Darsi Pace .. Lavorando

Commenti

  1. Bellissima e feconda riflessione, caro Domenico!
    Nessuno creda possa negare il valore inestimabile della donazione di sé nell’ambito della famiglia: penso, per esempio, a una zia di mio padre, zia Vincenza, che non si è mai sposata ed è vissuta con sua sorella (mia nonna Filomena) aiutandola a far crescere quattro figli maschi e a far funzionare la casa mentre mia nonna era costretta a lavorare notte e giorno (non così per dire) come sarta per trovare il denaro necessario per tutti. Esempi a cui non si può assegnare un prezzo, il denaro non basterebbe.

    Un abbraccio a te e alla tua bella famiglia !
    Filomena

  2. Il ricominciamento prevede l’azione, ma l’azione presuppone un pensiero.

    La straordinaria libertà dell’uomo è che può scegliere cosa pensare, se vuole, altrimenti sarà pensato dalle ferite, dalle abitudini, dalle cattive esperienze che diventano automatismi.

    Oggi manca il pensiero capace di rilanciare l’azione.

    Dobbiamo tornare ad essere umili e a fare silenzio.
    La meditazione ci porta in questo luogo di silenzio, illumina e orienta il lavoro psicologico che dà corpo all’azione, un’azione che nasce da un luogo pacificato e più integro e che ci rende Collaboratori nella ri-creazione.

    Un abbraccio a tutta la famiglia.
    Giuliana

  3. irene manzoni dice

    grazie Domenico per le tue parole…di particolare efficacia”E’ come se avessi cominciato a costruire delle pareti più solide e porte e finestre da aprire solo a ciò che può farmi bene e a dire basta a ciò che non mi rappresenta più.”
    anch’io sono in fase di ri-strutturazione e devo fare attenzione, cioè mettere più consapevolezza , a far entrare ciò che è più salutare …a non cedere alle troppe richieste di chi bussa alla porta……
    grazie Giuliana per le tue preziose riflessioni che si inseriscono ampiamente nelle sottolineature che Marco ci ha fatto nel primo incontro del 3 anno a proposito del senso della meditazione…. dello spazio che si crea dove ha inizio la libertà vera…nello scegliere cosa pensare,libertà nell’azione….
    un’azione che nasce da un luogo pacificato e più integro e che ci rende Collaboratori nella ri-creazione.
    Che bello camminare insieme trovando sul cammino gli amici di darsi pace “”con la torcia lucente..camminare appoggiandoci spalla a spalla…..finchè il nostro cammino si fa pace e il nostro amore seme”
    .un abbraccio Irene

    ..

  4. DParlavecchio dice

    Grazie per aver condiviso i vostri vissuti di Collaboratore. Aggiungo solo una riflessione.
    Mi capita spesso di parlare con i miei colleghi del suo contrario e quindi del “dipendente”.
    L’attitudine del collaboratore è quello che desidera dare il suo contributo e si attrezza per farlo (studia, propone, agisce) che si sente e vuol far parte di un progetto, che va verso … .
    L’attitudine del dipendente è quello che aspetta di fare qualcosa che gli viene detto o agisce secondo regole definite .

    Quando rifletto su qual è la portata di questa dicotomia mi vengono in mente alcuni passaggi del percorso DP: nel 2° anno anno ci troviamo di fronte alla scelta di decidere di credere e nel 3° a deciderci per un’azione missionaria nel mondo (agenti messianico) in modo più autentico e integro.

    Mi sembra che la regressione in ambito lavorativo sia dovuta ad un atteggiamento di “dipendenza”. I lavoratori dipendono dal management che dipende dal mercato che dipende dagli azionisti che dipendono dalla finanza … tutti dipendiamo da tutti e tutti ci agitiamo in un perenne falso movimento fino a quando non ci decideremo a dare una risposta (personale in primis) alla domanda chi vogliamo essere… e essere insieme.
    Disinnescare questa perenne acchiapparella significa smettere di fare il gioco attuale e proporne uno nuovo.
    Per questo abbiamo bisogni di nuove visioni vivificate da un’esperienza concreta da proporre.

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