Come vivere in un mondo di menzogne – Nuova visione nel sito di Marco Guzzi

Commenti

  1. Walter Mutton dice

    Parole intelligenti! vere, dure e incisive. Parole rare e profetiche che non pronuncia quasi nessuno.
    Grazie Marco, che lo Spirito ti sostenga sempre e ti,ci benedica.

    Walter

  2. Marco Guzzi dice

    Carissimo, grazie del tuo ascolto.
    E’ tempo di radicalità vera, e quindi di mitezza.
    E’ tempo di pensieri inauditi, e quindi sobri.
    E’ tempo di parole scandalose, e quindi semplici.
    Conosco il tuo cuore che risuona di queste vibrazioni, e non ne cerca altre.
    Un abbraccio. Marco

  3. luciana p. dice

    Carissimo Marco, i nostri gruppi, cioè i gruppi che tu, con ragione, hai fortemente voluto, mi stanno facendo crescere molto. Ora riesco a leggere “anche” i tuoi libri che prima mi sembravano troppo difficili, non avendo mai studiato filosofia. Sto, finalmente cogliendo “il senso della vita”, anche se ci hanno rubato pure queste parole, come tu ci hai detto sabato scorso all’incontro! Grazie!

    Ora, tanto per ridere, ho chiesto a mio figlio cosa significasse per lui la filosofia. Mi ha risposto: Ogni filosofo manda a quel paese, tutti quelli che c’erano prima di lui e poi viene mandato a quel paese da tutti quelli che vengono dopo! Forse è per questo che ci parli di Apocalisse! Un caro saluto.

  4. Carissimo Marco!
    Grazie per queste parole che scuotono e scavano dentro, che esprimono molto bene il nostro sdegno, la nostra delusione quotidiana nell’ascoltare i consueti programmi televisioni, nel leggere gli articoli dei quotidiani e anche la maggior parte dei libri stampati recentemente, ma se ci dobbiamo mettere in ascolto di una Voce liberante, dobbiamo imparare ad ascoltarLa anche negli uomini del nostro tempo. Gesù si è fatto uomo, perché lo ritrovassimo negli altri, perché il discorso antropologico potesse diventare anche discorso teologico. Voglio allenare il mio sé all’ascolto anche delle voci comuni, anche quelle delle persone semplici; certe volte nei discorsi quotidiani si celano pagliuzze d’oro. La realtà è quella che noi sappiamo vedere , conoscere e valorizzare.
    Inoltre, anche nel disastro politico che ci affligge, dobbiamo esercitare il nostro discernimento. Per esempio, quando ci sono le elezioni ,io sento il compito di scegliere il partito e , quando possibile, la persona ,che ritengo il meno peggio.
    Insomma condivido pienamente l’analisi della situazione del nostro tempo e le proposte di rinnovamento con cui si conclude la tua visione, ma ho voluto esprimere anche le mie considerazioni, forse un poco terra terra. Mariapia

  5. Marco Guzzi dice

    Carissima, hai pienamente ragione: i semi di verità vanno raccolti ovunque siano, e spesso non si trovano OGGI nelle rappresentazioni dominanti del mondo, che ci offrono la cultura o la politica, ma nei nostri scambi quotidiani, nelle nostre condivisioni personali, in tanti scambi che avvengono tra le persone, e anche nei nostri Gruppi.
    Quanto alla scelta del meno peggio nelle competizioni politiche….non è nemmeno questa sempre così facile…..ma qui il discorso si farebbe molto complesso, e implicherebbe un’analisi del rapporto tra le Maschere e le Ombre (dell’Ego) in questa fase terminale della civiltà egoico-bellica, e una valutazione delle loro potenzialità distruttive di volta in volta diversificate.
    Un abbraccio. Marco

  6. Nella pienezza del suo senso la parola”rivoluzione” comprende due idee:anzitutto quella di una rivolta contro un dato stato di fatto;poi l idea di un ritorno,di una conversione,per cui nell antico linguaggio astronomico,la rivoluzione di un astro significava il suo ritorno al punto di partenza e il suo moto ordinato intorno ad un astro.Quindi l esigenza di un ritorno integrale a quei principi tradizionali cioè a quelli della Tradizione,questo a quanto dice Guenon” La crisi del mondo moderno”,e secondo me questo è il famoso cerchio zen in cui la fine corrisponde all inizio,pensi caro Marco che sia una linea di pensiero possibile tu che hai scritto il libro “Dalla fine all inizio”?

