La sfida del corso telematico

Commenti

  1. Marco Guzzi dice

    “E benedetta sia la tecnica!”

    Mi colpisce questa affermazione, e la condivido nell’ottica di un severo discernimento: la tecnica PUO’ essere benedetta e fonte di benedizione, dipende da cosa ne facciamo.

    Dobbiamo ancora comprendere che cosa sia Internet, a che cosa possa servire.
    Dobbiamo utilizzare, anche come Darsi pace, questi strumenti come agenti spirituali.
    Dobbiamo sviluppare una comunicazione telematica spiritualmente efficace.

    E questo richiede molta selezione interiore, molta parsimonia, molto silenzio.

    Il mondo sta diventando un amplificatore di rumori.
    E Internet un moltiplicatore di chiacchiere.
    Per certi versi una sorta di vomitatoio universale: ognuno vi vomita dentro tutto ciò che gli passa per lo stomaco, la testa, o gli intestini…

    Dobbiamo perciò essere straordinariamente selettivi.
    Togliere, più che mettere.
    Dobbiamo sviluppare l’arte poetica della comunicazione telematica.
    Dobbiamo inserire nel Web solo ciò che per davvero possa nutrire, illuminare, dare a chi legge qualcosa che altrove non potrebbe trovare.

    Ma questo richiede una grande concentrazione in chi scrive.
    Un’attitudine poetica, appunto, che abbia attraversato la brevità ungarettiana, il taglio netto di Celan, e cioè, in senso spirituale, la morte iniziatica della Croce del Verbo.

    Solo la parola che esce da lì, dalla morte di tutto il nostro dire egoico, può fare anche della comunicazione telematica uno strumento iniziatico reale.

    Colgo l’occasione per dire che certamente in autunno partiremo con un nuovo corso fisico-telematico, al quale attendiamo tutte/i quelli che sono interessati al nostro lavoro.

    Auguri per ogni cosa. Marco Guzzi

  2. Caro Marco,
    ho una gran voglia, e me la tolgo.
    Vedi che son senza pudore. MI PAR DI ESSERE NESSUNO nell’isola del ciclope.
    Son molto contenta di dissentire e concordare CONTEMPORANEAMENTE con te. Mi piacerebbe tanto aver letto il libro di Antonio sull’elogio del dissenso, ma vedrò di cavarmela da sola con uno strepitoso sorriso. (… e poi ti abbandono velocemente, battendo in ritirata).
    Mio padre mi ha sculacciato due volte nella vita per la mia impudenza, ma non è servito che a farmi essere “ancora più ruffiana”. In quanto a te POTREI ESSERE TUA NONNA che “bollisce il pollo!!!” e lo schiuma.
    Fammi capire “sei” DOBBIAMO e questa frase sibillina:
    “E questo richiede molta selezione interiore, molta parsimonia, molto silenzio.”.
    Ma allora come si fa a discernere tenendosi tutto dentro, senza proferir verbo se non quello GIUSTO?
    Io son piena di pretese e questo si sa. Ma se tutti stanno zitti, zitti, anche nel blog quando mai s’impara a parlare?
    Una volta qualcuno me lo ha scritto esplicitamente (mi pare di ricordare Franca) che prima di parlare bisogna stare zitti, ma comunque sia non è che necessiti farlo per tutta la vita.
    Gabrielino che è nel pieno del suo fulgore infantile, anche se sta molto zitto e capta tutto; ormai un sacco di parole le dice ed intenzionalmente, intendiamoci, anche se ancora non ha compiuto l’anno.
    Io parlo troppo e questo si sa. Faccio anche una fatica immane a continuare a farlo, la tentazione continua che ho è quella di tornarmente nel mio guscio e lasciare che strati di calcaree circondino il mio cuore. Poi si vedrà se ne sortirà una perla o un cuore che ritorna ad essere di pietra, dato che il mio presente, non consiste nell’essere una monaca che vive contemplando Dio nel silenzio, ma relazionandomi alla meno / peggio (cioè al meglio possibile) con marito figli, generi ed ora anche nipote.
    Se noi non parliamo “umilmente”, senza giudicarci gli uni gli altri, ma accogliendo i nostri riscontri come risonanze dell’anima dell’altro. Come fossero condivisioni, quando inizieremo a dire qualcosa di diverso dalla chiacchiera?
    Io qualche difficolta ce l’ho a continuare a lasciarmi interpellare LIBERAMENTE da ciò che viene postato, poichè talvolta ho delle emozioni paradosse, circa ciò che vien detto. Ad esempio nel post di Marco Falconi sulla corsa (per inciso ho risolto tutti i problemi di audio e di video che avevo) non ho scritto niente poichè ogni volta che mi accingevo a farlo piombavo in un punto di fissità. Immobile come pochi, avevo una reazione assolutamente irragionevole e non ho osato postare per tema che qualcuno mi criticasse. Poi ci ho fatto un autoconoscimento e la meditazione che hai postato nel telematico, quella tenuta durante l’incontro comune, mi pareva proprio fatta, giusto giusto per me. Non solo ma questa faccenda dell’immobilità mi sta parlando ancora, e la vedo sempre congiunta con la corsa, con tutte le cose meravigliose scritte da coloro che corrono.
    Contento della mia sintesi?
    Tutta: SILENZIO E AMORE
    Un abbraccio a tutti i telematici di darsi.
    Sì, sì, mi taccio, basta con le uova marce… (ma ce ne sono ancoraaaaaaaaaaaaaaa….)
    Rosella

