Curve e antenne

Commenti

  1. Cara Antonietta,

    prima di tutto, grazie! Il tuo post l’ho letto stamattina, e mi ha rallegrato. Prima ancora di capire come mai, mi sono sentito meglio, per un attimo. E se ci ripenso, funziona ancora. Ha fatto qualcosa che nemmeno tutti gli ammonimenti e le esortazioni – pure doverose, per carità – all’uso del buon senso e al rispetto delle nuove norme, e financo tutti gli svariati appelli alla preghiera – certamente buoni, non discuto – non hanno realizzato.

    Ora capisco un po’ meglio, capisco un po’ del perché. Se inizio a rileggere, capisco. La prima parola, il primo sostantivo, è “sensazione”. Non teorie e precetti, ma aderenza “intima” alle sensazioni del corpo.

    Forse è proprio questo, mi dico.

    Di fatto, leggendo, non solo non aumentava la mia preoccupazione, come quando leggo il giornale o ascolto le notizie, ma la mente accendeva ricordi miei, analoghi e diversi, ma rievocavo antiche situazioni, e questo mi pacificava. C’è una ricchezza che l’emergenza non può sedare, che è irriducibile. Accidenti. C’è una grande ricchezza, nelle nostre vite. Una ricchezza non ottenuta, conseguita: ma donata.

    E aprire sulle “sensazioni” è quello che ci manca, forse adesso. Ma non voglio andare sui concetti, sulle analisi, perderei il punto ritornando sul mentale. Mi piace rimanere nelle sensazioni, gustare quanto questa attenzione specifica: è curativa.

    Le sensazioni evocano immagini, le immagini mi fanno stare meglio: i ragionamenti, no.

    Leggo sul sito Riza.it, che “solo le immagini parlano al mondo interno, lo attivano e ci ricollegano alla nostra radice. Solo le immagini ci allontanano dalle sirene della mente e ci permettono di ritrovare le azioni e le persone che ci sono affini.”

    Penso sempre, le sensazioni e le immagini sono a colori, tutti i ragionamenti (anche quelli terribilmente giusti) sono in bianco e nero. Io la vedo così. E ripenso sempre, l’ho già detto, al fatto che il manuale Darsi Pace intitola proprio il primissimo paragrafo, con “Ripartiamo dalle nostre emozioni”. Più passa il tempo, più capisco che ogni altra “partenza” sarebbe stata (praticamente, esistenzialmente) una menzogna: non questa. Questo anche, mi rallegra.

    Parlando delle tue sensazioni, dei tuoi ricordi, hai riacceso i miei. Nel contatto con qualcosa di misterioso e profondo, ho trovato un po’ di quel nutrimenti che fiumi di notizie e reportage e percentuali di contagio (fittissime puntuali analisi dove l’incremento esasperato della precisione del dato viaggia in curiosa sincronia con l’incremento dell’affaticamento e della confusione mentale), non mi possono dare, non mi potranno mai dare.

    I colori, i colori soprattutto. Quello. Mi permetto, per l’accento di lievità che mi hai donato, mi viene da dire, anche se non dovrei parlare di cose mie, ma è la stessa cosa, la stessa cosa per tutti: http://blog.marcocastellani.me/2020/02/colori.html

    Grazie!

  2. Grazie, veramente. Antenne che ci mettono in un moto verticale nel momento in cui è inibito il movimento nello spazio orizzontale. E che colgono l’evidenza che ciò che è invisibile all’occhio è però potente oltre che esistente: il virus, da un lato, e l’antivirus rappresentato dalla spiritualità, dal senso di legame nascosto e profondo tra tutti e tutto.

  3. giancarlo salvoldi dice

    Le sensazioni che provo e che sia Antonietta che Marco mi invitano ad ascoltare, sono di due tipi, e confesso che le prime sono di spavento e di ansia.

    Ma queste due bestie non coprono il mio orizzonte che invece è di una calma di fondo che doma le due fiere.

    Una tale pace interiore io non l’avrei avuta dieci anni fa di fronte alla pandemia.

    Che cosa è cambiato nella mia vita e che mi porta oggi a restare stabile nel mio baricentro davanti ad un evento tanto aggressivo e sconvolgente le vite delle persone e di questa società che rotola non sa dove?

    Non ho dubbi: il lavoro metodico e costante del percorso iniziatico accompagnato da meditazione e preghiera.

    La mia preghiera quotidiana è nel nome di Gesù “Yeosuà”, “l’Io sono salva”, ed è per me e per le persone che amo, per il Regno, ” Adveniat regnum tuum”, che è regno di Amore e di pace.

    “A ogni respiro posso ricordarmi di sintonizzarmi sulle frequenze della Vita e dello Spirito, sostare per un po’ nel vuoto dell’altezza siderale, e da lì ascoltare, pensare e pregare.”

    A quanti lo credono e lo vogliono è concessa questa grazia, che accogliamo, come dice il salmista, restando “nell’intimità della tua dimora”.
    Amen, GianCarlo

  4. Giuliana Martina dice

    Cara Antonietta,
    attraverso immagini che affiorano dalla memoria del corpo mi porti in uno stato mentale morbido e flessibile, nel respiro calmo della vita, nella comune avventura della quale percepiamo i tratti. Di questo ti sono davvero grata.

    Ancora una volta siamo costretti a guardare l’insostenibile velocità del treno sul quale viaggiamo, ma anche a vedere che possiamo decidere di rallentare, se lo vogliamo davvero.
    Anzi rallentare la corsa è oggi indispensabile per custodire l’umano.

