Che cosa stiamo vivendo?

Commenti

  1. L’eterogenesi dell’uomo fatto robot
    Gennaio 7, 2021 / gpcentofanti

    La parabola del razionalismo ha avuto storicamente una sua consequenzialita’ passando per esempio dalle ideologie del 900, al loro crollo, al nichilismo, fino all’omologante solidarismo odierno che sta spogliando le persone di tutto in nome della filantropia.

    Si tratta e si è sempre in realtà al fondo trattato del dominio della tecnica che svuota le persone di un’autentica, personale, ricerca e dunque di un vero scambio. Astrazioni, mero fare, che talora hanno in vario modo condizionato anche la fede cristiana.

    Conosco brava gente, credente e non credente, che è passata dalla lotta di liberazione dei poveri al servizio di fatto della finanza e dei potenti di internet senza avvedersene. Non hanno nemmeno dovuto comprarli, come può essere invece avvenuto per certi politicanti. Sono semplicemente il frutto programmato dell’astratto seme razionalista. Il dominio della tecnica, previsto da tempo da certi filosofi e scrittori.

    Per cui volere uscire dal dominio del sistema con un mero diverso fare significa paradossalmente consolidare le basi profonde del potere attuale. Non sono le persone ma è la tecnica che alla fine sembra sempre travolgere le resistenze. Dunque che vada al governo chi si oppone all’apparato può essere decisivo se si apre ad un salto di qualità. Altrimenti rischia di divenire un altro dei tanti orientamenti e poteri alla fine fagocitati dal sistema.

    Serve un salto di qualità, la libera formazione, fin dalla scuola, nella identità liberamente cercata e nel solo allora autentico scambio con le altre. Stimoli al superamento delle astrazioni dell’intellettualismo per cercare le vissute vie della vera crescita.

    Se prevale la falsamente neutra cultura tecnicista l’uomo sarà sempre più in competizione col robot che potrà svolgere anche meglio il suo programmato lavoro. Se prevale l’umano allora si potrà sviluppare una feconda complementarietà tra la persona ed il robot, densa di ricchi sviluppi, di aperture di nuovi orizzonti. Forse si potrà giungere alla seconda ipotesi passando dal crollo dovuto alla prima, se qualcuno sopravviverà.
    https://gpcentofanti.altervista.org/un-falso-bene-che-manipola-e-distrugge/

  2. Fabrizio Sebastiani dice

    Inizialmente pensavo fosse lo stesso Guzzi a scrivere questo post, riconoscendone lo stile in espressioni e locuzioni minori a lui care come “A mio avviso…” , “al contempo” …

  3. Fabrizio Sebastiani dice

    ..Comunque (ri)leggendo meglio mi sono balzate all’occhio cose non chiare:

    > A questa “epidemia” si sarebbe potuto rispondere in modo diametralmente opposto.

    Rispetto a cosa ? Alle “calamità piovute dal cielo”? O rispetto a quanto fatto ora? non capisco il nesso con quello detto prima.

    > Avviando un processo di trasformazione nella modalità di comunicazione per esempio.
    > Dando più spazio anche ad altri autori, ad altre voci. Non solo nel campo della scienza, ma anche in quello della filosofia, della psicologia e dell’arte.

    stiamo parlando di comunicazione, della scienza (e le altre cose menzionate) oppure di come queste vengono comunicate? Non mi è molto chiaro. Cosa vuol dire “dare più spazio anche ad altri autori” ad esempio in ambito scientifico? Che genere di autori?

    Personalmente mi interessa molto l’aspetto scientifico perchè volentieri rielaborerei qualche concetto per il gruppo AltraScienza (sulle altre discipline alzo le mani come poco competente). Grazie Francesco per questa tua ottima sintesi del pensiero di DP.

  4. Marco Guzzi dice

    Grazie, caro Francesco, questo tuo testo mi sembra riassumere un intero progetto di resistenza e di ricominciamento nelle estreme difficoltà. Dovremo lavorare nelle prossime settimane per delineare anche un programma concreto di attuazione di questa linea spirituale. Un abbraccio. Marco

  5. Francesco Marabotti dice

    Caro Fabrizio,
    il senso di quel passaggio mi sembra molto chiaro.
    A questa epidemia si sarebbe potuto rispondere in modo diametralmente opposto.

    Ospitando nei programmi televisivi tutta la gamma
    di autori presenti nel panorama culturale contemporaneo
    (penso ad Agamben, i cui articoli sono stati rifiutati
    dal Corriere della Sera).

