Lampi – Un mondo decrepito da ringiovanire

Commenti

  1. carissimo Marco, sono molto contenta, perchè oggi, all’età di 68 anni , mi sono scoperta giovane, perchè ho o cerco di avere tutte le caratteristiche della gioventù ( spirituale) che tu elenchi. E’ vero: mi sento più giovane adesso di quando ero giovane anagraficamente. Nonostante qualche lieve acciacco, mi sento più giovane ora perchè più libera da condizionamenti e paure, più decisa a stare dalla parte dell’essere umano nascente, più aperto al mondo, meno ancorato ad identità stantie e belliche. Che bello riconoscere che a piccoli passi, sono cambiata, sto cambiando, non sono vissuta e non vivo ancora invano!Grazie a tutti e alla vita che ha una forza proponpente di trasformazione! Mariapia

  2. Walter Mutton dice

    Sì Marco, le tue parole mi convincono; con disarmante semplicità e chiarezza aprono gli occhi sulla realtà. Rivelano anche la miseria, la mia, la nostra, quella che ordinariamente ci zavorra e ci rende vecchi.
    Essere veramente giovani è difficile, spesso persino impossibile. Eppure bisogna continuamente provarci, ne va di noi.

    Tanti auguri a tutti, perchè riusciamo a mantenerci vivi in quell’anelito profondo e segreto che ci rende sensibili e cooperanti all’azione dello Spirito rigeneratore.
    Walter

  3. Carissimo Marco, grazie per questo post che mi arriva come una ventata di ossigeno. Lo proporrò anche ai miei colleghi. In questo momento stiamo somministrando ai nostri alunni le “prove Invalsi” e mi sconforta vedere il tipo di scuola contenuta nei modi e nei testi delle prove.La tua riflessione mi aiuta a cercare la relazione con l’altro, a non cadere nella tentazione di chiudermi nella mia aula pensando che sia possibile risolvere da sola i problemi. Questa è soltanto un’illusione!
    Grazie. Giuliana

  4. Carissimi Mariapia, Walter, e Giuliana, grazie del vostro ascolto.
    Essere giovani, e cioè essere vivi non è tanto facile come sembra.

    L’essere umano è uno strano essere, la cui vita non coincide con la sua vita biologica.
    Non basta respirare, mangiare, lavorare, muoversi per essere per davvero vivi.

    Essere vivo per l’uomo significa corrispondere ad uno slancio vitale, ad una crescita, ad un andare sempre oltre, che implica un impegno che va molto al di là del semplice sopravvivere animale.

    In fondo essere umani è davvero una prova non da poco…

    Un abbraccio. Marco

  5. Direi che oggi sia necessario decidere da che parte stare, esattamente come in ogni tempo.
    Concordo totalmente sull’identità relazionale “io sono tu che mi fai” e desidero proprio soffermarmi su questa identità relazionale in DARSI PACE.
    Mi disturba essere “contata” da live traffic (è una deriva televisiva?), mi fa sentire ignorante ed impotente, non so come togliermi da lì e neppure come ci sono finita in quei “numeri”.
    Giusto giusto come ritrovarsi al mondo senza averlo chiesto.
    Comunque sia GIA’ CHE CI SONO non mi disturba affatto dirmi a voi, anzi, questo mi aiuta a crescere. Metto in discussione molte ombre, prima di tutte quella di desiderare di non essere vista, di scomparire, di: restare nell’ombra, appunto. Poi quella di chiedermi: ti piace fare la prima donna vero? e come in una giravolta di tulle rosa, sotto gli occhi sorridenti di mio padre, rispondo “Sììì” e subito lo sguardo, più o meno teneramente, disapprovante di mia madre m’affloscia.
    Decidere da che parte stare può anche voler dire rischiare, fidarsi dell’altro, lasciare la propria casa, sapendo di esporti nella tua nudità che è vista attraverso la nudità dell’altro. Attraverso i suoi occhi, le proiezioni della sua infanzia e la sua nudità nel coraggio di diventare adulti. Esponendosi al contatto di un altro corpo per decidere appunto se fare altro, magari “un figlio”?
    Una persona che mi conosce, mi ha scritto, tra le altre cose:

    “Non dobbiamo sottometterci alla crudelta e alla ferocia del genere umano e nemmeno creare ponti di tolleranza alla sua indifferenza.
     L’ambiguità è più oscurante dell’aggressività e del dolore.
    Non serve neanche dare giudizi, riconoscere il nero dal bianco.
    Tutti possiamo pendere un giorno da un lato e un giorno dall’altro.
    L’equilibrio è guardare sempre l’altro negli occhi, a testa alta, puntare dritti al positivo, innalzarlo ovunque, perchè c’è ovunque.
    Farlo crescere (tutti hanno questo potere) nel nostro cuore
    e in quello di chi ci ama, 
    di chi ci odia,
    di chi ci passa accanto,
    di chi ci passa lontano….
    Tutti hanno un cuore. ”

    Quel che mi turba è che faccio sempre maggior fatica a dirmi.
    Troppi silenzi circondano le poche persone che si dicono.
    Lo Spirito soffia dove vuole, è vero, però il sostegno umano ce lo possiamo donare solo tra noi.
    Le nostre parole “nude” se nascono dal cuore sono necessarie, in fondo anche il verbo di Dio si è fatto incontrare nel nostro limite, incarnandosi.

