Nietzsche: Cristo o Anticristo?

Commenti

  1. riascoltando oggi questo video direi che per poter operare un reale cambiamento in questo delirio d’onnipotenza, sia necessaria una GRANDE UMILTA’ disposta a riconoscere la vita che vive.

    L’umiltà ha come esito l’integrazione, sia in sé stessi, riconoscendo la propria gioia nell’accogliere la liberazione del proprio cuore; sia tramite l’incarnazione nel sociale che si esprime nell’assunzione di una responsabilità di sostegno verso altri.

    Tutto il resto è un “ già visto”: una valle di lagrime come esito dell’ennesima ideologia che porti avanti “il proprio progetto”, fosse anche il più “apparentemente” desiderabile e auspicato.

    Per quanto possa sembrare strano LA STORIA E’ PROCREATA di generazione in generazione, da coloro che mantengono una relazione creativa e vitale tra le persone; e non già da coloro che, escludendola, hanno la pretesa di toglierli di mezzo.

    Rosella

  2. Alessandro C. dice

    GRAZIE MARCO,
    poter seguire le tue conferenze è per me un grande nutrimento spirituale e quindi umano.
    La mia scarsa conoscenza non ostacola la comprensione del messaggio che Nietzsche lascia perchè le tue riflessioni scendono sapientemente dritte al cuore, si sente la tua gratitudine verso un amico che ti ha accompagnato nella crescita.
    Un abbraccio riconoscente Ale

  3. Grazie a te, carissimo, dell’ascolto fraterno. Marco

  4. Andrea Vitolo dice

    Grazie Marco, Guzzi for president!!!

  5. Grazie, ascoltarti è stato come ascoltare uno psicologo che analizza l’umanità come se fosse un singolo individuo e questo cercare di capire ciò che nel profondo si muove e genera, mitiga la confusione e dona serenità.
    Volevo chiederti: quale forma di controfigurazione è apparsa in questi anni successivi al 1989, forse quella del “Mercato” ?

    Un caro saluto

  6. Grazie a voi, carissimi, sì, è proprio questo il tentativo: provare a leggere la storia universale come la faticosa evoluzione di un essere umano unitario, un conflitto aspro che poi ognuno di noi riproduce a modo suo, nella propria biografia. Dopo l’89 mi pare che si sia riconfermata una Maschera durissima, tecnico-mercantile. Ci siamo illusi di poter tornare in un certo senso a prima della Prima Guerra Mondiale, a prima dei totalitarismi, e quindi abbiamo stabilizzato una condizione psico-storica asfittica, senz’aria né vita. Questa Maschera ha prodotto finora un’ombra di pura sofferenza, una depressione psichica endemica, una rabbia diffusa e una guerra molecolare, dentro le persone e dentro le famiglie e tutte le aggregazioni. Ancora poche sono state le cotrofigurazioni collettive di questa rabbia, che purtroppo prima o poi esploderà, se non sapremo convertirci in tempo.
    Grazie di nuovo. Marco

  7. Alessandro da TS dice

    Caro Marco,
    noi parliamo spesso dell’evoluzione storica/culturale/antropologica di questi ultimi 7 mila anni. Non ti ho mai sentito parlare dell’evoluzione della specie homo sapiens. Come interpreti l’evoluzione alla luce di Cristo?

  8. Carissimo, il tema è troppo ampio e arduo, credo che, per quanto riguardi la nostra attuale fase evolutiva, sia sufficiente comprendere in una luce nuova il percorso storico degli ultimi 5000 anni, e cioè quel ciclo che chiamiamo propriamente Storia, e che inizia con la scrittura sumerica intorno al 3300 a. C.
    Ciao. Marco

  9. Grazie, carissimi Marco e Paola per questa conferenza. Sì, qui Nietzsche è preso sul serio, non è liquidato come autore da idolatrare o controbattere e basta, ma come profondo filosofo, poeta e persona sofferente. Ogni uomo va preso sul serio! Così , Marco, tu fai anche con tutti noi e ci aiuti a diventare autenticamente liberi! Mariapia