    Per ciò che riguarda gli stessi virologi,
    magari facendo esprimere anche chi
    ha opinioni diverse
    da quelle continuamente presentate
    dagli ospiti che vediamo ogni giorno in tv.

    O dobbiamo presumere che siano tutti d’accordo?

    Detto questo, il senso generale dell’articolo
    è un altro, e va nella direzione
    di una comprensione
    di questo momento storico
    nella sua ampiezza e radicalità.

    Un caro saluto,
    Francesco

  6. Daniela Rondina dice

    Mi sono svegliata questa mattina, riflettendo sulla mia vita e su come io abbia sempre percepito di essere qualcosa d’altro, di diverso, di disadattato in un certo senso, rispetto al pensiero dominante, il mio intuito mi portava a non conformarmi, non riuscendo però mai a comprendere bene questo senso di disagio che pervadeva la mia esistenza, poi ho avuto la fortuna di conoscere il percorso Darsi Pace e improvvisamente tutto la mia inquietudine acquisiva un senso, stavo dentro una trasformazione antropologica senza saperlo, senza che nessuno me ne avesse mai parlato, ma la sentivo eccome se la sentivo!
    Leggendo il tuo post questa mattina ho sorriso e ho pensato che la sincronicità che si manifesta a volte è un segno tangibile, come una conferma, una pacca sulla spalla, “va tutto bene” mi dice “sei sulla strada giusta, coraggio”!
    E così gioisco comprendendo quanto il mio intuito mi abbia salvato la vita, prima di tutto facendomi afferrare come un salvagente questo percorso denso, intenso e direi infinito da scoprire sempre di nuovo, e poi permanendo con tenacia dentro il senso di questa svolta in atto, ogni giorno ricevo dei regali di cui posso godere solo spostandomi dallo stato ordinario in cui mi sveglio inevitabilmente, ad uno stato un po’ più integro e questo processo riempie la mia vita di un senso che mai avrei sperato!
    “A noi cioè, in questo momento preciso del processo iniziatico planetario, è richiesto di intuire il senso della svolta in atto. È richiesto di intuire la direzione, di comprenderne l’energia trasformativa, e incarnarla.”
    È proprio così caro Francesco questo è il compito entusiasmante di tutti coloro che vogliano dare una svolta e una direzione alla propria vita per trasformare il mondo! Ne sono certa!
    Un abbraccio
    Daniela

  7. Dici bene Francesco, “una comprensione di questo momento storico nella sua ampiezza e radicalità”. Concordo che questo sia il vero punto, al di là delle differenti opinioni riguardo all’approccio sanitario e alla gestione dell’emergenza e tutte queste cose qui, legittime espressioni di variegati angoli di vista, che comunque non sono “il punto”.

    Il punto mi sembra proprio questo, che non c’è praticamente nessuno (vedo ben poche eccezioni), che usi questa “occasione” (ancorché dolorosa) per interrogarsi sul nostro sistema di rapporti, sul nostro rapporto con il denaro e la produzione e il consumo di beni, sull’acquiescenza all’impero della pubblicità (è l’unica cosa che non si è mai fermata, avete notato?), sul fatto che vi possano “ancora” essere alternative al nostro modello di vita.

    Oggi nessuno più crede che vi siano alternative, questo sistema è percepito da tutti come l’unico possibile. Perfino gli ex rivoluzionari di un tempo, oggi sono rientrati tristi ma rassegnati, nello schema “non c’è alternativa”. Io però, che qualche rivoluzione (solare) l’ho pur vissuta, mi ricordo bene il clima degli anni ’70, ed era totalmente diverso. Era un grande fermento e c’era una speranza palpabile di cambiare, di rivoluzionare il mondo. Questa speranza alla fine contagiava anche chi era scettico (con buone ragione potremmo dire) sulla vulgata di sapore marxista egemonica in quel periodo. Perché comunque c’era vibrante l’idea, “si può cambiare”.

    Ora sappiamo bene tutti i limiti di quella rivoluzione, clamorosamente evidenziati dalla storia: non c’è da spenderci troppe parole. Ma quell’anelito non era commisurato a quella rivoluzione, era un anelito ben più grande che abbiamo sopito, e l’abbiamo fatto a nostro danno, psichicamente parlando, questa rimozione non è senza conseguenze su di noi (e lo sperimentiamo fin troppo bene, nella nostra mancanza di speranza e nei nostri rapporti personali spesso così pesanti, e l’ansia e lo spaesamento).

