La gioia piena

Commenti

  1. Grazie Giuliana del tuo racconto “esperienziale”, che permette anche a chi non era presente a Campello di “ripassare” quei sentieri di vera sapienza percorsi nei gruppi di Marco, di risvegliare quegli atteggiamenti interiori che ci fanno percepire di essere sospinti dal Soffio della vita che non muore.

  2. Carissima Giuliana, grazie di cuore di questa sintesi che riassume bene i contenuti e il clima dell’Intensivo appena concluso.

    E’ stato bello ritrovarsi: vecchi e nuovi amici, uniti da questo anelito alla trasformazione, a vivere relazioni autentiche.
    Più di altri intensivi ho sentito la gioia di comunicare dal profondo anche con persone incontrate per la prima volta. Ho sentito la presenza dello Spirito che ci rendeva Uno senza massificarci ma anzi rivelando la ricchezza della diversità di ciascuno.

    Questi incontri sono davvero un grande dono e sono grata a Marco e a tutti voi perché cominciamo a fare esperienza di quella nuova umanità relazionale cui tutti siamo chiamati.

    Auguri per il lavoro del vostro gruppo!siete pionieri dello sviluppo futuro del lavoro di Marco: tanti piccoli gruppi in cui si condivide l’avventura della trasformazione.

    Un grande, fresco (a Roma c’è un gran caldo!) abbraccio. giovanna

  3. Enrico Macioci dice

    Anch’io sono rimasto colpito dalla testimonianza di Fabio, in occasione della serata dedicata alla poesia. La poesia, e più in generale la parola, quando è sapiente (come nel caso di Marco) incide l’anima e la trasforma. Io ricordo ancora, a distanza di più di tre anni, le parole che Marco usò in un seminario su psiche e poesia, la prima volta ch’ebbi modo d’ascoltarlo. Rappresentarono per me una specie di folgorazione, perchè non ero più abituato ad ascoltare parole pensate. La parola che si fa pensiero nell’orecchio di chi ode deriva necessariamente dal pensiero che si fa parola fra le labbra di chi parla. Ed è così che un’autentica comunicazione può ancora avere luogo, in un tempo in cui è l’insensato – più o meno conscio – a parlare, anzi a chiacchierare, per usare un termine su cui insisteva Heidegger. Un saluto a tutti. Enrico

  4. Ciao carissima Giuliana e grazie per ciò che hai scritto nel post. Mi unisco anch’io agli altri commenti e ringrazio tutti i partecipanti per l’ascolto che avete prestato sabato nella serata di poesia, e per il sentito e caloroso apprezzamento. Tra i tanti testi poetici di Marco indubbiamente per me le parole dell’ “ULTIMA LEZIONE”.possiedono una particolare risonanza interiore con un enorme potere curativo e trasformativo proprio per il grande senso d’amore sconfinato che racchiudono. Chi volesse rileggersi il testo lo può trovare nel sito di Marco a questo indirizzo.
    http://www.marcoguzzi.it/index.php3?cat=nuove_visioni/visualizza.php&giorno=2006-04-02
    Siamo ritornati a casa con una gioia e un senso di serenità interiore che prima non c’erano e per questo ringraziamo tutti della sincera accoglienza,della vicendevole comprensione e ricordiamo affettuosamente ciascuno di voi.
    Con la speranza di rincontrarci ancora e di ritrovarci così intensamente vicini salutiamo tutti augurando che nelle nostre giornate sia presente una gioia sempre nuova.–
    Un forte abbraccio Fabio e Paola

  5. Grazie Fabio per la segnalazione di “L’ultima lezione”.
    Mi suona!
    E’ da stamattina che mi arrovello per trovare come togliermi – domani – un sassolino dalla scarpa. E’ un tarlo che non desiste. Contrappormi o accettare? Resistere al male o raddoppiarlo? come dice un verso.
    Ecco, “L’ultima lezione” (proprio ultima di questa giornata ormai) mi è venuta incontro, svelandomi la sua carica pacificatrice.

    Chissà se domani sarà più forte la tentazione di togliermi il sassolino o se invece avrà più forza l’ultima lezione.
    Grazie di cuore a Marco G. per averla appresa e insegnata la lezione!

  6. “Cominciamo a comprendere che il travaglio del nostro tempo è momento propizio per rifondare le nostre relazioni a partire dalla sorgente spirituale della vita, per rianimarle e farle crescere… ”

    Si nasce nonni da vecchi e LAVORARE STANCA Anche se il momento è molto propizio per risanare ed aver cura delle vecchie e nuove relazioni…
    E son gia nel nocciolo della questione.
    Senza convenevoli dirò che: mancando totalmente di disciplina e di metodo, mi ritrovo sommersa dal fare e la tentazione di “lasciar perdere” la meditazione ce l’ho tutta.

