Il caso vuole che sia qui a preparare il post proprio dopo aver rivissuto ( vedendo il video ) la mia testimonianza all’incontro di presentazione dei corsi DarsiPace .
Come sempre criticissimi con noi stessi ( almeno per me è così ) scopriamo tante cose che potevamo dire o fare meglio ma va bene così, buona la prima .
Una riflessione mi preme però condividerla con voi :
un tesoro immenso che DarsiPace mi ha regalato è senza dubbio la parola viva .
Questi suoni che emettiamo possono molto spesso essere di grande disturbo o peggio
offensivi , violenti ma anche di compagnia , condivisione, aiuto, speranza, salvezza .
Suoni che traducono un pensiero proveniente dal profondo di noi ma . . . . . . spesso questo processo viene bypassato ed ecco fiorire parole scollegate dalla fonte , ripetute o formate così superficialmente da trasmettere solo le nostre paure o difficoltà o pregiudizi , insomma un sacco di robaccia che messa in circolo rimbalza di qua e di là inquinando pesantemente la nostra realtà .
In DarsiPace impariamo a fare silenzio smorzando il frastuono che ci assilla per poi procedere nel cammino tortuoso ma affascinante e appagante di discesa nel proprio profondo , è lì che ritroviamo la fonte pura dalla quale riceviamo energia vitale , creativa ed è da questa fonte che hanno origine le parole che per tanto tempo ho cercato .
Quante volte ho sentito parlare di Gesù con parole che non sono riuscite a far passare la Divinità che questo nome trasmette , Lui parlava con autorità e questo veniva percepito da tutti.
Giungere quindi attraverso la meditazione nel silenzio e , seguendo il respiro , nel profondo all’incontro delle resistenze naturali che ostacolano la via maestra della vita dona una consapevolezza nuova , la verità si percepisce chiaramente , siamo in grado di scegliere e di spegnere ciò che disturbando ci devìa dal nostro intento .
In quel momento siamo soli con le nostre origini e la nostra fede , qualunque essa sia , e per me lì Gesù è risorto .
La meditazione è divenuta preghiera ed un nuovo orizzonte si sta schiudendo ai miei occhi increduli .
Ecco perché spesso manco di parole vitali .
Caro Alessandro, bellissimo questo tuo contributo. Hai spiegato in modo semplice ed esperienziale qual è il nostro lavoro, che cosa significa “rinascere dall’alto”, come rigeneriamo le nostre identità sclerotizzate a partire dal profondo. Da leggere e far leggere a chi desidera conoscere qualcosa dell’esperienza dei gruppi Darsi Pace!
Ti abbraccio,
Antonio
Caro Alessandro,
perché hai scritto che spesso manchi di parole vitali? A me non sembra ; sia in questo post sia nella testimonianza video si comprende che prima di parlare e scrivere hai riflettuto molto e hai saputo esprimere l’essenziale. Che tipo di artigianato pratichi? Mi piacerebbe vedere qualche tuo manufatto Penso che quando sarai all’opera nel lavoro manuale, starai in silenzio e sarai molto concentrato.
Che fortuna! Spesso negli ambienti di lavoro si fanno tante chiacchiere inutili! E’ invece, proprio nel silenzio che nascono le opere migliori! Grazie e auguri, Mariapia
Carissimo, mi pare che Mariapia abbia ragione.
La tua scrittura e anche il tuo parlare portano con sé un rigore che è poi quello dell’incarnazione.
Paul Celan diceva che la poesia è essenzialmente Precisione: dire la parola giusta al momento giusto, senza ridondanze, calzando a pennello pensiero e suono, significato e immagine.
Abbiamo uno straordinario bisogno di queste parole scavate nella nostra lotta quotidiana, estratte dalla nostra sofferenza, illuminate dalla grazia dello Spirito.
Imparare a parlare, e quindi anche a scrivere, dal profondo del laboratorio interiore, è uno dei compiti centrali dei nostri Gruppi; ed è un lavoro davvero senza fine, in quanto i nostri mascheramenti, le nostre voci di superficie, pretendono in ogni momento di prendere la parola in noi…
Colgo l’occasione per invitare i tanti nostri lettori a fare il piccolo sforzo di intervenire, di utilizzare anche questo strumento telematico come una modalità per esercitarci, per proseguire il lavoro dei Gruppi, e cioè la liberazione in noi di un IO più capace di esprimersi e di comunicare, e cioè di donarsi e di ricevere doni.
