata in qualche modo.
    Marco Guzzi mi ha sempre ascoltata e incoraggiata ad essere me stessa, dimostrando fiducia e considerazione. Anche in questa occasione è stato coerente, come ha spiegato nei commenti precedenti. Quindi io sono serena, desidero documentarmi maggiormente e credo di dover imparare a non aver paura di esprimere il mio pensiero in un confronto alla pari.
    Un caro saluto a tutti
    Silvia

  23. Carissimi tutti, Marco e Giovanna,
    dopa aver preso atto di ciò che vivo come il “salto quantico “nell’ordine della Politica Partitica di Marco, mi sento un poco destabilizzato e le domande che pone Giovanna, di riflettere pacatamente, su questo fatto, liberi da accondiscendenze , reazioni oppositive o di allontanamento, come siamo usi nel nostro lavoro trasformativo, mi incoraggia a confrontarmi con ciò che sento come una mia ferita affettiva.
    Perché mai non riesco ad appagarmi delle risposte chiare e nitide con cui Marco risponde anche alle perplessità di Giovanna , circa la sua scelta partitica …. e come anche Agata, rileggendosi lo statuto di questa libera Associazione, desume essere comportamento del tutto logico e tranquillo ?

    Mentre sono felicissimo che Marco, amato leader di Darsi Pace abbia sostenuto questo bellissimo incontro con alcuni politici , apprezzando anche la loro apertura ad un confronto con le tematiche spirituali e politiche del nostro movimento, resto perplesso per il FATTO che Marco ha “ preso partito “ , cioè fatto una scelta di campo a favore di un preciso Partito Politico, cosa questa che spero non gli renderà difficile anche il desiderato confronto con il Vaticano, Salvini, Meloni e Bersani……squalificando ovviamente il PDR di Renzi giudicato come suddito dei poteri totalizzanti della economia –finanziaria neo-liberista.

    La scelta partitica di Marco Guzzi, leader fondatore di Darsi Pace, come debbo leggerla… anche se penso alla propaganda che ho fatto in favore della libertà che si acquisisce nel lavoro di Darsi Pace? Non certo con un finale che rimanda alla scelta Partitica !
    Penso che noi siamo degli iniziati che liberamente scelgono questo percorso formativo in senso cristico e sempre più consapevoli anche della azione messianica di Cristo nella storia, che produrranno libere-azioni creative in ogni campo dove seminare ognuno le proprie qualità spirituali apprese…non quindi un movimento politico come si potrebbe dedurre dagli orientamenti partitici del suo leader.

    Mi chiedo pertanto se non sia un errore quello in cui è incappato Marco nella su personale gioia di quell’insperato incontro con la politica dei partiti ? Penso che potrebbe trattarsi di quello che ho sempre temuto essere una CADUTA DI RUOLO, come quando ero Presidente di una Associazione di Protezione Civile e non mi sognavo di raccontare per quale partito parteggiavo ( i volontari erano in gran parte leghisti ! Bravi nel loro lavoro ! )
    Come può , se non per errore, appunto per caduta di ruolo, che un leader interiore si presenti di colpo come anche un leader politico e partitico esteriore ?
    Per lo meno è questo il rischio che intravvedo in quello che io chiamo il suo salto quantico,e che personalmente mi fa sentire un po’ come un bimbo non ancora ben cresciuto abbandonato dal Padre portato da me lontano perchè ha affari molto importanti ai quali applicarsi.

    Credo che la questione si possa guardare anche senza condanne, ma per chiarezza in termini di errore , se vogliamo ancora veniale di Marco, ma pericoloso per ciò che smuove interiormente ( sicuramene da elaborare e capire) ma intanto penso che renda più difficile l’ unità spirituale del nostro movimento che è si culturale, spirituale e politico, ma che non vuole alzare altra bandiera che non sia quella dello Spirito, affidandosi poi alla libertà politica e creativa che nascerà in ognuno, come anche constato felicemente, sia avvenuto come libera-azione in Marco Guzzi, con questo suo salto quantico nel partito pentastellato.
    Forse non è esattamente proprio quella che è negli obiettivi della Nuova Umanità che tutti insieme ci prefiggiamo, ma certo in avvicinamento anche rischiando l’errore presente.

    Ma in tutto ciò,, vorrei rimanere accanto con il mio affetto a Marco , che scopro anche umile, nonostante appaia sempre in ogni occasione pubblica, come un primo attore irrefrenabile…. apprezzando la sua competenza e capacità di mettersi in relazione di amichevole confronto e di apertura , anche valorizzante i dialoganti ……ha dato valore anche alle buone parole che ha saputo scovare in Grillo e Casaleggio ! … e sempre cercando ciò che unisce e mai ciò che divide con tutti, anche se in campi avversi…forse anche misteriosamente più messianici di ciò che ci pare dover giudicare noi oggi, con occhi ancora infantili, quando guardiamo a grandi cose che un po’ ci impaurano .
    Ma forse anche non a torto se pensiamo alla esperienza storica dei nostri Partiti che credendo di rottamare il mondo , finiscono per farsi rottami, per cui bisogna guardare oltre a quello che è il nuovo che avanza.
    Ma sarà davvero il nuovo . il nascente che ha intravisto Guzzi in quel partito ? Si, se si continua a lavorate tutti insieme, anche discutendo dei nostri sbagli….o delle nostre presunzioni di aver capito ciò che è ancora da capire.
    Per ultimo, vorrei liberarmi anche da un incubo: non è che stiamo rischiando l’esperienza già fallimentare di Comunione e liberazione quando, messo da parte l’anima spirituale di Don Giussani, è emersa quella politica di Formigoni e di Forza Italia ? !
    Ditemi che siamo fuori da questo incubo!
    Grazie Marco , grazie Giovanna e a tutti coloro che risuonano nel mio tardo cammino.
    Ivano.

  24. Caro Ivano penso che tu abbia ragione e veda, con l’esperienzapregressa, le vie verso cui puo’ andare un movimento, quando si ingrandisce, quando passail tempo e il pensiero del leader cambia, matura,o sorgono altri che vogliono e possono essere leader.
    La storia ci presenta divisoni in correnti, frazionamenti… Guardiamo agli ordini francescani,domenicani cosa hanno fatto, lotte intestine e altro. Tuttipensavano diessere la nuova umanita’.
    Ho fattopochi esempi, ma anche in piccolo lo possiamo verificare in gruppi di lavoro o gruppi socio culturali.
    Del resto un proverbio a casa mia dice: tace co’ tace crape …erisparmio ilresto.
    Buona fortuna!

  25. Caro anonimo è una visione pessimistica la tua, forse dirai realista, ma secondo me non possiamo esimerci.

    Una persona che si dice cristiana parlando di politica, e cioè di bene comune, in mezzo deve mettere il Cristo e
    l’ antropologia e la visione politica che ne conseguono, il grande compito è rielaborare creativamente tale proposta politica in modo che risponda ai tempi che stiamo vivendo.

    La vigliaccheria chiede: è sicuro?
    L’opportunità chiede: è conveniente?
    La vanagloria chiede: è popolare?
    Ma la coscienza chiede: è giusto?
    Prima o poi arriva l’ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente,
    né popolare; ma bisogna prenderla, perché è giusta.
    Martin Luther King

    Non firmo, provo ad essere un po’ umile, mi dicono che ho un senso di superiorità.

  26. Giancarlo Salvoldi dice

    Caro Ivano, quando insegnavo mi premuravo sempre di chiarire ai miei studenti quali erano la mia fede religiosa e la mia appartenenza politica perchè volevo che loro avessero consapevolezza di chi avevano davanti e potessero difendere meglio il loro libero arbitrio.
    Marco ha fatto un gesto di chiarezza che non turba i miei convincimenti politici, non li condiziona, non impone niente.
    Marco Guzzi non è il segretario di un partito politico che fa una scelta che vincola gli iscritti: ha detto a chi ha dato il suo voto, e in questa situazione, dove la sinistra precipita nella frammentazione come la destra, e dove M5S afferma il superamento di destra/sinistra.
    Mi sembra interessante sottolineare che il dibattito su chi sia meno peggio in politica sia apertissimo anche nella Chiesa.
    Marco Guzzi non mi chiede di essere credente o miscredente; di essere cristiano o ebreo, musulmano o buddista; di essere marxista o neoliberista: a maggior ragione non vuole e non può chiedermi l’adesione a un partito.
    Di che cosa abbiamo paura? Che cosa abbiamo paura di perdere?
    Ecco, facciamoci questa domanda che proprio Guzzi ci domanda sempre di farci.
    Guzzi è la nostra guida spirituale, e non vuole essere né il guru, né il capo carismatico: forse siamo noi che in cuor nostro lo vediamo tale, e quindi gli attribuiamo ruoli e funzioni e poteri e scelte che cerchiamo fuori di noi.
    Ma Marco ci sta insegnando a conoscere noi stessi, a guardarci dentro, a liberarci, ad esercitare noi la nostra libertà.
    Io non sono certo Guzzi, ma, essendo abbastanza noti i miei trascorsi politici e le mie responsabilità istituzionali, l’anno scorso ho accettato di fare la relazione sull’immigrazione alla festa provinciale dell’Unità di Bergamo, e se oggi mi invitasse la Lega ci andrei. E non perchè sono l’uomo per tutte le stagioni, ma perchè a quelli che sono interessati al confronto aperto e al dialogo io vado a proporre il mio pensiero e la mia esperienza.
    E’ faticoso provare ad estrarre da ogni parte il buono che c’è: se non ci si chiude a testugine o a falange “il mondo” non ti considera affidabile. Siamo ancora in piena logica novecentesca, dominata dal cattivo maestro Machiavelli e dalla logica politica che si fonda sulla contrapposizione “amicus-hostis”, “amico-nemico”.
    Ma nella fatica molte volte mi diverto dopo le conferenze a lasciar indovinare: ma questo, sarà di destra o di sinistra?
    Certo qualunquista non sono, e cerco di seguire “Via, Verità, Vita”, e mi vien bene nella liberissima associazione “Darsipace”, mentre non mi viene mal di pancia se ciascuno di noi, che siamo fratelli e senza nessun “leader maximo”, esprime le sue preferenze anche politiche come giustamente hai fatto tu nella tua riflessione.
    Con stima ed amicizia,
    GianCarlo Salvoldi

  27. La partecipazione di Marco ai seminari filosofici organizzati dal M5S a Montecitorio è stata per me ulteriore testimonianza di libertà, di coraggio e di coerenza.
    Marco mi sta insegnando la spiritualità come scienza della vita e del vivere.
    Aspirare ad una nuova cultura, ad una cultura di pace e di armonia, richiede di sviluppare una nuova qualità di coscienza.
    Mi chiedo: voglio davvero esplorare ciò che è vero?
    Voglio davvero la libertà, l’emancipazione?
    Sono disposta a trasformare completamente la mia vita?

    Le parole di Vimala Thakar mi aiutano a riflettere:

    “la vera disciplina spirituale (sadhana) va condotta con totale libertà interiore, con libertà incondizionata e priva di restrizioni. Se la vostra ricerca non è fondata sulla libertà, non avrete il senso della vostra responsabilità e la scaricherete sull’insegnante, sul maestro o sul guru, cadendo nell’apatia dell’insensibilità. Sprofonderete nell’inerzia psicologica confondendola con l’umiltà, un errore grossolano che è davvero la morte.” (Ego, Ubaldini Editore, pag.28)

    Un caro saluto a tutti

    Giuliana

  28. Francesco Marabotti dice

    Cari tutti,
    credo che il confronto con la dimensione politico-antropologica sia l’aspetto più arduo
    della discesa dello Spirito nella carne e nel tessuto della storia, come abbiamo visto
    nella settimana di Trevi: non ci sono risposte pre-definite, visioni consolidate,
    ma è un campo aperto di eventi.

    Quello che penso è che di fronte al momento apocalittico e ultimativo che stiamo vivendo
    non credo che il problema stia nel fatto che Marco organizzi incontri con un movimento
    che è l’unico in questo momento in Italia ad esprimere una lotta vera per il cambiamento:
    è l’unico movimento che ha al centro valori come la democrazia diretta
    che pratica realmente, l’ecologia, l’acqua pubblica, con tutti i limiti che ovviamente ci sono.

    Tuttavia credo sia importante avere una visione d’insieme, e ricordare che in questo tempo
    così difficile e radicale non possiamo litigare per aspetti legittimi ma secondari,
    dal momento che non c’è alcuna forzatura o imposizione in gioco:

    Discernere è difficile, ma ricordiamoci sempre che ci sono vari livelli e gradi,
    e con tutti i limiti spirituali e culturali dei 5stelle, perlomeno stiamo parlando
    di una forza politica che ha valori sani e direi cristici che potrebbero portare
    ad un cambiamento reale.

    Personalmente sarei molto più spaventato se Darsi Pace non avesse contatti e aperture
    politiche ma rimanesse chiuso al suo interno. Questo dialogo, e la misura trovata
    da Marco, anche a Trevi, credo siano tasselli importanti di questo processo.

    Questo non vuol dire tacere sulle problematiche interne delle realtà con
    le quali si dialoga, che nel discernimento possono trovare aiuto
    dagli strumenti e dalle chiavi interpretative che conosciamo in Dp.

    Grazie
    Francesco

  29. Cari amici, mi devo essere perso qualcosa: sono entrato in un partito? non me ne ero accorto …. io ho solo partecipato, a titolo evidentemente personale, come d’altronde faccio sempre, ad un incontro straordinario, a un seminario rivoluzionario di filosofia, organizzato da una ragazza libera e coraggiosa, che mi ha invitato a dire a Montecitorio quello che dico più o meno ogni giorno da circa 40 anni. Ogni praticante DP credo che dovrebbe essere solo felice che il nostro pensiero riceva ascolto e risonanza. E infatti moltissimi, la stragrande maggioranza, continuano a testimoniarmi una grande gioia, uno stupore commosso, e il senso di un’apertura inaspettata, che potrebbe avere ulteriori sviluppi.
    Io poi appartengo solo alla chiesa cattolica (oltre che a Paola e ai miei figli), e pure a fatica, e comunque nella libertà profetica che esprime ogni possibile dubbio e la necessità di un radicale rinnovamento interno. Scusatemi, ma davvero percepisco in alcune perplessità un grave carico di paure infantili, di senso di inferiorità, di chiusura ideologica, e di reattività difensiva, su cui d’altronde è sempre bene tornare a lavorare, chiedendoci con molta semplicità, come suggerisce Giancarlo, ma di che cosa ho veramente paura? che cosa ho paura di perdere? e poi: in quali altre occasioni nella mia vita ho reagito con questo tipo di paura, di rigidità, specialmente con tanta rigidità, e con quali esiti?
    E poi: sorrido e mi abbandono, lasciamo che tutto fluisca nell’allegria dei mutamenti, che sono ben guidati, credetemi, e certo non da me!
    Sono anni che invito i praticanti a organizzare eventi in proprio, e allora fatelo! organizzate qualche seminario rivoluzionario di filosofia con Renzi o con Casini, con la Boldrini o con Monti e, se volete, io ci verrò molto volentieri. DP non è una sètta, è solo un movimento dello Spirito, lo ho ripetuto fino allo sfinimento, e credo innanzitutto dimostrato: qui le porte sono sempre aperte in entrata e in uscita, qui noi proponiamo solo un itinerario che ognuno decide di seguire ogni giorno solo se gli serve, qui non ci sono tessere né appartenenze simbiotiche di nessun genere, qui non ci sono adepti, qui nessuno trattiene nessuno con le ventose della nevrosi, qui ognuno è davvero libero, e questo forse è l’unico vero problema (grazie Giuliana della citazione) ….
    Vi prego riascoltate l’incontro e precisate poi i passaggi dove sarei andato fuori dall’ambito consueto dei nostri discorsi. E’ male trovare consonanze? ma io le cerco ovunque…. e allora se parlo alla Federazione dello Yoga mi accusano di essere hindu o peggio satanista. E se parlo al Claretianum mi accusano di essere cattolico e bigotto. E se parlo a Misano di essere massone. E se cito Heidegger sono di destra o addirittura nazista, e se cito Balducci o Mazzolari allora sono un cattocomunista, e se cito Jung sono uno gnostico, e se cito Benedetto XVI sono invece un fondamentalista, e se cito Nietzsche sono un ateo miscredente, e se cito Bonhoeffer sono protestante, e se cito Florenskij sono un veterortodosso, e se cito Capra sono un new ager, e poi un estremista, un violento, un servo del potere, troppo accondiscendente, troppo radicale, troppo insomma …. e così via, accusando e delirando, è tutto così divertente, l’ego è proprio un’entità superata, un essere che sa solo dividere e etichettare ciò che non capisce….. per fortuna queste accuse, che ricevo costantemente da decenni, possono infastidirmi per qualche minuto, ma certo non mi smuovono di un solo millimetro dai miei intendimenti, che poi sono sempre gli stessi, e che un praticante DP dovrebbe conoscere…. ma davvero vogliamo collaborare ad una rivoluzione culturale restando chiusi nei nostri recinti di sicurezza? ma qualcuno crede che io scherzi quando invoco una Insurrezione spirituale e politica? Il cerchio iniziatico resta il cuore di tutto, ma poi ci sono i cerchi più ampi della creatività culturale e dell’azione politica, sta a noi attivarli, nella piena coerenza al cuore spirituale.
    E allora, senza paura, diamo fuoco al mondo, se ne siamo la Luce.
    Un saluto affettuoso a tutti.
    Marco

  30. Maria Laura Fadda dice

    Proprio il richiamo all’art.2 dello Statuto mi ha reso ancora più incomprensibile l’adesione esplicita di Marco al movimento5 stelle che mi è parso di cogliere nella conferenza. Da neofita del primo anno non sapevo nulla circa la simpatia del Movimento DP verso i 5stelle. Pensavo che l’insurrezionedell’umanita nascente fosse qualcosa di radicalmente nuovo e diverso dal l’adesione ai partiti esistenti. Così mi ha fatto un certo effetto sentire citare Grillo e Casaleggio alla stessa stregua di come avevo sentito citare in altre conferenze ben altri pensatori!
    Come dimenticare le opacità di questo movimento su temi fondamentali come democrazia interna, lotte intestine per il potere, incapacità professionali?
    La stessa organizzatrice dell’incontro (di cui mai avevo prima sentito parlare ) ho letto che è stata designata a rappresentare la Calabria per aver preso nel movimento 87 voti (!) e comunque la sua introduzione non mi è parsa per nulla significativa.
    Comunque , mi sono anche interrogata se questa mia reazione così dispiaciuta non dipenda dall’ingiunzione “non ti mescolare, non ti coinvolgere” e rifletterò su questo cercando di vedere il buono che comunque emerge dal l’avere avuto uno spazio a Montecitorio, sempre se era questo quello cui si anelava .
    Scusate se non mi esprimo in termini maggiormente iniziatici, ma sono solo agli inizi!
    Vi ringrazio e vi saluto

