Il sincronismo di una farfalla nera

Commenti

  1. Alessandro C dice

    Grazie Ivano, mi hai reso presente in questa efficacissima celebrazione della Verità che da’ senso all’esistenza.
    Se rincontrerai quello straordinario sacerdote salesiano abbraccialo e ringraziarlo X me.
    Ale

  2. Grazie Ivano, il tuo racconto comunica una grande pace, riconcilia col mondo.
    Il peso che vorrei lasciar cadere è l’angoscia che mi procura l’ascoltare ciò che accade.
    Mi sembra che le decisioni che vengono prese dai padroni del mondo e l’interpretazione che viene data a ciò che avviene, sia tutto fatto a fin di male.
    Mi prende un grande scoraggiamento, la mente si riempie di pensieri pesanti e non vedo più la sapienza nascosta in tutto quello che è discreto e lieve come una farfalla.
    Un caro saluto

  3. Grazie, condividiamo questa che -anche per me – è una sorprendente, celebrazione della Verità e della Pace che ci fa respirare una riconciliazione possibile con noi stessi ….e di conseguenza anche col mondo che non è solo dei malvagi… perché Qualcuno , presente anche in noi, muove imprevedibile , con tocco leggero …..anche le farfalle !
    Ivano

  4. Carissimo Ivano, che bello questo tuo racconto di una liturgia che esce dalla rappresentazione e si fa realizzazione del mistero, vangelo annunciato e vissuto nella carne.
    In America latina è comune questa esperienza di annuncio che scaturisce dall’incontro con l’altro, specie se povero, emarginato. Don Angelo Rivato, gesuita, primo vescovo dell’Amazzonia, che con grande concretezza e semplicità ha guidato il mio ritorno a casa, nella Chiesa cattolica che da tanti anni avevo abbandonata, mi raccontava: “Ero andato lì pieno di tutta la mia teologia ed ho dovuto mettere da parte tutto e imparare dalle persone. Ho capito la Trinità vedendo le famiglie come si amano”. E poi ancora: “Ho capito da poco cos’è la comunione: quando viaggio per mesi lungo il fiume, a visitare le varie comunità, con una umidità al 99%, le zanzare, le persone che mi tirano da una parte e dall’altra; sento che mi mangiano, ma è la mia gente, io la amo, mi lascio mangiare perchè la amo. Così fa Gesù con noi: si lascia mangiare perchè ci ama”.
    Durante una Messa celebrata a Roma al momento della prima lettura mi chiama all’altare e mi chiede di fare la mia testimonianza. Sorpresa e imbarazzata vado e racconto brevemente la mia esperienza. Alla fine dice: “bene, procediamo con la proclamazione del Vangelo, la prima lettura è stata fatta: così avveniva nelle prime comunità!”.

    E’ un altro modo di annunciare la Parola, molto incarnata, espressione di un’altra cultura meno intellettualistica, più concreta, lo stesso stile di Papa Francesco che gli intellettuali criticano perché non lo capiscono.

    Grazie Ivano, questa tua esperienza, nella pesantezza del tempo che viviamo, mi ha regalato soavità e leggerezza, per volare in alto, libera da pesi.
    Ti abbraccio. Giovanna

  5. Sogno una chiesa capace di sorridere a tutti e di accogliere uno ad uno, nella quale fare esperienza della leggerezza e della allegria della vita nello Spirito e imparare ad abitare il meraviglioso giardino di Eden per ritornare un po’ più libera e leggera in questo mondo.

    Trovo davvero belle, caro Ivano, le tue riflessioni, scaturite nella e dalla liturgia che guarda all’uomo e lo aiuta ad entrare in se stesso, ad uscire dalla recita e a cercare il cuore spesso smarrito.

    Il lavoro all’ interno del laboratorio Darsi pace mi aiuta a non rinunciare al sogno, a gustare la dolcezza e la tenerezza di uno sguardo che si fa in me e nel mondo, la cui crescita avviene in un continuo e incessante abbandono, spegnimento e rinuncia ad ogni attaccamento che mi distoglie dal flusso della vita e ostacola la mia possibilità di volare libera e leggera come una farfalla.

    Grazie in un abbraccio, giuliana

  6. Giuseppina Nieddu dice

    Grazie davvero caro Ivano che con tanta profondità e leggerezza ci commuovi condividendo l’omelia di questo giovanettone, pastore salesiano, di cui non conosciamo il nome ma che porta addosso l’odore delle pecore con cui ha convissuto per 27 anni in Equador.
    Grazie a Dio, anche al suo rientro in Italia, questo missionario di ritorno, ci trasmette il profumo del Vangelo con la leggerezza e la sincronicità delle farfalle.
    Sogno con voi che questa Chiesa che esiste possa essere sempre più cammino esperienziale della nostra Umanità laica e missionaria, impastata di una nuova visione redentrice e liberante.
    Proprio un detto latino americano, rinforza il nostro Sogno: “Dove due sognano il sogno della liberazione del mondo, il sogno si realizza”. Kirie, Amen, Alleluia.
    Grazie a tutti in un abbraccio aereo-spaziale Giuseppina

  7. Dai, facciamo ancora un passettino avanti in questa sincronicità.
    psiche Dal gr. ψυχή, connesso con ψύχω «respirare, soffiare». Termine la cui etimologia si riconduce all’idea del «soffio», cioè del respiro vitale; presso i Greci designava l’anima (➔) in quanto originariamente identificata con quel respiro; la storia del concetto di p. viene quindi a coincidere con quella del concetto di anima. Nella psicologia moderna (e anche nell’uso comune) la p. è intesa come il complesso delle funzioni e dei processi che danno all’individuo esperienza di sé e del mondo e che ne informano il comportamento. Nel mondo classico, la p. fu frequentemente rappresentata come un’immagine (εἴδωλον) di forme umane, nuda, oppure come un essere alato, e già nella speculazione platonica viene messa in rapporto con l’amore. In raffigurazioni ellenistiche si vede Eros (Amore) che cattura, tormenta, brucia una farfalla rappresentante l’anima; a volte in luogo della farfalla compare una fanciulla con ali di farfalla (Psiche).
    Grazie di cuore a voi tutti.Benigno

Inserisci un commento

*