La selva oscura

Commenti

  1. Caro Salvatore,
    ho letto il tuo lungo scritto colmo di speranza e di sapienza, anche; ma mi sarebbe apparso quasi irreale, se non fosse accompagnato dall’immagine muta dell’URLO.
    Le mie viscere sono ancora un pochino sconvoltine, e non emergono parole adatte a corrisponderti (segno che le tue mi risuonano alquanto).Staremo a vedere.
    Per il momento, grazie e ciao
    Rosella

  2. Enrico Macioci dice

    Caro Salvatore,
    personalmente sento molto il richiamo “narcisistico” del Male cui tu fai cenno in modo così netto.
    Mi vengono in mente le parole che disse una volta, non ricordo più in quale trasmissione, Carmelo Bene a proposito di Nietzsche: “Lui è impazzito ma almeno se lo è meritato, se lo è guadagnato. Molti mediocri neppure se lo guadagnano.”
    Ora, l’auspicio sarebbe quello di guadagnarci tutti, dal primo all’ultimo, un po’ di sana follia (la follia cioè dello sguardo nuovo, dello sguardo troppo spesso deriso), il che in un mondo pazzo come il nostro significherebbe saggezza – forse la più difficile di tutte le umane mète.
    Un abbraccio a tutti.
    Enrico

  3. Carissima Rosella, spero che la risonanza sia positiva, nel senso che porti frutti di conversione. Sai, io stesso rileggo quanto ho scritto perché risuoni ancora ed ancora, allontanandomi dalla tentazione del villaggio. Caro Enrico, hai ragione, sottoscrivo. Il Vangelo è follia per il mondo, non per noi che ci sforziamo di vedere con occhi nuovi, risanati dal tocco della Parola. Vedere con lo Spirito è andare al di là della materia, ma non per alienarci, bensì per vivificarla e vivere meglio. Un abbraccio.

  4. Carissimo Salvatore, bel testo, grazie.
    Tra l’altro disegna bene i passaggi cruciali dall’alienazione/disperazione all’io in conversione, fino alla relazione sanante col Cristo.
    Speriamo che ogni giorno lo Spirito di Cristo ci venga a raccogliere nei nostri abissi e nelle nostre cecità, e ci sorprenda con la sua inesauribile gioia.
    Un abbraccio. Marco

  5. Caro Marco, io ti devo molto. Mi sono messo alla tua scuola, che è una sequela, con umiltà ed apertura di mente e di cuore. Quanto ho scritto riviene da ciò che ho appreso finora da te e dai nostri compagni di viaggio. Un abbraccio.

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