  31. Francesco Cannella dice

    Grazie a tutti, per me è entusiasmante poter partecipare ad una discussione del genere! Non tanto per la valutazione politica di uno specifico partito, quanto per un fatto per me incredibile: dentro il blog di un movimento stiamo valutando seriamente (direi pesantemente!) una conferenza del suo fondatore. Probabilmente voi siete abituati, ma a me sembra un miracolo!
    Quindi i miei più sinceri complimenti a voi tutti che avete il coraggio della critica e a Marco che ha il coraggio del confronto. Sono veramente felice di avervi incontrato!
    Detto questo, mi permetto di riportare la discussione nell’intimo del mio cuore per poter scrivere parole più vere che piacevoli (soprattutto per il mio ego). Del resto la scoperta più bella fatta durante questo mio primo anno di Darsi Pace consiste nella consapevolezza che è possibile compiere un’azione veramente rivoluzionaria passando dalla più intima interiorità.
    Mi sono detto: “Francesco rilassati… cosa ti entusiasma?”
    Se ascolto con gentilezza e sincerità, al primo livello trovo nuovamente la mia struttura difensiva, stavolta è entusiasta, ma è sempre lei, desiderosa di approvazione e considerazione: “Che meraviglia, hanno letto il mio commento! Mi hanno notato, mi hanno preso sul serio! A Giancarlo è piaciuto quello che ho scritto! Addirittura Marco e Paola mi hanno citato con parole dolci e accoglienti!” Poi un mix di entusiasmo e paura: “Che bello, Fiorella vuole parlare con me! Mi ha fatto una bellissima domanda… ma, attenzione il dibattito si sta complicando, qui il linguaggio si fa duro. Vabbè niente panico, non c’è problema, adesso scrivo un commento intelligente ed equilibrato che accontenti tutti. Del resto, va bene essere sinceri… ma si fa per dire!”
    Vado un po’ più giù: “Francesco abbandonati… cosa veramente ti entusiasma?”
    E iniziano a sciogliersi i pensieri. E’ vero, la mia struttura difensiva mi accompagna, ma c’è anche molto di più. Nel silenzio della mia stanza leggendo “Il cuore a nudo” ho pianto come un bambino e continuo a commuovermi quando ci ripenso. Non ho mai visto un “fondatore” mettersi così scandalosamente a nudo davanti al mondo, temo di esagerare, ma la nudità di San Francesco mi impressiona di meno. In profondità il mio entusiasmo nasce da questa trasgressiva decisione di mostrare in pubblico il proprio ego dentro un processo trasformativo. E’ un testo potente che dice qualcosa di geniale. In lui (come è ovvio per tutti) coabitano i vari livelli dell’io: dall’io egoico all’io reale… ed è evidente in ognuno di noi che dopo l’incontro che salva nasce un nuovo io che misteriosamente mantiene alcuni tratti dell’uomo vecchio da cui proviene. Per dirla con una delle poesie che amo di più “il figlio che verrà avrà il tuo nome, ma il nome tuo nasconde il mio segreto”. Del resto penso che il Signore ami fare questo tipo di miracoli esaltando ciò che gli viene offerto… nella moltiplicazione dei pani e dei pesci, sfama una folla immensa non con carne e patate, ma con ciò che gli è stato offerto, ovvero senza snaturare i famosi 5 pani e 2 pesci.
    Nella storia di Marco il rapporto con l’autorità e il rapporto con la cultura dominante ha seguito un percorso preciso, molto diverso dal mio. Il figlio della sua nuova umanità “nasconde il suo segreto” ed ha (giustamente!) un forte connotato profetico, dirompente, apocalittico, poetico. Il figlio che spero di riuscire a generare io “nasconderà il mio segreto” e, forse, manterrà alcuni tratti della mia maschera come la gentilezza, la diplomazia o la negoziazione.
    Cosa c’entra tutto questo con il dibattito sui 5 stelle? Forse nulla, ma a me dice moltissimo. La purificazione dei 5 stelle potrebbe consacrarli alla profezia politica, ma, come sappiamo per esperienza personale, è un duro cammino… se lo sapranno percorrere avranno tutta la mia stima oltre che una evidente affinità con alcune antiche profezie di Marco. Ciò non toglie che una personalità “filogovernativa” come la mia si sentirebbe molto più a suo agio nel riformare da dentro il Vaticano, la mia congregazione religiosa o fondare un grande partito cristiano e Cristico… ma la storia attuale dice altro!
    Allora in bocca al lupo ai 5 stelle e complimenti per aver chiamato Marco, ma tutti noi non smettiamo di sognare in grande, non immaginiamo una nuova umanità monopartitica, ma una realtà dinamica con una pluralità di partiti politici, uniti da un profondo cammino di purificazione individuale e collettivo dove ognuno potrà riconoscersi in base alla storia del “figlio” creato dopo l’incontro che salva.
    Sono entusiasta perché “la politica non è più vergine, ma possiamo riprovare!”

  32. Luca Cimichella dice

    Cari amici darsipacisti, credo che il forte dibattito, sia nel bene che nel male, che questo evento nuovo per noi ci ha suscitato faccia anch’esso parte del travaglio di un momento di svolta più ampia all’interno del nostro movimento.
    Personalmente il mio desiderio in merito all’incontro di Montecitorio è quello di porre a voi un appello e una rassicurazione allo stesso tempo.
    Confesso che molte delle paure da voi espresse somigliano molto a quelle di chi più in generale teme per l’integrità della propria fede e quindi per l’incolumità spirituale del movimento cui appartiene. Per quanto tali paure siano profondamente umane, ci tengo a sottolineare che noi, come movimento, abbiamo avuto sin dall’inizio un preciso atteggiamento verso di esse. La paura, qualunque essa sia, è SEMPRE parte di quelle debolezze interiori che il nostro lavoro tenta di redimere. Lo stesso Cristo ha insegnato che chi ha davvero fede non ha nulla da temere, nemmeno la propria vita.
    Ora, io penso fermamente che il problema qui non siano né i 5 Stelle nè la giustissima scelta di Marco di accogliere il loro invito: credo che si tratti semplicemente delle nostre resistenze personali, che dobbiamo prima accogliere nel modo che siappiamo, e poi sciogliere comprendendo che non esistono… che sono semplicemente opera del nostro ego auto-lesionistico.
    Marco ci ha sempre insegnato la libertà radicale, totale dello spirito, la libertà da quegli stessi vincoli che ci fanno ogni volta sentire forzati o costretti. Come potrebbe ora questo evento privare qualcuno di noi della propria libertà, o privare il nostro movimento della sua coerenza? … Io credo che questo evento invece abbia scuscitato in noi queste paure latenti perché oggi è venuto davvero il momento di affrontarle sul serio.
    Essere cristiani vuol dire il contrario dell’essere neutrali o apolitici. Desidero ricordarvi che ogni singolo giorno in cui ci sediamo nell’aula Zatti compiamo un atto POLITICO in senso stretto, che elimina dal principio qualsiasi pretesa di neutralità. La rivoluzione della politica istituzionale è più che un’esigenza individuale, credo sia l’obiettivo inevitabile e originario dell’intera nostra missione come membri di Darsi Pace.
    Il mio è pertanto, una volta detto questo, un appello al coraggio, al fuoco, allo studio serio della storia e all’azione politica forte e totale, come e più di quella dei secoli passati.
    Chi ama la pace non ha da temere affatto le parole guerriere, anzi, può solo farle cantare.
    Il Movimento 5 stelle non è l’immediata soluzione politica del nostro cammino, ma ci si può a mio parere interrogare su di esso in un’ottica storico-trasformativa e messianica con domande come: quale, tra i movimenti politici esistenti, sembra oggi essere nato – seppur inconsciamente – su quel terreno che include la reale portata della fine di una politica non solo borghese in senso classico, ma millenaria, risalente per lo meno ai grandi imperi asiatici antichi? … Quale movimento è oggi più potenzialmente migliorabile, trasformabile nell’orizzonte di una politica realmente trans-egoica, proiettata ad un nuovo modo di concepire la figura stessa del politico e della sua azione? … La politica che nascerà dal crollo (ormai prossimo) della seconda, terza, quarta repubblica (ognuna replica più marcita della precedente), crediamo che avrà un terreno di fondo più in comune con il M5S oppure con i cadaveri-partiti politically correct che ancora permangono a soffocare qualsiasi anelito di vita in parlamento? …
    Nessuno vuole negare i difetti e le mancanze dei 5 stelle, ma il punto non sta in tali mancanze a mio parere.
    Mettersi nell’ottica di una politica trans-egoica e trans-metafisica vuol dire porsi innanzitutto il problema delle PROPRIE mancanze politiche. Nell’umanità che siamo chiamati ad essere iniziaticamente OGNUNO DI NOI PERSONALMENTE sarà UOMO POLITICO IN SENSO STRETTO. La politica dell’uomo nascente è innanzitutto politica della nostra anima, azione messianica spontanea e radicalmente libera. L’attendersi la buona politica dall’esterno è semplicemente il residuo atteggiamento del vecchio ego sterile e moribondo.
    La domanda non è di giudizio politico in senso classico, ma piuttosto essa suona così: in che modo io stesso posso essere il politico che desidero? .. In che modo posso colmare le mancanze di questo movimento politico col mio stesso cammino iniziatico? …
    Se non comprendiamo che un certo tipo di rappresentanza politica, intesa come formalistico e astratto rapporto tra un cittadino e un parlamentare da lui eletto, è FINITA PER SEMPRE (così come già era in declino negli anni ’10 e ’20 dello scorso secolo), non saremo in grado nemmeno di iniziare un discorso sulla politica della nuova umanità.
    La politica deve ritrovare il proprio spirito iniziatico, messianico, la propria vocazione INCARNAZIONISTICA (e non contrattualistica) nei confronti delle anime degli uomini, e tutto questo avverrà a partire da una mente meta-noica, che sarà già passata attraverso le due guerre mondiali, attraverso i deliri dell’ego… perciò non ne avrà più paura!
    Noi dobbiamo avere gli stermini dello scorso secolo nel nostro stomaco per poter anche solo dirci aspiranti ad una politica della pace. La pace noi la facciamo solo dopo aver immerso la coscienza nel sangue di tutti i millenni di politica sacrificale che abbiamo alle spalle. Altrimenti sono soltanto chiacchiere!
    Mi fermo qui ribadendo che in gioco vi è un passaggio epocale e antropo-cosmico molto molto… ma molto più grande e interessante delle nostre piccole paure di ego tardo-occidentali e nichilisti: NOI SIAMO CHIAMATI A REDIMERE L’ANIMA POLITICA DELL’INTERA STORIA CHE CONOSCIAMO.
    Capite perché non vale la pena intimorirsi per l’incontro politico di Marco coi 5 Stelle? … Anzi, vi dirò di più: questo è soltanto l’inizio. Il Movimento 5 Stelle non è che una piccola parte di questo immenso processo storico, e per noi è interessante solo nella misura in cui esso è disposto a condividere con noi questa missione. Fedeli al nostro terreno andremo molto più oltre, immensamente più in là delle nostre residue paure di un XX secolo ancora non digerito a sufficienza. –

    Luca Cimichella.

  33. Cari amici, anch’io ho alcuni dubbi sul movimento 5s, soprattutto nei vertici, la base è composta secondo me da tante brave persone come Fico o la Nesci. E altrettanto vero però che sono gli unici ad averci dato l opportunità di parlare di determinati argomenti a Montecitorio. A mio modesto parere Guzzi a fatto bene ad accettare l invito e a cogliere l opportunità di conoscere da dentro il movimento, anche perché se i propositi sono effettivamente quelli emersi dal dibattito, cioè rivoluzionare il modo di fare politica per tendere verso una nuova umanità che sappia affrontare le immense sfide che ci attendono, menti come quella di Marco sono indispensabili per chi voglia attuare tal processo. Se son rose fioriranno, se no pazienza. Il pericolo più grande è chiudersi in sterili settarismi, secondo me quando si è chiamati per dialogare bisogna andare, a prescindere dall interlocutore. Un saluto. Carlo Gigliotti.

  34. Carissimo Marco, è da qualche giorno che vorrei postare, senza riuscirci, un mio commento al tuo intervento a Montecitorio. Mai come questa volta, patisco i limiti della comunicazione indiretta, telematica che, per quanto utile, toglie al dialogo la freschezza e il calore cordiale della comunicazione diretta, personale, fatta anche di espressioni, gestualità, possibilità di interruzioni e chiarimenti, che distendono il dialogo portandolo a maggiori comprensioni. La comunicazione indiretta, seppur ricca come il dialogo che stiamo vivendo in questo blog, porta sempre con sé il pericolo di fraintendimenti. Comunque, non potendo fare altrimenti, accontentiamoci con gratitudine di quello che la tecnica può offrirci.

    Anche a me il tuo intervento (riascoltato per tre volte per cercare di comprendere meglio) ha suscitato perplessità a causa della tua modalità espressiva e sento di dovertelo dire sinceramente, per lealtà e per la stima che ti porto. Stima per niente intaccata da questo evento.
    Non si tratta della paura del confronto e del dialogo con altri. E non credo sia sempre necessario evocare antiche paure non ancora elaborate o nodi non sciolti, per decifrare una non condivisione di pensiero. L’eventualità potrebbe certo esserci – e chi lo nega! – ma anche no. Personalmente, non ho problemi ad ascoltare tutti, magari non ho sempre la capacità e la competenza per dialogarvi (e questo può intimidirmi), ma mi piace molto ascoltare. Si impara sempre qualcosa da tutti; nel dialogo aperto e sincero c’è sempre la possibilità bella di costruire un mondo nuovo, relazioni nuove, autentiche. E ti dirò che (pur non condividendo la tua stessa simpatia per i 5S – più precisamente per Grillo, ma questo è del tutto inessenziale) ho apprezzato così tanto Roberto Fico, che, dopo averlo ascoltato, sono andata ad ascoltare (e gustare) anche altro. Mi ha entusiasmata quello che ha detto. L’ho visto come una persona intellettualmente onesta e coraggiosa nella sua capacità di mettersi in discussione fino al passaggio, soggettivo e politico, da posizioni di intransigenza e chiusura ad aperture che auspichino anche il superamento dei propri sforzi e del Movimento stesso in vista del bene comune. Notevole, non trovi? Questa è la politica nobile, bella, appassionante, finalizzata al bene di ogni persona e non agli interessi dei pochi che governano. Ideali alti, spesso destinati (ma non necessariamente) ad infrangersi, come ha sottolineato Fico, contro i possenti bastioni della burocrazia e degli interessi personali. Ma non sarebbe la prima volta, se di nuovo crollassero le mura di Gerico di fronte ad un piccolo gruppo che crede nella forza della Vita. Un gruppo, come dirò dopo, fatto di trasversalità, cui tutte le persone che appassionatamente vi credono possano collaborare in spirito di libertà.

    Il punto, però, che ha suscitato – almeno in me – perplessità, Marco, nel tuo intervento, è stato l’uso del plurale da te ripetutamente adoperato nell’incontro (specialmente nella seconda parte, mi sembra). Un uso che, per quanto ho notato (ma non ho ascoltato tutti i tuoi audio, per cui posso sbagliarmi) solitamente usi in riferimento a Darsi Pace, altrimenti mi sembra che tu, quando esprimi il tuo pensiero, parli in prima persona singolare. Nel tuo intervento a Montecitorio, invece, ad un certo punto non si capiva più se quello che usassi fosse semplicemente un plurale maiestatis, o se (come era più chiaro che fosse) l’espressione di una collaborazione. Ma allora, con chiarezza, tra chi: tra te, personalmente, e il M5S o tra il Movimento DP in quanto tale e il 5 Stelle? Marco, tu, probabilmente, mentre parlavi avevi le idee chiare, ma concedi che, nella foga del discorso (e ne avevi da vendere!), all’esterno questa chiarezza non sia emersa né sia stata recepita con altrettanta trasparenza. Questo, secondo me, Marco, ha generato tutti gli interrogativi (che non sono necessariamente paure, ma richieste di chiarimento) che sono stati tirati fuori. D’altra parte, penso si possa serenamente accettare che non tutti possano condividere ed apprezzare come te e con te il pensiero di Grillo e Casaleggio e, di conseguenza, l’ipotesi (generata, ripeto, da un equivoco verbale) di una collaborazione (partitica e non politica) con persone di cui non approvano il pensiero.
    Ora, nell’ultimo post che hai scritto, hai chiarito esplicitamente di aver parlato a titolo personale, ma credimi, Marco, che nel dialogo a Montecitorio questo non è stato così chiaro e lampante.

    Tutto qui. Ma mi sembra che con il tuo ultimo intervento, tutto sia stato chiarito.
    Il dialogo ed il confronto con tutti sono risorse inesauribili e irrinunciabili per la Nuova Umanità cui tutti vogliamo collaborare a far nascere.
    La trasversalità, di cui avete parlato sia tu che Roberto, secondo me deve rimanere ricchezza irrinunciabile e garanzia di libertà per tutti e per ciascuno. Poi ognuno, personalmente, potrà fare le scelte politiche e partitiche che ritiene opportune, portandovi tutta la ricchezza e la libertà ricevuta nel percorso di Darsi Pace. Riconosco (e con questo concludo) che la collaborazione tra qualcuno di noi (fossero anche la maggioranza o addirittura tutti) e il M5S potrebbe portare sia il M5S a superarsi in una maturità politica più feconda, sia il Movimento DP a crescere ulteriormente, ma questo, secondo me, andrebbe fatto per ciascuno a titolo personale come frutto concreto del nostro lavoro e non a nome del Movimento stesso.
    Ma su questo, mi sembra, siamo tutti d’accordo e credo non ci sia più problema di fraintendimento.