  7. Marco Guzzi dice

    Carissimo Michele, grazie di questa riflessione sul pensiero tradizionale.
    Io apprezzo e conosco abbastanza bene il pensiero di Guénon sui cicli cosmici.
    Non condivido però del tutto l’idea di un ritorno al punto di partenza, come non condividevo l’idea nietzschiana dell’eterno ritorno dell’identico. Credo che questa fine ci stia riportando ad un Principio che è l’Inizio metastorico, l’Arché per intenderci, in cui è il Logos giovanneo.
    Non torniamo quindi alle origini storiche arcaiche, come se il bene fosse nell’antichità, ma torniamo al Principio Eterno per portare a compimento l’opera della terra.
    In tal senso il pensiero tradizionale, al quale mi pare che tu faccia riferimento, è molto più hindu che cristiano. Per i cristiani infatti il meglio deve ancora avvenire, non si trova cioè indietro, ma davanti a noi, e questa prospettiva rende il pensiero cristiano molto più complesso nella valutazione, per esempio, della modernità, che Guénon bolla semplicemente come oscuramento puro e semplice.
    Ciao, e auguri. Marco

  8. “Io non riesco a capire neppure ciò che faccio; infatti….” (Rm 7,15-16)

    Sono fermamente convinta che noi umani essendo relati gli uni con gli altri, e costantemente protesi in modo evolutivo, per quanto possiamo “progettare di…” (una qualunque cosa, anche il bene) non possiamo fare altro che riconoscere dopo IL RISULTATO.
    Ecco io penso che si possa anche dire, con Paolo, io non riesco neppure a capire quello che faccio, perchè POSSO RICONOSCERLO SOLO DOPO, guardandomi indietro, osservando la realtà di un fatto.
    Rivisitando brevemente la mia storia, ho cercato di cogliere quali possano essere le motivazioni profonde della menzogna la mia e quella che ci circonda, ed ho incontrato “la paura”.
    Ancora una volta la menzogna nasce dalla paura di essere condannati … a morte? Ricordiamo Adamo nell’Eden, dopo aver mangiato la mela e quando Dio lo cerca?
    Secondo me la questione potrebbe pure essere di tipo etico: noi siamo I MORTALI e quindi intrinsecamente incapaci di praticare la giustizia, visto che non vi è alcuna giustizia nel nascere per morire. Noi non possiamo proprio essere giusti in noi stessi e neppure da soli: possiamo praticare la giustizia solo perdonandoci a vicenda.
    Io leggo in questo senso, il comandamento di Gesù di rimettere i peccati settanta volte sette e lo ritengo ETICAMENTE umano e veritiero.
    Se non ti viene usata misericordia, ma la spada della condanna pende costantemente sul tuo capo, in modo così intenso da doverti guardare le spalle ad ogni respiro (farti un’assicurazione prima di praticare una professione… o di mettere al mondo figli, che possono fare danni a terzi… )
    In una società molto legalizzata e conflittuale all’interno della quale l’ipotesi del perdono non è considerata; mentre sarebbe eticamente valida nei rapporti che si vogliano definire “umani”, non può esservi una vera giustizia, ma solo paura e menzogna.
    Per inciso, a prescindere dalla matrice personale sulla quale si sono strutturate le nostre paure LA PAURA E’ comunque sia IL CONTRARIO DELLA FIDUCIA.
    Dove vi è timore, quel che è assente è la fiducia, sia nell’altro uomo che nella vita. E l’uomo si difende come può: coprendosi magari con una foglia di fico, arrampicandosi su dei vetri, mentendo.
    La fiducia si nutre di riconoscenza, di un GRAZIE elargito PER DONO.

    ciao Rosella

  9. Marco Guzzi dice

    Carissima Rosella, grazie di queste tue considerazioni, che sgorgano dal “fuoco della controversia”, e cioè dal punto giusto, in cui dimorare e imparare anche a pensare.

    Hai ragione: la nostra menzogna nasce sempre da una paura.
    Noi lo scopriamo studiando le nostre strategie difensive, e cioè le strutture portanti del nostro mentire. Esse sono generate sempre dalla paura di essere rifiutati, non amati, e quindi, come dici, sostanzialmente AMMAZZATI.

    Queste tue riflessioni iniziatiche fanno giustizia tra l’altro del facile ottimismo di alcuni teologi che oggi vorrebbero convincersi e convincerci che l’idea del peccato originale sia venuta in mente a Sant’Agostino.
    Purtroppo invece è l’esperienza universale, dal Qoèlet a Platone, da Geremia a Buddha, fino ai Salmi e a Gesù stesso, che ci insegna quanto oscura e caotica e tragica sia la condizione umana, sia pure trafitta da un raggio di luce, da un’energia divina che ci spinge verso la verità e la pace.

    OGGI lasciamoci assorbire da questo raggio che ha trafitto le tenebre del mondo, e ha spaccato la crosta di tutte le nostre menzogne.

    Un abbraccio. Marco

  10. Caro Marco,
    grazie per le attività importanti che porti avanti come i gruppi” darsi pace”…..mi piacerebbe tanto conoscervi meglio e poter partecipare. Sono di Imperia…come potrei fare? ci sono gruppi vicin o a questa zona?
    Grazie di cuore.
    Zoe’

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