  3. Paola Balestreri dice

    Cara Rosella, parole sante, le tue.
    Si impara a parlare per prove ed errori,e solo se non abbiamo troppa paura o vergogna del giudizio e delle brutte figure, prima o poi riusciremo ad esprimere la nostra verità più vera.
    Se la ferita ricevuta da bambini, per esempio, consisteva nel veder sminuita o irrisa o ogni autonoma riflessione o considerazione, probabilmente sarà particolarmente difficile aprirsi al dialogo, al confronto.
    Si dovrà (o meglio: si potrà, se si vorrà, se ci si riuscirà…)lavorare sull’autostima, accrescere la fiducia in se stessi, trovare un proprio baricentro interiore, etc. etc
    Mi ha colpito oggi una frase ascoltata alla radio, nel bailamme delle celebrazioni per la beatificazione di Giovanni Paolo II (non so se la frase è sua o di qualcun’altro): “Chi sa pregare, parla”.
    E’ proprio così!!! mi sono detta, pensando all’horror vacui che spesso serpeggia nell’anima (e serpeggiava spessissimo nella mia famiglia: “che ci diciamo??? di che parliamo?”).
    Chi è in contatto con il Principio non ha problemi di parola: conosce l’ordine del giorno e sa che non potrebbe essere che quello.
    Forse è questo che voleva suggerire (dietro a tutti i dobbiamo che ci spaventano!) il nostro superguzzi???
    Un abbraccio anche a Gianni
    Paola

  4. Grazie Paola,
    per la verità ciò che m’intriga veramente, non sono i devo o i voglio, e neppure le frasi che definisco sibilline (sostanzialmente concordo su tutto). Quello che non sopporto proprio è “l’infinita pazienza” del tuo superguzzi!!! NELL’ATTESA DI TUTTI i tempi.
    Quelli di ognuno intendo.
    E qui casca l’asino, che sono io: IO NO! non son capace, non ho pazienza!
    Qualcosa avrà pur da dirmi questa faccenda dell’immobilità che anche MI IRRITA però.
    Vedremo. Son piena di pretese, e non è cosa da poco.
    Comunque sia, mi sono divertita.
    Ciao un abbraccio e a presto
    Rosella

  5. Paola Balestreri dice

    Forse, invece della corsa, che evoca subito una prestazione, puoi iniziare a muoverti in una stanza debitamente chiusa a chiave, per non rischiare, soprattutto all’inizio, di sobbalzare e di bloccarti se entra qualcuno. C’è una danza che sgorga da dentro se stai in piedi davanti al mondo senza pretese, né aspettative. E’ divertente sai?
    Puoi chiamarlo “tai chi” o “chi qong” per legittimare il tutto ed evitare di passare per pazza (innanzitutto difronte a te stessa). AhAhAh!!!
    Buona giornata.
    Paola

  6. Mi sono iscritta al Corso Telematico per il bisogno di dare regolarità al lavoro proposto da Marco superando gradualmente le difficoltà relative all’uso del PC e la diffidenza che attraverso questo strumento fosse possibile comunicare in profondità.

