Io e il Tutto

Commenti

  1. Fantastico!!!! Un esercizio sul sito complimenti è una bellissima idea !!!

  2. … desidero riprendere queste parole di Stefano nel blog precedente, in cui precisa:

    “Le difficoltà davanti a noi però sono molte e sempre presenti, per questo vorrei aggiungere a quanto detto, che il nostro personale cammino alla ricerca di Cristo NON deve mai diventare individuale.
    Solo attraverso la continua relazione, nella condivisione dei momenti di gioia e di sconforto, il nostro cammino iniziatico condurrà verso la luce.”

    in effetti la mia condivisione termina proprio nel punto in cui, l’incarnazione ha inizio.
    Nel presente dei miei giorni ora sorrido più rilassata al piccolo e penso “caro son qui per te”, un po’ più integra, un po’ più libera..

  3. Ringrazio l’amica che ha dato il permesso di pubblicare la sua condivisione.
    Il lavoro che facciamo su noi stessi, condiviso, diventa pane per altri.
    un abbraccio. giovanna

  4. Grazie della condivisione!
    anch’io ho fatto quell’esercizio e mi sono stupita della differenza tra i miei stati all’inizio e dopo … eppure non era la prima volta che affrontavo esercizi simili.
    Ma questo, non so l’odore del mare, la prossimità delle vacanze,l’aria primaverile, ma soprattutto il lavorare insieme in vista dello stesso fine (trovare la serenità), ha avuto su di me un effetto veramente sanante.

    Un saluto affettuoso
    Filomena

  5. Questo post mi richiama alla mente due qualità necessarie per il cammino di liberazione: l’umiltà e il coraggio.

    Il coraggio di porre al centro della nostra vita la trasformazione, processo lento, graduale, faticoso, poco produttivo nel mondo in cui tutto deve essere produttivo in qualche modo.

    L’umiltà del lavoro personale, l’umiltà di riconoscere quanto siamo impauriti, disperati, arrabbiati.

    Ringrazio la Redazione che attraverso il suo costante lavoro mi indica la direzione e ringrazio la nonna che attraverso la condivisione dell’esercizio auto conoscitivo mi dice che funzioniamo davvero tutti nello stesso modo.

    Un abbraccio.
    Giuliana

  6. Gianni ha detto “bella questa condivisione” e visto che è così raro che commenti qualcosa ho teso l’orecchio.

    Sabato scorso, durante l’incontro di gruppo a Mozzo, abbiamo deciso COME RICOMINCIARE insieme, il lavoro nel nuovo anno; ed io sto riflettendo proprio sui vari aspetti della ricchezza di condividere con altri il lavoro interiore.

    Vi è certamente quella riportato da Giovanna, ma in questo momento, il mio percorso ne focalizza un’altra.

    Permanere, perseverando insieme agli altri, in un lavoro comune, ti consente di lavorare su te stessa in modo più proficuo e veloce.

    Ricevi tanti di quegli imput nelle interazioni relazionali che: “hai voglia a lavorà…” come dice Guzzi.

    Questo costruisce in me lentamente, la capacità ad una ACCOGLIENZA PRIORITARIA che poi mi è utile nelle relazioni quotidiane che intrattengo con persone che non effettuano lo stesso percorso di crescita.

    Riconvertire continuamente e nuovamente lo sguardo su me stessa, dicendomi: “se sento disagio, se ho un desiderio di fuga o una irritabilità diffusa IL PROBLEMA E’ MIO e non dell’altro” ma anche che: “LA RISORSA SONO IO!”.

    Posso lavorare su me stessa per addivenire appunto ad una accoglienza proritaria dell’altro; e nel gruppo il processo si accelera NELL’UMILTA’ DELLA CONDIVISIONE appunto.

    Ciao e Buon fine settimana a tutti
    Rosella

  7. Il Gruppo è effettivamente un microcosmo, nel Gruppo incontriamo, come in uno specchio, tutte le nostre problematiche.
    Perciò “Darsi Pace” si struttura proprio in Gruppi.

    Da soli possiamo fantasticare qualsiasi cosa su di noi o sugli altri, ma quando stiamo fisicamente e a lungo insieme ad altre persone, allora i vermi vengono tutti fuori, o, come diciamo, la gallina messa a bollire tira fuori il grasso e le impurità più segrete.

    Il nostro è un lavoro da stagnari, non da brave persone.
    Perciò funziona.
    Noi non vogliamo edificare altri strati di ego, magari “spirituali”, ma dissolvere le nostre illusioni, liquidare il nostro egoismo, liquefare i nostri grassi mentali.
    E questo è un duro lavoro. Glorioso.

    Grazie all’amica-nonna che sa che le cose stanno così, e persevera nel lavoro, mettendosi a cuocere con tutte le scarpe…
    Un abbraccio. Marco

  8. “Il nostro è un lavoro da stagnari, NON DA BRAVE PERSONE”

    caro Marco

    “questa consapevolezza mi commuove sempre”.

    Si apre in me una voragine di dolcezza infinita, che evidentemente mi appartiene, anche se raramente la sperimento così, come gioia e riconoscenza.

    Quando ho detto sì a questo lavoro iniziatico d’integrazione , ciò che ho sempre rivendicato era la mia peculiarietà.

    Non m’ importava affatto di non essere giusta, anzi “guai a chi mi volesse” ancora una volta nella vita: adeguata, perfetta e “santa subito”, chiunque fosse.

    Posso offrire alla relazione solo ciò che sono e riconoscere in seguito, spesso stupita e grata, la trasformazione in atto: nel divenire CIO’ CHE SONO.
    E questo MI COMMUOVE sempre…

    ciao

  9. Ciò che ho trovato interessante nel lavoro proposto da Marco non è stato solo il metodo integrato, ma anche la condivisione in gruppo.

    Vivo il gruppo di Mozzo e quello di Roma come un dono che la Vita mi offre, il luogo in cui imparo a guardare me stessa e gli altri dal mio laboratorio interiore e questo non è facile, né indolore, ma è necessario se voglio essere vera-mente me stessa nel Tutto.

    Quando nel gruppo ho la possibilità di vivere momenti come a santa Marinella e a Mozzo, anche in me si apre quanto dice Rosella “una voragine di infinita dolcezza” e mi convinco che prendermi cura del nascente insieme agli altri non è illusione, illusione è continuare a credere che posso stare bene in ciò che è finito e quindi deve morire.

    Buona domenica.
    Giuliana

  10. Grazie per tutte queste parole profonde e al contempo gioiose, che nutrono il desiderio di perseverare sulla via!

Inserisci un commento

*