    Chiudo inviando un saluto caro a tutti, nelle veglie afose di queste notti estive (che comunque mi hanno regalato il tempo per scrivervi).
    Con un sorriso,
    angela

  35. Sto seguendo questo aperto confronto con attenzione, non vorrei essere superficiale nell’esprimere che l’evento non mi ha destato particolare preoccupazione pur non avendo particolare simpatia e non approvando in alcun modo la modalità aggressiva che viene adottata come stile comunicativo dai rappresentanti del Movimento 5 . Non mi ha mai convinto l’azione spettacolare di Grillo anzi a volte mi ha proprio infastidito ma ho sempre cercato di ascoltare e guardare con stupore ciò che le persone cercano, instancabilmente, da un azione politica nuova sperando di individuare chi li rappresenti con onestà e con verità.
    Soprattutto la viva speranza di trovare chi possa davvero porre al fondamento delle scelte politiche il valore dell’uomo con il suo potere creativo, con il suo portato trasformativo ed evolutivo. L’alto senso che rende “ vivibile” un paese civile.
    Mi stupisce e mi commuove sentire che la vera speranza, presente in ogni uomo, è potente e più forte della rabbia e della paura che spiazza, che annienta, che sprofonda nella disperazione !
    Quando ho saputo che Marco era stato invitato a questo evento ho provato semplicemente gioia perché è come si fosse realizzato una profezia che tutti attendavamo. Una porta aperta per un passo concreto in linea con ciò che sentiamo nel nostro intimo, dopo anni di duro lavoro interiore condiviso e sempre confortato da una visione profetica del tempo messianico in cui viviamo. Il pensiero che Marco esprime in ogni luogo, da sempre, è sempre lo stesso! E’ parola che annuncia la nascita di una nuova figura di umanità, lo grida con ogni tonalità e sfumatura per ridestare i cuori avviliti e stanchi di menzogne ma misteriosamente sintonizzati all’ascolto della “parola” illuminante.
    Parola di Annuncio e testimonianza per vivere questo tempo apocalittico con strumenti conoscitivi che possano aprirci alla consapevolezza che un nuovo modo di essere umani, almeno un po’ più umani , è possibile!
    E’ la parola che ci ha attratti, che ha risuonato in noi come vera, che ha destato i nostri cuori depressi e ci ha messo in cammino per liberarci dalla nostra sofferenza personale e scoprire che è storia collettiva.
    Stiamo comprendendo che l’orizzonte della nostra liberazione interiore non può che orientarsi verso la trasformazione del mondo e lo avvertiamo nella carne che la nostra trasformazione ci sospinge all’espansione della vita!
    Scusate la mia semplicità ma dopo anni di ricerca interiore non cerco altro che il gusto della giusta postura che mi permetta la connessione con la Vita . La cerco instancabilmente altrimenti in me la vita si spegne! Esperienza concreta fatta di battute di arresto, di dubbi, di momenti critici per ri decidere di tornare all’essenza del mio vero cuore. Purificata da prove e sempre desta per non lasciarmi ingabbiare da strategie difensive di accondiscendenza, di fuga o di falso potere spirituale.
    Continuiamo ad ascoltarci profondamente in questo confronto così denso di pensiero, ci fa crescere nella dimensione dell’uomo nuovo che tutti stiamo cercando di far emergere in noi. Collaboriamo all’azione espansiva dello spirito e sosteniamo il dialogo annunciante di Marco, abbiamo il dovere di segnalare tutte le situazioni di ambiguità che non pongono a fondamento l’ordine naturale della vita nascente e con la trasparenza del vero discernimento.
    Vanna

  36. Ganbriella dice

    Vorrei raccontare la mia esperienza accaduta a Trevi proprio in questi giorni in occasione dell’evento “L’insurrezione della Nuova Umanità” organizzato da Aleph e Darsi Pace.
    L’ultimo giorno é stato chiesto, a chi voleva, di esprimere le proprie riflessioni o di porre domande in relazione agli interventi.
    Mi è sembrata la giusta occasione per esprimere il travaglio che ho vissuto dopo essere stata anch’io a Montecitorio all’incontro con i 5 Stelle.
    Travaglio di cui già avevo reso partecipe Marco tramite Paola (sua moglie) e che si riduceva solo nella semplice preoccupazione, che si possa identificare Darsi Pace con un partito politico che esiste già ed è ben delineato, nato da un buon intento ma che, a parer mio, mostra a tratti anche espressioni violente che differiscono dalle giuste “parole guerriere”. Soprattutto la preoccupazione è stata quella di poter allontanare persone che hanno bisogno e cercano in Darsi Pace un balsamo per le proprie sofferenze e magari tal fatto le disorienta. Marco ha risposto in modo schietto e ho compreso le sue motivazioni. Sono sicura anch’io che questa è una grande opportunità per portare il nostro messaggio in ambito politico.
    Ma ciò che mi ha sorpreso è successo dopo. Prima alcuni partecipanti di Darsi Pace mi sono venuti a ringraziare perché avevo dato voce alle loro perplessità e in tal caso penso non bisogna aver timore di esprimere il proprio pensiero che Marco accoglie sempre favorendo una sana dialettica come è sua abitudine. E questo post lo insegna direi anzi come qualcuno ha detto che é un vero miracolo!
    Sempre a Trevi dopo l’intervento una coppia mi ha avvicinato dicendomi di essere appartenente ai 5 Stelle, due splendide persone le quali mi hanno confessato che, sì esiste anche quel germe di violenza di cui parlavo soprattutto nelle alte sfere, ma la maggioranza di loro vuole solo pacificamente denunciare il marcio che esiste in Parlamento e contrastare il potere dei forti. Il loro grande bisogno è un supporto intellettuale e spirituale che ad esempio una figura come Marco può donare loro dall’esrerno. E questo  mi conferma la spontaneità e integrità di tanti aderenti a questo movimento di cui non avevo dubbi.
    Ho pranzato con loro in un clima piacevole e di allegria.
    Personalmente penso sia stato giusto esprimere il mio disagio ma ciò non cancella l’insegnamento profondo che Marco mi donato in questi anni, credo in lui e penso che se da decenni sta tentando di portare il suo messaggio di Darsi Pace in ogni ambito questa opportunità non la doveva perdere.
    Questo evento non può e non deve essere motivo di scoraggiamento o di abbandono!
    Confidiamo nello Spirito che guiderà Marco e i nostri gruppi nella missione di trasformazione e liberazione nostra e del mondo.
    Vi abbraccio tutti fraternamente.
    Gabriella

  37. Maria Carla dice

    Voglio dire solo una cosa: GRAZIE a tutti per questo straordinario dibattito…mi riconosco in tutte le luci e le ombre che qui stanno emergendo, mi sembra di essere un caleidoscopio coloratissimo che non vuole però mischiare tutte le sue tinte riducendole a un grigio spento e opaco ma conservare invece tutte le sue ricche e brillanti sfumature.
    Il coraggio del CONFRONTO…questo è ciò che più mi è piaciuto nell’incontro a Montecitorio e nel dibattito che ne è seguito su questo blog.
    Quasi ogni giorno mi sento profondamente frustrata dall’impossibilità di realizzare questo confronto con le persone con cui ho a che fare ( per incapacità mia e loro) e vederlo in atto a un livello più grande rispetto alla dimensione della mia quotidianità, mi conforta e mi sprona a realizzarlo (di più ) anche nella mia vita!
    Ancora grazie, grazie, grazie!
    mcarla

  38. Gesù non compirà il miracolo, non farà scomparire magicamente le strutture economiche e politiche che imprigionano questo mondo e rendono così tormentosa la nostra vita. Questo compito spetta a noi, noi dobbiamo attraversarle con la stessa cura e lo stesso abbandono fiducioso con cui attraversiamo le nostre strutture interiori e sappiamo per esperienza che questo le guarisce.
    Grazie per tutto quello che ho imparato in questi giorni.
    Un caro saluto

  39. Oggi andrò in montagna con Beniamino (lui sta rileggendo “Essere e tempo” di Heidegger), so che accarezzando con lo sguardo il profilo delle montagne ripenserò alle vostre parole e nel silenzio cercherò di accogliere e lasciare andare, soprattutto la sensazione di essere stata invasa che ho avuto settimana scorsa. La rivoluzione inizia dentro di noi mi pare di avere compreso e poi nelle relazioni quotidiane con gli altri, che non vanno ingannati a mio parere, neanche fosse a fin di bene.
    Un caro saluto a tutti, in particolare a Marco Guzzi

  40. Carissimi, grazie di cuore di tutti questi contributi tanto elaborati e profondi che certamente serviranno a chiarire molte idee e a schiarire, spero, molti cuori.
    Permettetemi però di ringraziare in particolare Luca, senza voler togliere ovviamente nulla a nessuno, in quanto leggendolo mi è sembrato finalmente di essere a pieno titolo nel movimento DP, a casa mia e nostra cioè, nell’alveo del nostro linguaggio. Le sue riflessioni infatti mi pare che tengano in maggiore considerazione, e anzi partano e si alimentino allo spostamento del centro dell’io, al rovesciamento dello sguardo, e quindi producano quel ampliamento della visione, che noi tentiamo in ogni istante. Facendoci così respirare….
    Leggendo il commento di Luca mi sono proprio commosso: possibile, proprio il più giovane di tutti, un ragazzo di poco più di 20 anni, non si lascia spostare di un millimetro dal vero fuoco della questione, non si lascia intimidire né confondere, non precipita cioè al livello dei dibattiti televisivi, o delle impervie questioni sul ruolo di un fondatore di movimenti? si ricorda Luca invece puntigliosamente e orgogliosamente, in una sorta di libertà davvero regale, che qui in DP stiamo parlando di una svolta antropologica millenaria, di un ribaltamento dello stesso concetto e di ogni pratica politici, e, ad esempio, della fine dell’intero ciclo moderno che ha separato rigidamente religione e politica, ben altro insomma è in gioco, ben altro noi mettiamo in gioco, ed è quindi in questo orizzonte, che è poi il nostro, ciò che ci connota e ci differenzia, dovremmo leggere anche l’incontro di Montecitorio …
    Forse ha presente, Luca, mentre scrive, qualcuno dei miei libri, la mia inesausta riflessione politico-spirituale, La svolta, Dalla fine all’inizio, L’Insurrezione, qualcuno dei 200 video pubblicati etc. anche se parla di un evento specifico e limitato, da praticante DP però, e non come un passante che veda di sfuggita il dibattito Guzzi-Nesci-Fico e si interroghi sui nostri aspetti caratteriali, o sull’opportunità dell’incontro, facendo le pulci a questo o quel passaggio ….
    Sia chiaro, la mia non è una critica, ma al massimo il segno di un piccolo dispiacere, posso esprimerlo anch’io?
    Provate a guardare le cose un po’ più dall’alto, almeno dallo stato di una coscienza incondizionata, e provate a vedere i miracoli, i veri e continui miracoli (compreso quello del 13 luglio….), di cui godiamo da quasi 20 anni in questo Movimento, e forse sarete più indulgenti nel valutare qualche mio tono di voce o iniziativa. Vi prego, fate meglio voi di me, manifestate meglio e più di me questo grido straziante dell’umanità oppressa, questa allegria furente dell’inizio, questa cura minuziosa dell’umano e del suo dolore, e fatelo con maggiore grazia, ed equilibrio, e saggezza politica, ed efficacia, senza troppa aggressività o troppa moderazione, fatelo e fatemene partecipare e godere, ve ne prego! io davvero non sogno altro, e non lavoro in fondo che a questo, ad aiutare uomini e donne a fiorire nelle loro migliori qualità spirituali.
    E poi, grazie a Dio, me ne torno nella mia gioia, che è la mia vera forza, lo spazio assoluto della follia piena di pensiero nascente, dove le parole vengono sempre a consolarmi, a illuminarmi, e a orientarmi, mentre il manto profumato della misericordia copre e risana ogni cosa.
    Marco

  41. Francesco Cannella dice

    Sono pienamente d’accordo con te, Marco!
    Bellissimo intervento: sincero e liberante per tutti! “Vi prego, fate meglio voi di me… fatelo e fatemene partecipare e godere”.
    Un incoraggiamento a metterci seriamente in gioco. Coraggio, è davvero il momento della svolta!

  42. Carissimi tutti,
    rileggo i commenti che mi sono attirato esprimendo maldestramente l’accusa a Marco di una scelta partitica.
    Rileggo la sorpresa di Marco per questa mia inopportuna ed errata deduzione che , purtroppo o per fortuna, lo costringono ad un appassionato chiarimento , per questo mio errore, ricordando al mio cuore e a tutti, ogni cosa bella e profondamente vera, che ci sta donando, culturale, psicologia e spirituale. Con la pratica di Darsi Pace, Marco ci dona gli strumenti per costruire , col nostro lavoro interiore la nostra libertà interiore ed esteriore, quindi anche politica e partitica per pro-creare mondo. Tutto ciò, che risuona nel suo commento chiarificatore è esattamente tutto ciò che mi ha fatto e fanno ancor di più amare Marco , insieme al lavoro di Darsi Pace, e anche questa battaglia di commenti che spero rafforzi e incoraggi anche le nuove leve del nostro esercito di pace, per niente scoraggiate dalle nostre beghe interne, dai tratti ancora egoici ( i miei ) e delle Parole Guerriere di tutti ….come con molto interesse fa notare il commento di Francesco Cannella , al suo primo anno del triennio .

    Solo per chiarezza, e non per riaprire la questione che, da parte mia appare ora più chiara, riscopro la causa egoica della mia sollevata di scudi in questa frase di Marco : “ NOI dobbiamo impegnarci in questa rivoluzione culturale, in modo allegro e divertente “. NOI CHI ? Mi sono chiesto….Noi Darsi Pace con voi 5 Stelle ? Ma che significa…dove stiamo andando ?! Riscoprivo, male interpretando, l’entusiasmo di Marco in dialogo con i due politici, per altro stimabili e coraggiosi del movimento 5 Stelle , la vecchia tentazione cattolica e tragica , di dare al proprio movimento anche un proprio partito politico! E’ chiaramente evidente – mi dicevano le mie paure – sulle quali però non farò esercizi , poiché utili paura … che se un leader di un movimento come DP , unito al suo interno, sulla politica della Nuova Umanità, ma variegato all’esterno nella libera diversità delle proprie scelte partitiche, sposi ufficialmente l’anima bella di uno specifico Partito, tutti coloro che non sono di quel partito si ribellino, creando lo scompiglio .

    Ma in questo caso ,ora riconosco e mi scuso, non avrei dovuto creare alcuno scompiglio in me e in voi, come per altro verifico non essere per altro stato l’unico ” Bastian contrario” a questa maleintesa ipotesi di sposalizio politico …, se l ‘evento miracoloso della presenza di Marco nel palazzo Montecitorio, fosse stata subito compresa da me , e da tutti, come l’evento della Stella del Nascente che tutti noi , di Darsi Pace attendevano da tempo, contemplando il cielo dell’invisibile.

    Solo su questa mia diffidenza reattiva ….farò e l’esercizio sulle paure che mi consiglia Marco !
    Auguri di buon viaggio di ritorno a tutti.
    Ivano

  43. Caro Ivano, in quel caso come spesso per me NOI si riferisce agli esseri umani: NOI esseri umani, tutti NOI, come credo di specificare sempre: noi, 5stelle, leghisti, comunisti, fascisti, PD e DP, donne, uomini, europei e africani, NOI umani dovremmo oggi “impegnarci in questa rivoluzione culturale, in modo allegro e divertente”, in quanto il tempo stringe, come ho cercato di indicare negli ultimi post su Facebook….. non lo diciamo d’altronde ogni giorno, e dal primo incontro del primo anno del percorso DP?
    Ciao, e grazie. Marco

  44. Chiarimento al commento delle ore 11.57 postato dopo quello di MARCO delle ore 11.19 .
    Accolgo anche quest’ ultimo commento di MARCO con una domanda : ma che vogliamo di più da Marco ? Toccherà anche a noi riunire nella politica del mondo, l’Anima del RE che ha il potere sul mondo, con quella del Profeta che ci apre all’ascolto divino …..da qui passa la liberazione nostra e la salvezza del mondo.La grande storia biblica è anche dentro di noi…e continua.

  45. Già ! ..NOI, NOI, NOI…TUTTI NOI UMANITA’ INTERA…..GRAZIE MARCO e scusa la mia dura cervice.

  46. Grazie, Marco, del chiarimento ancora più esplicito del NOI. Per il resto, concordo anch’io pienamente con Luca, che ringrazio davvero di cuore.
    Un abbraccio a tutti,
    angela

  47. Elisabetta Galli dice

    Marco Guzzi e Luca Cimichella,semplicemente:Meravigliosi. Grazie di cuore. Elisabetta.

  48. “E poi, grazie a Dio, me ne torno nella mia gioia, che è la mia vera forza, lo spazio assoluto della follia piena di pensiero nascente, dove le parole vengono sempre a consolarmi, a illuminarmi, e a orientarmi, mentre il manto profumato della misericordia copre e risana ogni cosa.”

    Non me ne voglia Marco Guzzi, se a pelle questo mi pare il suo passaggio più importante. Meno evidentemente politico, ma quello che getta luce su tutto. Partendo da questa gioia, infatti, si vedono le cose in maniera diversa, unificante, più morbida, più leggera. Parlare di questa iniziativa di Montecitorio “fuori” da questa gioia (prima di tutto, per me), come il mondo moderno pensa di fare separando e dividendo i fenomeni, in maniera freddamente razionalistica, non è possibile perché semplicemente ci cambia lo scenario da sotto il naso. Si altera. Non possiamo tirarci fuori e analizzare “scientificamente” la questione: levando/accantonando/elidendo questa gioia, che è il punto centrale, tutto si modifica, tutto si corrompe, si altera.