    Meditare insieme ai partecipanti fisici e condividere il lavoro auto conoscitivo attraverso la parola scritta mi ha ulteriormente aiutato nella conoscenza di me stessa senza nulla togliere alla profondità e all’intensità della relazione e della comunicazione.

    Scrivere è per me un esercizio di potatura molto utile, mi aiuta a stare sulla richiesta, evitando dispersioni o ripetizioni, e mi sollecita a cercare la parola che meglio riesce a esprimere ciò che sento profondamente, sfrondandola dal superfluo.
    Quando non riesco a dirmi è perché ho bisogno di ascoltarmi più profondamente.

    Vivo il Corso Telematico come luogo sicuro, un grande laboratorio in cui ognuno si pone in relazione abbassando la maschera, riconosce il proprio limite, si denuda e si offre all’altro e anche qui percepisco lo stesso clima di apertura e di accoglienza che si è creato nei seminari intensivi ai quali ho partecipato in cui ci si sente TUTTI UNO E OGNUNO SE’.

    Anch’io penso che la sfida del Corso Telematico sia superata con successo e sono molto contenta di leggere che l’esperienza continuerà il prossimo anno.

    MILLE GRAZIE!

    Giuliana

  7. Paola Balestreri dice

    “Quando non riesco a dirmi è perché ho bisogno di ascoltarmi più profondamente”.
    Grazie Giuliana: è proprio così!

  8. Marco Guzzi dice

    Credo che ancora non siamo del tutto consapevoli della portata del nostro esperimento telematico, di quanto possa svilupparsi, di come potrà influire sulle diverse forme di comunicazione virtuale e reale.

    Mi sembra che la proposta “Darsi pace” stia lentamente diventando più consapevole di sé, del compito che tenta di assolvere: corrispondere ad una immensa richiesta di rinnovamento umano, antropologico, e spirituale.

    Spero che il passaggio di questo anno di transizione 2010-2011 possa aprirci ad un nuovo slancio.

    L’educazione del dire e dello scrivere è uno dei capisaldi del rinnovamento antropologico.
    Si tratta proprio di reimparare a parlare, e quindi a relazionarci con noi stessi e tra di noi. Qui sgorga la rivoluzione permanente, quella Nuova Umanità relazionale che è ormai l’unica possibilità evolutiva per il pianeta.

    Marco

  9. Sono felice di vivere in questo tempo di “Internet” è il tempo migliore che io avessi mai sperato di vivere; ogni giorno sono di fronte a questo meraviglioso strumento dalle potenzialità infinite e ringrazio Dio che mi è stato concesso di vivere questo tempo. Sono qui a casa mia nella mia piccola città, ma sono anche vicina a tutte le persone che come me “cercano” in tutto il mondo; questo è straordinariamente entusiasmante.
    Come sempre mi colpiscono le parole di Marco perchè le sento così profondamente vere da esserne disorientata:
    “…molta selezione interiore, molta parsimonia, molto silenzio…”
    “…Solo la parola che esce dalla morte di tutto il nostro dire egoico, può fare anche della comunicazione telematica uno strumento iniziatico reale…”
    Adoro la selezione interiore, e le parole concise e significanti, quelle che toccano veramente il cuore, non amo il chiasso e la confusione nè fuori nè dentro di me così tento di calmare il tumulto e cerco le parole con sobrietà, togliere il superfluo per svelare l’essenziale è da sempre la migliore qualità di un artista.
    Grazie per questo meraviglioso percorso telematico, la tecnologia come tutte le cose ha del positivo e del negativo, sta a noi discernere come sempre!
    Daniela

  10. Domenico Parlavecchio dice

    Mi capitò diverse volte di parlare di Internet con i genitori di figli pre e adolescenti.

    Nella discussione quello che ne veniva fuori erano solo gli apetti “tecnici” e/o “lavorativi”.
    Poca consapevolezza dello stare in rete in altro modo. Scarsa era la riflessione sugli aspetti “relazionali”.

