In questi giorni mi sono fermata per fare un piccolo bilancio del cammino di quest’anno e mezzo nei gruppi Darsi Pace, e mi sono resa conto in modo ancora più forte di come esso sia per me sempre più vitale e ringrazio di cuore il Signore che me lo ha fatto scoprire e la mia Comunità che mi permette di percorrerlo. Ogni incontro mi sta aiutando a sperimentare una destrutturazione profonda del mio essere, o almeno un tentativo di destrutturazione, per entrare, a piccoli passi, nella verità di me stessa.
IL METODO DEI MISTERI 5.10.23
Tempo fa ero deciso a comprendere e a penetrare fino in fondo il mistero della Croce; mi ero messo in testa di “capirlo” – anche se tutto ciò non era sintomo di una velleità arbitraria, questo bisogno al contrario scaturiva genuinamente dallo sgomento che la lettura dei brani della Passione di Cristo suscitava in me e dalle domande che questo stesso sgomento mi dettava nel cuore: “Cosa ha a che vedere questo scempio – questo scatenarsi così terribile di violenza
– con me?”; “In che senso e in che modo tutto ciò mi dovrebbe salvare?”; “Perché Gesù si è volontariamente consegnato ai suoi carnefici? Perché ha scelto e voluto dare sè stesso?”; “Cosa significa la Croce? Quale è il suo senso?”
Riconosco a queste domande un loro grado di legittimità; tanto più perché esse sorgevano come risonanza alla lettura dei brani evangelici della Passione, e non erano quindi pretenziose curiosità intellettuali. Con questo mio domandare ero risoluto, deciso ad
“abbordare” la Cosa stessa, a penetrarla, saperla, comprenderla, capirla; ero – in una parola – in cammino verso di essa. Molto presto però mi sono iniziato ad accorgere che questo cammino era, in realtà, sbarrato. Con tutto il mio insistente domandare non mi ero mosso di un passo dal punto di partenza, non mi ero cioè per nulla avvicinato alla Cosa stessa. Domandando, mi sembrava di approssimarmici, ma in realtà rimanevo sul posto ,giravo in tondo. Il mistero della Croce continuava a rimanermi inacessibile, sigillato.
Beninteso: già il domandare del mistero della Croce, benchè destinato ad arenarsi, rappresentava qualcosa di più della mera indifferenza verso di essa. Quest’ ultima è assenza totale di rapporto, ignoranza che non sa di sè. Al contrario domandando
genuinamente della Cosa si istituisce con essa già un rapporto, la si porta nel proprio sguardo, ci si fa attenti e pensosi nei suoi [Leggi di più…]
Gli Irriducibili – Nuove figure rivoluzionarie
Perché parliamo da tanti anni di un nuovo soggetto rivoluzionario? E cos’ha questi di irriducibile?
È semplice: l’umanità sta vivendo una delle più titaniche trasformazioni della propria essenza dacché l’uomo stesso abbia memoria.
In compenso un sistema psico-sociale planetario sta facendo di tutto per tentare di impedire questo salto essenziale, riducendo l’umano appunto a qualcosa di falso e asservibile al proprio cieco potere.
Sabato prossimo invece noi saremo a Brescia per annunciare, a voci e corpi spiegati, che questo non è possibile, e non sarà mai possibile. Alleluia!
Le potenze che, nel visibile e nell’invisibile, ci vogliono schiavi non sanno – poverine – che il mistero glorioso e tragico dell’umano ha già vinto su questo incubo. Non sanno che una nuova forma di uomo, di ognuno di noi, sta inesorabilmente prendendo il sopravvento. E soprattutto non sanno che questo altro Io umano – che è al contempo un Io-mondo nuovo – è intrinsecamente rivoluzionario. E lo è anzitutto perché, con la sua sola venuta, confuta una volta per tutte il sistema di menzogna e guerra che sorregge il vecchio ordine delle cose. [Leggi di più…]
NUOVE VISIONI. OLTRE LA TECNOCRAZIA NEOLIBERISTA
Cosa facciamo davvero andando in giro per tutta Italia a convocare il popolo in eventi culturali come questi, veramente d’altro tipo? Perché andare questo venerdì alle ore 18:00 a Trieste, all’Antico Caffè San Marco?
La questione per noi è semplice: l’attuale sistema-mondo (psico-politico) sta portando la nostra umanità ad un baratro apparentemente senza ritorno. L’urgenza di una politica fondata su presupposti antropologici radicalmente rinnovati coincide oggi con una necessità di trasformazione profonda del nostro assetto mentale e interiore, una conversione della nostra stessa soggettività nichilista e annichilita, ormai in via di collasso definitivo a tutti i livelli. [Leggi di più…]
LULA: oltre il ricordo, la Comunione
Sono molto emozionata a preparare questo post per te, Lula nostra bella, proprio in vista del 6 febbraio, a un anno esatto dal giorno della tua partenza per il viaggio più importante della vita.