    Se abbiamo questo anelito rivoluzionario nel cuore vuol dire che una rivoluzione è possibile. Vuol dire che c’è alternativa. Questa rivoluzione pacifica che parte dall’interno, può infiammare i cuori, stavolta verso un obiettivo reale, perseguibile con pazienza e con fiducia.

    Grazie.

  8. Roberto Radaelli dice

    Leggendo questo scritto con gli occhi di un normale scettico realista nichilista, questa prospettiva così “semplice, chiara e necessaria” che illustra come ogni accadimento sia inserito in un piano umano-divino di evoluzione umana e cosmica, appare come una risibile astratta ingenua fantasia visionaria…
    Ma io sento (già da qualche tempo) nel profondo del mio cuore che preferisco dare fede a una “fanciullesca” proposta evolutiva come quella che hai benissimo caratterizzato, piuttosto che abbandonarmi alla “ordinaria” disperazione di una vita senza valore né significato.
    Grazie

  9. Fabrizio Sebastiani dice

    ciao Francesco, grazie per la tua risposta. Su Agamben non so che dirti, non me ne occupo anche se vedendo il suo blog ci sono molte affermazioni affette da bias evidenti e arbitrarie. Avere spazio in un giornale non è certo un diritto. Per il resto mi pare che la tua polemica sia sostanzialmente mediatica. E sono d’accordo. Per fortuna io non ho la TV dal 2006 come scrissi qui http://www.bzimage.it/blogwp/un-anno-senza-tv.html quindi non so bene a cosa ti riferisci.

    A me pare che i virologi nel loro complesso abbiamo detto cose sensate: meno sensate sono le interpretazioni e le narrazioni che ne da la stampa, questo si è un vero problema, ma è un problema mediatico: sia di toni (spesso confusi, caotici, contraddittori) che di sostanza (l’ignoranza scientifica dei giornalisti non arriva a volte neanche a una cultura di base di scuola media come possono veicolare informazioni di carattere scientifico?); Per quanto riguarda le fonti scientifiche che sono abituato a consultare non mi pare che ci siano grosse divergenze di vedute anche se ovviamente in merito alle “opinioni” differenti è normale che ve ne siano, anche in ambito scientifico. Ma non mi sembra di aver trovato divergenze sostanziali in merito a fatti ed evidenze, magari in merito a strategie di adottare quello si: ma questo non attiene mica ai virologi o alla scienza, attiene alla politica e all’amministrazione sanitaria. Da quello che hai scritto non riesco a contestualizzare e focalizzare bene di cosa nel concreto stai parlando, magari serve qualche nome, fatto o circostanza, perchè così, in modo generico, è difficile argomentare.

    Grazie ancora.

  10. Uno spettro si aggira per il mondo: la libera comunicazione

    Internet potrebbe venire usato per sviluppare la partecipazione invece il sistema cerca di silenziare in mille modi voci diverse. Non si dovrebbe, visto che esiste ora questa possibilità, permettere perlomeno liberi commenti su tutti i media? L’apparato si difende sostenendo che si tratta di voci non controllate. Controllate da chi? Da chi con il pensiero unico ha svuotato, manipolato e spogliato di tutto la società? Non dovrebbe invece una democrazia favorire la libera formazione, partecipazione, delle persone stimolando così una sempre più profonda maturazione anche nel valutare gli interventi altrui?

    I media continuano a impedire non solo gli interventi tra l’altro di molte persone preparatissime ma persino i commenti, a ridurli al lumicino, a silenziarli a piacimento. Già questa è una cartina di tornasole del pensiero uniformato e manipolato. E rivela il timore di ciò che può avvenire se si diffonde la consapevolezza delle nuove vie di resistenza.

    Oggi i commenti, dove consentiti dai media del sistema, sono di gran lunga più originali e interessanti delle grige veline della odierna Nomenklatura.

    La democrazia del solidarismo omologato, dunque del mero fare, tecnicista come ogni cosa in essa, sta conducendo sempre più velocemente la società al crollo. Nella società che distrugge tutto con la formazione e la comunicazione bisogna sviluppare una variegata resistenza in tali campi. Per esempio appunto pretendere la libertà di commento ovunque, creare reti di pubblicizzazione dei commenti non ammessi, anche così rivelare concretamente la presenza di un mondo finora ignoto e ricco di mille contributi, stimoli, da offrire.