    Grazie per avermi ricordato che quello è il momento di “gioia piene” nel quale immergere le radici per nutrire il lavoro quotidiano.

    Grazie per le vostre preghiere ed il ricordo. Sono proprio contenta di avervi incontrato.

    Un abbraccio ed un saluto a tutti, anche da Gabriele e Gianni
    buona giornata
    Rosella

  7. Carissimi, sì, è stato per davvero un incontro importante, particolare, e un grazie di cuore va a Giuliana per la sintesi al contempo misurata e appassionata che ci ha offerto.

    E’ come se lo Spirito della Vita ci stesse educando piano piano, forse preparando per qualcosa di più grande…

    La Prima Lettura di oggi, del profeta Osea, dice:
    “dissodatevi un campo nuovo,
    perché è tempo di cercare il Signore”(10,12)

    I nostri Gruppi tengono aperto questo Campo, questo campo di eventi, ciò che poi accade viene dalle profondità segrete del campo, dalla potenza della terra arata, dal magnetismo spirituale dei campi (personali) attivati dal Campo che li mette in risonanza.

    Così la parola comunicata, proferita e ascoltata, torna ad essere creatrice, e cioè poetica, e cioè ancora cristo-logica, cristo-fonica, sanante.

    Speriamo che altre/i possano donarci ulteriori spunti della loro esperienza a Campello…

    Un abbraccio affettuoso. Marco

  8. davide calandrini dice

    Non so ma sono l’unico che da un seminario oltre ad una maggiore conoscenza di me ritrovo una rabbia che non so spiegare?Si sono veramente incazzato!Per i giorni passati insieme niente da dire (a parte le incursioni teologico-spirituali-asettiche di Gentili,il programma troppo fitto,la mancanza di tempo per conoscersi più a fondo,la noiosa udienza con i riassunti dei capi gruppo) ma puntualmente mi ritrovo a casa con un’altra vita e relazioni che non riesco più a vivere.
    Sto diventando schizofrenico.O lo ero già da tempo.E poi mi si da appuntamento(a me che non sto a Roma)a dicembre al Mater Ecclesia.Ok Marco,ma nel frattempo?Voglio dire che non è facile portare avanti questo lavoro con appuntamenti cosi’ distanti.
    Scusate lo sfogo.
    Finisco con immagini che porto nel cuore:lo sguardo di Marco,il gallinaccio,l’aria buona e profumata che si respirava,le cicale,la gioia contagiosa di Beatrice,il sorriso accogliente di Paola(Balestrieri)…tutti voi

  9. Carissimo Davide, la tua rabbia è comprensibile, denuncia un divario che senti sempre più doloroso tra qualcosa, forse un cammino, che intuisci possibile e affascinante ed una vita quotidiana troppo differente.

    Questo problema, sia pure in forme diverse, ci colpisce un po’ tutti, ed è stato vissuto in ogni tempo: essere nel mondo ma non del mondo non è infatti mai stato semplice.

    Certo, oggi le cose sono più radicali, la vita sociale dominante sta raggiungendo livelli altissimi di scissione, di lacerazione, di follia, insomma.

    Che fare?
    Eh già, carissimo, tu lo sai, è proprio per provare a rispondere a questa domanda che sono nati i nostri Gruppi, e, credimi, nonostante tutti i loro limiti, continuo a vederli come una specie di miracolo…

    Noi procediamo con realismo, e quindi con veloce lentezza, ponderando i nostri passi in base alle nostre possibilità concrete, fisiche, direi.
    Per ora offriamo i Corsi Regolari a Roma, e due intensivi aperti a tutti.
    Offriamo questo sito per mantenere i contatti.
    Offriamo una collana di libri.
    Offriamo la nostra amicizia, la possibilità di fare incontri personali, fisici o telefonici.
    Offriremo in autunno un corso telematico, se Dio vuole.

    E’ poco, lo so; ma per ora è quanto siamo in grado di fare.
    Credo comunque che stia venendo un tempo nuovo, il tempo della responsabilità personale. Perciò abbiamo avviato un corso per formatori.
    E’ tempo che ognuno di noi si senta corresponsabile di questa avventura, e dell’avventura umana sulla terra.
    Proviamo a pensarci promotori noi stessi.
    Proviamo a pensarci apostoli, inviati.
    Proviamo a impostare la nostra esistenza in questa prospettiva: prepariamoci, e forse in due o tre anni potremmo essere noi ad avviare una qualche esperienza a Cesena o a Genova, a Milano o a Palermo.

