Darsi Pace: verso l’espansione

Commenti

  1. Caro Marco Guzzi dopo aver letto la lettera il primo impulso e’ quello di fuggire a gambe levate da una cosa del genere.
    Vengono in mente i Guardiani della Rivoluzione di Khomeini in Iran, oppure i movimenti di Sai Baba e chi ne ha piu’ ne metta.
    Nemmeno i Francescani alle origini erano cosi’!
    Comunque in bocca al lupo

  2. È vero che oltre un certo numero di persone è necessaria una diversa organizzazione, e però è proprio qui il punto dolente di ogni istituzione che si consolida e che corre grossi rischi di burocratizzazione progressiva. Mi pare che il primo punto importante sia proprio discutere a fondo dell’organizzazione e soprattutto mantenersi abbastanza elastici per poter fare anche all’interno una specie di rivoluzione permanente – cosa che non mi pare sia ancora riuscita a nessuno che io sappia… Mi raccomando… E auguri a tutti voi cari amici!

  3. Maria Carla dice

    Aiuto, teniamoci forti…Non nascondo che seguendo passo passo il video mi sono venute un po’ di vertigini!
    mcarla

  4. Leggo i simpatici timori dei messaggi precedenti, con un sorriso e grande empatia. Spero di non essere preda di pruriti agiografici, dicendo questo, ma credo che tutto questo sia un passaggio necessario e fisiologico, visto l’espansione degli aderenti e dell’interesse intorno a DP.

    Per la mia formazione, mi riporta in mente a quanto spiegava Don Giussani – che era di suo la persona meno incline al formalismo e alla burocraticità che si possa pensare – sul fatto che il carisma RICHIEDE un appoggio ad una struttura istituzionalizzata. Non solo non ne è in contrasto, ma se è impostata correttamente è un solido aiuto. CL ha una sua struttura formale ben stabilita, e credetemi, questo non ostacola minimamente il carisma. Non lo ostacola, vorrei dire, nella misura in cui le persone vivono il ruolo non per il ruolo stesso, ma guardando alla Fonte che rende ragione di tutto.

    Io penso che il punto sia tutto qui, nel cercare la possibilità per ognuno di esprimere la propria vocazione sempre più chiaramente e fortemente (che è poi quello che viene comunicato verso la fine del terzo anno di DP). Sono curioso di questo snodo, perciò. Ho anche io i miei timori che il formalismo possa a volte prevalere, ma penso che Chi guida ha le idee chiare e soprattutto un grande affetto per noi. Se non siamo soli, possiamo permetterci di provare, sbagliare, riprovare.

    Alla fine stiamo anche giocando, come con tutto.
    Chi non gioca è chi rifiutò l’Amore, solo per lui è tutto diventato “diabolicamente” serio.

  5. Cari amici, la differenza da comprendere, e ancor più da vivere, è quella tra organizzazione e organismo.
    Caro anonimo, ogni organismo, come il nostro corpo (ma anche una piccola associazione o un grande movimento, qui le dimensioni risultano relative), è sempre molto complesso e straordinariamente preciso nei compiti assegnati alle singole parti, ma è anche incredibilmente libero e pieno di vita: sciolto e libero proprio se e in quanto ben connesso e ordinato.
    Un’organizzazione meccanica invece rischia di essere sempre e comunque soffocante (piccola o grande che sia anch’essa: un partito o un condominio, per intenderci).
    Comprendo che da fuori possano sorgere questi dubbi, ma credo che chi viva da dentro la nostra realtà non percepisca alcuna forzatura, ed è proprio questa libertà assoluta, posta al cuore di ogni nostra scelta, che fa sì che il nostro movimento cresca e si organizzi da 18 anni mantenendo, ma anzi direi, accrescendo la propria leggerezza.
    Il delicato rapporto tra Spirito e Struttura d’altronde si può solo verificare da dentro l’organismo in questione…
    Grazie, e auguri! Marco Guzzi

  6. Alessandro C. dice

    Quando 10 anni fa incontrai Marco Guzzi, e con lui DP, non potevo immaginare che sarebbe divenuto così importante nella mia vita.
    Da allora ho partecipato a tutti gli sviluppi realizzati e mai ho temuto di cadere in errori irreparabili, la crescita è costellata di fasi più o meno faticose e positive ma solo così si cresce altrimenti si regredisce.
    Non c’è possibilità di restare immobili.
    E’ per questo che sono felicissimo di condividere con voi la gioia di un ulteriore passaggio dal quale scaturiranno nuove relazioni e carismi che non avrebbero avuto altre opportunità simili.
    Impegnarci gomito a gomito per realizzare in modo Nuovo una piccola realtà comunitaria sarà faticoso e fantastico allo stesso tempo .
    Sempre disponibili ad essere corretti e correggere, al dialogo franco e profondo, a riconoscere umilmente i propri limiti nell’allegria di una reale consapevolezza, saremo sicuramente capaci di limitare le cadute e giocare fino in fondo.
    Coraggio quindi affrontiamo il nuovo passaggio con un sorriso.

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