Dal deserto globale. Uno sguardo.

Commenti

  1. … al di sotto dello sconcerto e della paura percepisco paradossalmente un senso di verità, di tranquillità, un incremento inatteso delle energie sane e costruttive. È come un’occasione di nuova presa di posizione e di forza entro me stesso, in ciò che è più essenziale e impellente nella mia esistenza…

    Queste parole mi risuonano dentro e mi aiutano, oggi, a decifrare un sentire con- fuso con i vari bollettini di ‘guerra’, con un pericolo che percepisco sempre più reale e vicino.
    Grazie di cuore dalla terra bergamasca. Cinzia

  2. Francesca Minato dice

    Grazie Luca, è proprio vero! Stiamo vivendo una quaresima globale , e Dio solo sa quanto ce n’era bisogno! Mi sembra che quello che stiamo attraversando sia un grande e poderoso invito alla conversione. Personalmente intendo usare questa pausa forzata come un’occasione unica per fare un sano digiuno e rendere così il mio sguardo un po’ più limpido, partendo dal corpo appunto, ma senza tralasciare lo spirito, digiuno dalle parole vuote e insensate e dalla frenesia inconcludente . Percepisco come anche lo spirito si stia disintossicando, capto più nitidamente i “veleni “che mi arrivano e sento come i miei sensi ,sia fisici che spirituali si stiano lentamente raffinando. Un’occasione anche per fare ordine e finalmente selezionare solo ciò che serve, riuscire a dare un ordine di priorità. Un augurio a tutti gli amici di darsi pace di usare al meglio questo tempo, cominciando da sé.

  3. Simonetta Chiappini dice

    Questi giorni sono veramente straordinari. La sensazione dell’emergenza esterna incombente ha coinciso in me con lo stato interno di crisi in atto da tempo, come se lo smarrimento personale trovasse una risposta esplicita in questa condizione di sconvolgente incertezza e precarietà collettiva. Solitudine e reclusione a parte godo delle modeste risorse della pensione, e questo è già molto in tempi come questi. Ma sento presente la presenza degli altri, e c’è più silenzio, in casa e fuori. Sono passata dall’incredulità all’abbattimento, ora ad una certa rassegnazione; diciamo meglio: ad una moderata pazienza. A questo contribuiscono la parola, la presenza, i commenti che anche per via telematica giungono nei silenzi delle case, illuminano e rendono possibile il poter pensare ad accettare limitazioni e sacrifici, inducono ad ampliare i silenzi in momenti vivi, fanno sperare e credere che anche da questo turbine confuso e per ora poco decifrabile di eventi possa nascere più consapevolezza, qualche scoperta, qualche dono. Per me è la possibilità di dare un senso a quello che accade, se non presumo troppo, o almeno di non lasciarmi andare alla disperazione e all’accidia, all’ansia per il futuro che si presenta tetro e incombente per tutti. Per questo ringrazio la vostra presenza, i vostri interventi, le meditazioni e le letterine, che attendo di giorno in giorno, traendone stimolo e conforto. Non so come le cose andranno avanti, non saranno più come prima, spero. Avremo più chiaro cosa ci aspetta e che bisogna cambiare strada e mente.
    Mi piacerebbe avere anche il parere degli altri.

  4. Con visioni potenti, magnifiche, apocalittiche in senso iniziatico, hai illuminato di una luce vivida lo scenario cupo del momento storico che stiamo attraversando, senza sbavature ottimistiche o retoriche o sentimentalistiche. Grazie!

  5. Caro Luca,

    grazie per questo bel pezzo, questo realismo alla fine rallegra, lo dico davvero. Rallegra esageratamente di più dei tanti slogan e appelli e tanti “andrà bene” di cui si percepisce lo sforzo volontaristico (e dunque, triste) lontano mille miglia. Qui c’è una prospettiva, un punto di fuga, la possibilità di cogliere l’occasione, che in questa fatica e anche dolore ci sia nascosta anche, appunto, un’occasione.

    E il mio commento potrebbe, o forse anche dovrebbe, finire qui (potete smettere di leggere, se volete).

    Tuttavia da astrofisico, mi interessa in particolare l’accenno “cosmico” che fai, con l’allineamento dei pianeti e l’asteroide. Molto interessante. E che muove – allinea e disallinea – molte parti in me. Alla prima lettura, devo ammettere, una parte di me è saltata sù, stracciandosi le vesti ed esclamando “ma che c’entra questo? Cadiamo nell’astrologia, ancora, nel ventunesimo secolo!”.

    Così ho preso tempo, quella parte l’ho lasciata gridare e – a vesti ormai stracciate (tanto non posso uscire di casa, pazienza, penserò dopo a rendermi presentabile) – ci sono tornato sopra, con il desiderio di allargare lo sguardo. Da un po’ (e molto esercizio l’ho compiuto proprio qui, in questo ambito) ho preso il gusto di pensare che ci può essere qualcosa di interessante nel lasciare aperti dei varchi nel mio universo spesso troppo solido, quasi marmoreo, assai pericolosamente stazionario, del mio modo “usuale” di vedere le cose. Del resto il mio modo di vedere le cose è (a me pare) pieno di “buon senso”, ma anche terribilmente poco eccitante, spesse volte, parecchio noioso.