    Non ci sono altre vie.
    Se questa avventura ha senso, saremo noi a diffonderla dove non c’è ancora, e ad intensificarne le possibilità di diffusione.
    Ognuno di noi.

    Sta scadendo il tempo degli eterni discepoli.
    Lungo i sentieri interiori si incomincia ad imparare per davvero quando ci prendiamo la responsabilità di insegnare, di trasmettere, di metterci la faccia in prima persona.

    Carissimo Davide, questo che ti mando è un grande augurio, è un vero rilancio, è un abbraccio alla tua rabbia, al senso di impotenza che attanaglia le nostre parti infantili, che non vogliono ancora prendere il timone e puntare al largo.

    Vedrai, molto orizzonte si sta già aprendo dinanzi a noi…

    Marco Guzzi

  10. Caro Davide, la tua rabbia è un motore che ti fa andare ad un sacco di giri….
    All’intensivo, mentre qualcuno si faceva la pennica pomeridiana, tu hai stupito molti con le tue analisi spirituali-astrologiche. Hai molte energie che ti scavano dentro e forse la lenta cura consiste nell’imparare ad integrarle, a scaricarle a terra, come già fai con il tuo lavoro d’artista e con la vita in famiglia, nonostante le fasi di ‘scartavetramento’ che ogni ‘coniunctio’ comporta.
    C’è bisogno di una disciplina che nasca dalla fiducia, dal crederci. Dallo sperimentare che, se mi abbandono, si trova una stradina, una via d’uscita dalla galera quotidiana. Questo lo dico soprattutto a me stessa: nonostante il quotidiano contatto con una fonte piuttosto ricca di linfa spirituale, spesso mi ritrovo raggelata nella mia povertà, nella sfiducia, nello sconforto.
    Sappiamo che questi stati traggono origine dalle ferite dell’infanzia, dalle conclusioni errate e dalle difese che abbiamo costruito da bambini per salvare la pelle. Ora non ne abbiamo più bisogno. Possiamo cambiare il gioco.
    Il sito ci consente una vicinanza, un’unione particolare, e possiamo crescere ed aiutarci un po’ anche per via telematica.
    Grazie della tua presenza nei gruppi.
    Spero di vederti, con Roberta e i ragazzi, all’incontro di Fognano.
    Paola

  11. Enrico Macioci dice

    Davide,
    se ti può consolare anch’io trovo parecchie difficoltà quando dal piano intellettuale/culturale si passa a quello pratico/spirituale. Ho però la sensazione che il problema sia più mio che del metodo; sono infatti sempre più convinto (benché non riesca a meditare né a dare un minimo di continuità “fisica” al lavoro) che un passaggio dalla mente al corpo debba avvenire. Ricordo qui il finale di quel grande poema del mio poeta prediletto, Rimbaud: mi sarà lecito possedere la verità in un’anima e un corpo. Quando prima leggevo questa frase non la capivo o la sottovalutavo; adesso invece la capisco.

  12. davide calandrini dice

    Grazie per lo scambio.In fondo la mia vuole ed è una semplice constatazione su cosa è cambiato nella mia vita in 4-5 anni di seminari.E devo dire che c’è ben poco.Caro Marco sai quanto bene ti voglio;sei l’uomo più “folle” che abbia mai conosciuto.Capisco anche la difficoltà nel tracciare le linee di questo “Sentiero”, ma le modalità nel proporlo diventano molto importanti.
    Il sito,la collana di libri,i video tutto ok!Ma le relazioni che sono tanto fondanti per la nostra felicità io non sò coltivarle(ne tantomeno crearle in tre giorni di seminario).Propio a Campello hai ribadito che le relazioni che ci stazionano in uno stato di vittime sono da lasciar andare.Ebbene le mie relazioni sono quasi tutte di questo tipo.Insomma i seminari hanno svelato queste ferite ma poi ci si sente un pò lasciati a se stessi.

  13. Carissimi Corrado, Giovanna, Enrico, Fabio e Paola, Rosella, Marco e Paola, e Davide,
    rispecchiarmi nelle vostre parole mi aiuta, francamente non credevo che la comunicazione telematica potesse essere umana, profonda e riuscisse a scaldare le relazioni.

    Vedo sempre più possibile ciò che sperimento nei corsi intensivi: nel clima tranquillo, disteso, pacifico i conflitti restano, ma diventano materia di lavoro per la trasformazione.

