Cristo: la nuova umanità

Commenti

  1. Walter Mutton dice

    A caldo, dopo aver appena concluso una prima visione di questo video un breve commento:
    bellissimo, grazie! Speriamo di riuscire nel migliore dei modi a diffonderlo quanto più possibile…
    Ti abbraccio con affetto
    Walter

  2. Caro marco!
    L’ascolto di questa tua lunga, organica lezione è stato per me un buon ripasso di quanto già appreso da te durante i corsi di D.P. Ti pongo una domanda: come recepiscono questi allievi, che provengono da diversi continenti e da diverse etnie, soprattutto il discorso sulla modernità e sul suo progressivo distacco dal Cristianesimo? Le loro esperienze culturali non sono diverse dalle nostre di europei? Le loro immagini distorte di Dio sono uguali o diverse dalle nostre? Grazie Mariapia

  3. Marco Guzzi dice

    Grazie, caro Walter e cara Mariapia del vostro ascolto sempre così attento e profondo.
    Ciò che vedo nei mie corsi è una sostanziale comprensione e adesione allo schema interpretativo che propongo, anche perché il confronto con la modernità, sia pure in tempi e modalità diversificate, è un problema che tutti i popoli hanno dovuto e devono tuttora affrontare. Sussistono poi evidentemente analogie e differenze nelle storie etnologiche e nelle visioni teologiche dei popoli, ma la rivelazione di un Dio che ama senza condizioni, e che quindi non chiede sacrifici di sangue, mi pare che resti la rivoluzione teologica di Gesù, tra l’altro ancora in buona parte da assimilare…..
    Ciao. Marco

  4. Ciao Marco, questa tua nuova conferenza fornisce, come sempre, chiavi di lettura che consentono di interpretare i fenomeni del nostro tempo, e stimola l’attività pensante di chi la ascolta.

    Dopo l’infanzia e l’adolescenza (età moderna: fase di crescita), l’umanità è chiamata a divenire adulta nello Spirito (“cresima del mondo”). Da qui la “centralità contemplativa”. Il punto di partenza di ogni discorso credibile, oggi.

    Ora l’umanità può guardare se stessa, e il mondo, da una nuova prospettiva, riscoprendo la propria natura spirituale, dis-identificandosi dal proprio ego. Ciò che crea divisioni, è “vecchio”. Ciò che unisce, coniugando a un nuovo livello di profondità, è nuovo. Ciò che è nuovo, è cristico e rivoluzionario.

    Cosa è la santità? La “piena realizzazione umana”, può compiersi se usciamo dall’inganno della separazione. “Egli, Dio, si è fatto uomo; tu, uomo, almeno riconosci di essere uomo” (sant’Agostino): aprendoci alla relazione con il prossimo e con il mondo emerge la nostra identità umana più autentica, e possiamo riconoscere la nostra natura.

    Filippo

  5. Marco Guzzi dice

    Caro Filippo, grazie di questa tua perfetta lettura, è proprio questo il punto: diffondere una prospettiva trans-figurativa (in senso antropologico) del nostro tempo. Per questo abbiamo avviato i Gruppi, e per questo è nato anche il Gruppo di creatività culturale. Dobbiamo tentare di creare nuove forme di comunicazione di questa inedita prospettiva storico-iniziatica.
    Ciao, e grazie. Marco

  6. Caro Marco, tu hai parlato spesso di necessità di discernimento sia nei confronti della modernità che del cristianesimo. E’ un discernimento frutto di pratiche che contattino lo Spirito, che si alimentino della perseveranza anche nella meditazione e nella pratica contemplativa. Mi chiedo: se poi nascono cose nuove e queste vengono a far traballare il vecchio che si incarna in forti posizioni fondamentaliste appartenenti sia alla modernità che alla tradizione cristiana, e ciò provoca forti reazioni di difesa o non sembra incastrarsi in nulla di esistente, può essere un buon segno?
    Ogni tanto rido con me stessa e mi dico che se fossi nata in alcune epoche passate mi avrebbero forse messo al rogo o chissà… e poi continuo a sorridere e mi dico anche che oggi non sembra esistere per me una collocazione già esistente…dai, me la rido così l’EGO si indebolisce!!!!!!!

  7. Mi sono dimenticata di firmarmi.
    Eliana

  8. Marco Guzzi dice

    Cara Eliana, credo che sia inevitabile che in questa fase sconvolgente e travolgente della storia ciò che nasce metta in crisi molte posizioni ormai superate sia della modernità che del cristianesimo storico: noi stiamo proprio vivendo questo travaglio, è già in atto, e da tempo. Oggi il Nascente si trova perciò sempre al crocevia, sempre un po’ fuori luogo rispetto a tutte le collocazioni già date e consolidate. Il Nascente nasce fuori strada, fuori legge, fuori da ogni recinto storico-culturale troppo definito, nasce cioè povero, molto povero rispetto ai ricchi fogliami dell’autunno, nasce povero e duro come una gemma di febbraio, ricca però di tutto l’immenso futuro.
    Ciao. Marco

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