    E ho provato a ragionare, passando oltre la mia emozione istintiva di rigetto. Chissà, però è interessante, comunque, che il cosmo, l’universo, “risponda” a quello che accade nella storia umana. L’idea, ecco, alla fine mi piace. Certo, scientificamente la cosa è facilmente confutabile, almeno con le conoscenze scientifiche di oggi. Molti miei illustri colleghi, riderebbero. Nessuna delle quattro forze che governano tutto il mondo fisico – per come lo capiamo, e gli esperimenti ci dicono che lo capiamo piuttosto bene – può giustificare il fatto che un allineamento di pianeti possa avere una influenza che non sia appena men che microscopica, in quel che accade sulla Terra. I conti, volendo, si fan presto a fare.

    Ma il fatto che fisicamente non si spiega, beh non spiega ancora nulla.

    Ne parlavamo proprio stasera a tavola con la mia figlia minore. Anche lei mi diceva, “Beh papà, ma non tutto quello che accade è spiegabile con la fisica”. Io inizialmente, istintivamente ho borbottato, “beh, tutto quello che accade nel mondo fisico, però sì.” Poi mi sono corretto, “anzi no. Se credo ai miracoli, devo già dire di no”.

    Come credente, credo ai miracoli (ma, Signore aumenta la mia piccolissima fede, sempre). Credo all’intervento possibile del divino, in lieve lieta leggiadra spericolata scanzonata violazione dei “comandamenti” fisici e matematici.

    Ma se ammetto che il sistema regolatorio della fisica a volte possa essere violato, ho aperto una porta che poi non posso permettermi di chiudere a mio piacimento. Ho ammesso che possono succedere cose – nel mondo fisico – che la fisica non spiega. E non spiegherà mai (non è manco roba di fisica quantistica, oggi tirata per la giacchetta ogni volta che non si capisce qualcosa). Cioè, la cosa sarebbe questa, alla fine: la fisica modella quel che accade nel mondo. Ma non tutto quel che è accade nel “mondo fisico” è spiegato dalla fisica.

    Ripeto, non è così scontato. Molti molti miei colleghi, più bravi e intelligenti di me, non sarebbero d’accordo.

    Ma io insisto, su questa linea.

    Del resto, se a Natale acconsento a che i pastori furono guidati verso la grotta del Bambinello da segnali celesti (stella cometa, leggasi), poi come faccio a dimenticarmelo un attimo dopo, diciamo già prima di Pasqua?

    Mi pare che qui ci manchino dei modelli, esattamente. O io comunque, non li ho ancora assimilati, se ci sono.

    Qui ci vuole un modello che ritrovi una congiunzione tra cielo e terra, per cui quel che avviene da una parte influenza quel che accade dall’altra, senza cadere nella superstizione o nella “magia”. Che riprenda molta sapienza trattenuta nell’antica astrologia (del resto prima non era separata dall’astronomia propriamente detta), in una luce nuova.

    Posso sbagliarmi, ma è un’avventura ancora molto da percorrere.

    Sarebbe bello dire, giunti a questo punto, che proveremo a farlo in AltraScienza, nel gruppo culturale di Darsi Pace, sarebbe bello ma penso un po’ troppo da spacconi, da esagerati. Diciamo piuttosto, che proviamo a sintonizzarci su questa esigenza, a capire e vedere chi con più autorità e autorevolezza di noi, porta avanti in modo convincente questa istanza.

    A volte puntare le antenne (come insegna il bel post di Antonietta), è tutto ciò che serve.

    Grazie, anche per la pazienza.

  6. giancarlo salvoldi dice

    Nella mia bergamasca il numero dei contagiati e dei morti per corona virus va moltiplicato per 5, probabilmente per 10.
    La lenta colonna dei camion dell’esercito porta le bare “in processione”, con funerale senza prete né famigliari.
    E tanti dalla casa sono passati all’autolettiga, all’ospedale, all’intubazione, alla morte e agli inceneritori di città sconosciute senza aver più visto nessuno dei famigliari, ai quali rimane una comunicazione, e il dolore.

    Siamo nel deserto dello smarrimento in tempo del deserto quaresimale, e possiamo assumere uno spirito che tu Luca dici: “escatologicamente sereno e cata-stroficamente fiducioso nell’avanzare inesorabile della Verità tra le crepe dolorose dei tempi mortali.”

    Ciascuno reagisce come può, e come riesce in questo mondo frastornato, e io accolgo con compassione anche quanti in tante città lontane, molto lontane, temendo l’arrivo del flagello del nord, riescono solo a cantare e ballare.
    E penso che a molti questo non basterà, e forse cercheranno altro, o cominceranno a cercare altro in profondità.