    Usare i media anche del sistema come punti di incontro per i commenti stimolando dunque il servirsi di quelli che li consentono lasciando da parte gli altri. Vi è tutta una nuova resistenza da sviluppare.

    Trovare i punti di debolezza dei sistemi di manipolazione per sviluppare i semi di una nuova democrazia: per esempio creare canali di comunicazione alternativi durante lo smart working; aiutare una formazione alternativa per gli studenti da casa. Favorire così in mille modi la formazione di reti dal basso.

    Una democrazia che sviluppi, esiga, trovi comunque le vie, per la libera formazione e partecipazione.

  11. Ecco Sinodalità, un sito di dialogo libero e rispettoso tra cristiani a cui partecipano già molte persone, anche di orientamenti molto diversi: https://cercogesu.altervista.org/francesco-marabotti-questo-momento-storico/

  12. Francesca Minato dice

    Grazie Francesco per questo post che mi coglie in risonanza per quanto riguarda il paradosso evolutivo che stiamo vivendo. Proprio in questi giorni stavo riflettendo su questo irrigidimento del “vecchio”rispetto all’avanzare del nuovo. D’altronde lo sperimentiamo sulla mostra pelle… Una dottoressa a cui chiedevo come mai il processo di guarigione passasse per molte ricadute, mi rispose:” Sai… Il corpo è lento “. Proprio così, mi sembra che anche a livello evolutivo come lo intendiamo noi si riproponga la stessa dinamica. Che bello sentirsi in risonanza, e che consolazione! Certo, azzardare delle sintesi così ampie richiede non poco coraggio e un po’ di spregiudicatezza… Ma sempre meglio del niente che dilaga…
    Un abbraccio

  13. Caro Francesco, mi unisco a questi commenti molto positivi, perché non è facile mantenere l’equilibrio e la misura tra la denuncia e l’annuncio. Mi sembra che hai raggiunto un’ottima sintesi di entrambi in questo bel testo, che ci da motivi di speranza e di gioia condivisa, nonostante tutto. C’è una direzione nella storia e la capacità di leggere questi segni evolutivi richiede umiltà e al contempo molto coraggio. Ci sarà sempre lo spirito dell’uomo vecchio a difesa rigida del sistema stabile delle cose: uno spirito punitivo e occhiuto, pronto a richiamare all’ordine, a condannare, a giudicare chiunque osi ergersi al di sopra della vulgata dominante, che sia chiacchiera giornalistica, ma anche sapienze varie di questo mondo.
    Restiamo in ascolto, per discernere i richiami della fonte trascendente, quella dello “Spirito nascosto che batte alle porte del presente”, che vuole raggiungere l’esistenza. Grazie! Paola

  14. Elezioni in presenza, no allo “smart” vote
    Gennaio 15, 2021 / gpcentofanti

    Se il governo cade, guarda caso, durante il picco della pandemia bisognerà votare evitando ogni minima possibilità di broglio.
    https://gpcentofanti.altervista.org/la-democrazia-aggirata-raggirata/

  15. E votare in sicurezza in modo da non scoraggiare il voto di alcuni.

  16. giancarlo salvoldi dice

    Caro Francesco, a me sembra che non esista la contraddizione che vedi tra il fatto che proprio mentre stiamo andando verso una umanità più relazionale emergono fenomeni che vanno in direzione diametralmente opposta, per il fatto che l’umanità è solo al livello di sentire un disperato bisogno di quella relazionalità che è nascente ma non ancora arrivata: certo che lo Spirito nascosto sta battendo alle porte del presente, e noi ci attrezziamo a rispondere.
    C’è una direzione della storia, e chi vuole può contribuire a realizzare l’importante tratto di strada che ci compete.
    Gentile Radaelli, concedi credito a quella proposta “fanciullesca”, e se la coltivi ne farai una esperienza sorprendente.
    Grazie, GianCarlo

  17. Fabrizio Sebastiani dice

    @Giampaolo Centofanti

    lo dico da informatico che un poco ha approfondito il tema; qualsiasi tipo di sistema di voto “elettronico” presenta criticità non risolubili facilmente, a meno di rinunciare qualche caratteristica di ciò che siamo abituati a chimarare “voto”.
    Ad esempio si dovrebbe rinunciare all’anonimato, oppure ad altre caratteristiche.

    Meglio la vecchia cara scheda e il controllo manuale che se non altro garantisce un controllo diffuso (e non centralizzato) della gestione dei dati e delle procedure.

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