La causa mi fa effetto

Commenti

  1. Grazie, carissima Iside, per il tuo inconfondibile stile e per il salto quantico che ci inviti a fare in questa mattina piena di angeli e arcangeli!
    Ad ogni nuovo respiro rilanciamo la scommessa, sperando di imparare sempre meglio lo strano gioco con Dio: irraggiungibile eppure così vicino.
    Un abbraccio e una buona giornata a tutti!

  2. Paola Balestreri dice

    Ho dimenticato la firma: Paola

  3. Bella riflessione

  4. davvero una bella riflessione! si gode a leggere un pensiero che aiuta a liberarci dai luoghi comuni e a penetrare il mistero a mente aperta .. grazie, Iside! Marco

  5. Ciao Iside!
    Sempre profondo e affascinante il tuo ragionare…qualche lettura a riguardo ce la puoi suggerire?
    Grazie, mcarla

  6. Affascinante e complesso, cara Iside, quello che hai scritto. Siamo talmente abituati a inquadrare tutto nella scatola di una casualità rigida, che ci perdiamo l’affascinante creatività di un altro ordine. Che è dentro di noi , nel più profondo. Che si rivela nell’arte, nella preghiera , ma anche nelle vicende personali e storiche, se ci sforziamo di guardarle con l’occhio di Dio. Quanto è bella la scienza, o un altro sapere, quando ci conduce a pensare anche così! Anch’io , come M.Carla, sono bisognosa di consigli bibliografici. Mariapia

  7. Iside… stupendamente sintetica,efficace e profetica.mi sembra sia fondamentale (e mi pare che nei gruppi questo si faccia ampiamente)la conoscenza dei rapporti causa-effetto della nostra realtà(non che tu non lo faccia…cerco solo di chiarire il concetto per primo a me stesso).Parlo della nostra situazione-mondo in cui viviamo che per un cristiano altro non è che l’effetto distorto di una scelta-peccato-causa iniziale.Gesu’ stesso ci parla di questa legge di causa-effetto creata dagli uomini e dalla catena dei loro peccati quando gli chiedono di quei morti a causa di di varie disgrazie…e lui dice che se non si convertiranno faranno la stessa fine.Marco spesso ne ha parlato e questa immagine sembra mostrarci sempre il solito Dio che castiga. ma non è Dio che castiga con varie disgrazie(effetti)ma il fatto che ci siamo separati da Lui.(causa).Questo mondo è realmente un grande meccano e noi lo amiamo tanto perchè noi lo abbiamo creato.ed è per questo che lo dobbiamo studiare con attenzione per fare quel salto quantico accogliendo la nostra figliolanza divina in Gesu’.Dimensione,questa,dove della tremenda legge di necessità non si saprà nemmeno cosa sia e dove magari scopriremo che tutto questo(mondo) non è mai esistito.(lo so..suona un pò esoterico).consiglio di leggere pag.201-215 di Imparare ad amare di M.Guzzi.Davide

  8. Grazie Davide, lo farò!
    mcarla

  9. Alcuni mesi fa mi sono imbattuta in un articolo del teologo e monaco benedettino Giorgio Bonaccorso che mi ha affascinata. Così ho proseguito l’indagine e ho letto un suo testo di qualche anno fa “Il corpo di Dio”, mentre ora mi sto dedicando a “Critica della ragione impura” (entrambi Cittadella Editrice).
    La proposta di Bonaccorso è quella di ripensare l’epistemologia in termini di complessità sia per le scienze naturali ed in particolare per le neuroscienze sia per la teologia. Quello che mi interessa molto di questo autore è che nella sua prospettiva, a base fenomenologica, prende così sul serio il mondo da arrivare ad un monismo non riduzionista. Non possiamo non tenere per validi i risultati dell’indagine scientifica di interpretazione della realtà in cui viviamo, seppure con la cautela di non cadere nell’appiattimento riduzionista cui ancora molta scienza si espone. Cruciale diventa allora il movimento dell’emergenza: una creazione che ha in se stessa la capacità di autorganizzarsi con libertà di manovra al punto da far emergere da sé ciò che non è prevedibile su base di pianificazione preorodinata.
    In questo modo il mondo che abitiamo e noi stessi siamo l’esito di una creazione che ha in sé i requisiti per potersi evolvere in base alle innumerevoli interazioni tra le condizioni contingenti dei singoli ecosistemi. Siamo l’esito raffinato di fini aggiustamenti in cui la relazione con lo Spirito si fa così profonda da dare luogo a quell’esperienza originale e nuova (un’emergenza) che è la coscienza umana abitata dallo Spirito di Cristo.
    A me pare che in Lc 13,2-5 Gesù smentisca proprio ogni relazionalità stretta di causa-effetto tra una disgrazia che accade e la sua causa, sia essa intesa come punizione divina, o come immediato effetto del peccato (seppure poi nell’analisi degli eventi è vero che emergono responsabilità e colpe, ma in modo molto intrecciato e complesso). Questo invece è ciò che pensano i suoi interlocutori. Gesù sposta l’asse della conversazione, si sottrae alla ricerca di una causa per le disgrazie che accadono e invita alla conversione. La questione è cambiare in modo radicale la propria vita, indipendentemente dai singoli eventi. Del resto, per l’obiezione verso i presunti peccati del nato cieco o dei suoi genitori (Gv 9,1ss) fa lo stesso: sposta l’asse del ragionamento, non si tratta di trovare un capro espiatorio, ma di mostrare la cura di Dio per ciascuna creatura facendoci noi stessi agenti di quella cura.
    Personalmente, sento molto forte il bisogno di valorizzazione del mondo in cui vivo e del mio corpo, di non considerarmi sbagliata per principio, con la limitatezza creaturale come se fosse un difetto di fabbrica, piena di peccati al limite del redimibile. Ho bisogno di sapermi amata così come sono, perché non sono sbagliata, sono invece in un lungo, affascinate percorso di apprendimento insieme alla creazione tutta che geme ma sa anche gioire – ed è questo che ho tanto desiderio di prendere sul serio.
    iside