    Questo momento a me mostra la difficile condizione dell’uomo su questa terra e la gravità del non parlarne più. Ascoltiamo e ci scambiamo informazioni per dominare la paura ma nessuno ci dice che possiamo stare dentro la paura, nessuno ci insegna a guardarla con calma e gentilezza, a starci dentro con affetto per vederla sfumare.

    Non mi disturba restare in casa e uscire solo per il necessario, anzi vivo questo momento come opportunità per ascoltarmi più profondamente, la corsa per me sta rallentando e ora comincio a concedermi il piacere della decelerazione, mi sento più attratta dal movimento della profondità nel quale vorrei riuscire a stare più a lungo.

    Invece mi irrita una modalità di informazione che aumenta la paura invece di aiutare a guardarla, mi irritano i messaggi pubblicitari di persone che ci invitano a restare a casa, richiamano al senso di responsabilità e sono conduttori di alienanti trasmissioni televisive fatte apposta per addormentare le menti, e comincio a non poterne più dei video che circolano tra amici e conoscenti, io stessa li ho trasmessi, perché mi riportano dentro la velocità, nel movimento frenetico che voglio contrastare, di nuovo mi sbattono in faccia la finzione, la fuga da ciò che fa male guardare.

    Mi è insopportabile la menzogna, la mia prima di tutto; non ce la faccio a stare dentro relazioni in cui le parole non sono sintonizzate alle frequenze della Vita e dello Spirito. Ho bisogno di ascoltare parole di consolazione, di illuminazione, di guarigione per riuscire a donarle agli altri nella libertà e nella leggerezza dello Spirito e a restare salda nella postura anche quando non sono ascoltate o vengono rifiutate.

    Ho bisogno di parole vive, vere, che mi diano slancio per ritornare dentro la relazione vera con me stessa e con gli altri,
    parole che nutrono e rallegrano l’anima.

    Riconoscere questo bisogno mi aiuta a vivere l’ isolamento come occasione per tornare nella vera relazione con me stessa, per scoprire l’Uomo-Dio che chiede di farsi in me, per scorgere i tratti del suo progetto inscritto nel cuore del mio cuore, per lasciarmi riplasmare dal suo Spirito e insieme a Lui ritornare nel mondo.
    Con Lui non c’è nulla da temere, la malattia mortale che ci affligge è definitivamente sanata.

  5. Credo che mettere insieme morbidezza, flessibilità, dolcezza, con precisione, lucidità, fermezza sia il compito della vita, di cui in DP troviamo un’ottima palestra.
    Dunque, non ci resta che alzare le antenne, attingere nel profondo, vivere sinuosamente…
    iside

  6. Porta mariapia dice

    Oggi, in tanto frastuono di discorsi, di comunicazioni scientifiche e no, le vere parole di pace, di serenità, di buonsenso le trovo qui. Grazie! Mariapia

  7. Simonetta Chiappini dice

    Grazie Antonietta,
    è proprio bello quello che dici. Forse è semplice, arriva diretto, come le cose vere, oppure quelle umane. Il che spesso non coincide, ma a differenza di te ora mi confondo con le parole e mi contraddico. Forse sono le antenne e la sintonia con l’alto a fare la differenza ed io che non so, mi pare proprio così, praticare la consapevolezza, credo almeno di riconoscerla.
    Simonetta

  8. Le gemme sono spuntate sui rami.
    Anche quest’anno
    mi hanno preso di sorpresa.

    E’ vero, sono più disposto a spiegarmi razionalmente il perché dell’emozione che provo, spesso cadendo in un groviglio di pensieri, mentre dovrei solo sentire cosa succede.

    Grazie a tutti

  9. Contento di non essere il sole ad avere paura dell’innaturale velocità dei treni. Ma so io che cosa è “naturale”? Naturalmente no. Ma per te giustamente questo è solo un tramite per un altro insegnamento: assecondare il movimento, non frapporre, non mettere in mezzo la mente, cioè la paura, la rigidità. Grazie.
    Un saluto, beppe sebaste

  10. E’ proprio vero! Più ci opponiamo ai cambiamenti con forza e rigidità più favoriamo forme distorte, smorfie e comportamenti malati. C’è un lasciar scorrere, un fluidificare, un lasciar andare che non è dato dallo sconforto o dalla rassegnazione, è proprio di una sintonia, come scrivi, con quel Luogo di pace che è sempre lì e ci aspetta, dandoci una prospettiva sempre nuova, fiduciosa e speranzosa. Eppure il cuore palpita comunque alla curva, ma è più stabile e ci entra anche più deciso ad affrontarla e a non lasciarsi rapire.

  11. Cara Antonietta,
    Grazie per averci ricordato in modo così chiaro che ”con un gesto interiore dolce e preciso sintonizzare di nuovo l’antenna verso l’alto. E l’impatto degli eventi sarà diverso” e che tra le tante frequenze che ci abitano possiamo ”ritrovare quella più alta, che nessuno può imprigionare o limitare”,

    Procediamo dunque insieme, sintonizzati sulle frequenze della Vita e dello Spirito!

    Un affettuoso saluto.

    Lula

  12. Daniela Rondina dice

    Grazie Antonietta! Parole e immagini davvero efficaci, concrete, vissute e donate.
    Un caro saluto
    Daniela

  13. Antonietta Valentini dice

    Grazie per i vostri commenti.
    Continuiamo a utilizzare tutti gli strumenti interiori e gli spazi di comunicazione che Darsi Pace ci offre. Possiamo veramente aiutare noi stessi e gli altri a rendere più morbido questo grande cambio di direzione.
    Un abbraccio a tutti
    Antonietta

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