    Caro Davide, grazie per esserti detto. La rabbia è, anche per me, una compagna di viaggio. A lungo l’ho contrastata, poi l’ho guardata con benevolenza e mi è diventata amica. Ho scoperto che quando si pulisce della sua negatività, si trasforma in energia vitale e ci rende più forti. Ora, a volte, quando vivo un’emozione intensa, mi viene da piangere, lascio che il pianto avvenga senza vergognarmene, anche se mi trovo insieme ad altre persone, perché in quelle lacrime sento che la rabbia si scioglie e lascia posto ad un senso di calma e di gioia.
    Dobbiamo essere tenaci e perseveranti nel lavoro umile e paziente di estrazione e disostruzione delle nostre distorsioni difensive e nella pratica meditativa, allora fioriranno, inaspettate, qualità che già ci abitano.
    La bellezza e la dolcezza che metti nelle tue sculture sono già dentro di te.

    Un grazie particolare a Marco che in ogni corso intensivo rende nuovo e vibrante il messaggio che da duemila anni viene offerto ad ogni uomo.

    GRAZIE DI CUORE A TUTTI!

    Giuliana

  14. Carissimo Davide, come dice Giuliana, per noi tutto è materia di lavoro.

    “Sentirsi lasciati un po’ soli” è forse un’esperienza con cui sei chiamato a fare i conti più profondamente, qualcosa che ti ha segnato e ti segna ancora.

    In ogni luogo di trasformazione riemergono i nostri antichi conflitti, le nostre relazioni con le autorità parentali, più o meno ferite.
    E tutto ciò può essere elaborato e sciolto.

    I nostri Gruppi non pretendono di risolvere tutti i problemi delle persone…ci mancherebbe…
    Se ne abbiamo bisogno, possiamo affiancare al nostro lavoro una relazione terapeutica, una direzione spirituale, un corso yogico o qualsiasi altra cosa.
    Tutto finisce per integrarsi e per nutrirsi vicendevolmente, se la direzione di liberazione è chiara.

    Alla fine siamo noi i registi della nostra vita.
    Non possiamo delegare le nostre responsabilità.
    E se abbiamo bisogno di più aiuto, chiediamolo, cerchiamolo.
    L’aiuto c’è.

    Pensavo a Gesù, che passa di villaggio in villaggio, o ai suoi discepoli, quante volte le persone si saranno sentite lasciate sole, dopo un incontro, l’ascolto della sua parola travolgente, la partecipazione ad eventi straordinari… o dopo la sua morte.
    In fondo Gesù lo ha detto con chiarezza: uno solo è il Maestro, ed è Lui stesso, il suo Spirito parlante ed agente in noi.
    Ogni insegnamento umano non serve ad altro che ad aiutarci a metterci in contatto col Maestro Interiore, e cioè, in definitiva, a fare di ognuno di noi un suo rappresentante, un canale magistrale, un magistero vivente.

    Un abbraccio. Marco

  15. caro Davide,
    spero di rivederti a Roma (dovrebbe esserci anche Gianni) per parlare “proprio con te”, senza l’imbarazzo dell’anno precedente. Le tue sculture sono state illuminanti.
    In questo momento m’infilo tra “i folli” e ti propongo questo:
    LASCIAQUALUNQUE ASPETTATIVA … ED ASPETTA… continuando a fare esattamente quello che stai facendo, mentre ti poni umilmente in ascolto della tua interiorità.
    Sembra facile! Non lo è! è come dire a sè stessi: “adesso muori!”.
    Quando Marco accenna al buddismo, come in “economia della felicità”, io non capisco se non intuitivamente, quello che intende. Eppure, quello che ti ho appena detto mi pare possa essere una “massima comune” anche se estrapolata dall’ esperienza personale.
    Vorrei continuare qui il discorso che ho iniziato ieri con Marco, aggiungendo questo:
    Quando dopo il lavoro conoscitivo profondo, giungo all’impotenza totale offerta allo Spirito in un GRIDO mi sento risanata. La pace e la gioia mi fanno sentire IO: un io benedetto, gioioso, grato e NON confuso. E’ nel quotidiano che talora mi rendo conto di non saper porre “limiti”; di perdere i confini con-fondendomi: Sono conscia che la sola psicologia non può bastarmi, che solo la meditazione e la preghiera “dialogica” mi conducono a questo ESSERE CIO’ CHE SONO, in questo “io sono tu che mi fai”, eppure capisco che non posso prescindere dal lavoro autoconoscitivo psicologico quotidiano, è come se si pretendesse di salvarmi “senza il corpo” della mente.
    Toccare la trasformazione interiore, questa VERITA DI SE’ è la cosa più stupefacente che si possa sperimentare… (stupefacente si!!!) uno desidererebbe restarci per sempre; poi invece si ritrova a chiedersi ma io mi dissolvo/confondendomi? Che danno! dannazione? No! E’ LA FOLLIA DI DIO che ci dona la gioia vera.: Ci con-fonde IL CUORE DELLA MENTE (così sì che è proprio, proprio: O.K.). Grazie di tutto.
    Coraggio, andiamo avanti… Davide, approfitta del blog!!!
    io lo faccio in modo assolutamente “spudorato” da tempo e ne traggo una grande gioia di cambiamento… è una palestra insostituibile.
    Ti abbraccio con affetto
    Rosella