  10. Carissima Iside, ti sono profondamente grata per le tue riflessioni, ogni volta mi conducono sempre in quel luogo sorgivo e nuovamente risorgivo della realtà. Un percorso che è tuo, concretamente inciso nella tua storia e che è anche mio, è parte di me e di te, della storia di ogni uomo. La tua capacità è quella di trasmettere con chiarezza e molta precisione il processo di trasformazione che è in corso, senza negare nulla, apertamente dispiegato tra la complessità della ricerca e la semplicità di una mente che, senza trascurare nulla, abbandona ogni apprendimento per partecipare con gioia alla nuova creazione.
    Mi conduci ad apprendere l’arte della vera umiltà. Grazie davvero.
    Ti abbraccio. Vanna

  11. Grazie Iside,
    leggerti è per me come prendere una boccata d’aria fresca quando si è dentro una stanza piena di fumo!
    Quello che scrivi è molto confortante.
    Le parole sono così importanti e dentro la rissa delle lingue in cui ci troviamo immersi nella quotidianità, imperversa un linguaggio duro che vorrebbe schiacciarci, un linguaggio che ci deprime e che ci opprime negandoci ogni speranza, grazie per questa lettura così appassionata e veramente concreta.
    C’è grande bisogno di pensiero e parola vitali, continua a scrivere per noi!
    Daniela

  12. Capisco Iside.dico solo che sei molto avanti.io sono ancora e mi interrogo riguardo al”totus mundus in maligno positus est”della prima lettera di Giovanni.(1,59 mi sembra)cosa voleva dire secondo te?che origine ha quello che abbiamo sotto gli occhi?

  13. Ciao Iside, grazie, bello anche questo ultimo scambio di pensieri. Barbara

  14. Un grazie di cuore a Iside e a Davide, mi sembra di aver capito qualcosa di nuovo.

    Quello che abbiamo sotto gli occhi ha una causa “tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1Gv 5,19) ma solo a questo livello. Spostandoci di livello questo non è più vero, ma ha un altro e più rasserenante significato.
    Credo sia come per la meditazione, la mente passa a un livello superiore e le contraddizioni che ci angosciavano quando le osservavamo al livello della mente inferiore tendono a sparire, non sembrano più contraddizioni.

    Un caro saluto

  15. A me suona convincente la distinzione che Jacques Arnould pone tra inizio e origine, esortando a non confondere i due aspetti. Un conto infatti è l’inizio della realtà, diciamo dell’universo, studiato dalla scienza, un inizio che viene datato sempre più indietro nel tempo, man mano che procedono gli studi. Un altro conto invece è l’origine, che per un cristiano è la buona intenzione dell’atto creativo di Dio, che si ripete ad ogni istante. Intrappolati in una relazionalità causa-effetto troppo stretta, cerchiamo la causa precisa che ha dato inizio all’universo. La scienza tenta l’operazione e gli studi dicono delle cose al riguardo. Per la nostra vita però abbiamo bisogno di saperci originati a partire da una buona intenzione, custoditi nel nostro procedere storico fino al compimento cioè all’approdo ad un livello di complessità ulteriore che è la vita risorta. Un’altra trappola da evitare, a mio parere, è quella di voler far tornare i conti a tutti i costi nelle spiegazioni che cerchiamo di darci di una realtà che facciamo fatica a leggere. Dovremmo imparare a tollerare meglio la frustrazione della sospensione della conoscenza, avere il coraggio di rimanere nel non sapere, piuttosto che cortocircuitare con spiegazioni che fanno quadrare il cerchio, ma che rischiano di essere solo operazioni metafisiche sganciate dalla realtà.
    Il “mondo” secondo Giovanni descrive l’esito di un modo di stare al mondo che, nell’accezione negativa, è ciò che si costruisce a partire da una società di umani strutturati in modo egocentrato e bellico – e questo è maligno, cioè ci fa del male. Mi pare si possa dire in maniera analoga alla carne che Paolo contrappone allo spirito, non nel senso dualistico di due realtà separate, ma nell’unica realtà due diversi modi di stare al mondo, due stili di vita diversi – nel linguaggio di DP egoicobellico e relazionale.
    Se siamo disposti a convertirci quotidianamente ad un io sempre più relazionale, potremo portare alla luce un mondo che giace sotto il potere dello Spirito.
    iside

