Hanno Buddenbrook

Commenti

  1. Andrea Vitolo dice

    Bisogna stare nella crisi, ma riempirla di senso, a palate!!!
    letta

  2. letta

  3. Paolo Perelli dice

    Rispondo per ora personalmente al tuo intervento intitolato Hanno Buddenbrook perché ho trovato una forte risonanza con un libro appena letto di una psicoterapeuta (ovviamente) controcorrente, Alice Miller: Il dramma del bambino dotato e la ricerca del vero sé.
    Tra l\’altro lei ha analizzato le biografie di scrittori famosi e avanza considerazioni simili alle tue, seppure da un punto di vista differente.
    Anch\’io penso che in qualche modo occorra risalire a \"contenuti ancora più arcaici dei nostri dolorosi traumi\": la cultura attuale impone copioni di vita mortificanti della vitalità e originalità di cui è dotato l\’essere umano.
    Lo riscontriamo nei luoghi di lavoro, di scambio, di pastorale, insomma ovunque la vera espressione del sé
    risulterebbe inquietante per il sistema.
    Con il risultato di trasformarli in non-luoghi. Non si tratta secondo me di ritrovare una patria che forse
    non c\’è mai stata, quanto piuttosto di riprendere contatto con
    una interiorità nativa rinunciando a interpretare canovacci scritti da altri.
    In tutto questo, poiché bisogna conumque sopravvivere nel
    contesto sociale, occorre anche una faticosissima opera di mediazione distinguendo continuamente tra ciò che ci appartiene da ciò
    che è altrui.
    letta

  4. Françoise Soubeyran dice

    Che splendide riflessioni che si trovano nel archivio D.P. Grazie!

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