  10. Enrico Macioci dice

    Bellissima conferenza. Io vedo delle analogie sconcertanti fra alcune grandi e tormentate anime della seconda metà dell’800, Nietzsche, Rimbaud, Van Gogh, Dostoevskij, Melville. Ciascuno mi sembra il corrispettivo dell’altro nella propria arte, quasi fossero tutti sensibilissimi sismografi d’un terremoto in rapido avvicinamento, un terremoto che ancora oggi non è finito.
    Per esempio è impossibile non accostare certe pagine di Nietzsche alla Stagione all’inferno o ai Demoni (opere entrambe del 1873…), certe Illuminazioni ai quadri di Van Gogh, o ancora I demoni a Moby Dick, o Bartleby lo scrivano all’Idiota. Perciò credo che l’approccio stratificato eppure sintetico di Marco sia a maggior ragione valido, proprio perchè confortato dalla Storia dell’Umano nelle sue più alte manifestazioni.

  11. Grazie Maria Pia, e grazie Enrico, sì, certamente c’è una sincronicità impressionante di eventi travolgenti tra la fine dell’800 e le prime due decadi del ‘900. E’ come se in quei decenni esplodesse una questione (di portata antropologica) con cui stiamo adesso facendo i conti a livello globale: tutti cioè, in contemporanea mondiale.
    Ecco perché la comprensione adeguata di quegli eventi spirituali può esserci di grande aiuto. Nei nostri Gruppi, come sapete, questa parte del lavoro, questa fatica interpretativa, è una delle tre componenti fondamentali, insieme a quella psicologico-esistenziale, e a quella più specificatamente spirituale.
    Un abbraccio. Marco

  12. Caro Enrico,
    perché non ci proponi, a piccole dosi (parlo per me), le pagine di queste anime tormentate, sismografi del terremoto che ci sta colpendo?
    Credo che potrebbero aiutarci nel cammino trasformativo che stiamo vivendo.
    Il mio è un semplice invito, nessuna forzatura.
    Ciao.
    Giuliana

  13. Enrico Macioci dice

    Cara Giuliana,
    uhm, compito difficile quello che mi chiedi… Restando agli autori che ho citato, consiglierei senz’altro di leggere integralmente Una stagione all’inferno e le Illuminazioni di Rimbaud, Bartleby e Billy Budd (romanzi assai brevi entrambi) e tutti i discorsi del capitano Achab in Moby Dick per quanto riguarda Melville, e poi ancora I demoni e I fratelli Karamazov (con particolare riguardo alla Parabola del Grande Inquisitore, ove si teorizza un mondo in cui la libertà offertaci da Gesù viene rifiutata, con l’assunto che l’uomo davanti alla libertà si terrorizza e preferisce obbedire a qualche padrone che pensi al posto suo) di Dostoevskij.
    Ma in realtà tutte le pagine di questi autori andrebbero lette e rilette, perchè tutte hanno dentro quella speciale vibrazione, direi metafisica, che sta alla base della ricerca dei gruppi. So fra l’altro che Nietzsche considerava Dostoevskij un maestro di piscologia e profondità cognitiva e lo leggeva con grande interesse, mentre le parabole esistenziali e artistiche di Rimbaud e Melville sono molto simili – entrambi smettono di scrivere giovani o giovanissimi per sprofondare in un drammatico silenzio, e muoiono per giunta nello stesso anno a pochi giorni di distanza.
    Altri autori, non necessariamente dell’800, in cui io riscontro altrettanta o simile tensione sono ad esempio Kafka, Celan, Flannery O’Connor, Hart Crane, Georg Trakl. Spero di averti fornito qualche indicazione utile, qualche spunto.
    Un abbraccio.
    Enrico

  14. Utili indicazioni per ricominciare a studiare con piacere, con occhi e mente nuovi.
    Grazie, Enrico, e un abbraccio.
    Giuliana

  15. Il video mi ha stimolato diverse riflessioni, avendo anche io una passione sfrenata per questo filosofo.

    Rilfessioni che mi piacerebbe condividere con Lei.