    Io non sono tra quelli che ringraziano chi solo legge.

    Posso capire i tempi diversi, posso ri-conoscere che non tutti siamo uguali ma posso anche dire che è deprimente l’attesa di un altro che non arriva mai. Desiderare quasi invano di poter anche tu ascoltare parole nuove, diverse. Quel vuoto “preciso del suo riempimento” mai colmato. Quel posto a tavola mai occupato. Alla fine dei tempi “morti”

    LASCIAMO CHE I MORTI SEPPELLISCANO I LORO MORTI

    Troppe pretese vero? Sì lo so!!! però è dura.
    ciao
    Rosella

  6. “Arte di aprire i solchi e di farvi scivolare il chicco sotto l’assalto dei venti contrari… in modo da fissarlo bene nella carne della sua sofferenza… Letti che assomigliano a sogni. E tuttavia, come ci si dorme male! O non dormienti, date al morente del giorno la sua sposa separandolo dal proprio letto!” (Canti della Balandrane,
    pag. 33).

    Quanto lavoro abbiamo da fare, ed io poi una montagna intera.

    Carissima Rosella quel che dici mi lascia sempre con un senso di pienezza e di ringraziamento verso questa Vita.

    Un esempio di “cosa è giovane oggi”, mi pare possano essere le parole del Papa di ieri: «Oggi vediamo in modo terrificante che la più grande persecuzione della Chiesa viene dall’interno, dai peccati che ci sono dentro la Chiesa stessa, e non dai nemici fuori». Parole ispirate, libere perchè coraggiose, “rivoluzionarie”. Mentre i potenti della terra (politici, governanti, ricchi…) continuano a frequentare un linguaggio morto che scarica il fango e il male sempre sugli altri, il Papa mette a nudo il fatto che il male, il limite, è sempre “interno”, e la via di liberazione è anzitutto una via da percorrere dentro se stessi e la propria storia.
    Un caro saluto a tutti e in particolare a Rosella.

    Renato

  7. grazie
    Ro

  8. Cara Rosella, effettivamente a volte può essere sconfortante parlare e non trovare un’eco di risposta, ma credo che dovremmo anche interpretare meglio certi silenzi.

    Ormai sappiamo tutti che il rapporto tra chi scrive (Redattore), chi commenta, e chi legge in un blog è più o meno 1/10/100.
    Per cui se 10 persone commentano, ce ne sono almeno altre 90 che leggono senza intervenire.
    Nel nostro caso io penso che il rapporto sia anche maggiore, dato il numero crescente di visite che riscontriamo ogni giorno.

    Molte persone amano leggere più che scrivere.
    Altre si vergognano, ritengono di non essere all’altezza.
    Poi c’è la mancanza di tempo: dovrei approfondire prima di scrivere…
    E perché no? la solita nostra pigrizia, inerzia, passività…

    C’è poi la particolarità dei nostri temi, spesso davvero profondi, davvero complessi. Temi che invitano al silenzio, al raccoglimento, al lavoro interiore. Temi che non sollecitano quella aggressività bellica che è spesso la vera molla di tanti commenti in tantissimi blog….
    E’ l’io polemico infatti che battibecca animosa-mente….ma noi lavoriamo proprio per scioglierlo questo loquace ciarliero…e allora siamo più silenziosi….

    Cionondimeno mi permetto di sollecitare le nostre amiche e i nostri amici ad essere un po’ più attivi, più presenti, se vogliono, in quanto la comunicazione, anche quella telematica, è in fondo una forma di amore, se non è più una forma di guerra di opinioni.

    Marco Guzzi

  9. mh…mh…mh… …ma SI’! và…!!!
    per gentil concessione di quell’onnipotente tutù rosa, che piroettando s’è trovato rovinosamente a terra tutto sgualcito. Infondo in fondo(… in fondo al nostro personalissimo pozzo) tutti volgiam lo sguardo alla luce che fionda dall’alto e porgiam orecchio all’altrui voce.
    A tutti i nostri, silenziosissimi amici
    un tenero “magnanimo” abbraccio.
    Resto in attesa, intendiamoci, di pane fresco e vini novelli.
    A presto
    Rosella

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