Ricominciamo?

Commenti

  1. Elisabetta Galli dice

    Grazie Marco, il tuo post e’ bellissimo,non mi fa sentire sola e mi da la possibilita’ di fermarmi per riflettere un po’,anche se non sono tanto brava nello scrivere ci provo,perche’ questo e’ quello che sento. Non ho mai sopportato il capodanno,ma sopratutto non trovo il senso di tutto quel frastuono che si viene a creare la sera dell’ultimo giorno dell’anno. Preferisco il silenzio e la quiete,il cominciamento,secondo il mio parere,ci deve essere tutti i giorni dell’anno,nel mio piccolo cerco di provarci tutte le mattine. Quando mi alzo faccio la mia pratica meditativa e poi mi prendo cura di tutte le piccole cose che incontro nella mia precaria giornata,sia belle che brutte,perche’ cosi’ riesco a dare un senso alla mia vita,devo sentire quello che sto facendo con tutta la mia anima. Sono le piccole cose che rendono migliore lo scorrere delle nostre giornate,in fondo e’ come si vive il quotidiano che conta veramente! Auguro a tutti di avere il coraggio e l’umilta’ di ricominciare tutti i giorni mettendosi all’ascolto e non aspettare la fine dell’anno per farlo. Un caro saluto. Elisabetta.

  2. Cara Elisabetta, concordo totalmente con te, davvero “sono le piccole cose che rendono migliore lo scorrere delle nostre giornate” (curioso, ma non troppo, che l’ego dica altrimenti, spinga a trascurare il quotidiano, a disertare il “qui ed ora” per inseguire improbabilissime strategie di felicità futura). Comincio a capire perché Marco Guzzi richiami così spesso al rilancio della semplice decisione di fare la pratica quotidiana. Sto cercando di essere un po’ più sistematico nella meditazione, anche se sono sessioni relativamente brevi: eppure già sento la differenza rispetto a prima, e mi pare che l’attenzione alla pratica sia un primo modo di “volermi bene”, volermi nell’istante presente. E iniziare a coltivare questa piccola gioia di “esserci”, e basta. Senza null’altro domandare, almeno per un (meraviglioso) momento.

    Grazie, un abbraccio!

  3. bellissimo il titolo oltre che tutta la riflessione che ne segue.
    Il “ri-” è sorprendentemente creativo: ri-cominciare, ri-leggere, ri-ascoltare….
    Sembra che voglia quietarci nella ripetizione, invece ci invita ad acconsentire, anzi ad agire una sorta di esplosione mite ed umile del nuovo poggiando sul già avvenuto riguardato.

  4. Françoise Soubeyran dice

    Grazie per l’articolo, benedette sono queste riflessioni che tessono una conversazione senza escludere nessuno: tutti possono leggere, rileggere, apprezzare, lasciarsi coinvolgere, trovare conforto. E grazie del commento sul richiamo di Marco Guzzi “al rilancio della semplice decisione di fare la pratica quotidiana… attenzione alla pratica che é come un primo modo di ‘volersi bene’… volersi bene nell’istante presente… “. E’ bontà e saggezza richiamare questo alla nostra attenzione! La costanza nella mia pratica è così facilmente minacciata. Ci s’identifica così tanto con la mente e le emozioni. Ma farla rida intanto da subito già un pò di senno. A me così accade. E non é poco. Ristabilendomi poi in essa, é soprattutto nel dopo che ne scorgo il bene: qualcosa accade nelle ore successive mentre attendo alle faccende della vita (un fatto, anche piccolo, o un incontro -altre volte considerato banale, o una percezione, …) che ha un sapore dolce e lieve. Un sapore non di questo mondo. E questo mi ricollega intimamente alla sorgente e mi rida slancio. Ma quante peripezie, cadute, smarrimenti. Eppure speranza, perché la sorgente, se ne fa esperienza, é sempre nuova e a disposizione.