    Io questa gioia la presento, la vedo di sfuggita, solo di sfuggita, ogni tanto… ma mi interessa, mi interessa molto. E sono qui per impararla, per chiederla, per mendicarla. Ci mettessi una vita, sarebbe ben spesa. Con questa gioia, non ci sarà paura per me (come c’è) di andare ad una iniziativa di M5S, o di qualsiasi altra forza politica, o parlare di sovranità monetaria o altro ancora. O dire chi ha ragione e chi ha torto.

    Sospetto infatti che in questa gioia sarà tutto morbido e fluente, fluido.
    Sospetto. Credo, ragionevolmente.

  49. Luca Cimichella dice

    Cari amici, vi ringrazio dei nuovi contributi, e ringrazio Marco di cuore per il suo prezioso riconoscimento.
    A questo punto desidero proporvi, in fedeltà al nostro messianico spirito di dia-logo, alcuni spunti di potenziale riflessione in merito alla reale portata della svolta politica-epocale che ci interessa come cristiani e direi, più ampiamente, come umani del XXI secolo.
    Vi offro innanzitutto una citazione di tipo strettamente politico, tratta da uno dei testi capitali della filosofia politica del secolo scorso, sintesi a mio parere dell’intera politica occidentale per come almeno l’abbiamo conosciuta fino al 1989. L’opera cui mi riferisco è “Le categorie del politico” di Carl Schmitt (II ed. 1932): «Non si può comunque ragionevolmente negare che i popoli si raggruppano in base alla contrapposizione di amico e nemico, e che quest’ultima ancora oggi sussiste realmente come possibilità concreta per ogni popolo dotato di esistenza politica».

    Schmitt, che fu un politologo certamente geniale, traendo la sua linfa da un pensiero secolare che risale almeno a Machiavelli e a Hobbes, ci sta dicendo che la competizione pubblicamente sancita e istituzionalizzata tra fronti/gruppi umani contrapposti non è semplicemente un’eventualità di superficie, ma appartiene all’essenza fondamentale della politica come tale. Senza una chiara distinzione tra un amico e un nemico, per Schmitt non può esistere la politica.
    Pensando a questa concezione e agli anni in cui fu espressa, è interessante osservare come quest’uomo non solo aderì al Nazionalsocialismo nel 1933, ma ne divenne uno dei grandi ideologi e sostenitori fino alla fine della Seconda guerra mondiale, tanto da scampare per un pelo al processo di Norimberga. Morirà poi nel 1985 a 97 anni.
    La sua vicenda umana e spirituale ci dà ancora oggi molto da pensare, poiché in fondo quello che egli espresse si può definire semplicemente come una compiuta sintesi filosofica di un’epoca antropologica millenaria della politica, che almeno a partire dagli imperi teocratici dell’antichità sino agli stati monarchici moderni, ha concepito lo Stato come realizzazione temporale di quell’entità in fondo molto “statica” , a-temporale e spesso tirannica (diremmo noi, teologico-persecutoria) che era – oggi possiamo dirlo – una proiezione iperbolica della struttura egoico-bellica, contrappositiva e separante, dell’identità umana arrivata sino al XX secolo: in fondo proprio quel modo d’essere umani (e quindi politici) che proprio con l’ultimo conflitto mondiale conosce la sua Apocalisse ultima e più catastrofica, direi inequivocabile.
    Di primaria importanza è dunque capire questo: il nostro compito storico e cosmico in questo momento è di concepire poeticamente e messianicamente un modo completamente nuovo ed altro del fare/essere politici, a partire da una profonda, carnale ed esistenziale comprensione della REALE ESTINZIONE di un’antropologia storico-millenaria che abbiamo chiamato egoico-bellica, rivelatasi ad ultimo come essenzialmente cosmico-omicida/-suicida.
    La liquidazione di tutte le forme antropologico-identitarie, oggi più evidente che mai, ci invita a ripensare con forza lo Stato non più come quello “statico” motore immobile, atemporale e quindi disumano, che abbiamo detto, e al contempo ci spinge ad oltrepassare anche quella degenerazione economicistica che ha ormai ridotto lo Stato stesso ad un cumulo di “statistiche”.
    A mio parere potremmo semplicemente e iniziaticamente cominciare a meditare sul significato dello “stare”. In cosa consiste, per l’uomo nascente, lo stare dello Stato? … Si potrebbe anche chiedere oggi all’anima di un uomo di stato: COME STAI veramente? … Se ci pensiamo bene, già quando ognuno di noi si mette seduto a meditare, in realtà sta già reimparando a “stare” in un modo nuovo. Quando ci rimettiamo in contatto col nostro stare, col nostro posare originario sul suolo fondativo dell’essere, già diciamo noi di sperimentare una NUOVA FORMA DI STATO, che sappiamo essere da subito sia interiore che collettiva, sia personale che dunque politica.
    Dobbiamo partire in tutto da una nuova centralità contemplativa che si faccia poi spontaneamente principio di vita attiva e politica: che vuol dire fondare nuove identità, nuovi simboli, nuove comunità su un criterio sostanziale che non sia più di natura contrappositiva e bellica? .. Che vuol dire con-vertire la vecchia e metafisica staticità dello Stato alla direzione storico-processuale di una iniziazione perpetua, qualcosa che potremmo già definire “Stato di perfezionamento umano-messianico”? ..
    Richiamandomi a ciò che Marco ha chiamato “Democrazia progressiva” (Dalla fine all’inizio, p. 149), mi rifaccio ad un bel passo della “Nuova Umanità” (p. 180) che può essere molto fecondo per i nostri interrogativi:
    «Abbiamo bisogno di conseguenza di costruire su queste basi identitarie metamorfiche (o metanoiche) una comunità nuova che a sua volta non veda la propria forza nella conservazione di assetti (mentali o istituzionali) statici, ma piuttosto nella custodia di una Parola che non è di questo mondo, e che quindi sovverte ogni tipo di stabilizzazione (mentale e istituzionale) in questo mondo, per fluidificarci, liquidarci, e proprio così unirci e pacificarci sempre di più, al di là di tutte le nostre difese e separazioni belliche millenarie (anche di tipo religioso)».

    Ringrazio di nuovo e mi auguro che noi tutti possiamo attingere da questi spunti per portare avanti il nostro pensiero e la nostra politica in una direzione più libera e universalmente desiderabile. –

    Luca Cimichella.

  50. Ganbriella dice

    Grazie Luca per quese citazioni molto esplicative e chiarificatrici.
    E grazie Marco per il tuo invito.
    Lavoreremo per te e CON TE.
    Mi sembra che siamo un corpo solo che si muove, ondeggia, respira, in alcuni punti sofferente e agitato ma un tutt’uno con lo stesso anelito di gioia e liberazione. A presto

  51. Caro marco. Non sono iscritto ai gruppi ma sono anni che seguo il tuo lavoro. Non ci crederai, ma la prima emozione che ho avuto dopo aver visto il video È stata di puro entusiasmo. L’idea che la profondità delle tue riflessioni possa trovare pratico riscontro politico è una cosa eccezionale e credo sia on perfetta linea con quellatteggiamento guerriero che deve necessariamente subentrare per non restare eternamente al livello di bambino offeso. Hai tutta la mia ammirazione ed il mio supporto, per quanto possa valere. Ancora una cosa: un grazie infinito per il tuo lavoro. Un abbraccio.

  52. Tutto questo dibattito mi richiama solo un termine: mosche cocchiere.
    Anche riferimenti all’atteggiamento degli animali verso i maiali,nella ” fattoria degli animali” libretto oltremodoistruttivo.

  53. Caro @Anon del 4 agosto,

    io trovo il dibattito, a differenza tua, estremamente interessante. Direi, a prescindere dalla posizione che uno assume. Non so tu, ma io non ho molte occasioni di trovare un luogo dove si parla di politica sempre in coniugazione stretta con i temi così importanti come la felicità personale, e la propria realizzazione.

    E’ dal crollo del marxismo che non ci interroghiamo più sulla connessione tra politica e felicità, liberazione interiore e liberazione del mondo. E’ come se avessimo tutti “rinunciato” alla felicità vera e allora la politica diventa l’arte del convivere meno peggio che si può, nella “quiet desperation” che cantano bene i Pink Floyd nell’immortale Dark Side of the Moon (non cito Orwell ma insomma cerco di cavarmela…). Ognuno poi si lecchi le ferite come può (qui vorrei citare Mia Martini, “Sai, la gente è sola / Come può lei si consola”).

    Personalmente non sono troppo simpatetico con i pentastellati, seguo questo dibattito e cerco di capire, disposto a rivedere qualche mia opinione, come è naturale. Sono in DP con idee politiche “tutte mie” (come tutti), forse non condivise dalla maggior parte degli aderenti (e questo non fa problema a nessuno). Ma insomma, questa sfida di relazionare il compimento sociale a quello personale, data per persa da tutti o quasi, invece mi affascina completamente.

    Ci si creda o no, è una cosa così affascinante che io desidero esplorarla a fondo. Scusa mi esprimo in termini quasi “naive”, ne sono consapevole, ma non cerco qui una raffinata esegesi politico economica, raccolgo appena una evidenza del cuore.

    Che ne pensi?

    Un caro saluto,
    Marco

  54. Paola Balestreri dice

    Credo che potremo valutare e cor-rispondere (rispondere di cuore:) alle parole dell’anonimo solo quando avrà la forza e il coraggio di firmarsi.
    Penso che sarebbe opportuno cancellare tutti i commenti non firmati che sono mossi solo da odio, rancore e astio: è un fatto di igiene e non di censura naturalmente. La mia è solo una proposta che sottopongo al nostro pubblico abituale, prima ancora che alla redazione del sito.
    Un caro saluto a tutti!
    Paola

  55. Antonietta dice

    Mentre leggevo tutti questi commenti nel blog pensavo che noi, le nostre reazioni, quello che ci capita, tutto avviene dentro una dinamica molto più grande, un processo vitale di cui facciamo parte ma di cui vediamo solo dei frammenti.
    Penso che la politica sia un’arte e una scienza del vivere insieme, che evolve insieme a noi e alla nostra coscienza. È un esempio di incarnazione su scala collettiva, con tutte le ombre e maschere del caso.
    Far scendere un po’ di cielo sulla terra non è mai una cosina asettica, è anche uno sporcarsi le mani, assumersi dei rischi, uscire dagli schemi.
    In questi commenti ho rivisto alcuni miei timori iniziali, ma soprattutto nelle parole di Marco Guzzi e poi di Luca C. ho sentito la direzione giusta dello sguardo e del rilancio.
    Vorrei esprimere la mia gratitudine per l’instancabile voce profetica di Marco.
    Penso che questo incontro a Montecitorio e questi commenti segnino un momento importante nella vita del movimento DP.
    La mia impressione è di un’accelerazione di tutti i processi di crollo del vecchio e di prove generali del nuovo, dentro e fuori Darsi Pace.
    E anche dentro di noi.
    Antonietta

  56. Ciao Paola,

    rispondo a “botta calda”, come mi viene: scusa ma io propongo una ipotesi diversa, anche se comprendo la tua. Visto che il sito è impostato per permettere commenti anonimi, io li lascerei, come “lievito” (anche se granuloso ed imperfetto) e stimolo. Non reagiamo alle provocazioni in maniera difensiva, piuttosto vediamo se c’è qualcosa su cui lavorare. Di che abbiamo paura, in fondo?

    Quello che comprenderei è se volessimo impostare il sito, da qui in poi diciamo, per non permettere commenti anonimi. Non vorrei sbagliare ma penso che sia fattibile tecnicamente. Allora sarebbe un altro discorso, totalmente legittimo. Ma cancellare – a meno che non contengano volgarità o profanità – non credo sia proprio del tutto costruttivo. Personalmente – lo confesso – io vado proprio a cercare i commenti anonimi, per vedere (al di là della provocazione, spesso di dubbio gusto) se c’è qualcosa su cui posso lavorare, se queste voci fuori dal coro dicono (spesso maldestramente, è vero) qualcosa che mi può essere utile.

    Chiaramente, solo una mia opinione!

    Un abbraccio,

    Marco

  57. Paola Balestreri dice

    Si, certo, grazie della risposta ‘a caldo’: la mia era solo la reazione un po’ infastidita ad una modalità violenta e aggressiva di relazionarsi. Ci pensiamo su…

  58. …mi sembra che in passato un’Altro veniva criticato per le sue frequentazioni…(niente di nuovo sotto il sole)
    ciao Paola.riguardo all’anonimo io li lascierei(se non sono offensivi).per certi versi sono divertenti e mostrano come possano lavorare le nostre menti.
    davide

  59. ChiaraDedo dice

    Anche io raggiungo solo adesso questo post ,quante emozioni ,che bel rimescolamente e che bel rilancio .Grazie a tutti quelli che hanno partecipato a tutti a Giovanna , a Luca ,a Gabriella a Ivano e naturalmente a Marco Guzzi sento sempre piu’ forte che siamo un corpo in travaglio e che il nascente è tra noi .
    Da medico di esperienza quale ormai sono ricordo che i parti non sono mai nè facili , nè veloci se naturali ,e che si genera sempre molta agitazione fra i partecipanti ,e spesso il momento piu’ difficile e violento è proprio la fase espulsiva del Nascente .
    Senza paura con Fede uniti in Cristo.
    Chiara De Do

  60. Sono anonimo, ma se mi chiamassi Mafalda o Gerolamo farebbe differenza?
    Non mi sembra di avere fatto commenti astiosi, se mai critici al difuori del vostro coro.
    Anonimo, Mafalda, Gerolamo.

  61. Carissimi, stavo cercando di offrire la mia opinione, ma voglio rispondere prima a Paola su anonimo.
    Credo che è legittimo firmarsi anonimo fin quando lo si permette, ma è altrettanto legittimo, anzi opportuno e corretto far sì che le opinioni espresse da anonimo non vengano commentate, almeno da chi in DP comprende bene che questi modi non sono consoni e del tutto contrari alla filosofia che ci ispira. Quindi si accolgano le opinioni di anonimo, ma senza ribattere.
    Si valuterà in itinere la necessità di escluderlo dal dibattito se necessario.
    Ora vi scrivo il mio pensiero????

  62. Cari amici sono in trentino per vacanza e mi è stato difficile seguire il confronto che stamani ho però letto tutto.
    Non mi pare che dobbiamo ripeterci visto le chiarificazioni di Marco, Luca, Ivano che comprende meglio, Paola, Gabriella e altri. Grazie della vostra presenza che mi fa sentire vicino anche se logisticamente da un’altra parte attraverso questi post così ricchi, poi, e importanti.
    Durante la lettura mi tornava alla mia coscienza, chissà perché?!, la Parola di Dio, Zaccheo…, il fatto che Gesù mangiasse con pubblicani e prostitute, e che riuscisse ( ovviamente) a mantenere la propria integrità e missione, e altri episodi: credo che abbiamo il compito di ” tornare nel mondo” dopo che abbiamo fatto autoconoscimento, affidamento e nuovo incontro con Cristo. Tornare nel mondo, e ritirarci nella interiorità pacifica e gioiosa, come dice Marco G. Non di rimanere in pace e nel proprio cantuccio felici solo di essere chiamati e addirittura eletti!
    A chi più ha più sara richiesto, dice il Signore. Quindi è un dovere ed una vocazione, specifica e originale per ognuno, metterci in rapporto con gli uomini e le donne di buona volontà a trasformare e migliorare il mondo. Quelli del m5s sono persone innanzitutto, ognuna con una propria coscienza e forza di volontà, che insieme stanno rispondendo con fatica all’ anelito “di una spiritualità responsabile” insita in ciascuno ( come in tutti noi) di riprendersi ciò che è proprio, la dignità, il potere delle opere ” di bene”, la passione dell’esistenza e la gioia di sentirsi una comunità viva e creativa, vicina alla popolazione delle città e delle persone che si vogliano aggregare.
    Nella mission di DP come negli statuti questa relazione è chiara, una relazione che per i darsipacisti è connaturata con i fini della chiamata evangelica, che diciamo può essere di supporto ad agenzie o associazioni o a persone singole o gruppi che si stanno indirizzando verso un’attivazione trans-formativa ed operativa nella direzione che intravede nuove forme di umanità, solidarietà e presenza politica. Tutto ciò attraverso il lavoro psicologico, culturale e spirituale.
    A noi non interessano le appartenenze, nè gli affari del mondo consumistici o egoici. A noi interessa fare un ” servizio” di sostegno e formativo per chi sente di volersi irrobustire e pensare sempre meglio. Ed è il motivo che ispira molti di noi a stare in DP. Ciò è il motivo per cui Marco Guzzi è stato invitato a parlare a Montecitorio, che rappresenta un riconoscere, affidarsi, e chiedere aiuto a Marco ( che ovviamente rappresenta DP, ci mancherebbe altro che non dovesse essere così…), che con onestà intellettuale ha offerto la sua persona e la faccia per la causa. Punto. Il resto, come paure e convinzioni ideologiche, saranno da passare al vaglio dell’azione meditativa e di autoconoscimento.
    Grazie Marco, grazie Dp, grazie a tutti coloro che si tengono stretti per camminare in cordata e sicuri…
    Un abbraccio fraterno a tutti.
    Michele Grieco

  63. Michele Grieco dice

    Scusate ma non mi ero registrato.
    Michele Grieco

  64. Michele Grieco dice

    Questo anonimo che dice di essere in trentino sono io. Scusate non mi era registrato.
    Saluti Michele

  65. Michele Grieco dice

    Ripropongo i 2 miei messaggi
    1. Carissimi, stavo cercando di offrire la mia opinione, ma voglio rispondere prima a Paola su anonimo.
    Credo che è legittimo firmarsi anonimo fin quando lo si permette, ma è altrettanto legittimo, anzi opportuno e corretto far sì che le opinioni espresse da anonimo non vengano commentate, almeno da chi in DP comprende bene che questi modi non sono consoni e del tutto contrari alla filosofia che ci ispira. Quindi si accolgano le opinioni di anonimo, ma senza ribattere.
    Si valuterà in itinere la necessità di escluderlo dal dibattito se necessario.
    Ora vi scrivo il mio pensiero????

