E’ bello stare qui. La gioia della missione

Commenti

  1. La bellissima lettera di Suor Giulietta mi richiama 2 riflessioni.
    1) Anch’ io, come credo tanti altri giovani della mia epoca, ho fortemente desiderato andare nel mondo ad aiutare gli altri, nel Nome e nel Senso di Cristo, ma la vita mi ha portata ad altre scelte (famiglia, lavoro,..)
    2) il viaggio che avrei dovuto compiere per raggiungere terre lontane, ho dovuto compierlo da ferma, in me, per poter incontrare Cristo in me e poter meglio comprendere l’opera del mio apostolato
    Nel mio viaggio interiore ho compreso che gli affetti terreni, anche importanti e profondi, possono essere veri solo nel Suo Nome. L’amore terreno, con le nostre abituali strutture difensive, porta all’indebolimento/alterazione/ assuefazione degli affetti che possono essere tali e autentici solo se alimentati dall’ Unica Fontana di Energia Vera ed Eterna. La mia missione era qui : io dovevo imparare ad amare “come Lui ha amato noi” e vivere/testimoniare qui il Suo Amore!
    L’augurio è che ognuno, qualunque sia la situazione, possa incontrare Cristo e viverLo all’interno della propria missione. Un abbraccio affettuoso Maria Rosaria
    Grazie Suor Giulietta per la tua bellissima testimonianza e auguri per una vita sempre più piena! Maria Rosaria

  2. Bella, avvincente, la narrazione di Suor Giulietta. Grazie!
    Ho letto con molto interesse l’esperienza del distacco, del lasciare il proprio ambiente per andare verso l’ignoto, seppur desiderato, della missione. Suor Giulietta afferma di essersi poi accorta di aver lasciato tutto, ma non sé stessa. E perciò, con rammarico, di aver puntato soprattutto sulla propria riuscita piuttosto che sull’aiuto e il disegno di Dio. E che tutto è andato meglio , dopo averlo capito.
    In questa quaresima il mio proposito è proprio quello di vincere me stessa , di diventare nulla di fronte a Dio, “e di non essere qualcuno in proprio: un ceffo o un papa” come dice il nostro caro Marco nella poesia, citata da Fabio che ringrazio, nel commento al post precedente. Ogni esperienza valida è un’esperienza di vittoria sul nostro io, ripiegato su sé stesso. Mariapia

  3. Grazie, sr. Giulietta della tua bella testimonianza. Si, è fondamentale ricordarci che la chiamata del Signore non ci toglie l’amore e l’affetto per i nostri cari… non si può rinnegare la nostra natura e la nostra sensibilità. La gioia di quanti si mettono a disposizione dei disegni di Dio è Quell’Amore più Grande, che non diminuisce nulla, ma è semplicemente più grande di tutto e tutto contiene, anche le nostre crisi e notti oscure…
    un abbraccio.
    elisabetta

  4. Francesco dice

    Ciao a tutti! Sono Francesco dalla Thailandia, e sono un praticante dell’ approfondimento 1/2. Mi sono fatto sentire molto poco in questi anni, ma questo post mi ha spinto a intervenire, cosa che , per altro, avevo in animo di fare da tempo. Ringrazio Sr. Giulietta della sua testimonianza così articolata e profonda. Mi ha colpito in particolare la frase” quando il Signore da’ una missione fa sempre entrare in noi un processo di purificazione, un processo di discernimento, un processo di obbedienza , un processo di preghiera.” Da quando nel 1998 ho dato la disponibilità per la missione come prete diocesano queste parole si sono fatte carne in me. In fondo la missione prima o poi ti rimanda a te stesso, alla tua storia, alle tue luci e ombre che anche provvidenzialmente per un certo tempo o, meglio ancora, a fasi ricorrenti, ti gettano in un buio che cerca luce…Ringrazio questo cammino che pure con qualche fatica, tentennamento e ripensamento sto portando avanti e che ora si trasferisce con me in questa nuova realtá . Un caro saluto a Marco e a tutti i praticanti.

  5. Marco Guzzi dice

    Bentrovato, carissimo Francesco, sono felice di questo tuo intervento, ti sentiamo tutti vicino, anche se sei ora in Thailandia, e speriamo che la tua partecipazione all’Approfondimento I possa intensificarsi …
    Un abbraccio, e un grande augurio! Marco

  6. cara sr Giulietta,ho letto e riletto con attenzione la tua bella e autentica testimonianza che ha illuminato in alcuni punti il cammino che sto facendo in Darsi Pace.
    anche a me succede di “cantare nella liturgia e poi nello scorrere della giornata…cantare la mia compiacenza.la mia riuscita, la mia volontà….”vegliare….essere svegli, essere presenti..chiedersi dove sono?vegliare …e qui mi ritorna in mente il brano del vangelo delle 10 vergini stolte e le 10 sagge….che solo ora risuona e vedo con un altro significato …grazie per qs preziosa condi- visione….e rinnovato invito a vigilare….nel vero senso della parola…..
    a chiedermi quale posto ha Lui nella mia vita!?un abbracco affettuoso Irenilde
    grazie anche alle riflessioni di M.Rosaria che mettono sotto la giusta luce , la giusta angolazione i ns. affetti….

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