  5. Le suorine dell’opera pucciniana capiscono che è passato un anno quando la luce del sole torna a colpire un certo punto del loro convento “È passato già un anno”, dicono le une, “Già un anno è passato”, rispondono le altre…….vita triste e “ferma”!
    Be’…..personalmente il festeggiamento dell’anno nuovo non è un “re-inizio”,o una ricorrente fascinazione numerologica, ma una continuazione, con la gratitudine e la gioia di avere ancora tempo per vivere investendo le mie energie e potenzialità in questo cammino iniziatico.
    Grazie

  6. Caro Marco, al tuo post, così condivisibile, capace di sintetizzare un sentire comune a tutti noi, aggiungo una nota finale in accordo con quanto dici, ispirata all’oggi. Buona Epifania.

    MARIO LUZI:
    “NOTTE, LA NOTTE D’ANSIA E DI VERTIGINE…”

    Notte, la notte d’ansia e di vertigine
    quando nel vento a fiotti interstellare,
    acre, il tempo finito sgrana i germi
    del nuovo, dell’intatto, e a te che vai
    persona semiviva tra due gorghi
    tra passato e avvenire giunge al cuore
    la freccia dell’anno… e all’improvviso
    la fiamma della vita vacilla nella mente.

    Chi spinge muli su per la montagna
    tra le schegge di pietra e le cataste
    si turba per un fremito che sente
    ch’è un fremito di morte e di speranza.
    In una notte come questa,
    in una notte come questa l’anima,
    mia compagna fedele inavvertita
    nelle ore medie
    nei giorni interni grigi delle annate,
    levatasi fiutò la notte tumida
    di semi che morivano, di grani
    che scoppiavano, ravvisò stupita
    i fuochi in lontananza dei bivacchi
    più vividi che astri. Disse: è l’ora.
    Ci mettemmo in cammino a passo rapido,
    per via ci unimmo a gente strana.

    . Ed ecco
    il convoglio sulle dune dei Magi
    muovere al passo dei cammelli verso
    la Cuna. Ci fu ressa di fiaccole, di voci.
    Vidi gli ultimi d’una retroguardia frettolosa.
    E tutto passò via tra molto popolo
    e gran polvere. Gran polvere.
    Chi andò, chi recò doni
    o riposa o se vigila non teme
    questo vento di mutazione:
    tende le mani ferme sulla fiamma,
    sorride dal sicuro
    d’una razza di longevi.
    Non più tardi di ieri, ancora oggi.

    da Onore del vero (1957)

  7. Ricominciamo? Non vorrei, è dura è difficile è faticoso però a un certo punto dico: SI! Ogni anno ogni mese e tutti i giorni. È stato utilissimo per me meditare e memorizzare una piccola poesia come questa; potrebbe forse essere un buon suggerimento!?

    PAROLE GUIDA

    Non si finisce mai di cominciare:
    Inaugurale è il giorno
    Ogni mattina.
    E la sapienza
    Culmina in un bacio
    Per la buona notte.
    Lo spirito più dolce è il più severo,
    Il più sagace: un calcio
    In culo e vivi
    Senza troppe storie.
    Il resto mancia:
    La vita t’è donata in sovrappiù.

    Marco Guzzi, Preparativi alla vita terrena, 2002

    Auguri, tanti auguri gioiosi a tutti!

  8. Bello Marco! Il passaggio ad un nuovo anno l’ho sempre condiviso con il mio compleanno. Sono nata dopo un bel veglione nel quale mia madre ha ballato con mio padre fino a mattino ! e poi sballottata come una biglia … sono nata anch’io su questa complessa terra.
    Per me il capodanno ha un significato quasi religioso ma potrebbe accadere in qualsiasi giorno dell’anno che non perderebbe quella sensazione di religiosità che percepisco. Questa cosa l’ho sentita per me vera quando un bel giorno ho iniziato a riflettere sullo scorrere del tempo terrestre e mi è giunta un immagine su per giù circolare, nella quale lo scorrere delle stagioni hanno il loro posto preciso nel loro continuo ed armonioso susseguirsi e ripetersi e sì, onoro nel capodanno la fine e l’inizio di un nuovo ciclo, un nuovo giro di “volteggi”, danzando seguendo i ritmi della natura ed il pianeta mentre sta viaggiando.
    Anche per me il baccano, quella folle euforia e nell’esagerazione a volte, che così espressa ne annebbia il significato della ricorrenza e nella quale ho sempre tentato, nonostante la confusione, di sentirmi di onorare trovando vari momenti di raccoglimento e nel provare a sintonizzarmi con un nuovo giro di danza!
    Sintonizziamoci l’un l’altro e Auguri a tutti!

