Viviamo un tempo molto ambiguo, nel quale un falso movimento sembra offrire l’illusione di un grande dinamismo e di una estrema libertà.
Nei festival e nelle rassegne culturali, che in particolare in questo periodo fioriscono in tutta la penisola, la bulimia di proposte è spesso pari all’assenza di idee innovative e predomina incontrastata quella noia che i ‘soliti noti’ già ampiamente diffondono nei programmi televisivi, nelle case editrici e purtroppo anche nelle università.
Sia nel mondo della cultura sia in quello della politica prevalgono in realtà un ristagno e una mancanza di spirito critico che impediscono reali esperienze conoscitive, producendo omologazione, e appannando qualsiasi vera speranza di trasformazione.
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