Leggerezza

Commenti

  1. maria carla dice

    Che bella, Antonietta, l’immagine dell’ “agile salto improvviso del poeta-filosofo”…che non vuol dire-come scrivi tu- negare o opporsi alla gravità del vivere ma riuscire, in certi momenti, a fare un salto naturale e “miracoloso” a un tempo sopra i pesi dell’esistenza!
    Ti sono vicina nella tua voglia quotidiana di riprovare “a saltare di nuovo” (mi viene in mente l’immagine dello zio di Mery Poppins che-sciogliendosi in una grande e irrefrenabile risata- diventa talmente leggero da toccare il soffitto !!!), grazie e un forte abbraccio, mcarla

  2. Sono le nostre paure, i nostri sentimenti negativi, le nostre ubbie, i nostri pensieri vani che ci appesantiscono; spesso continuiamo a portarceli dietro come un tormentoso fardello. Liberiamocene con l’abbandono, così come lo ha magistralmente descritto Giovanna nel post precedente! Allora sapremo dare alla nostra vita quelle svolte, quei salti salutari che ci renderanno persone nuove! Mariapia

  3. Cara Antonietta, post molto bello, che ho riletto più volte

    La prima, mi ha riportato alla memoria “la suorina in altalena” de “la predica più bella” dipinta nella leggiadra luce di Romena pur trattandosi di Roma,
    Forse il post attraverso il quale per la prima volta è sbocciato, relazionalmente in questo luogo virtuale, dal mio cuore il sorriso.

    Nella seconda mi son lasciata condurre dai tuoi sapienti rimandi, attraverso le pratiche del corso “dP” (soprattutto la meditativa), gustandole e riemergendone sinceramente ammirata: “complimenti di cuore”.

    Ora però pare che le tue parole/immagini, abbiano colpito un oggetto duro e “sonoro” nel profondo del mio pozzo.

    E quel che ascolto è ambiguo.

    Da un lato condivido ciò che dite sulla leggerezza, sia tu che Calvino, essa è una qualità indispensabile per affrontare la sfida antropologica trasformativa in atto; ma, dall’altro, non son certa che “cascare sempre in piedi” corrisponda esattamente alla domanda di senso della mia vita.

    Mi pare che ci sia dell’altro.

    Grazie per il tuo lavoro e buona Domenica
    Rosella

  4. La meditazione, la concentrazione, l’osservazione lucida delle nostre distorsioni ci aiutano a sperimentare la leggerezza che, a sua volta, alleggerisce la scrittura e rende agile il pensiero.

    Nel laboratorio di dP stiamo sperimentando proprio questo.

    Gli strumenti che abbiamo a disposizione ci insegnano un’arte, un lavoro di cesello che “perfeziona le belle statuine, le figurine dell’album del mondo.” (Marco Guzzi, Nella mia storia Dio, pag.90)

    Mi pare che il nostro tempo abbia estremo bisogno di questo lavoro per aiutare la persona a riscoprire la sua natura spirituale e a comprendere, non intellettualistica-mente, che una qualità dello spirito è proprio la leggerezza.

    Grazie Antonietta.
    Giuliana

  5. Un post piacevolmente “leggero” nei contenuti e nella forma!
    Bello il salto di Cavalcanti: sono due giorni che me lo porto dietro, perché ho davvero tante cose da cui staccarmi…
    iside

  6. AFFRONTO CON LEGGEREZZA TUTTI I PROBLEMI QUOTIDIANI LA MIA MALATTIA LE ANZIE DEI FIGLI SENZA LAVORO LA MORTE DI MIO MARITO TANTI DOVERI E NESSUN DIRITTO SOCIALE
    MA LA SPERANZA SARA’ L’ULTIMA A MORIRE QUESTA NON ME LA TOGLIERA’ NESSUNO

  7. grazie Enza
    la speranza è la fiammella che fatico maggiormente a evidenziare nel quotidiano, mi sei d’esempio e di conforto.
    ciao
    Rosella

  8. Antonietta dice

    Mi piace questo confluire della leggerezza nella speranza.
    In fondo, se non ci fosse una speranza grande, una promessa di riscatto delle nostre vite incompiute e sgangherate, anche la leggerezza sarebbe solo fuga e illusione.
    Con l’augurio di passare leggeri attraverso questi tempi duri, vi saluto con affetto
    Antonietta

  9. Ho letto solo ora questo scambio e se anche arrivo in ritardo, mi sento spinta a partecipare, con un commento, a quanto si è detto, mi chiedo se ti conosco Antonietta, forse no, ma certo ho riscontrato con te una consonanza curiosa, sto leggendo proprio in questi giorni ‘Le lezioni americane’ di Calvino, e stavo per l’appunto riflettendo sulla prima lezione dedicata alla leggerezza, come a te anche a me è sembrato che la leggerezza suggerita possa non essere solo una caratteristica letteraria che attinge al mito, o tutt’al più un atteggiamento di spensieratezza mercuriale, ma possa invece diventare una grazia che nasca nell’interiorità, faccia salire di livello, trascendere i limiti egoici, e possa consentire alcuni momenti felici in cui sentirci liberati dai quotidiani fardelli, consegnati a qualcuno che sa portarli, una liberazione possibile solo se non si perde il contatto con la sorgente del proprio autentico sé.
    Un saluto affettuoso e solidale a tutti quelli che, come me e con più ragioni di me, si sentono un po’ Sisifo.
    Graziella

  10. Antonietta dice

    Ciao Graziella, no, non ci conosciamo (del resto conosco di persona pochissimi di voi).
    Questo è un posto di consonanze ed è bello quando riusciamo a comunicarcele, come hai fatto tu. Ci rende più vicini.
    Poi magari un giorno riusciremo a trovare il coraggio di dirci anche le dissonanze, chissà…
    Un caro saluto
    Antonietta

  11. “Questo è un posto di consonanze ed è bello quando riusciamo a comunicarcele, come hai fatto tu. Ci rende più vicini.
    Poi magari un giorno riusciremo a trovare il coraggio di dirci anche le dissonanze, chissà…”

    CHE FAREI MAI IO SENZA GLI ALTRI?

    nei mesi scorsi ho dovuto lottare moltissimo su giudizi negativi che emergevano in me come vere e proprio tentazioni contro la Fede.
    Per me la fede non consiste se non nella sua incarnazione relazionale, cioè: nell’ “io mi fido di te”.
    E’ stato terribile per me permanere cercando di mantenere giusta la rotta.
    La sofferenza provocata dalle mie distorsioni, leggeva le “consonanze” come fossero risposte compiacenti a possibili manipolazioni. Ho dovuto realmente attingere ad ogni mio ricordo personale della salvezza per continuare il viaggio.

    Oggi, un dialogo di poche righe svela il mistero. E proprio a me.

    Stupisco per il fatto che recepisco quel che in molti, a partire da mia madre, han cercato d’insegnarmi per tutta la vita: se ti butti (da te stessa) dalla finestra ti fai male.
    Ma io non capisco: perchè non volare?

    “Poi magari un giorno riusciremo a trovare il coraggio di dirci anche le dissonanze, chissà…”

    Questa frase illumina il mio cammino più di tante ragioni ragionevoli e inconfutabili.

    Grazie! e forse non mi sono neppure spiegata, ma ora semplifico:
    “buona giornata a tutti”
    rosella

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