Percorsi di guarigione 2 – La rinascita dell’essere umano

Commenti

  1. Maria Carla dice

    …”Per una poetica della gioia” come ci ricorda M.Guzzi nei suoi “Saggi messianici” (Dodici parole per ricominciare).
    Una gioia che può scaturire ogni giorno grazie a un atto creativo libero che da’ senso al nostro vivere quotidiano !
    mcarla

  2. Manuel Leoni dice

    Il contatto con il “sacro”, cioé con il Totalmente Altro, l’Assurdo (Kierkegaard), con le forze abissali che sovrastano, con la follia essenziale e creativa dell’essenza umana é tra i contatti piú rischiosi, piú arrischianti( Heidegger). La poesia fa oscillare i significati, apre a sfumature nuove, orizzonti nuovi. Trovo personalmente difficile peró trovare delle “categorie dell’assurdo” efficaci, per cosí dire. Un pensiero cioé che sappia davvero dimorare nell’abisso senza perdersi. Gli araldi- poeti e certuni filosofi- di questa svolta antropologica che ha da venire hanno spesso perduto l’armonia interiore nella loro avanscoperta. In Occidente gli ultimi a saper davvero dimorare nell’abisso mi sembrano i greci. E se credo che l’esperienza meditativa possa sciogliere le strutture egoico-difensive cui accennate, mi pare insufficiente per affrontare le profondità dell’animo umano, da cui emerge sempre il senso dell’Assurdo e del”demoniaco”. Forse queste “categorie dell’Assurdo” devono essere ancora ben elaborate, ma vi chiedo se avete idee.
    Apprezzo molto il lavoro che fate.
    Manuel Leoni

  3. Francesco Marabotti dice

    Caro Manuel,
    grazie della tua risposta e delle tue domande. Credo che la questione che poni sia centrale non solo per noi ma per l’essere umano in quanto tale: come vivere il rapporto con il Sacro, con l’assoluto che ci abita?
    Ovviamente non posso che darti degli spunti, dicendoti che nel percorso Darsi Pace questo problema viene affrontato all’interno di un cammino di base che dura tre anni, più altri quattro di approfondimento. L’idea fondamentale è che stiamo vivendo un grande passaggio di figura di umanità, per il quale non è più possibile scindere queste problematiche da un’esperienza concreta di liberazione e trasformazione interiore. Il lavoro dei gruppi cerca quindi di coniugare un livello culturale, per interpretare e comprendere quello che ci sta accadendo, un livello psicologico di auto-conoscimento, per favorire l’emersione in noi di questa nuova umanità, e infine un livello spirituale, nel quale fare esperienza attraverso delle pratiche meditative e contemplative del mistero del nostro essere umani.

    Il rapporto con il mistero del divino cioè coincide con il mistero della relazione con noi stessi. Non possiamo pensare di conoscere il divino senza conoscere noi stessi e viceversa.

    Grazie
    Francesco

  4. Manuel Leoni dice

    Grazie della risposta. Sono curioso di osservare il vostro percorso.

  5. Caro Francesco,
    Prima di tutto auguri e un caldo incoraggiamento per il vostro lavoro di creatività culturale. E una domanda:
    Riesci a parlare di questi argomenti anche con i tuoi più o meno coetanei, che incontri fuori dall’ambito di D.P.? Grazie!, Mariapia

  6. Francesco Marabotti dice

    Cara Mariapia,
    poni una domanda che sento cruciale per me, ma credo per tutti i partecipanti
    ai gruppi D.p. Non è facile, gli argomenti e le modalità che sviluppiamo all’interno del lavoro
    incontrano resistenze esterne ed interne, ad ogni snodo cruciale del percorso.

    Però vedo che i frutti sono sempre corrispondenti ad un quantum di apertura nelle relazioni
    della mia vita, e quindi ad una discesa, sempre millimetrica, ma sostanziale, nella carne concreta
    dei miei giorni. La coniugazione fra il lavoro interiore e le relazioni apparentemente
    esteriori è cioè l’opera quotidiana. Riesco ad integrare questi elementi nella misura
    in cui si coniugano dentro di me e viceversa.

    Credo che questo sia il mistero nel quale iniziamo a sperimentare la possibilità
    di comunicare e condividere ad un altro livello, che include, sempre più integralmente
    le parti fondamentali della nostra vita.

    Grazie
    un abbraccio
    Francesco

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