  16. Penetriamo nel mistero nascosto prima della creazione del mondo tornando piccoli, abbandonandoci nelle braccia di un Altro senza paura, con la fiducia di essere dentro un abbraccio che benedice.

    Il Vangelo di oggi ha una forte risonanza in me anche a seguito di questo post e dei commenti che ne sono seguiti:

    “In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: “Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza.” (Lc 24,21)

    Noi siamo già conosciuti e predestinati ad essere figli prima della creazione del mondo come insegna Paolo quando scrive:

    « Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo » (Ef 1, 3-5).

    Nella fede di Cristo e con Cristo possiamo uscire dalle gabbie conoscitive in cui spesso ci rinchiude la ragione e aprirci ad una nuova conoscenza assumendo una forma mentale che si fa dilatazione e apertura.

    Grazie carissima Iside, la tua determinazione nella ricerca e la tua trasformazione è luce che regali a noi e al mondo.

    Giuliana

  17. Concordo in parte Iside.non mi sembra di voler a tutti i costi voler far quadrare il cerchio.penso di essere in linea con il dogma del peccato di origine che non possiamo baypassare troppo semplicemente(molto in voga da sempre),pena il non riuscire più a spiegare nulla riguardo a sofferenza e morte.(vedi Pascal).recitando i salmi l’ave Maria il Padre Nostro il Credo mi conforto quotidianamente e vengo invitato a sperimentare che l’unico modo di sentire l’effetto-affetto amorevole del Padre è

  18. …quello di cambiare direzione rispetto alla scelta-causa di separarmi dalla Fonte.

  19. Grazie davvero Iside per i preziosi riferimenti ai libri di G.Bonaccorso e soprattutto quando scrivi del tuo forte bisogno “di valorizzazione del mondo in cui vivo e del mio corpo, di non considerarmi sbagliata per principio … insieme alla creazione
    tutta che geme ma sa anche
    gioire – ed è questo che ho tanto desiderio di prendere sul serio.”
    mcarla

  20. Grazie, Iside, per averci segnalato il pensiero di Giorgio Bonaccorso; ho cercato su internet e ho trovato il video di un’intervista davvero interessante! Buona domenica! mariapia

  21. Claudia Vignati dice

    In P.N.L una delle prime cose che si impara è proprio che il “causa-effetto” vale solo per le semplici reazioni meccaniche!

  22. Ho cercato anch’io su internet qualcosa su Giorgio Bonaccorso e ho trovato questa intervista:
    https://youtu.be/A60PwMgo3P0
    Ho avvertito molta sintonia con temi a noi familiari, in particolare:
    rimettere al centro della fede il nostro corpo, le emozioni, l’armonia tra interiorità ed esteriorità della persona.
    Verso la fine G. Bonaccorso dice:
    “La cosa di cui mi sto occupando, e che secondo me è la sfida, é riconciliare più profondamente il sacro, la religione, la fede […] con la sfera emotiva”
    Ecco, a questa sfida mi sembra che il percorso di Darsi Pace riesca a dare una risposta concreta ed efficace.
    Antonietta

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  1. […] di spingerci fino alle origini di tutto quello che ci circonda. Oserei dire, che è proprio questa “sete inestinguibile di conoscere l’origine”  che ci rende pienamente ed […]

  2. […] il nostro schema del mondo è ancora e per larga parte puramente e rigidamente cartesiano, bloccato in schemi fin troppo meccanici di […]

  3. […] modo di percepire il mondo è ancora e per larga parte puramente e rigidamente cartesiano, bloccato in schemi fin troppo meccanici di […]

  4. […] Presente anche su http://www.darsipace.it/2016/09/29/la-causa-mi-fa-effetto/ […]

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