    2. Cari amici sono in trentino per vacanza e mi è stato difficile seguire il confronto che stamani ho però letto tutto.
    Non mi pare che dobbiamo ripeterci visto le chiarificazioni di Marco, Luca, Ivano che comprende meglio, Paola, Gabriella e altri. Grazie della vostra presenza che mi fa sentire vicino anche se logisticamente da un’altra parte attraverso questi post così ricchi, poi, e importanti.
    Durante la lettura mi tornava alla mia coscienza, chissà perché?!, la Parola di Dio, Zaccheo…, il fatto che Gesù mangiasse con pubblicani e prostitute, e che riuscisse ( ovviamente) a mantenere la propria integrità e missione, e altri episodi: credo che abbiamo il compito di ” tornare nel mondo” dopo che abbiamo fatto autoconoscimento, affidamento e nuovo incontro con Cristo. Tornare nel mondo, e ritirarci nella interiorità pacifica e gioiosa, come dice Marco G. Non di rimanere in pace e nel proprio cantuccio felici solo di essere chiamati e addirittura eletti!
    A chi più ha più sara richiesto, dice il Signore. Quindi è un dovere ed una vocazione, specifica e originale per ognuno, metterci in rapporto con gli uomini e le donne di buona volontà a trasformare e migliorare il mondo. Quelli del m5s sono persone innanzitutto, ognuna con una propria coscienza e forza di volontà, che insieme stanno rispondendo con fatica all’ anelito “di una spiritualità responsabile” insita in ciascuno ( come in tutti noi) di riprendersi ciò che è proprio, la dignità, il potere delle opere ” di bene”, la passione dell’esistenza e la gioia di sentirsi una comunità viva e creativa, vicina alla popolazione delle città e delle persone che si vogliano aggregare.
    Nella mission di DP come negli statuti questa relazione è chiara, una relazione che per i darsipacisti è connaturata con i fini della chiamata evangelica, che diciamo può essere di supporto ad agenzie o associazioni o a persone singole o gruppi che si stanno indirizzando verso un’attivazione trans-formativa ed operativa nella direzione che intravede nuove forme di umanità, solidarietà e presenza politica. Tutto ciò attraverso il lavoro psicologico, culturale e spirituale.
    A noi non interessano le appartenenze, nè gli affari del mondo consumistici o egoici. A noi interessa fare un ” servizio” di sostegno e formativo per chi sente di volersi irrobustire e pensare sempre meglio. Ed è il motivo che ispira molti di noi a stare in DP. Ciò è il motivo per cui Marco Guzzi è stato invitato a parlare a Montecitorio, che rappresenta un riconoscere, affidarsi, e chiedere aiuto a Marco ( che ovviamente rappresenta DP, ci mancherebbe altro che non dovesse essere così…), che con onestà intellettuale ha offerto la sua persona e la faccia per la causa. Punto. Il resto, come paure e convinzioni ideologiche, saranno da passare al vaglio dell’azione meditativa e di autoconoscimento.
    Grazie Marco, grazie Dp, grazie a tutti coloro che si tengono stretti per camminare in cordata e sicuri…
    Un abbraccio fraterno a tutti.
    Michele Grieco

  66. Io la penso come Marco Castellani: di cosa abbiamo paura?
    Se non usano un linguaggio offensivo o volgare, ma semplicemente dicono la loro,
    magari nelle loro parole c’è un po’ o molta verità, ma naturalmente non è di quella che abbiamo paura.
    Cristina

  67. Michele scusami, ma non sono convinto.

    Se Anonimo può postare, sia data a tutti facoltà di rispondere o non rispondere, a seconda di cosa suggerisce il loro cuore, e la loro percezione dell’utilità della cosa. Massima libertà, ogni volta che è possibile! Non siamo irregimentati, non siamo costretti a elaborati regolamenti… siamo liberi! 😉

  68. Michele Grieco dice

    Caro Marco, forse non mi sono spiegato. Se un anonimo vuole pensare con noi tutti, senza farsi riconoscere dietro la maschera, almeno lo faccia con onestà e un minimo di maggiore trasparenza. Se no non c’è bisogno che dica il suo pensiero in questo luogo. A cosa potrà servirgli? A dire e non dire?
    Boh, non so!

  69. Ciao Michele, sì capisco. Però insisto, è il sistema come è configurato che permette questa “provocazione mascherata” (tipo una pasquinata, se vuoi), ovvero di scrivere senza “dichiararsi”. O si cambiano le impostazioni di WordPress (il motore di questo sito è molto configurabile) o… è meglio prenderla nel verso buono, vedendo appunto se nella provocazione c’è un semino di verità e magari, se uno lo desidera, rispondendo cercando sempre una centratura, e non la polemica fine a sé stessa.

    Ripeto, io a volte vado a cercare gli anonimi, per bagnarmi anche in un pensiero “diverso” ancorchè a volte provocatorio. E vedere come ci si vede da fuori, che è sempre importante.

    Poi a volte la povertà espressiva degli Anon si commenta da sola, allora si accoglie con benevolenza, e si tira avanti !

  70. Michele Grieco dice

    Si Marco, è così, si commenta da sola.
    A prestooooooo

  71. Giancarlo Salvoldi dice

    Concordo con le valutazioni di Paola sull’astio e sull’aggressività dell’anonimo che al terzo commento di questo post ci ha gratificato di “utili idioti”.
    Avendo io ripudiato la categoria “amico/nemico” per sostituirla col tenere insieme i due corni delle contraddizioni, ci ho fatto il callo a sentirmi quella gratifica, e quando accade faccio come la nostra guida Guzzi e mi ritiro nella mia gioia.
    Ma in questo caso l’amico anonimo ha sparato non solo su una guida spirituale, ma anche sul movimento “Darsipace”.
    Non abbiamo bisogno di censurare nessuno, perchè la nostra pace non ce la lasciamo scalfire, ma non è trasparenza.
    Assomiglia a chi dichiara di essere democratico ma va ad insinuarsi nei siti “nemici” per insultare, irridere e lordare.
    Siamo tolleranti ma non dobbiamo permettere che la nostra tolleranza apra la porta all’intolleranza, che accada come con le mafie che usano il sistema democratico per colpire democrazia, libertà e legalità.
    Anch’io ringrazio tutti per questo dibattito che splende di ricerca di verità,
    GianCarlo

  72. Cari amici, credo che abbiate ragione: o si cambia il sistema dei commenti oppure è difficile selezionare. Proporrò perciò alla prossima riunione di redazione di valutare l’ipotesi di non accettare commenti anonimi, in quanto contrari in essenza alla fatica relazionale che ci proponiamo. Spesso infatti questi commenti sono banalissime battute più o meno offensive, e non contributi riflessivi pure critici, come precisa Giancarlo. Comprendo l’anelito comunicativo di Marco, ma credo che DP offra infiniti luoghi e modi per dialogare in libertà, e c’è chi ci ha insegnato che è del tutto inutile offrire le perle ai porci…. senza offesa per nessuno naturalmente….
    Un saluto affettuoso. Marco

  73. Maria Carla dice

    Sono d’ accordissimo!
    La “fatica relazionale” è sempre tanta, quando ci si vuole relazionare davvero, è un impegno, un lavoro…perché in gioco c’è la crescita spirituale di ognuna delle parti (a meno che si voglia sfruttare questo spazio di libertà in uno ‘sfogatoio’ di aggressività verso il prossimo che non giova a nessuno)!
    mcarla

  74. Ho sparato non solo su una guida spirituale, ma anche al movimento?
    Ma ti rileggi caro amico? Qui siamo come al tempo di Khomeini in Iran.
    Del resto “sic transit gloria mundi”,
    Ma vi leggero’ ancora perche’ vi trovo istruttivi e divertenti.

  75. “Se tu ti apri al pensiero, capisci che il pensiero non lo procrei tu, il pensiero lo ricevi”, davanti a queste bellissime e illuminanti parole pronunciate da Marco a Misano qualche anno fa, mi chiedo…se è così, che senso ha firmare un pensiero, farlo non equivale forse a rinchiuderlo nel recinto del pensiero egoico che tanto cerchiamo di combattere? e, non appartiene a me e a tutti anche il pensiero “anonimo”?
    Mi sembra quindi non sia necessario cercare di evitare commenti anonimi e banali provocazioni, primo perché come già detto ci appartengono, poi perché per loro natura sono innocui e qualora non lo fossero servirebbero proprio a interrogarci sul perché ci infastidiscono.

  76. Sarei d’accordo con Luca. Non preoccupiamoci troppo di recintare e proteggere il territorio, lasciamo che venga contaminato anche da provocazioni (sempre se il linguaggio rimane tollerabile ed avulso da insulti).

    Personalmente mi ha aiutato @Anon quando ha lanciato la provocazione della “mosca cocchiera”: superato il primo momento di fastidio, mi sono interrogato serenamente. Mi sono detto, caro Marco alla tua età non hai niente da perdere, niente da difendere “a priori”. Devi solo tutelare la tua verità. Sei una mosca cocchiera? Magari non te ne accorgi? Ho lasciato girare questo input nel mio “sistema operativo”, e infine ho risposto serenamente.

    E se sono qui, la risposta la potete intuire.

  77. giancarlo salvoldi dice

    Sono d’accordo con Paola e con Luca T. che dicono cose diverse ma si riferiscono a diversi livelli.
    E’ vero che “il pensiero lo ricevi”, e se mi appartiene anche quello anonimo lo voglio accogliere nella pace di “Darsipace”, pur se mi dice che sono come il teocrate fascista Khomeini o i satrapi del socialismo bahatista di Iraq e Siria: questo riguarda me, il mio cuore, la mia scelta nonviolenta (infatti, grazie a Dio, i miei ispiratori sono Cristo, Francesco d’Assisi, Tolstoj, Etty Hillesum, Gandhi, Hammarskjoeld, M.L.King, Ibrahim Rugova il presidente nonviolento del Kosovo).
    Ma trattandosi della comunicazione “social” di una libera e democratica associazione, io inorridisco (purtroppo sì ) quando penso alla cloaca che sono diventati gran parte di questi mezzi, e non ci trovo né libertà né ragione, né cuore.
    L’anonimato rischia non di far emergere il meglio dell’anonimo ( che c’è ovviamente), ma il peggio.
    Giancarlo Salvoldi

  78. Maria Carla dice

    Mi riaggancio anch’io all’ affermazione “Se tu ti apri al pensiero capisci che il pensiero non lo procrei tu, il pensiero lo ricevi”.
    Ma di cosa stiamo parlando?
    Di un Pensiero che solo una mente pacificata e ‘depurata’ dagli inquinanti dell ‘ego
    può ospitare perché aperta all’ ascolto della fonte di quel pensiero OPPURE
    di ‘qualcosa’ che pensiero non è, essendo solo l’espressione di una mente distorta da pregiudizi, paure, ostilità di vario tipo (le “banalissime battute più o meno offensive” di cui scrive Marco G.) che ti imprigiona a tal punto da non avere nemmeno il coraggio di firmare con il tuo vero nome?
    Mi sembra questa una distinzione importante per valutare il dafarsi rispetto ai commenti anonimi da pubblicare o meno sul sito.
    Un caro saluto a tutti, mcarla

  79. Paola Balestreri dice

    Care amiche e amici,
    ero un po’ preoccupata di aver sviato l’interessante discorso politico, dando di fatto molto potere all’anonimo, ma poi sono stata contenta che il nostro dibattito sul metodo abbia in qualche modo ‘stanato’ Mafalda o Gerolamo, la quale o il quale ha voluto rassicurarci, precisando di non aver voluto fare commenti astiosi, ma solo critici (e la critica, soprattutto se costruttiva, è sempre molto ben accetta in questo sito). La/lo ringrazio per questo e anche per il fatto che vuole continuare a seguirci in quanto ci trova divertenti e istruttivi. Se vorrà continuare a intervenire (a prescindere da cosa deciderà la redazione), sarebbe bello che si definisse un po’ di più nella verità, in modo da consentirci di interloquire con maggiore possibilità di coinvolgimento reciproco.
    Non è questa poi la cosa più interessante e davvero divertente, piuttosto che rodersi nella massa informe dei social? non è questo il senso della fatica relazionale che ci proponiamo: conoscerci sempre di più nei nostri meccanismi più o meno automatici e distorti e eventualmente correggerli, per stare meglio, molto molto meglio?
    E tu, come stai veramente?
    Per superare la millenaria dialettica amico/nemico, che, come ci ricorda Luca, ha sostanziato e continua a sostanziare la politica, abbiamo bisogno di imparare a “stare” in modo nuovo, per poter “sperimentare una NUOVA FORMA DI STATO, che sappiamo essere da subito sia interiore che collettiva, sia personale che dunque politica”.
    Un saluto a tutti e buona festa di oggi: in una torrida estate la Madonna della Neve ci doni il refrigerio e la speranza!
    Paola

  80. Maria Letizia Santi dice

    Sul comportamento da assumere nei confronti dell’interlocutore Anonimo, concordo pienamente con la posizione di Marco Castellani: avere un’apertura verso tutti mi sembra in linea con l’impostazione e il metodo di Darsi Pace che accoglie ogni situazione di disagio, anche se espresso con toni magari aggressivi o egoico-bellici. Lasciamoci mettere in crisi e interroghiamoci: di che cosa ho paura? Perchè mi dà fastidio? C’è anche nelle sue critiche una goccia di verità?
    Per quanto riguarda l’intervento di Marco Guzzi a Montecitorio, dopo un attimo di sorpresa, mi sono ritrovata a condividere con gioia questo atteggiamento che dovrebbe giustamente essere rivolto verso qualunque formazione politica che sia disponibile al dialogo
    Un saluto a tutti.
    Maria Letizia.

  81. In questo ultimo periodo una serie di complesse vicende mi ha tenuta lontana dalle cose dei gruppi DP, ho dovuto saltare i due Trevi, non ho letto più le pagine del sito, giusto un’occhiata alla posta, dove ho visto la comunicazione del seminario che ci sarebbe stato a Montecitorio, iniziativa indetta dal Movimento 5stelle cui Marco era invitato, occorreva registrarsi per partecipare all’evento, mi son detta anche questa è saltata (ci sarei andata, per curiosità, per vedere che impatto avevano le parole di Marco in una sede così insolita). Lì per lì ho pensato “va a finire che adesso Marco Guzzi e gruppi DP vengono etichettati come Grillini”, ma tanto lui delle etichette se ne frega, come è giusto che sia, d’altra parte se è vero quel che insegna nei suoi corsi, non c’è etichettatura che possa fermare la svolta in atto. Siamo su una barchetta e i rematori cominciano a capire che c’è una rotta da seguire, anzi, di più, c’è una rotta da comporre, tutti insieme. Poi è stato pubblicato il video dell’incontro, l’ho aperto saltando qua e là giusto per rendermi conto e “Caspita, altro che etichetta, il grillino è lui”. Ho sospeso ogni pensiero aspettando con pazienza il momento in cui avrei potuto vedere tutto con calma.
    Eh si, anni fa (molti) quel che andava dicendo Grillo mi incuriosiva, sono anche andata a vedere in una piazza romana qualcuna delle primissime manifestazioni, mi ero persino registrata sul blog (mi viene in mente adesso, l’avevo praticamente rimosso), poi ho presto lasciato perdere, vedevo l’incompetenza, il pressapochismo, l’assenza totale di volontà di ascolto, la rinuncia ad affrontare la complessità delle cose, la demenziale convinzione che quattro click possano fare una democrazia, la scarsa trasparenza proprio da chi se ne riempiva così tanto la bocca arringando i suoi … no basta, fosse stato per me li avrei mandati tutti a studiare, a cominciare dai capi, fitto fitto per qualche anno. Per non parlare del dopo, quando sono diventati una forza politica o si sono ritrovati ad amministrare una città, impressione pessima. Certo non è che io segua da presso i provvedimenti che si propongono/disegnano, posso sbagliare (e speriamo che io sbagli), ma prendiamo, chessò “il reddito di cittadinanza”, quanto miope è questo testo? Questi signori o non vedono e non valutano le conseguenze di ciò che disegnano, o ci vedono benissimo il che è pure peggio, o anche prendiamo la città di Roma, vi piace ciò che sta accadendo? Ma davvero pensate che sia tutto un complotto degli “avversari” che d’accordo coi giornalisti distorcono la realtà dei fatti? Mi fermo, non sono queste le cose che volevo dire e nemmeno hanno poi tanta importanza.
    Torno al video. Finalmente guardo con calma. Mi sorprende positivamente Fico. Marco dice le cose che insegna, però però … Mi ronzano in testa due pensieri: a) ok anche Grillo e Casaleggio hanno detto frasi interessanti, e non potrebbe essere diversamente se è vero come è vero che siamo in un momento di svolta epocale che pervade tutto e tutti, e poi che sarà mai! anche mia zia (91 anni, seconda elementare, dice cose memorabili), ma il fatto è che, per come è costruito il discorso, sembra che i bravi stiano lì nel movimento 5 stelle, loro la maschera non la indossano, il lato oscuro non ce l’hanno, alienati non sono e lo spirito bellico non sanno nemmeno cos’è. Si avrei preferito un discorso scevro da lodi o reprimende, tanto poi chi ascolta lo capisce benissimo se può sentirsi lodato o rimproverato e perché. b) ma che ha detto Marco? Qual è il punto che distingue, che caratterizza questo pomeriggio a Montecitorio? Ha detto molte cose, come sempre, piene di rimandi a montagne di altro, cosa però distingue questo evento mi pare sia “non basta una voce profetica che parli … la rivoluzione culturale deve assumere anche carattere e forza politica … dobbiamo impegnarci … occorre raggiungere le persone … manca un linguaggio comune … occorre creare eventi”
    Ossia dice dell’urgenza di uscire dalla nicchia, l’urgenza di concretizzare e quindi la necessità di parlare ad un pubblico più vasto, di trovare un canale, una porta sulla piazza, la prima (?!) disposta ad aprirsi.
    Capisco, certo, capisco benissimo. Ma quanta fretta però, io vedo un cartello di pericolo, di quelli attenzione caduta massi. Ma forse è necessario pure questo, un po’ come i primi moti carbonari furono cosa necessaria, ancorché non sufficiente, agli sviluppi successivi. Insomma alla produzione di una nuova realtà concorrono tante cose, diverse, variamente intrecciate, compresi gli errori.
    Completato il video ho letto quindi i commenti. L’effetto complessivo è stato come quando qualcuno getta un bastone nello stagno e si solleva una nuvola di moscerini (a scanso di equivoci: non è riduttivo, ho scelto i moscerini solo perché mi pare rappresentino bene il movimento che vedo) tutti in grande agitazione, su e giù destra e sinistra si sbatacchiano un po’ e poi si ricompongono come prima sullo stagno, io naturalmente sono il moscerino ritardatario, solo che in questo momento non so se mi ricompongo pure io o se rimango all’erta per un po’. Insomma, si erano appena ricomposti tutti questi moscerini che si turbano di nuovo, questa volta contro lo straniero, l’anonimo, colui o colei che la butta lì e non si firma, “sgradevole, non corretto, che si fa? Rispondiamo, non rispondiamo, modifichiamo le regole dei commenti …” Francamente ho pensato: “il caldo fa brutti scherzi, hanno bisogno di riposo”. Di che cosa vi preoccupate? Io proprio non riesco a cogliere il punto. Tornando ai commenti, Giovanna all’inizio ha posto 6 bei quesiti. A me non pare si sia risposto a tutti, su qualcuno potrebbe essere utile rifletterci su, ma forse sono io adesso ad avere la “botta di caldo” visto che Marco il 1 Agosto ringraziando dei contributi dice che gli sembra “rispondano ampiamente alle domande e alle perplessità di Giovanna”.
    Avrei finito.
    Buone giornate a tutti
    Maria