    Lei insiste molto sul concetto di dominio e di sopraffazione delle “genti aristocratiche” stupendosi, poi, del comportamento privato di Nietzsche, adducendo che, probabilmente, è stato proprio questo contrasto, questa antinomia, a portarlo alla pazzia.

    Secondo me l’avversione di Nietzsche nei riguardi del cristianesimo non era però tanto basata sull’avversione per la “debolezza”, quanto, piuttosto, per una profonda avversione di Nietzsche per il concetto di “colpa”.

    E la differenza, se permette, è abissale.

    Nietzsche, nell’anticristo, arriva quasi ad ammirare la pratica della debolezza, quando afferma che la “buona novella” di Cristo è quella di un regno di Dio in vita, nell’al di qua, di una beatitudine che si raggiunge sulla terra, attraverso un “non opporsi a nulla”, di cui la crocifissione rappresenta l’emblema.

    Il problema, per Nietzsche, non è questa dottrina, è l’idea del peccato e della colpa, in perfetta antinomia con l’idea di beatitudine.

    é per questo che non vedo tutto questo contrasto tra Zarathustra e Nietzsche.

    Zarathustra non è soltanto un distruttore, è uno che ride, uno leggero, uno che si accorge della necessità di un atteggiamento libero da ogni risentimento e spirito di vendetta (si veda il concetto di redenzione in Così parlò Zarathustra, che consiste nel volere anche il proprio passato così da eliminare ogni resseintment).

    Per quanto riguarda poi la pazzia di Nietzsche, sarà sicuramente al corrente delle ipotesi di natura esclusivamente organica che si sono formulate.

    Mi piacerebbe, ripeto, avere un confronto con Lei su questi temi.

    Grazie mille
    Maurizio.

  16. Caro Maurizio,

    io non son Marco, ma nell’attesa che lui ti risponda, ti dirò che sono stata colpita da questo che hai scritto:
    ” è l’idea del peccato e della colpa, in perfetta antinomia con l’idea di beatitudine.”
    Ecco io proprio ultimamente ho fatto esperienza di “questa cosa”, in senso iniziatico e ho postato nell’ultimo blog “il giusto sapore del dolore” il tentativo di “trovare le parole per dirlo” questo fatto trasformativo.

    Magari ti può va di leggerlo, anche se non si tratta di Nietzsche.

    Felice Pasqua di cuore
    Rosella

  17. Caro Maurizio, grazie di queste riflessioni che arricchiscono un tema molto vasto e appassionante.
    Marco

  18. Grazie anzitutto per la conferenza, veramente stimolante.
    Volevo condividere con lei un’ idea.
    La volontà di potenza di cui parla il filosofo non le sembra quella stessa inesauribile forza che sta portando al collasso di ogni principio, idealismo e morale? Non è quella stessa forza che sentiamo con evidenza oggi dentro di noi diretta alla disintegrazione dell’io?
    Quello che lei sostiene nella visione antropologia del mondo, non rispecchia in qualche modo l’opera distruttiva dello spirito dionisiaco a danno di quello apollineo, profetica da nietzsche?

  19. Caro Lucio, grazie dell’ascolto così attento, credo che ciò che Nietzsche definisce come spirito di Dioniso, e che possiamo benissimo identificare con la volontà di potenza, sia una forza ambigua, non solo distruttiva, ma anche funzionale ad ogni trasformazione. Certamente il modo in cui oggi viviamo questa spinta distruttiva sembra del tutto nefasto, e indirizzato solo al caos, manca cioè la forza di integrare i processi dissolutivi entro una spinta evolutiva, manca, in termini cristologici, lo spirito del Cristo, Nuova Umanità, che sa dissolvere il vecchio per dare forma al Nuovo.
    Ciao, e grazie. Marco Guzzi

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