  16. Carissima Rosella, fai proprio bene ad utilizzare questo blog spudorata-mente, e cioè con mente libera, liberata da troppi falsi pudori, remore, impicci e impacci…

    Così si fa….il mondo nuovo.

    E’ chiaro che c’è un certo divario tra gli stati che raggiungiamo nelle pratiche meditative e contemplative e l’oscillazione degli umori delle nostre giornate, in cui scattano gli automatismi più arcaici.

    Il lavoro è lungo: si tratta di lasciare filtrare goccio dopo goccio le acque disciolte durante le pratiche dentro i deserti concreti della vita, del corpo, delle relazioni.

    In fondo è un ghiacciaio intero da sciogliere, non un cubetto di ghiaccio nel bicchiere di aranciata….

    Un abbraccio telematico, eppure caldo.
    Marco

  17. …Siediti sul bordo del silenzio,Dio ti parlerà….
    Questa melodia risuona in me concedendomi di sentire quell’armonia e quella pace che mi sono portata nel cuore da Campello dove ho sperimentato una relazione vera,profonda,che vorrei vivere in ogni luogo.Ringrazio tutti i miei compagni di viaggio con i quali mi sono sentita in un clima di accoglienza e di condivisione.Un grazie particolare va a Marco per avermi guidato a scendere talmente profondamente dove non sapevo di esistere,per il dono del rinnovamento che mi fa intravedere e capire in una dimensione di vita e di fede che inizio a percepire come possibilità reale di essere me stessa e per avermi fatto considerare il contatto con Dio come uno “stato” raggiungibile dentro di me e non “lontanissimo nel cielo”.
    Certo i condizionamenti dell’ego sono tanti,così come le paure sono terrorizzanti e mi mettono a volte immobile nel mio loculo,ma adesso sento mia la strada per uscirne perchè ho compreso profondamente che la paura di perdere le difese è infondata perché solo perdendole potrò raggiungere la gioia piena ,che altro non è se non la vita vera.
    In questo percorso confido nel sostegno dei gruppi di Bergamo e di Brescia che vivo come un incontro arricchente,spero vogliano continuare questo percorso superando le difficoltà che un lavoro di questo tipo pone. Anche il corso telematico è una risorsa imperdibile per capire e confrontarmi seppure a distanza.In questa prospettiva di rinnovamento stringo tutti in un grande abbraccio.

  18. Carissima Rosanna, è bello sentirti anche nel blog, grazie!

    Mi colpisce quando dici la profondità di discesa dentro te stessa, dove non sapevi di esistere e dove è possibile il contatto con Dio.

    Il lavoro di autoconoscimento e la meditazione mi hanno aiutato a modificare idee sbagliate su di me, sugli altri, sul mondo e anche su Dio. Il Dio che sento ora è un Dio-Relazione, un Dio che mi fa, che si lascia fare da ogni uomo e che si fa nella Storia. Per dirla con le parole di Rosella “IO SONO TU CHE MI FAI”.
    Penso che questi cambiamenti abbiano lasciato risuonare in me la meditazione di padre Antonio, molto più rispetto agli anni precedenti

    Durante il corso, Marco ha definito la relazione come un ente in sé, una realtà che si nutre del pensiero e delle emozioni delle persone che entrano in essa e che la nuova identità dell’io che sta emergendo è relazionale. Vale a dire: io non posso realizzarmi, salvarmi da sola, posso operare come polo di una relazione potenzialmente infinita. A me queste parole danno un grande respiro. E’ dentro questo respiro che vivo il percorso che stiamo compiendo a Bergamo e a Brescia e che spero avvenga il nostro incontro a settembre quando ridefiniremo il lavoro da compiere.

    Ti abbraccio.

    Giuliana

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