Un abbraccio. Marco
Caro Ale,
avrei potuto ricopiare qui, l’ intervento precedente, nel quale asserisco d’essere ammirata della tua capacità di essere chiaro, sintetico e semplice ( venire al sodo) ma ti pare che mi sarebbe possibile finirla qui?
Desidero invece corrispondere su questi pensieri:
il tuo “Come sempre criticissimi con noi stessi ( almeno per me è così ) scopriamo tante cose che potevamo dire o fare meglio ma va bene così, buona la prima.”
e questo di Marco. “Abbiamo uno straordinario bisogno di queste parole scavate nella nostra lotta quotidiana, estratte dalla nostra sofferenza, illuminate dalla grazia dello Spirito.”
Sono appena tornata dall’incontro di Bergamo e mi consento di “fare il punto in diretta” della mia esperienza odierna ( e passata) in darsi pace.
Ho iniziato a scrivere nel blog, circa due anni fa ed erano i miei primi passi in “darsi”. Ho utilizzato il blog come una palestra, non avevo altro a cui riferirmi.
Non avevo neppure identificato il testo con cui iniziare, che Darsi pace fosse il manuale adatto lo compresi a Settembre quando approdai al gruppo di Bergamo dopo il mio primo intensivo del Luglio 2009.
L’autunno scorso, io ancora non so bene come, sono stata designata coordinatrice del gruppo e credimi, il primo corso (quello telematico) l’ho giusto iniziato “subito dopo”
Ci vuole una certa follia a comportarsi così, lo ammetto.
Ma tant’è, è dall’inizio di questa nuova esperienza che ogni volta “correggiamo il tiro”. Ma, mai come oggi, ho sentito che è proprio quando siamo inadeguati che LO SPIRITO SOFFIA dove vuole: e attua nel concreto LA SUA LINEA, che non è la tua, proprio no.
Penso che quella di oggi sia stato un’incontro significativo ed importante, poichè sono emerse tutte le mie fragilità ed i miei limiti ma: e te lo dico “forte e chiaro” BUONA LA PRIMA “il Signore provvede”.
Le persone del gruppo : testimoniando le loro “parole di vita”, nate dall’interiorità e da un sincero desiderio di CRESCERE INSIEME per essere un poco più felici (potrei dire “un desiderio di comunione per imparare ad amare”. Ho un po’ di pudore a scriverlo, ma penso di doverlo ai miei compagni di viaggio e quindi: l’ho scritto!!! che mai potrà accadermi ancora oggi?)… come dicevo, queste loro parole hanno adeguato il ritmo di lavoro nel gruppo, riaprendo spazi di dialogo che io, nella mia imperizia avevo “già chiuso”, e rispondendo così al nostro complessivo bisogno in modo adatto.
Condividere le parole di Vita che nascono nel nostro cuore è utile, forse addirittura necessario, quanto lavorare in solitudine su noi stessi.
Lo Spirito agisce meglio in compagnia,penso io, “è uno Spirito ALLEGRO”.
ciao a tutti
Rosella
Grazie amici miei vi voglio bene lo sapevate ?
Mariapia sono un tappezziere con grandi limiti di capacità , ho visto manufatti con i quali io dovrei litigare a lungo .
Proprio nel quotidiano vivo le relazioni con persone che concentrano su le cose una tale aspettativa di soddisfazione che spesso trasmette ansia .
Ho deciso di sparare provocazioni di senso-vita ma raramente mi capita di ricevere ritorni positivi .
Avevo anche pensato ad un biglietto da visita “DarsiPace” che potesse con un brevissimo testo far giungere un messaggio di speranza (prima o poi lo lancerò)perchè sento fortemente il non senso dei nostri giorni.
Devo ringraziarvi perchè voi mi ricordate quanto sono fortunato ad essere qui ora , in questo luogo libero , vero dove il cuore può parlare perchè sà che ci sono altri cuori in ascolto che risponderanno come sanno senza limitazioni.
Questa comunione figlia del lavoro nei gruppi ristora lo spirito e il mondo ne ha un grande bisogno , quanto grande è il nostro impegno ! ! !
E’ bello però sapere di aver già inziato l’opera…….
buonanotte Ale C.
Carissima Rosella, grazie di queste buone notizie dal Gruppo di Bergamo, c’è molta energia e slancio nel vostro lavoro, e lo Spirito, come dici, sa sempre colmare le nostre lacune, quando trova lo spazio per agire…
Un abbraccio. Marco