Nel silenzio

Commenti

  1. Ciò che più mi manca dell’alta montagna è il silenzio.
    Ore e ore di cammino in salita mi svuotavano e mi immergevano in un grande silenzio che non so definire.
    Io diventavo silenzio e in quello stato, una volta arrivata in vetta, mi restava solo da contemplare la vista che mi si offriva a 360 gradi.

    Il metodo integrato che sperimento attraverso il lavoro nei gruppi dP mi sta portando, con la meditazione e la preghiera, dentro un profondo silenzio del quale sento sempre più il bisogno.
    Ora la salita è lo spegnimento e l’abbandono, un continuo riconoscere le mie parti malate, doloranti, negative, cominciare ad amarle e ad attraversarle senza paura, prendendomene cura, nella fede che in Cristo sono risanate ed io vengo rigenerata.

    Questo progressivo spegnimento, per me trova senso solo in Cristo crocifisso.
    La croce è la via della luce nella quale posso rinascere più integra e più felice.
    Solo facendomi silenzio, come in alta montagna, posso aprirmi ad una visione infinita che questo mondo sempre più rumoroso neppure riesce ad immaginare.

    Giuliana

  2. Ogni silenzio che riusciamo a fare dentro di noi affonda le sue radici nel sabato santo.
    Il silenzio del sabato santo è fatto di cose non dette, non più dette, perché non c’è più nulla da dire…. ma anche di attesa che Qualcun altro dica una parola “nuova” mai udita né immaginata…

    Grazie carissima Filomena, mi ispirano molto questi tuoi versi:
    “amo
    il nudo silenzio
    dell’anima,
    genuflessa
    alla Fonte”

    (vi vedo riflessa la Vergine del sabato santo)

    un abbraccio pasquale Corrado

  3. Grande dono il silenzio, soprattutto quello interiore. Penso che oggi, Sabato Santo, sia il giuorno migliore per cercarlo e trovarlo. Auguri a tutti, mariapia

  4. Carissima Filomena, leggendoti pensavo a questa Pasqua 2012, alla sua difficoltà. Sento un grande disagio dentro di me, sento che le parole dell’annuncio fanno fatica ad arrivare ai nostri cuori, sento la stanchezza di riti ripetuti ma con poca convinzione, pochissimo fuoco, sento che per davvero qualcosa sta andando a finire, un intero repertorio di figure storiche.

    Forse però è proprio in questa fine dolorosa, in questa impotenza di una fede che stenta a farsi cultura, linguaggio nuovo e potente, forse è proprio in questa balbuzie il mistero più intimo che celebriamo. La parola nuova e risorta deve atraversare una vera morte, una vera e completa umiliazione, una radicale impotenza.
    Mi pare che solo questo maggiore realismo della fine possa oggi donarmi un sentimento reale di ricominciamento, di Pasqua.
    Un abbraccio. Marco

  5. E’ da poco che ho scoperto questo sito e sto leggendo l’ultimo libro di Marco Guzzi:mi sento toccato dentro profondamente e anche io vivo un disagio interiore nei confronti di una spiritualità piena di troppe parole che lasciano poco spazio alla Parola e che si nutre spesso del suono delle nostre voci invece che del silenzio.
    Comunque sia…pace a tutti voi.

  6. Cara Filomena,
    la parola “silenzio” mi è sempre stata presente, in vario modo; ed ancora non ne vivo compiutamente il mistero in modo personale; per cui posto qui semplicemente la gioia compiuta nel cuore dalle celebrazioni “Pasquali” di questi giorni.
    Abbiamo un nuovo sacerdote, nè giovane nè vecchio, ma certo uno che prega e confessa e si sente; e si vede. Ha rispolverato per noi tutti gli ammenicoli (gli attrezzi nuziali?) utilizzati nelle antiche celebrazioni liturgiche, ho visto per la prima volta nel rito della luce l’illuminazione e la fioritura del fonte battesimale; messe completamente cantate dall’inizio alla fine; la nostra piccolissima frazione pareva il vaticano.
    Ora tutto questo che può sembrare obsoleto, mi colma il cuore di speranza, perchè la parola che pronuncia e pregna di gioia e di fiducia, insomma mi sembra il giusto connubio tra la tradizione anche un po’ pomposa (che io tendo a rifuggire) con la gioia sobria dello spirito.
    Non so se son diversa io o se finalmente gusto la liturgia fatta con i silenzi appropriati , con i tempi dovuti, senza fretta alcuna se non quella di godersi una celebrazione comunitaria che ricolma con il Suo Spirito il nostro cuore.
    Non so se ci sta con il post, ma così mi viene di corrisponderti.
    Buona Pasqua a tutti
    Rosella

  7. Ho iniziato timidamente ad accostarmi al “silenzio” grazie al libricino del gesuita indiano Del Mello: “Sàdhana Un cammino verso Dio” (consigliato da Marco G.).
    Egli scriveva che per chi non è abituato, il silenzio può essere un esperienza terrorizzante.
    Ho scoperto che così era per me, grazie a questa lettura ed alla meditazione ora posso convivere con il silenzio un po’ più di prima e già è una conquista!

    Ma soprattutto è importante comprendere che ci si può rifugiare in ogni istante nel silenzio che è dentro di noi, anche se intorno c’è un gran frastuono.
    Etty Hillesum scriveva nel suo Diario (pag. 148):”Passerò tutto il giorno in un angolino di quella gran sala silenziosa che ho dentro di me”.

    Grazie Filomena per queste riflessioni, auguro di cuore Buona Pasqua a tutti Gabriella

  8. Carissimi amici,
    vi ringrazio della vostra partecipazione e delle vostre parole 🙂
    Questo cielo azzurro che oggi ci è regalato, almeno qui a Roma, ci aiuta a sperare nella Resurrezione di una Umanità Nuova, in Cristo.

    Saluti ed abbracci pieni d’affetto
    Filomena

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