Pubblichiamo la puntata di Uomini e Profeti (RaiRadio3) del 15 giugno 2019, nel corso della quale Marco Guzzi ha presentato il suo ultimo libro “Alla ricerca del continente della gioia. La Rivoluzione del XXI secolo”.
La trasmissione, condotta da Felice Cimatti, aveva come ospite anche Mauro Bonazzi, docente di Storia della filosofia antica presso l’Università di Milano.
Commento qui quanto ho pensato ascoltando la trasmissione e anche leggendo un post del 18 agosto sulla pagina Facebook di Darsi Pace, (con la quale non posso interagire perché non ho account FB).
“There is an alternative”, incita il Guzzi, per riscoprire in modo nuovo, adatto ai tempi, il canto rivoluzionario dentro di noi. Un canto primordiale, che da sempre ci accompagna nella nostra misteriosa avventura filogenetica, ora più che mai sull’orlo di un baratro che si spalanca tra cielo e inferi. Un canto da sempre dentro ognuno di noi, lo si intenda o no, e che dunque ci interpella, uno per uno, di epoca in epoca e momento per momento, al suo ascolto e gioioso annuncio, pur tra lacrime e sofferenze, perché così da sempre è stato, dalle oscure notti in cui i nostri arcaici predecessori piangevano i loro morti, a quelle recenti, ancora più oscure e grondanti di orrori di cui si è fatta, e si fa, artefice la sola razza umana oggi esistente.
Allora coraggio, mi dico quando mi sento disperato: ricorda questo canto che hai nel tuo DNA e ravviva il suo intimo ascolto con “la speranza che si fonda su una promessa in cui si crede”, come ti rammenta il Guzzi; e canta ogni giorno la tua parte, contro l’odio di chi ti sta intorno, contro la dissonanza che ha casa in te. Da qualche parte, un Direttore del coro sa quel che fa. Il tuo compito, Andrea, è l’ascolto e la pratica quotidiana di quella parte del Canto che ti è stata assegnata.
Grazie Andrea, per questo rilancio della speranza e questo invito al canto! La promessa risuona nel cuore attraverso le parole della liturgia di oggi: “Vedrai cose più grandi di queste! (Gv, 1, 50).
Un caro saluto.
Paola
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Commento qui quanto ho pensato ascoltando la trasmissione e anche leggendo un post del 18 agosto sulla pagina Facebook di Darsi Pace, (con la quale non posso interagire perché non ho account FB).
“There is an alternative”, incita il Guzzi, per riscoprire in modo nuovo, adatto ai tempi, il canto rivoluzionario dentro di noi. Un canto primordiale, che da sempre ci accompagna nella nostra misteriosa avventura filogenetica, ora più che mai sull’orlo di un baratro che si spalanca tra cielo e inferi. Un canto da sempre dentro ognuno di noi, lo si intenda o no, e che dunque ci interpella, uno per uno, di epoca in epoca e momento per momento, al suo ascolto e gioioso annuncio, pur tra lacrime e sofferenze, perché così da sempre è stato, dalle oscure notti in cui i nostri arcaici predecessori piangevano i loro morti, a quelle recenti, ancora più oscure e grondanti di orrori di cui si è fatta, e si fa, artefice la sola razza umana oggi esistente.
Allora coraggio, mi dico quando mi sento disperato: ricorda questo canto che hai nel tuo DNA e ravviva il suo intimo ascolto con “la speranza che si fonda su una promessa in cui si crede”, come ti rammenta il Guzzi; e canta ogni giorno la tua parte, contro l’odio di chi ti sta intorno, contro la dissonanza che ha casa in te. Da qualche parte, un Direttore del coro sa quel che fa. Il tuo compito, Andrea, è l’ascolto e la pratica quotidiana di quella parte del Canto che ti è stata assegnata.
Grazie Andrea, per questo rilancio della speranza e questo invito al canto! La promessa risuona nel cuore attraverso le parole della liturgia di oggi: “Vedrai cose più grandi di queste! (Gv, 1, 50).
Un caro saluto.
Paola