    Non siamo 60 milioni di barchette individuali in balia della tempesta, e se fossimo tali non sopravvivremmo: qualcuno può dire che siamo sulla stessa barca, e a me piace pensare che siamo nell’unico spirito.
    Senza presunzione sappiamo di poter contribuire, grazie alla telematica, ad offrire spunti e riferimenti che confortano ed aiutano a porsi le domande di fondo, ed anche a ripensare in che tipo di società e di economia viviamo.
    Abbiamo fondati motivi di speranza, GianCarlo

  7. alessandra dice

    Caro Luca,
    un ulteriore collegamento mi viene da fare …
    il tuo post che apre ad una visione “altra” è stato pubblicato il 19 marzo, giorno della festività di San Giuseppe: uomo che ha protetto e custodito il Nascente.
    Uomo che ha creduto al messaggio dei suoi sogni facendosi “attore” di un progetto inaudito.
    Uomo che ha fatto proprie e chissà quante volte le avrà ripetute le parole: “Non Temere “.
    e chissà quante volte le avrà ri-ascoltate nel profondo di sè per combattere i suoi dubbi e le sue paure.

  8. Carissimi,

    per chi fosse interessato, ho rielaborato ed ampliato il mio commento, lo potete trovare (e commentare) qui,
    http://blog.marcocastellani.me/2020/03/allineamenti.html

    Grazie ancora Luca per questi spunti estremamente interessanti: come sempre trovo agganci “astronomici” nei tuoi post, e sono stimoli per me per proseguire il mio lavoro, “dentro” il mio lavoro!

  9. Brunella Lionetti dice

    Ciao!
    Ho letto con interesse l articolo, e anche i commenti, e ne condivido gli umori! In questo deserto propizio, sotto vari aspetti, nessuno sa cosa accadrá, ma credo che la fede c’ insegna a non dubitare della sua uscita, e del fatto che Cristo ha giá vinto il mondo. E quindi, anche il virus incoronato e le sue conseguenze. Questo, soprattutto, mi conforta. Mi ha colpito un video, girato con un drone su Milano ( mia cittá natale) deserta: l’ ho trovata piú bella del solito!
    Sembrava il famoso quadro di Pier della Francesca: La cittá ideale.
    Pensavo: che strano, vedere tutto ciò che gli uomini hanno costruito per sè, senza vedere loro, quasi fossero d’ un tratto estinti lasciando le loro memorie sui marciapiedi! E invece, erano tutti dentro, chiusi nelle costruzioni.
    Impotenti di fronte al libero circolare di un essere invisibile, padrone della cittá. È quasi comico!
    Mi colpisce anche il fatto che ognuno di noi è nel suo ring quotidiano, nelle sue difficoltá e risorse, senza vie di fuga: quale migliore occasione, per chi lo vuole, per affrontarle e scoprirle?
    Questo, naturalmente, per chi non si trova in prima linea, con tutto ciò che comporta! Ognuno e tutti, in modo unico e diverso viviamo
    questa realtá: ci aiuterá a ritrovare il filo di umanitá perduto, spesso tra le apparenze della pubblicitá?
    Uscendo dalla Quaresima, quest’ anno potremo sventolare le Palme dai balconi: magari daremo qualche schiaffetto al virus svolazzante!
    Buona vita a tutti!

  10. giancarlo salvoldi dice

    A proposito di :”Apertura di spazi che prima non si sarebbero mai potuti dare”, desidero aggiungere una nota.
    Alcuni di voi, come me, penso seguano la messa su Rai 1 alle 7 del mattino da santa Marta in Vaticano.
    Alla fine c’è l’esposizione del Santissimo per l’adorazione.

    Una decina di minuti in assoluto silenzio.

    Questa è davvero una cosa nuova.
    Inaudita.
    Meravigliosa.
    Un’oasi di spiritualità.

    In quello spazio evaporano il frastuono e il chiacchiericcio del monolinguismo ripetitivo che inebetisce ed anestetizza.

    Riesco a stare in adorazione meditativa che diventa chiave di violino nello spartito della mia giornata.

    Non posso che rendere grazie all’ispirato e all’Ispiratore di questo momento potente.

  11. Gennaro De Mattia dice

    Volevo scrivere qualcosa riguardo questo scritto di Luca, come sempre tempestivo e pertinente, un vero segno di speranza per il futuro, direi più che una speranza. Questi giovani mi entusiasmano. Ho poi letto i molti post e molte delle cose che avrei voluto dire e sono contento di aver potuto condividere leggendo i vostri sentimenti e le emozioni che Grazie a Dio ci animano e ci abitano. Così voglio condividere con voi una breve “poesia” scritta alcuni mesi or sono ma che mi sembra adatta:

    “Confido nella forza della natura
    che si riprenderà il mondo.
    Noi forse torneremo
    da dove siamo venuti
    dall’infinito che tutto contiene
    dal tempo che non muta
    presente e permanente.
    Abbiamo attraversato questo istante
    credendo fosse tutto
    ma è un battito di ciglia
    un battito di questo nostro cuore
    ormai ridotto a misero strumento
    destituito dell’immenso incanto
    del ritmo che scandisce l’emozione.
    Confido nella forza del mio cuore
    che si’ ritornerà nel mondo
    ma tornerà infinito come il tempo
    per continuare ancora nell’incanto
    nel suo rinnovamento senza fine.”

    03/07/2019, Londra

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