  9. Buonasera Marco, dopo Mario Luzi e Marco Guzzi, oso proporre le parole di un’ entusiasta neofita della meditazione poiché mi pare si ritrovino i temi e i concetti che anche tu hai espresso e, citando l’anonimo qui sopra, sono un sentire comune a tutti noi.

    Fine d’anno

    Quando mi sento nel lento fluire del tempo,
    emergere dal rapido vortice di questi anni
    nell’ Unico Spirito che dà senso,
    una storia precisa nel tutto,
    ritorna la pace dentro.

    Così che importanza potrebbe
    avere la festa di fine anno?
    La stessa gioia è per me
    il mattino, la sera,
    l’inverno e la primavera.

    Il brivido di essere presente.
    (29 Dicembre 2014)

    Buon anno.
    Stefania (Approf.1)

  10. Carissimi,

    leggo con gioia i vostri interventi, e da ognuno imparo qualcosa, e ognuno mi dona qualcosa. Soprattutto, una prospettiva polifonica, che arricchisce dire irresistibilmente i miei pensieri di fine anno e nuovo inizio, di mille altri colori e altre suggestioni, direi tutte pienamente pertinenti.

    Vorrei solo ringraziarvi con una considerazione che sembrerà ovvia. Ma è così, la bellezza e il privilegio di scrivere in un ambito come questo è a due livelli, dire. Un primo certamente nel poter esprimere la propria “tavolozza di colori”, e non è appena una esibizione vana ma un lavoro bello, una declinazione del lavoro specifico della pratica e del cammino. Ma il secondo non meno appagante è di intrecciare il proprio “dipinto” con la pennellate di tanti altri compagni di cammino – e ognuna è una pennellata diversa, che capisci bene, ben ti accorgi, non potresti aver messo te.

    Tale è la profonda specificità di ognuno (qui provata “sul campo”) che porta una nota così particolare, che solo lei (lui) può suonare, solo lei (lui) può emettere.

    Un mistero, in fondo, ma molto molto bello.

  11. … ed anche, le parole poetiche che si sono inserite così docili e pertinenti, mi fanno riandare ad una cosa che scrissi qualche anno fa, il giorno dell’Epifania del 2008, e vogliate avere davvero molta benevolenza per l’impudenza esecrabile di postarla in un dialogo che vede poesie di grandissimi del calibro di Luzi, ma è appena per il conforto di un comune sentire…

    “Quasi portassi doni”

    Ad un tratto
    misteriosi fuochi vedesti
    per il cammino
    a volte affollato
    di ombre vane

    (… oppur fuoco non era
    ma astro brillante
    che illumina la strada
    verso un’umile capanna)

    con quel magico potere
    che chiamava il cuore nel profondo
    di riscaldar le membra
    di sciogliere il ghiaccio

    e come per semplice
    puro desìo
    di un ordine bello –
    ricomponevi il bagaglio
    ripulivi le vesti
    e ricamminavi in via,

    quasi accompagnato
    da una dolce
    – nuova –
    regalità

    quasi con te
    ora portassi
    doni.

    https://blog.marcocastellani.me/quasi-portassi-doni-188043f07ee9#.ac96ou15v

  12. Carissimi amici di Darsi Pace,
    questa mattina mi sale impetuoso dal profondo del cuore un IMMENSO GRAZIE a tutti voi che scrivete nel blog e nei siti riservati. Ogni scritto, nelle sue specifiche caratteristiche, mi aiuta ad approfondire, a riflettere e comprendere meglio con il cuore. Anche se non conosco di persona la stragrande maggioranza di voi, vi sento vicini e compagni nel percorrere questo impegnativo e profondo cammino. Un fraterno abbraccio.
    Rosaria

  13. Maria Carla dice

    “…a riflettere e comprendere meglio con il cuore” !
    Faccio mie le tue parole, cara Rosaria, anch’io saluto e ringrazio tutti i ‘camminatori’ .
    mcarla

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