Continuiamo nella pubblicazione di questo Corso tenuto da Marco Guzzi presso il “Claretianum” – Istituto di teologia della vita consacrata dell’Università Lateranense.
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Sale q.b.
Per dare sapore ai cibi, di sale ne basta poco. Quel pizzico aggiunto ad ogni piatto si scioglie e si diffonde nella pietanza per renderla appetibile. L’importante è che il sale sia saporito perché non lo si può rendere saporito dall’esterno (Mt 5,13).
Il giusto sapore del dolore
“Gesù ricordati di me quando sarai nel tuo regno”; e Gesù gli rispose: “Amen (IN VERITA’) ti dico oggi sarai con me in paradiso”. (Lc 23, 42-43)
Mi ci è voluta una vita, tanto per cominciare a gustare IL GIUSTO SAPORE DEL DOLORE. Ricordo bene la mia fame d’aria e l’istintivo ritrarmi dal sacrificio e dalla rinuncia. Visceralmente: non ne posso più, e me ne separo con un No, deciso: ho già dato! Ma il mio diniego non è così libero e netto, bensì intriso di sottile senso di colpa.
LA NUOVA EVANGELIZZAZIONE – Seconda lezione
Continuiamo nella pubblicazione di questo Corso tenuto da Marco Guzzi presso il “Claretianum” – Istituto di teologia della vita consacrata dell’Università Lateranense.
Questo Corso riassume tutti i presupposti del lavoro dei Gruppi “Darsi pace”, potete quindi diffonderlo in tutte le forme che riterrete opportune.
Il titolo e i contenuti di questa Seconda Lezione sono:
Vattene, invidia!
Non si parla volentieri di gelosia e invidia. Ma qui si affrontano anche queste realtà interiori negative, per liberarcene.
L’invidia è sentirsi privi di qualcosa che l’altro ha , e perciò nasce da un confronto che crea ostilità e tormento, la gelosia è la paura, l’angoscia che l’altro ci porti via qualcosa di buono che abbiamo e nasce dall’insicurezza. Socialmente è più accettabile la gelosia che l’invidia. perché si pensa che la prima sia nutrita da un sentimento di amore, anzi talvolta è superficialmente considerata una prova di amore.
Alta e bassa marea
Al cospetto di persone che, confidandosi con me, dicono di sentirsi giù di corda, tristi, depresse, rivolgo spesso questo pensiero: “Noi siamo come le maree. Alta e bassa marea si alternano. Il mare non muta. Si placa o si agita ma resta sé stesso. Le correnti che agitano le acque ossigenano i fondali. Il movimento che placa, invece, agevola l’immersione. Sul mare calmo si può galleggiare col volto rivolto verso l’alto”.
La politica? “Eppur si muove”
Volendo parlare dell’Italia non posso non parlare prima di Piazza Maidan a Kiev.
I media italiani offrono scarse analisi politiche sull’estero, tanto che, anche quando i nostri Presidenti vanno a Buenos Aires, ad Alma Ata o ad Addis Abeba, trovano imlplacabilmente i nostri giornalisti che fanno domande sul solito teatrino italiano.
Per questo della riforma elettorale parlerò dopo.
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