    Allora mi sono dato come unico obiettivo di spiegare che “Internet siamo NOI” più propriamente Internet è un eco-sistema di relazioni.
    Quindi non può essere banalizzato ma soprattutto non possiamo escluderlo dalla nostra esperienza. Perchè?
    Semplicemente perchè ci ritroviamo a dover affrontare i temi di una relazione in questo nuovo mondo basate
    su l’esperienza “culturale”, “psicologica” e “spirituale” di ciscuno di noi e che sono
    le tre componenti che intendiamo far dialogare in modo nuovo grazie al “per-corso” Darsi Pace.

    COn il per-corso telematico ci muoviamo in un altro mondo che stiamo imparando a conoscere
    (questo vale per tutti e non solo per noi) nel quale impariamo a conoscerci meglio, a scoprie quanto siamo “grandi” ma anche
    quanto viviamo di “idolatria”.

    Prendo in prestiso una frase di MArco che ho scolpito nel cervello: “Ogni teologia produce un’antropologia e quindi una sociologia”.
    Il nostro per-corso iniziato nella conoscenza di DIo e dell’uomo Nascente ci permette di incontrare/abitare l’Uomo Nuovo che c’è in noi
    e quindi a creare delle relazioni di Pace.

    Questo è il motivo di successo secondo me di questo per-corso iniziatico cristiano telematico.

  11. Marco Guzzi dice

    Carissima Daniela e carissimo Domenico, mi pare che tocchiate punti determinanti:

    essenzialmente questo strumento telematico mette in luce il punto estremo e cruciale che stiamo attraversando.
    Internet moltiplica cioè esponenzialmente i prodotti del nostro ego terminale: la chiacchiera, il narcisismo, la vanità, la volgarità, il superfluo, la bulimia, etc.

    Si offre come grande compensazione, forse come ultima ed estrema forma di vita compensatoria: illude l’ego terminale di poter sostituire il travaglio della trasformazione personale con questo gioco di infinte possibilità, con un infinito gioco di specchi e di spettri.

    Al contempo, proprio per questo, Internet ci spinge a tentare altro, e cioè, come dite, una comunicazione che sgorghi dal processo stesso del costante rovesciamento del punto di emissione ego-centrato della parola e del pensiero.

    Noi stiamo tentando questa operazione: creare una comunicazione telematica (e quindi una sociologia e potenzialmente un’azione politica?) che spacchi lo specchio della rappresentazione egoica di questo mondo: creare una comunicazione telematica di tipo iniziatico, e cioè direttamente trasformativo.

    Ma far questo richiede una fedeltà quasi folle al processo, o, meglio,la riscoperta dell’essenza folle e divina dell’essere umano.

    Un abbraccio. Marco

  12. Cara Paola,
    ho cercato di immedesimarmi nel “tai chi, ma non mi ci vedo proprio.
    E’ come se mi si proponesse un abito ancora una volta che NON VOGLIO indossare.
    Io sono estremamente impulsiva e per tutta la vita hanno tentato di correggere questo mio difetto, io pure ci ho provato, sin quando, volgendomi indietro, dopo anni, di tribolazioni e travagli interiori ed esteriori. ho fatto un bilancio della mia vita. Ed ho concluso che le uniche cose di valore che ho vissuto e compiuto nella vita le devo proprio ad ATTI INCONSULTI.
    Anche scrivere a Marco ed incontrare tutti voi in darsi pace è frutto di un vero e proprio “atto inconsulto”.
    Ciò di cui mi convinco sempre più è che se noi siamo fatti in un certo modo “ci sarà un perchè!”.
    Il mio limite ed il mio valore coincidono proprio, la differenza è data da quanto sai INCARNARE LO SPIRITO, abbandonare il tuo atto inconsulto nelle mani di un Altro che lo porti a compimento.
    Io sono una da TUTTO E NIENTE, ed ora mi sto adoperando seriamente ad essere me stessa. E la strada imboccata è quella giusta; un tantino solitaria, nonostante vi sia molta compagnia attorno a me.
    Io ho dentro di me questa passione per UNA PERFETTA PURA COINCIDENZA, che per un poco ricaduta nel “fare la brava bambina” ho lasciato che si appannasse. Ma ora mi pare che qualcosa abbia toccato e fatta vibrare ancora una volta la corda giusta, che MI RISUONA nuova mente.
    Oggi mi ha colpito questa frase del Beato Giovanni Paolo II, riportata in chiusura di collegamento dal cronista di rai uno:
    “CERCANO DI CAPIRMI DAL DI FUORI, MA IO POSSO ESSERE CAPITO SOLO DAL DI DENTRO”