Comincio quindi, per poter scrivere, da uno stato più integro e pieno, facendo la meditazione da te guidata in questo video.
L’albero e i suoi frutti, un titolo profetico per la tua diretta Facebook.
Bellezza e fioritura: le tue caratteristiche più proprie. Non le hai mai perse, né con la chemio, né nelle dolorose emergenze fisiche e psicologiche che hai dovuto affrontare. [Leggi di più…]
“Un volto da un vuoto”: fisionomia di una nascita
Un volto da un vuoto è un libro di poesie che parla di una nascita. Una nascita alla vita, che è quella del suo autore, Gabriele Guzzi, ma anche quella possibile di ciascuno di noi, e che può farsi un’azione di popolo, titolo della terza sezione. Ma che cosa significa nascere alla vita?
Ecco una bella domanda, a partire dalla quale credo si comprendano queste preziose poesie, dotate di una vis maieutica, da leggere e da portare con sé come dei talismani o degli unguenti officinali.
Un volto da un vuoto è un libro iniziatico. Iniziatico vuol dire iniziare. Iniziare a vivere. È lo stesso Gabriele Guzzi che ce lo dice: “Ho voglia di iniziare a iniziare:/ Ho voglia di decostruire/ Di balbettare.”
Conversione e Rivoluzione.
San Paolo e la Nuova Umanità
Questo vi dico, fratelli:
il tempo ormai si è fatto breve […]
passa infatti la figura di questo mondo!
(1Cor 7,29-31)
Le Feste della Nuova Umanità ripartono con il primo appuntamento del 2024.
Questo prossimo 25 gennaio riprenderemo a Pozzuoli (Basilica di San Procolo Martire, ore 18:00), proponendo una lettura profondamente politico-spirituale della figura di San Paolo, apostolo e martire delle genti, la cui opera e parola appare straordinariamente illuminante per il movimento rivoluzionario cui oggi diamo vita. [Leggi di più…]
L’esigenza di Darsi Spazio
Le motivazioni, per me, sono diverse. Intanto, un voler restituire qualcosa per tutto ciò che di buono si è assorbito, si è vissuto. Anche, accogliere l’invito ad essere più creativi, che mi pare così organico al percorso stesso. A mettersi in gioco secondo le proprie capacità, le personali competenze. Il percorso in Darsi Pace costituisce per me, fin dall’inizio, uno stimolo straordinario a guardare il mio lavoro di astrofisico, fuori dalle brume dell’abitudine. Da questa prospettiva, posso farmi toccare ed interrogare in modo inedito da ciò a cui dedico tanta attenzione, nella mia giornata. Sì, posso (anzi, devo) vedere anche le stelle, in modo nuovo. E così, raccontarle. [Leggi di più…]
SMASCHERANDOSI
Ascoltando il terzo incontro della seconda annualità, mi ha colpito la frase spesso sentita da Marco:
… e così ce ne andiamo nel mondo…intendendo: andiamo con le nostre belle maschere, create dalla paura per difenderci da noi stessi, dagli altri, e dall’ignoto che la vita ci prepara!
Poi pensando a questo, moltiplicato per milioni e milioni di altri che, con le stesse anche se differenti ragioni, lo replicano recitando i loro ruoli sul palcoscenico del mondo, ho visto il labirinto autistico in cui viviamo! Il mondo che il piccolo dittatore chiamato ego, in ognuno di noi, ogni giorno contribuisce ad estendere nelle vie di ogni dove; lastricate di solitudine sofferenza smarrimento distruzione.
E mi sono sentita perduta nella pesantezza di questo scenario, e nella mia impotenza. [Leggi di più…]
NON DISPERARE
(Arcabas, Il figlio ritrovato)
“Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere nel deserto” (Dt.8,2)
Provo qualcosa di simile ad un sussulto allo stomaco, di pena e compassione, quando guardo alla mia storia. Come quando Gesù vedeva le folle stanche, sfinite e smarrite. Ero fuori di me, arrabbiato e confuso. Chiuso nel mio lager, vittima e persecutore al contempo, solo e senza respiro, con un’unica voce, a tratti assordante: “voglio morire”.
Ho tentato due volte il suicidio per poi risvegliarmi in un letto di ospedale. E poi i ricoveri in psichiatria, e poi il TSO e la Comunità. E poi le riprese. I tentativi di riscatto. I programmi e i sogni. E poi di nuovo l’inferno. Continuamente mi perdevo e continuamente ritornavo.
Non ho fatto altro che ritornare nella mia vita. [Leggi di più…]
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