  82. Maria Carla dice

    “C’è anche nelle sue critiche una goccia di verità?”
    Ma quali critiche, cara Maria Letizia, finora il ‘nostro’ Anonimo ha solo sparato sentenze etichettando DP come un insieme di “utili idioti”, “mosche cocchiere”, seguaci degli animali della Fattoria di Orwell…
    E queste sarebbero critiche inoffensive?
    Ma quando mai ha argomentato o motivato qualche sua affermazione…si comporta né più né meno come colui che lancia il sasso e poi nasconde la mano (vigliaccamente!).
    Se davvero volesse dialogare in modo costruttivo cambierebbe ‘stile’.
    Io alle sue provocazioni non ci sto
    e spero a che anche ‘tecnicamente’ sia possibile arginarle!
    A tutti buona domenica!
    mcarla

  83. Caro Luca, mi pare molto importante riflettere proprio sullo Stare, e quindi sulla natura dello Stato, che oggi sta appunto mutando. Come stare? Dove stare? e come e dove stare insieme? le tue osservazioni colgono un punto per noi essenziale: la democrazia che vogliamo costruire dovrà radicarsi sulla consapevolezza del costante mutamento dello stato dell’io. E quindi Stare in un punto mobile e mutevole.
    Questa consapevolezza dovrà (non può che) trasformare il concetto di laicità dello stato, e quindi rivoluzionare le forme della democrazia, che si sono sviluppate dall’illuminismo in poi, proprio sulla base della netta separazione tra razionalità e corpo (emozioni, trasformazioni, iniziazioni etc.).
    E queste non sono mie idiosincrasie, ma il punto problematico al quale sono arrivati tutti i pensatori che hanno riflettuto sul destino della democrazia…
    Questo è il livello da cui ripartire, questo per me significa fare politica, e non certo, cara Maria, essere grillino o pidiessino. D’altronde ciò che reputi una novità nel mio discorso a Montecitorio: “non basta una voce profetica che parli … la rivoluzione culturale deve assumere anche carattere e forza politica … dobbiamo impegnarci … occorre raggiungere le persone … manca un linguaggio comune … occorre creare eventi”, io in realtà lo dico ogni giorno, in ogni incontro DP, e in ogni pagina dei miei libri…. almeno da 40 anni, non ti sembra?
    In un certo senso poi sì, io sono grillino, e sono anche democristiano, e liberale, e perfino comunista, e fascista, in un certo senso la nuova forma di politica che stiamo elaborando dovrà contenere e trasformare dentro di sé (senza rimuoverle) tutte le tradizioni politiche della modernità.
    Se ci poniamo a questo livello di pensiero, che poi è il nostro, tutto il resto torna al suo giusto, e limitatissimo, posto, e possiamo imparare a stare anche nell’agone politico con quella libertà creativa che riduce di molto ogni paura.
    Marco

  84. Cara Maria Carla,

    sicuramente, come dice Marco Guzzi, si può e si deve ragionare se è il caso di modificare le impostazioni del blog per non far apparire commenti anonimi. Si può anche legittimamente argomentare che la posizione di chi commenta senza palesarsi (come noi tutti siamo “palesati” e dunque mettiamo realmente in gioco noi stessi) sia una posizione asimmetrica e ultimamente “sleale”. Se si dovessero chiudere i commenti anonimi, non mi straccerei certo le vesti, dunque.

    Ciò detto, io continuo a vedere un lato positivo in questa massima apertura che ha attualmente il blog. E’ alla nostra maturità distinguere tra un messaggio argomentato e denso, come quello di Luca, o quelli di Marco Guzzi (e tanti altri), e due righe buttate giù con una provocazione. Chiaramente i due messaggi hanno pesi diversi. E la provocazione, può essere comunque utile, se esplorata senza paura. C’è una parte di verità? Chissà… perché escluderla a priori? Ripeto, di cosa abbiamo veramente paura? Dobbiamo davvero tirare su dei muri per “proteggere il recinto”? Ma poi non si rischia di rimanere in un ambito in cui sono più o meno tutti d’accordo, e ci si autoconferma a vicenda? E’ realmente ciò che vogliamo?

    Ovviamente la cosa è più complessa di così. C’è il rischio di disperdere gli argomenti, rincorrendo inutili provocazioni, senza approfondire nessun tema. Insomma ci sono pro e contro, e penso che da un bilancio di questi, nascerà la soluzione più appropriata, e ho fiducia nel comitato di redazione.

    Ma stiamo pur certi che provocazioni, e anzi addirittura persecuzioni, in un modo o nell’altro, ce ne saranno sempre: meglio accoglierle. E’ segno che stiamo sulla strada giusta – ce l’ha detto un Tipo abbastanza autorevole, un paio di millenni fa. Alla cui scuola, con tutti i nostri limiti, accettiamo ogni giorno di rimetterci.

    Un abbraccio,

  85. Barbara P. dice

    Mi scuso nel caso io ripeta cose già dette nei commenti che, tantissimi, e pure tra questi ho trovato molti che veramente belli e luminosi mi hanno acceso e vi Ringrazio!
    Non trovo sia in discussione Marco Guzzi e le sue scelte, bensì cosa si voglia fare Noi in quanto parte dei gruppi o in quanto individualità, nell’idea di una partecipazione concreta o meno in un lavoro politico che ponga l’Uomo come punto focale. Correggetemi se ho travisato.
    Oggi l’uomo, noi tutti siamo accessori, schiavi, opzioni e … funzionali ad un sistema economico il cui punto focale rimane l’economia con tutti i suoi numeri e mantenuta brillantemente in piedi attraverso le nostre divisioni. Divisioni di idee, partiti, “anonimi e firmati” ecc …
    Mi hanno affascinato le parole di Dalila e Roberto che, in quanto parlamentari hanno intensamente parlato in lingua Darsi pace.
    Ho preso appunti su molte delle loro parole e desidero riportare qui solo alcuni piccolissimi “lembi” di frasi pronunciate da Roberto Fico tra cui“ … il Movimento cinque stelle non è un partito politico … bensì un “punto” fuori dal quadro politico, … per unire i cittadini e … fare insieme un altro tipo di riflessione …”.
    Scoprendo così un intento poi sviluppato in tutto un pensiero nella direzione di: “ … un -noi cooperativo- , di un –io più collettivo- …”
    Direzione che dovrebbe, secondo me, … diventare una responsabilità, per chi ne senta la grande importanza storica; nell’assumerci e sentirci in questo impegno accomunati gioendo. R. Fico: ”… il parlamento ha senso se è un -servizio pubblico …”e “ … pensare comunità –insieme-: è la -Bellezza della Politica- …”.
    E, … si ri accende così la speranza di una politica fatta dall’ uomo per l’ uomo.
    Ed agganciandomi alle riflessioni sullo Stare … sì, immaginiamo una politica dell’uomo per l’uomo che permetta ad egli, cioè noi tutti, di trovare il nostro giusto Stare nel mondo.
    Grazie, Barbara

  86. Ambretta Greco dice

    Cari tutti,
    nei giorni immediatamente successivi al seminario “Parole guerriere”, non trovando nulla sul nostro sito e desiderando esprimere la mia opinione, ho scritto una lettera personale a Marco sul suo indirizzo personale. In seguito è stato postato l’incontro sul sito ed è iniziato il dibattito interno a Darsi Pace. Dal momento che non ho mai ricevuto risposta da Marco, anche se la mia lettera era personale mi sento autorizzata a renderla pubblica e ve la giro così com’è.

    Caro Marco,
    ti scrivo per esprimerti il profondo disagio con cui ho vissuto questa iniziativa “politica”, fin dal momento in cui mi è stata annunciata, con una mail, come un impegno già preso da te in collaborazione con alcuni rappresentanti Cinque Stelle.
    Penso che, come ci sono gruppi all’interno di “Darsi pace” che studiano ed elaborano spunti di pensiero su vari argomenti (cultura, scienza, ecc.), sicuramente si potrebbe formare un gruppo che studi teoria politica, elabori un nuovo linguaggio politico, e forse anche potrebbe avanzare alcune proposte o pronunciarsi su temi specifici.
    Quello che mi sembra improponibile (e letale!) è riconoscersi in un partito o attaccarsi al carro di un partito, partecipando a iniziative comuni che si risolvono comunque in propaganda per quel partito.
    E dico questo non solo perché si tratta di quel partito, di cui io personalmente non condivido la maggior parte delle iniziative, non condivido il modo né il linguaggio (violento e trash), e mi sento profondamente e personalmente ferita dalla satira blasfema del suo leader indiscusso che, nel suo ultimo spettacolo, ha distribuito “grilli” in bocca ai propri “fedeli” parodiando l’Eucarestia e dicendo: “questo è il mio corpo”.
    Ecco, no, non è solo per questo, che basterebbe, ma c’è dell’altro.
    Sarei contraria anche se si trattasse di qualunque altro partito, fuori o dentro le istituzioni. Provo a dirti perché:
    Non ho partecipato all’incontro, ma ho avuto un link con la sua registrazione. Ora, devo dire che Roberto Fico, che poco conosco perché non ha molta visibilità, ha fatto un discorso che mi è sembrato molto pacato e per molti aspetti condivisibile, così poco grillino, forse perché pensava di doversi rivolgere e magari interloquire con un pubblico anche composto di partecipanti a “Darsi pace”.
    E’ quando tu, Marco, hai preso la parola che ho cominciato a sentirmi davvero male. E’ stato quando ho sentito usare da te un linguaggio violento e scomposto, con parolacce (tipo la “merda” in cui si rivolta Bianca Berlinguer!), un linguaggio bellico e beffardo, proprio di quell’ ”Io” perfettamente egocentrato che, con tanta fatica ed attenzione, in Darsi pace vogliamo rifiutare.
    Ti ho sentito citare Grillo e Casaleggio come fossero i tuoi maestri, mentre Gesù sembravi non sapere più neanche chi fosse (“Gesù Cristo probabilmente era un non-violento, credo”).
    Potenza del contesto politico-partitico: trasformazione in senso inverso del percorso di Darsi pace.
    Ti prego di riguardare un attimo la registrazione con un occhio un pochino distaccato. Probabilmente vedrai quello che ho visto io: una maschera grottesca, forse indossata per il pubblico dei grillini! Non ti conosco bene, ma abbastanza per sapere che non sei così e che in quell’occasione hai dato il peggio di te stesso.
    Nessuno di noi è santo, e neanche abbiamo realizzato l’uomo cristico a cui aspiriamo. Non siamo pronti per la politica, se non cambiamo noi profondamente. Sarà l’uomo nuovo, quello evangelico, a fare un mondo nuovo. Oggi la lotta è ancora tutta interna a noi stessi e avviene nei nostri cuori (in senso biblico), nel quotidiano in cui ci misuriamo con le nostre relazioni personali, attraverso le quali speriamo che la nostra trasformazione si estenda a macchia d’olio. Non faremo la guerra all’Impero Romano, come volevano gli Ebrei da Gesù. E’ noi stessi che dobbiamo sconfiggere.
    Se è una svola antropologica, se dobbiamo cambiare il modo di stare al mondo per cambiare il mondo, ci vorrà tempo. E soprattutto sarà Dio a farlo in noi. Chiediamoglielo sempre, perché senza di Lui non possiamo fare nulla.
    Ti abbraccio.
    Ambretta

  87. Caro Marco,
    ti ringrazio per la risposta, mi rendo conto però che occorre una mia precisazione.
    Là dove mi dici
    “D’altronde ciò che reputi una novità nel mio discorso a Montecitorio”
    credo ci sia un fraintendimento. Non ‘reputo una novità’ il “non basta … eventi”, ho avuto la fortuna di ascoltare i tuoi discorsi ai Gruppi Darsi Pace che ho seguito fin qui, nei video delle tue molteplici conferenze, nei libri che hai scritto. Ciò che mi provavo a fare era individuare, in quel contesto, cosa esattamente avevi scelto di dire, come e soprattutto perché. Mi è parsa chiara, nei modi e nei contenuti, l’urgenza di trovare una porta sulla piazza, di aprire altri canali di diffusione. Non eri lì a portare il tuo pensiero, a gettare un seme, eri lì pensando di aver trovato una possibilità. Come quello che sta su una sponda, vede l’altra e sa che è sull’altra che deve andare, così prende il primo pezzo di legno che passa senza guardarlo bene. L’urgenza la capisco, il resto no.
    E, pensa, volevo come avvertirti: vedo un pericolo, per questo fiume questo legno potrebbe non essere giusto, aspetta, non eri alla ricerca e alla costruzione di legni tanto nuovi da essere financo inimmaginabili?
    Tutto qui.
    Ho letto adesso il post di Ambretta, mi pare che dica benissimo del disagio che è anche mio.
    Saluto tutti
    Maria

  88. Chiara Cioli dice

    Carissima Ambretta,
    credo (questa è la mia opinione naturalmente) che il problema non è possibile focalizzarlo sulle così dette “parolacce” ma sul perché delle espressioni. Gesù ha chiamato gli scribi e i farisei “sepolcri imbiancati” e “razza di vipere” … parole a quel tempo molto, molto offensive…. Gesù non aveva peli sulla lingua quando vedeva derubato il BENE SUPREMO dell’uomo con una ipocrisia e una volontà viscida, che incatena e manipola gli esseri umani rendendoli così addormentati e annebbiati da lasciarsi irretire e credere che quello che veniva loro offerto era il massimo che si potesse avere! Gesù le opportunità le coglieva nelle case dei pubblicani (evitati come degli appestati dai pii farisei) e portava avanti la sua missione creando di volta in volta qualcosa di inedito e inaspettato perché era UNO con il Padre che crea continuamente, anche ORA, dentro gli eventi della storia presente. Il Movimento 5 stelle non è la risoluzione di qualcosa perché ha le sue lacune come d’altronde vediamo un pò ovunque in politica, ma nonostante il modo a volte così crudo di manifestarsi io ci riconosco la mia RABBIA autentica , la mia anima selvaggia quella parte di me da addomesticare certamente, ma comunque è il luogo da cui scaturiscono verità profonde di me. Tirare fuori da questo movimento (non è un partito) la luce è il lavoro da fare senza falsi puritanesimi. Chiaramente è un tentativo, è una possibilità e provare a dialogare con l’ombra senza averne paura è già un salto di livello notevole per la conquista della autentica libertà e l’espansione della coscienza. Non soffermiamoci per favore sui nostri pregiudizi e sensibilità e guardiamo cosa si sta muovendo in sottofondo anche se ci sembra violento … è lo scimmione cresciuto e pasciuto … ma è proprio lui che dobbiamo avere il coraggio di guardare, prenderne l’energia e trasformarla in potenza di rinnovamento e rigenerazione. Guardiamo dunque ai veri motivi delle parole perché altrimenti rischiamo di rimanere ancora nella palude di un perbenismo che ha il potere di paralizzare dentro uno “status quo” che poi alla fin fine tiene solo a bada le nostre piccole sicurezze.
    I rischi sono sempre tanti ma senza saper rischiare si smette anche di vivere. Gesù ha raccolto tutte le opportunità pur di raggiungere e realizzare il bene dell’uomo e di critiche ne ha avute molte ma ha creato, ri-conciliato, ri-sanato stando proprio a contatto con ciò che era ritenuto marcio, impuro … e è stato ucciso da chi (forse senza saperlo) perdeva la propria sicurezza, controllo e potere. Naturalmente queste sono delle riflessioni che mi sono venute leggendo il tuo post, ma non ti conosco quindi le mie parole sono solo ciò che ho elaborato mentre leggevo
    il tuo scritto.
    Un caro saluto. Chiara

  89. Volevo dire qualcosa non a difesa di Marco Guzzi che ha le spalle abbastanza larghe ma del Movimento 5 Stelle che spesso è (s)conosciuto attraverso la lente distorcente dei mass-media.
    Il M5s è stato fondato il 4 ottobre giorno di San Francesco non per caso, il suo principale slogan è “NESSUNO DEVE RIMANERE INDIETRO” e ogni anno organizza una marcia Perugia-Assisi a favore del reddito di cittadinanza una misura a contrasto della crescente disuguaglianza e povertà, questione questa che è il primo punto del suo programma. I propri rappresentanti istituzionali rinunciano a una larga fetta dello stipendio per utilizzare questo denaro per creare microcredito, il M5S ha riportato all’ordine del giorno parole come onestà, speranza, comunità, solidarietà.
    Ho scritto poche cose semplici che sfiorano il banale senza addentrarmi in considerazioni più profonde su quello che il M5S è e potrebbe essere in una ottica del nascente, solo per ricordare che Marco Guzzi non ha partecipato a un incontro organizzato dai fratelli di satana ma da un movimento che ha riportato in politica molti dei temi che erano scomparsi dall’agenda e che quelli che si preoccupano degli ultimi dovrebbero invece sentire molto vicini.
    In ultimo questo incontro ha anche avuto il merito di portare 85 commenti (al momento) a un post di Darsi Pace, quando ad esempio l’incontro con Rutelli di qualche tempo fa, non ha (pre)occupato nessuno.