    Un abbraccio a tutti: “se non ci fosse internet”, pardon: “se non ci fosse DARSI PACE su internet”, qualcuno dovrebbe proprio proprio inventarsi di mettercelo!!!
    con affetto
    Rosella

  13. Paola Balestreri dice

    Cara Rosella,
    anche io vorrei impegnarmi seriamente ad essere me stessa, e trovo ancora molte difficoltà.
    Grazie per i tuoi atti inconsulti e per la passione per una perfetta pura coincidenza. Non capisco tutto, ma sento la precisione linguistica che impregna le tue parole e quindi la loro precisione spirituale.
    Paola

  14. 😀 Caro Marco
    grazie dell’opportunità!sono praticante di Meditazione a singhiozzo da tempo immemorabile (potrei dire da trentanni!!!) mi hai subito risposto sottolineando che snza la costanza la pratica non ha nessun senso! quindi cancello con un tasto i trentanni e affermo di essere un praticante da oggi pomeriggio. Infatti come ricevuto l’invito a vederti on line mentre scrivevo la mia relazione di lavoro, ho attivato il sito e….l’attenzione della descrizione alle cose che conoscevo perfettamente proferite dalle tue parole ha iniziato a distogliere l’attenzione per il mio lavoro per dedicarmi sempre di più a quanto dicevi. Poi iniziando la Meditazione ho chiuso gli occhi unendomi al gruppo virtuale e…….sono affondato nell’esperienza M. senza difese.
    Mi piacerebbe frequentare qualche incontro senza computer!
    grazie e buona M. a tutti
    luciano

  15. “Non capisco tutto, ma… ”
    Cara Paola,
    dal mio punto di vista, questo costituisce essere il cuore della questione per una parola che nasca dall’integrità: dialogare con lo sconosciuto dell’altro rispettandone il mistero.
    Ti abbraccio e grazie di tutto.
    Rosella

  16. Marco Guzzi dice

    Carissimo Luciano, grazie del tuo ascolto.
    Sì, effettivamente la pratica meditativa richiede una certa costanza, come ogni arte, ed è proprio questa regolarità che a volte ci mette molto tempo per essere conquistata.

    Ad un certo punto del nostro percorso però la pratica spirituale ci si rivela come la cosa prioritaria, la cosa da porre all’inizio, la cosa che può determinare tutto il resto, e trasformarlo in meglio.

    Allora piano piano anche la regolarità diventa qualcosa di organico, di spontaneo, di inevitabile, come il mangiare, il dormire, il respirare.

    In luglio avremo un Corso Intensivo a Campello sul Clitunno, e poi in autunno incomincerà un nuovo corso fisico-telematico. Ciao. Marco

  17. Eseguito, grazie,
    dal tempo dello yoga (di molti anni fa).mi ero dimenticata il beneficio che dona, questa pratica.
    Grazie ancora.
    Angela A.

  18. Marco Guzzi dice

    Grazie a te, Angela, e ricordati che in ottobre avvieremo un nuovo Gruppo fisico-telematico, che si può appunto seguire on line da ogni parte d’Italia…..se ti dovesse interessare.
    Ciao. Marco

  19. Françoise Soubeyran dice

    Vi ringrazio per questo archivio che permette di condividere il percorso di D.P. negli anni, di pescare tante perle nei commenti e di sentire lo spirito del processo ed il suo “farsi nel tempo”.

  20. Grazie a te, cara Françoise, dell’ascolto fedele e curioso. Auguri! Marco

  21. novembre 2017
    Saro’ una corsista telematica. Mi sono iscritta una settimana fa e mi accorgo di tornare e ritornare su questi contenuti tanto spesso nella giornata, stanno facilmente e con piacere diventando il nuovo angolo di visuale con cui guardo a me, alla mia storia, agli altri e al mondo, e mi dona un intensissima, e molto profonda, ma molto delicata quasi impalpabile gioia interiore.

  22. Cara Lucia, grazie di questa tua risonanza, sì, è proprio così, non appena iniziamo a lavorare nelle nostre profondità, ci viene donato subito un primo senso di sollievo. Benvenuta tra di noi! Marco Guzzi

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