  90. Marco Turianelli dice

    Ha suscitato in me profondo interesse l’incontro alla Camera tra Marco, Dalila e Fico. Mi è sembrato di assistere, ascoltando, una bellissima sinfonia, aperta, dove la speranza autentica di un incontro creativo si è potuto svolgere.
    Le parole guerriere sono state pronunciate con forza e gentilezza ed hanno acquisito un peso sostanzioso. L’empatia tra i conduttori c’era tutta e la comunanza di intenti pure.
    Si è trattato a mio parere di un bellissimo incontro comunitario. E tanti ne servirebbero affinchè il terreno possa essere reso sempre più fertile. Con l’obiettivo di permettere l’insurrezione della Nuova Umanità che cresce sempre più nella nostra Società.

  91. giancarlo salvoldi dice

    “I Darsipace” che hanno scritto, e i numerosissimi che leggono, stanno facendo una splendida elaborazione politica.
    Senza ipocrisie e infingimenti emergono tante paure da lavorare e alcuni dissensi con cui confrontarsi.
    Sappiamo che “il personale è politico”, e mi piace l’immagine plastica di Luca:”sedersi in aula Zatti è un gesto politico”.
    A me sembra, Maria, che Marco non è salito sulla prima barca che passava, perchè negli ultimi 20 anni di legni che pretendevano di essere nuovi ce ne sono stati tanti, mentre M5S contiene alcuni elementi di qualità e di quantità con cui è possibile e necessario provare il dialogo.
    E Marco ci chiede con insistenza di fare altrettanto noi con chi troveremo disponibili al confronto.
    Per tenere le linee di fondo del discorso che si sta sviluppando, prima dei miei prossimi commenti ( è una minaccia!) propongo anzitutto a me stesso di riprendere alcuni interventi che possono essere fruttuosi e produttivi per tutti perchè hanno particolare chiarezza e vanno alla radice del nostro percorso:
    Marco Guzzi del 2 e 6 agosto;
    Luca Cimichella del 2 e 3 agosto;
    Francesco Marabotti del 2 e 3 agosto:
    Francesco Cannella del 1 e 2 agosto.
    ( lo ammetto, ho privilegiato il gruppo di creatività poetica, ma non mi son perso nessuna delle vostre parole).
    grazie a tutti, Giancarlo

  92. Veramente un grande dono questa ricchezza di commenti, frutto della bontà del lavoro in DP: ogni intervento illumina un particolare aspetto di una realtà che è poliedrica, con luci e ombre, e infinite sfumature, bella così com’è come un’opera del Caravaggio.
    Eviterei di fare una classifica degli interventi in relazione alla maggiore corrispondenza al nostro sentire e al sentire comune; e cosi anche di dare affrettate interpretazioni che potrebbero rivelare una semplice reazione difensiva.

    Chiara ha letto quanto sta accadendo come il dinamismo di un corpo in travaglio di parto.
    Credo che una lettura a livello di dinamica di gruppo potrebbe dare luce su ciò che si agita sotto il discorso: l’ansia del gruppo davanti ad una realtà in trasformazione (che per se stessa non ha più le chiarezza di prima e presenta aspetti di ambiguità) e la tentazione di arginarla ‘normalizzando’, bloccando la nascita.
    Lasciamo che le cose accadano, e si rivelino, e ci rivelino, e tutto si trasforma in Grazia.

    Uno dei frutti del lavoro in DP è stato per me il riconoscermi il diritto di sentire e di esprimere libera-mente quello che sento, senza cedere alle sottili ingiunzioni che negavano legittimità al mio sentire inducendomi ad aderire al sentire comune.
    Conquista di libertà interiore molto faticosa da agire perché richiede grande coraggio (che non ho!), espone alla emarginazione, all’isolamento, alla perdita di appartenenza, e suscita un’angoscia difficile da contenere (mi fa venire in mente la favola di Andersen: l’imperatore nudo).
    È la libertà interiore che Marco esercita nella sua quotidiana azione di denuncia e ci fa da modello.

  93. Grazie grazie Giovanna,

    è molto bello quello che scrivi, perché è affettuosamente teso a valorizzare il positivo che c’è in tutto, e in tutti. E questa grande mole di commenti (per i quali anche io non farei tendenzialmente classificazioni di significatività, perché ognuno ha portato la propria voce anche spesso con dolore o coraggio, un messaggio di Guzzi è significativo come tre righe di uno che si espone per la prima volta e non ha mai scritto) è una vera ricchezza, un tesoro che riattraversandolo alla fine… “riluce”. Ed è segno di qualcosa di vivo, pulsante.

    Mi viene da applicare pari pari le parole che Giussani diceva per la “sua” compagnia… anche per l’aggancio “astronomico” 😉

    “Allora, se uno è realmente fedele a questa compagnia, nonostante tutto di lui e nonostante tutto di quelli che ha attorno, arriverà a buon fine. “Se tu segui tua stella, non puoi fallire a glorioso porto”, diceva Dante, e la stella è l’esperienza della nostra compagnia” (da “Una strana compagnia. Cristianesimo alla prova”)

    “Fedeli” credo voglia dire “prendere sul serio nella propria vita quello che viene proposto”. Non vuol dire essere apriopristicamente d’accordo, ma fare la fatica – dove non si è d’accordo – di cercare le ragioni e i motivi di un gesto, un avvenimento. Con passione, con libertà, con gioia.

    Non dimentichiamolo: siamo in un percorso di libertà grande: alleluia!

  94. Mi riferisco a Luca T (6 Agosto)
    perché mi sento chiamata in causa per la parte “reddito di cittadinanza” , solo per chiarire che si può verificare una grande distanza tra le dichiarazioni di intenti e la realizzazione pratica.
    Nel regime neoliberista che regge i sistemi economici nei quali viviamo, basso costo del lavoro e flessibilità dei fattori di produzione (tutti, umani compresi) sono componenti essenziali al gioco competitivo dentro e tra le nazioni. Quando i governi parlano di “piena occupazione” intendono l’ impegno a garantire una QUALSIASI possibilità di occupazione per un soggetto nella sua vita, SOTTO LE CONDIZIONI che il mercato realizza e impone in regime di competizione. Se si guarda come funziona il sistema che eroga il reddito di cittadinanza, intendo il meccanismo, si vede facilmente che si inscrive perfettamente nella filosofia economica imperante, in assoluta contraddizione con le belle dichiarazioni iniziali del testo di legge, si abbandona in pratica anche solo il tentativo di modificare i paradigmi economici che rimangono comunque obbedienti ad un unico imperativo quello della “massimizzazione del profitto” come “capitale” comanda.

    E a Giancarlo Savoldi (6 Agosto)
    Dici che non è il primo legno che passa, che è stato scelto per i suoi “elementi di qualità e quantità”. Può essere benissimo che io abbia torto marcio, rimango però dell’idea che non sia necessario salire su alcun legno.

    Quindi chiudo qui, sono stata fin troppo presente in questa lista di commenti, inoltre credo che la pubblicazione del nuovo articolo oggi sul sito sia un invito a passare ad altro. Sono intervenuta con il desiderio intimo di aiutare, non volevo irritare nessuno, mi dispiace se è accaduto. Spero che ciò che ho scritto contenga un qualche elemento utile di riflessione, di mio posso dire che non mi hanno lasciato indifferente le opinioni diverse dalla mia.

    Buona giornata
    Maria

  95. Cara Ambretta, purtroppo non ho mai ricevuto questa tua mail, alla quale avrei ovviamente risposto, come faccio con tutti. Vorrei solo dirti che a volte noi vediamo negli altri solo alcuni aspetti non riconosciuti di noi stessi. Non riesco a scorgere insomma nell’incontro di Montecitorio una mia deformazione, e credo per di più che sia un po’ vano soffermarsi troppo su recensioni estetico-morali. Qui la questione a me pare molto semplice:
    una giovane deputata del Movimento 5 Stelle mi ha invitato a Montecitorio ad un seminario rivoluzionario di filosofia, una cosa semplicemente incredibile! Io ci sono andato e in spirito di dialogo ho cercato di mostrare le molte affinità presenti nel pensiero di quel movimento con le intenzioni rivoluzionarie che tento di esprimere da decenni. Si è aperto un campo di dialogo e di confronto nel centro della democrazia italiana!
    Il problema politico è: il PD o FI o la Lega sarebbero interessati, anche lontanamente, a un simile dialogo? e se no, perché? perché questo dialogo in cui ho potuto esprimere concetti fondamentali del nostro movimento, lo ha aperto il Movimento 5 stelle? forse sussiste una potenzialità tutta la sviluppare? io non lo so, ma non posso non sperarlo, faccio male? Se voi riuscite a creare dialoghi simili con Salvini o con Pisapia, io vengo subito, e cercherò di dire le cose che dico da sempre, magari citando autori familiari a chi ci ospiterà, non è questa una forma di cortesia, e di apertura dialogica reale?
    Oppure qualcuno di voi intende il dialogo solo come rissa o come esclusione? dovevo andarci o no a Montecitorio? e dovevo cercare i punti in comune oppure aprire subito una specie di guerra, accusandoli di essere ignoranti e sboccati?
    In una certa sinistra, un po’ cattolica e un po’ postcomunista, si celebra molto il dialogo e il valore dell’altro, ma poi si pretende di scegliere a priori chi debba essere l’altro da accogliere, discriminando in partenza chi è davvero diverso da noi. E’ una vecchia deformazione psichica inaugurata purtroppo proprio dalla chiesa cattolica, e proseguita prima dalla cultura giacobina, e poi da quella comunista…. dobbiamo uscirne! dobbiamo uscire non solo dal Novecento, ma da un’intera figurazione antropologico-culturale! e possiamo farlo con tutti quelli che non ne possono più di maschere di ipocrisia di tutti i generi. Possiamo diventare il piccolo lievito di questa insurrezione, che spesso è tanto più quella di Cristo, quanto meno si fregia del suo nome, come ancora oggi fanno i partiti democristiani, i cui rappresentanti europei sono: Junker, Merkel, o Orban…… tanto per capirci, veri campioni dell’Evangelo della nuova umanità!
    Vi prego, ritroviamo la libertà dello spirito, e impariamo a vedere i semi del Nascente ovunque sia possibile, e ad andare ad annaffiarli, senza paura di sporcarci le mani, perché le mani troppo pulite sono solo quelle dei morti.
    Un saluto affettuoso a tutti, e un bacio particolare a Chiara, la suora che mi fa più ridere (di vera allegria) al mondo….
    Marco

  96. giancarlo salvoldi dice

    Spero che i miei interventi siano interessanti, possibilmente utili, ovviamente non condivisibili da tutti.
    Ma osservo anche che i contributi che ho citato sono più profondi dei miei e più capaci di far procedere la riflessione.

    “La democrazia che vogliamo costruire dovrà radicarsi sulla consapevolezza del costante mutamento dello stato dell’io.
    E quindi Stare in un punto mobile e mutevole. Questa consapevolezza dovrà rivoluzionare le forme della democrazia che dall’Illuminismo si sono sviluppate sulla base della netta separazione tra razionalità e corpo ( emozioni, trasformazioni, iniziazioni)”.
    Questo è il punto problematico al quale sono arrivati tutti i pensatori che hanno riflettuto sul destino della democrazia.
    Questa è la realtà che abbiamo davanti ed è da far tremare i polsi: altro che le questioncelle che ho posto io!
    Certo che è prezioso ogni intervento, ma volevo ricordare, lontano da graduatorie e medaglieri, gli interventi che hanno sottolineato quella che a me sembra la linea di riflessione lungo cui dobbiamo muoverci, non per scelta ma perchè è necessario per noi praticanti di “Darsipace”, per la politica dell’Occidente, per la democrazia del XXI secolo.
    Un sorriso a tutti, cominciando da chi è più in disaccordo con me, GianCarlo.

  97. Maria Carla dice

    È vero, il nuovo ‘post’ sul sito ci invita a cambiare pagina…ma visto che da Marco Castellani ho avuto una risposta “ad personam ” vorrei aggiungere qualche breve osservazione, soprattutto in merito all’ ” utilità” di mettere in atto atteggiamenti più o meno provocatori ( con l’aggravante dell’ anonimato, per giunta) in un social blog come quello di DP prioritariamente interessato allo sviluppo di un dialogo corretto e onesto da parte di chi vi partecipa.
    Caro Marco, riporto le tue parole:
    ” E la provocazione può essere comunque utile, se esplorata senza paura. C’è una parte di verità?
    Chissà…perché escluderla a priori? Ripeto, di cosa abbiamo davvero paura?
    Dobbiamo davvero tirar su dei muri per “proteggere il recinto”?
    …Ci si autoconferma a vicenda?
    E’ realmente ciò che vogliamo?”
    Domande importantissime che rivolgerei pero’ anche all’ anonimo di turno insieme all’invito di esplorare umilmente, insieme, l’ eventuale verita’ della sua provocazione ( con relative etichettature non proprio simpatiche) perché io, onestamente, non ce la vedo proprio!
    La mia, in fin dei conti, è una richiesta d’aiuto in questa esplorazione ma… bisogna volerlo in due! E non mi sembra che vogliamo “tirar su dei muri” quando semplicemente chiediamo maggior trasparenza e ci rifiutiamo di fare da
    bersaglio alle ‘sparate’ di un anonimo!
    Sinceramente questa tolleranza a 360 gradi mi puzza un po’di… ‘buonismo’ mentre sono pienamente d’accordo con quanto ha scritto Giancarlo Salvoldi il 4 agosto
    ” Siamo tolleranti ma non dobbiamo permettere che la nostra tolleranza apra la porta all’intolleranza”.
    Tutto qui.
    Grazie per tutti i vostri commenti appassionati e chiarificatori (personalmente non vedo alcuna adesione ‘partitica’ di Marco G. al M5S…semplicemente un’attenzione particolare a ciò che di nuovo sembra possa emergere nel loro “fare politica”).
    mcarla

  98. Ciao Maria Carla,

    grazie della risposta alla mia! Ma io tornerei al linguaggio, che dice tanto di noi… senza arrivare al fatto che “tutto è linguaggio” (che mi sembra un po’ nichilista come posizione) però dice tanto.

    Intanto: è “buonismo” lasciar parlare un anomimo, lasciarci provocare? Non da parte mia: non sono né buono né buonista, te lo assicuro. Anzi. Mi riconosco in quanto dice Gesù (con amore immenso) “Se voi dunque che siete cattivi…” La mia è semmai semplice curiosità. Vediamo se riesce a dire qualcosa che mi provoca. Che mi muove. Vediamo il massimo che può dire per cercare di scuotermi: sono realmente interessato.

    Ancora: “bersagli”, “sparate” … sono termini belligeranti. Io li lascerei cadere, qualora possibile. Accogliamo amorevolmente quanto dice, o almeno proviamoci.

    Per esempio io penso che nel suo definirci “mosche cocchiere” vi sia una indignazione reale (che va curata). Il problema è che – credo – il suo pensiero è figlio di un certo massimalismo ideologico (secondo me di stampo marxista) secondo il quale la politica è la sola cosa concreta. E dunque elide tutto l’aspetto spirituale, meglio: lo considera una “sovrastruttura” che plana infine sulla sola cosa concreta, l’adesione ad un partito (o così lui la vede). E la concretezza è in Uno, invece, ma non se ne accorge. E’ il resto che è “sovrastruttura”. Ma è interessante confrontarci con questo pensiero.

    A volte tra di noi c’è un po’ di legittima autoconfermazione (niente di male, per carità), dunque mi voglio esporre ad un pensiero “diverso” e vedere come reagisco.

    Ripeto ancora: di che abbiamo paura? Di che abbiamo veramente paura? Non ho visto nell’anonimo così gravi offese o insulti diretti. Perché ci arricciamo subito in difesa? Ma difesa.. ma de ché? Lasciamolo dire: la povertà delle argomentazioni si commenta da se, nella maggioranza dei casi.

    Ovviamente, va da sé, vanno evitare recrudescenze, ritorni sul tema, eccessive dispersioni, insulti, minacce, profanità, tutto quello che volete, e che il buon senso suggerisce. Non sto parlando di apertura totale, in certi casi è buono e giusto cancellare i messaggi.

    Ed ecco: io continuo a credere che un anonimo può fare un’osservazione, può dare uno spunto, che né io ne Guzzi né nessuno ce lo può dare. Se ciò non avviene, pazienza: io, in questo, non ho paura.

  99. Ambretta Greco dice

    A tutti coloro che ora minimizzano la questione del linguaggio come se si trattasse solo di un problema perbenistico-borghese, vorrei ricordare:
    “la soglia di sopravvivenza e di malessere terminale che stiamo attraversando non ci starà chiedendo dunque di modificare proprio le forme del nostro ascolto, e quindi del nostro pensare e del nostro parlare per ri-accordarle alla Sorgente della Parola? Il cambiamento del mondo, che tanti oggi tornano a invocare non implicherà un prioritario mutamento del nostro rapporto con il linguaggio, che non può che fiorire da un radicale mutamento dell’assetto della nostra mente, e cioè da un’autentica meta-noia?” Marco Guzzi, Per Donarsi, pagina 165.
    Consiglierei di rileggere tutto il capitolo.

  100. Non sono un’anonima, vi scrivo ogni tanto ringraziandovi perché offrite talora delle autentiche
    preziosità .
    In qualunque gruppo o esperienza ho sempre avuto “il talento” di trovarmi in minoranza .
    Pertanto quando osservo come avviene la comunicazione di altri, di un gruppo a cui non appartengo , tendo a comprendere di più chi nell’esprimere le proprie considerazioni, i propri vissuti, si trova un po’ da solo/a.
    Quindi mettete pure in conto questo mio essere partigiana nei confronti di chi si ritrova in quei risvolti apparentemente deboli dell’atto comunicativo. E giudicate ciò come volete.
    Fatta questa premessa, vengo alla domanda:
    Se un anonimo o non anonimo usasse la stessa espressione che ha riportato la signora Ambretta la usasse nei confronti di qualcuno di voi, l’avreste ritenuta marginale o espressione di parressia ?

  101. Carissimi amici, giunti felicemente alla soglia dei 100 commenti vorrei tentare un piccolo sforzo sintetico, rilevando in partenza che l’evento di Montecitorio sembra avere manifestato anche in questo vivacissimo confronto tutta la sua fecondità, e che pubblicarlo sul sito è stata dunque una scelta necessaria e positiva.
    Dunque credo che per fare un po’ d’ordine potremmo utilizzare lo schema dei tre cerchi concentrici attraverso i quali opera il movimento DP.
    Il primo e più intimo cerchio è quello che potremmo denominare INIZIATICO, a questo livello noi proponiamo un percorso molto ben strutturato di 7 anni. Proponiamo un metodo che integra tre livelli formativi, tra i quali il primo è proprio quello culturale. Nel cerchio iniziatico noi condividiamo cioè, e fin dal primo incontro del primo anno, non solo pratiche meditative, contemplative, e autoconoscitive, ma anche una forte chiave interpretativa della storia, e cioè una visione culturale, e un intento politico di radicale trasformazione del mondo. Non c’è in altri termini un pluralismo indifferenziato, ma scelte di campo molto precise, nette, e vincolanti, di tipo rivoluzionario. Ovviamente anche questo livello non è rigido, ma si sviluppa, e si articola e si approfondisce col passare degli anni e l’arricchimento collettivo delle esperienze. Ma comunque sussiste una base teorica molto forte, che la collana Crocevia sviluppa anno dopo anno.
    Il secondo cerchio è quello più specificatamente CULTURALE, e lo stiamo facendo crescere molto da 2 anni a questa parte nei gruppi di creatività culturale. Questi gruppi, partendo sempre dall’esperienza iniziatica, e quindi anche dai fondamenti culturali del movimento, tentano di calarli in ambiti specifici del sapere, per favorirne gli esiti rivoluzionari, mentali e strutturali, proposti da DP. E’ ovvio che sussista una vitale coerenza tra il cerchio iniziatico e quello culturale, è ovvio, ad esempio, che probabilmente chi si occupi di poesia sul piano creativo in DP potrà apprezzare più Ungaretti che Eco, più Char che Valéry, e così via. Così come probabilmente chi si occupi di economia non apprezzerà il neoliberismo unilaterale della BCE e si ricollegherà a riflessioni come quelle di Keynes o di Bartolini, oggi. Ma è anche ovvio che in questo cerchio si apra una riflessione comune, una dialettica, che cerca interlocutori esterni a DP, e quindi correlazioni feconde. Faccio un esempio: se a questo livello un praticante DP sostenesse che il surrealismo o il dadaismo sono esiti supremi del 900, dovrebbe spiegarcelo, mentre è direi naturale in DP amare la linea che da Rimbaud attraversa il surrealismo, ma lo supera lungo una coscienza iniziatica sempre più cosciente. D’altronde nelle correlazioni esterne noi tentiamo di spiegare il nostro punto di vista, dialogando con tutti quelli che manifestino interesse e apertura mentale, e proprio così alimentiamo la cultura dell’umanità nascente.
    Il terzo livello è quello POLITICO, quello di una operatività politica nella storia, nell’agone storico concreto. Non si tratta cioè qui né del livello politico già presente nel cerchio iniziatico, né di quello presente a livello di riflessione culturale. Qui si tratta di verificare se e come il processo iniziatico che si fa nuova cultura possa penetrare nella storia, nella trasformazione delle leggi, nella rielaborazione della democrazia in Italia e in Europa, possa ispirare consiglieri comunali, deputati, o sindaci. Anche qui mi pare che alcune cose siano evidenti. Un praticante DP lavora per una trasformazione profondissima del livello politico, una trasformazione che sorge proprio dalla crisi terminale di tutte le formazioni politiche del 900, ed annuncia che la democrazia potrà rinnovarsi solo rifondandosi ad un altro livello della soggettività umana. Quindi da qui, da questo centro, cerchiamo chiunque sia interessato a dialogare, convinti che la trasformazione sia trasversale e cioè convochi tutti a radicalissime revisioni, ma forse è lecito presumere che la linea di pensiero (e di azione) di Monti o di Berlusconi o di Renzi o di Alfano sia un po’ più lontana da queste esigenze di quella espressa, che so, da Landini, dalla Meloni, o da Grillo…. ma, ripeto, io sono pronto a cambiare idea, se eventi concreti e fortunati mi inducessero a farlo …..
    Ogni cerchio poi possiede e sviluppa strumenti specifici: gli strumenti del livello iniziatico li conosciamo bene, e sono molto elaborati e precisi; gli strumenti del cerchio culturale li stiamo arricchendo sempre di più: dal sito al canale Youtube, dalle pietre angolari alla pagina Fb, dalla collana alle mie conferenze o corsi universitari, dagli incontri di Trevi fino ai nuovi eventi che i gruppi di creatività culturale stanno ideando e che spero diventeranno un volano fondamentale dell’irradiazione del movimento.
    Gli strumenti del cerchio politico per noi DP sono ancora ipotesi e idee, io sogno grandi eventi comunicativi in cui si possano tradurre le intuizioni iniziatico-culturali, favorendo nuove aggregazioni sociali capaci di contrastare il regime totalitario che sta divorando il mondo. Sogno un’azione politica rivoluzionaria che si muova dal quartiere al pianeta con la stessa logica, con lo stesso spirito di gioioso rinnovamento. E mi adopero affinché questi sogni possano tradursi, anche in minima parte, in opere e realtà, perché l’anima occidentale è tanto spirituale quanto politica, e soffre terribilmente quando la sua aspirazione spirituale non si può tradurre in azione storica rivoluzionaria. Anche qui noi cerchiamo ogni tipo di collaborazione costruttiva, e cioè coerente con i livelli iniziatico e culturale, sperando che si aprano, specialmente per le nuove generazioni, entusiasmanti avventure, processi in cui incarnare di più (e la politica autentica è fatica di incarnazione) la spinta messianica che ci infiamma.
    Ma credo che su questi temi dovremo ritornare spesso e a lungo….
    Tanti affettuosi auguri e saluti
    Marco

  102. Ne la profonda e chiara sussistenza
    de l’alto lume parvemi tre giri
    di tre colori e d’una contenenza;

    e l’un da l’altro come iri da iri
    parea reflesso, e ’l terzo parea foco
    che quinci e quindi igualmente si spiri.

    Oh quanto è corto il dire e come fioco
    al mio concetto! e questo, a quel ch’i’ vidi,
    è tanto, che non basta a dicer ’poco’.

    O luce etterna che sola in te sidi,
    sola t’intendi, e da te intelletta
    e intendente te ami e arridi!

    Quella circulazion che sì concetta
    pareva in te come lume reflesso,
    da li occhi miei alquanto circunspetta,
    dentro da sé, del suo colore stesso,
    mi parve pinta de la nostra effige:
    per che ’l mio viso in lei tutto era messo

    (Dante XXXIII Paradiso )

    Caro Marco,
    adesso si che vedo chiaro ! Seduto in posizione regale ! Se me lo dicevi prima….non ti accusavo di una banale scelta politica che divideva il movimento di Darsi Pace, con la sua politica di tipo cosmico !
    Un abbraccio di pace in questa nuovo sguardo di luce !
    Ivano

  103. Sì, bella l’analogia, grazie, Ivano: il cerchio più interno, iniziatico, evoca quello paterno, genetico, quello culturale corrisponde invece alla Parola creatrice che s’incarna, e quello politico all’azione rigeneratrice nella storia dello Spirito. Ciao. Marco

  104. Enrico Macioci dice

    Salve a tutti.
    Conosco Marco Guzzi da dieci anni, ho frequentato i Gruppi e sei o sette intensivi, ho letto una quindicina di libri di Marco e ho parlato con lui, al telefono e di persona, decine se non centinaia di volte.
    Marco è l’uomo più libero che io conosca, forse l’unico che mi dà la sensazione di fare sempre ciò che vuole e di trovarsi sempre dove vuole, in un mondo fatto di gabbie e tristi (nonché spesso inconsce) schiavitù. E questa sua libertà non è frutto di egoismo bensì di coraggio: il coraggio delle proprie scelte. Una simile libertà garantisce la libertà di chi segue il suo percorso; io ho molto esitato e mi sono tirato indietro dai Gruppi, ma ciò non ha intaccato minimamente il nostro rapporto. In altri termini Marco, che può venire percepito come un “guru” per via della sua intelligenza, della sua cultura e del suo indubbio carisma, è proprio l’opposto: una porta sempre aperta che si può imboccare in un senso o nell’altro…
    Certo, Marco ha dato vita a un movimento spirituale ed estetico. Per fare ciò occorre una grande convinzione (potremmo chiamarla fede); e una grande convinzione presuppone una grande forza. La forza spaventa, né il dibattito in corso è il primo cui assisto all’interno di Darsi pace. Però Marco sa come servirsi della propria forza: è esattamente qui la sua… forza!
    La conferenza del 13 luglio scorso e l’incontro coi 5 Stelle mi sembra un evento positivo assai. Dobbiamo smetterla – e parlo anche per me – di pensare che Marco sia “buono” o “infallibile”. All’inizio ero spaventato dall’eventualità che potesse sbagliare: un timore proiettivo, che differisce di grado ma non di natura dal timore di non piacere più agli altri perché abbiamo messo su un filo di pancia. Proiezioni. Eterne proiezioni pur di non guardare dentro, laddove conta. Il punto è un altro. Marco ha in testa una missione ed ha gli strumenti per temperare il fuoco che ogni autentica missione scatena. E’ piuttosto singolare – vi chiedo perdono, ma parlerò con franchezza – rinfacciargli qualche parolaccia o qualche eccesso di grinta. Non è certo la prima volta che pronuncia parolacce o sferra un attacco né, mi auguro, sarà l’ultima. La sua rabbia del resto io la percepisco davvero come insurrezione, cioè come energia positiva e propositiva, una dinamo piuttosto che l’ennesima ruota su cui lasciar correre il criceto impazzito dell’ego. E quale insurrezione poi si è mai cosparsa di borotalco? Quale insurrezione è docile?
    Nel discorso di Marco, però, in atti e parole, nessuna violenza. Per due motivi: lui viene da una tradizione che lo riconduce di continuo all’umiltà e lui non mente. Può sbagliare, ma non mente. Non gli è possibile. Alcuni (pochi) incontri con lui si sono rivelati mezzi buchi nell’acqua, ma non ho mai percepito da parte sua un’assenza, un’indifferenza, una superficialità, una recita. Che parli a una o a quattrocento persone, Marco ce la mette sempre tutta e si gioca sempre tutto. Delle sue qualità è forse quella cui sono più grato. La sua allergia alla menzogna è un fatto quasi fisico. O preferiamo frequentare chi ci rassicuri fingendo?
    Ho imparato nel corso del tempo, anche tramite il lavoro di Darsi pace, a discernere meglio fra l’ombra e la maschera e a temere più la maschera dell’ombra, se non altro perché viene prima ed è più subdola. Marco parte spesso dalla zona dell’ombra – una zona “smascherata” e dunque arrabbiata – e di là si spinge verso nuovi, più luminosi orizzonti. E’ il percorso iniziatico alla maniera in cui anche la grande poesia e il grande romanzo ce lo insegnano. E’ entusiasmante (e sorprendente) cogliere le risonanze, pur nella diversità degli approcci.
    Per concludere: il rischio di “contaminazione” va affrontato se non si vuole che Darsi pace rimanga un fenomeno eccentrico ma, nella sostanza, innocuo. La pelle del drago è maledettamente dura, no? Certo, i semi piantati dentro i singoli individui possono germinare nelle maniere più imprevedibili, ma urge al contempo un’azione politica concreta, immediata e collettiva. Io, che mi muovo nell’ambito letterario, l’ho toccato con mano appena (grazie pure agli incoraggiamenti di Marco) ho deciso di promuovere iniziative fuori dagli schemi. Ci sono là fuori persone di buona volontà e animo pronto, persone che soffrono e che hanno voglia e bisogno di esistere; ma se rimaniamo dentro casa a lavarci le mani non le incontreremo mai.
    Un caro saluto.
    Enrico Macioci

  105. Dopo un soggiorno in montagna di tre settimane, fatto di giornate fisicamente movimentate, ma anche meditative , vissute respirando e vivendo il silenzio dei boschi, ritorno nel caldo della città, riprendo la comunicazione telematica e trovo il discorso di Marco a Montecitorio. E’ stata una bella sorpresa, l’argomentazione è ricca di contenuti nuovi ed uguali a quanto già si dice in D.P., ma con una forza e un convincimento travolgente. E anche interessanti i commenti , così numerosi: mai capitato in tanti anni di blog.! Questo per me significa che il discorso politico è importante e inseparabile da quello spirituale. Certo ne abbiamo avuto e ne abbiamo tutti paura, è un settore così sensibile che preferiamo nasconderci, ne abbiamo pudore: tocca l’intimo della persona! Ci rivela agli altri! E’ un dato sensibile! Inoltre presenta spesso, oggi, tentazioni di scoraggiamento , di disperazione. Forse perché nel politico vorremmo vedere subito dei risultati , avere delle verifiche incoraggianti; non è così, bisogna lavorare sui tempi lunghi, sperando di essere buoni profeti. I frutti delle nostre scelte saranno goduti o sofferti dai posteri! Auguri di vacanze fruttifere a tutti! Mariapia

  106. …paura di chi? Di che cosa?
    Non mi sembra che ci sia paura del politico (e anzi in tutti mi è sembrato di sentirne l’anelito), piuttosto espressioni diverse – questo sì – riguardo le modalità di intervenirvi. O, forse, Mariapia, vedi bene tu nell’intuire la paura, di tutti, a svelarsi agli altri, a consegnarsi. Però vedo anche lo sforzo di farlo. Lo vedo in me, lo leggo in chi scrive.

    A me sembra, come scriveva Giovanna il 7 agosto, che il dibattito scaturito in seguito all’intervento di Marco a Montecitorio, ci abbia dato l’opportunità di esprimere con libertà ciascuno il proprio parere, le proprie convinzioni (che, ripeto, quand’anche fossero divergenti dal sentire maggioritario, non debbono necessariamente essere – o essere definite – per ciò stesso frutto di paure). Il poter esprimere la propria opinione, motivandola, credo sia un frutto bello del cammino del nostro movimento, che ci dà la libertà di essere ed esprimere noi stessi per quello che siamo e che sentiamo, liberi da paure di giudizi e del rischio (come diceva Giovanna) di sentirsi o trovarsi isolati se “fuori coro”. Un altro frutto bello è l’accoglienza dell’altra persona nella sua diversità, con il rispetto di chi ascolta attentamente e si lascia interpellare da opinioni differenti. E forse l’effetto “moscerini sullo stagno” (di cui parlava Maria il 7 agosto) è frutto anche di questo atteggiamento: di chi dice la sua e poi si ferma ad ascoltare e a riflettere su ciò che rispondono e dicono gli altri, decidendo poi, qualora rimanesse in disaccordo, di non controbattere ulteriormente per non dare luogo ad inutili e sterili polemiche. E intanto, però, sembra che questo dialogo non voglia mai terminare e, quando sembra spegnersi, c’è sempre uno di noi pronto a rilanciarlo. Così cresciamo insieme e la diversità, che tale rimane, diviene fonte di ricchezza comune. Mi sembra segno di maturità.
    Non sarà stato proprio questo, un evento importante (uno di quelli che si augura Marco), non pianificato, che siamo riusciti a creare spontaneamente tra di noi? È ancora evento “nostrano”, tutto “casareccio”, per così dire, ma ogni rivoluzione nasce da dentro del proprio io e del proprio gruppo. Imparare a dialogare tra noi, ci prepara a dialogare con gli altri. Ed è un pezzetto di Nuova Umanità che nasce, anzi, che è già nata.
    Un caro saluti a tutti,
    angela

  107. Carissimo Enrico, che bella sorpresa, che regalo che mi fai! le tue parole, di vera amicizia, sono quelle di chi innanzitutto resta un poeta. Più vado avanti e più mi convinco che la nuova umanità non possa che trarre la propria forza dalla libertà poetica, che è poi cristica, di un pensiero che si incarna adesso e sconvolge ogni sistemazione mentale precedente.
    Tu sai bene quanto tutto ciò sia rischioso, e doloroso, a volte, ma qual’è l’alternativa?
    L’eterno e noiosissimo gioco tra mascheramenti e rabbie impotenti.
    La libertà di questa conversazione, cara Angela, sgorga soltanto dalla libertà poetica di chi non ha proprio niente da perdere.
    E da questa stessa libertà nasce l’incontro di Montecitorio, oltre a tutto il movimento DP.
    Tu sai molto bene quanta schiavitù e soggezione e ipocrisia vigono in tanti ambienti ecclesiali, proprio perché domina il giudizio, e la legge dell’esclusione di chi non la pensa come il papa/superiore/prete/vescovo di turno. Qui le cose sono diverse, proprio in quanto la mente viene in ogni momento smobilitata nelle sue grate carcerarie.
    La domanda è: ma chi ha espresso tante perplessità sarebbe andato a Montecitorio, rischiando la propria faccia? avrebbe poi pubblicato questo video? rendendo così possibile tutto questo dialogo libero e fruttuoso, che giustamente apprezzi, oppure no? oppure avrebbe imposto divieti e censure, in nome di qualche cautela o senso di opportunità, o altra motivazione prudenziale? chiediamocelo con grande sincerità: ma io avrei reso possibile tutto ciò, oppure lo avrei impedito? questa mi pare la domanda, in quanto le sfide si rinnoveranno … e per crescere bisogna saper rischiare, aprire strade inedite, compiere passi senza rete, che poi aprono alla riflessione comune, libera e sincera, che tutti amiamo.
    Se no si resta nei comodi cantucci delle proprie più occulte paure.
    Caro Enrico, per ringraziarti non posso che citare i tuoi stessi versi:

    RESISTENZA

    l’esule
    rizza una tenda
    al mormorio
    dell’Essere,
    accende un fuoco
    di preghiere,
    picchetta
    la speranza
    coi magri sassi
    delle prove,
    una frase intinge
    nella pietra
    che non è morta,
    che non muore,
    all’abissale lotta
    consacrata

    Un abbraccio a tutti, e un grazie di cuore anche a Mariapia.
    Marco

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