Salute e società

Commenti

  1. Andrea Cioni dice

    Se il mio stato di salute dovesse essere misurato in base alla definizione del ’48, più che malato mi direi morto, tanto lontano a volte mi sento da quella idealizzata condizione di completezza.
    La seconda definizione proposta è più concreta e incoraggiante e se pur sempre rimane incerto come tracciare i confini tra salute e malattia sulla mappa della vita, almeno potrò consolarmi secondo il caso, ora affermando che tutto sommato sono in salute, pur essendo mezzo morto, ora convincendomi che anche se malato son comunque ancora vivo e felice.
    E comunque, se dovessi mettermi a fare il computo di tutto ciò che contribuisce allo stato di salute, a vagliare nei vari ambiti fisico mentale e sociale le proporzioni delle possibilità conservative e distruttive, sono sicuro che morirei presto di noia. Ora, anche senza pensare troppo a tutta questa complessità, vedo che in qualche modo me la cavo ugualmente a far fronte alle mille piccole cose del quotidiano. È forse questo che si intende con resilienza e con quel sentimento di forza primaria che ci fa sentire la vita bella e degna d’essere vissuta fino all’ultimo istante, finanche nella catastrofe?
    Ringraziando Antonietta per queste interessanti considerazioni sulla salute, e in attesa impaziente della seconda parte, vado ora a pagare il sollecito per il premio d’assicurazione malattia, che qui in Svizzera la salute c’è molto… cara.

  2. Pienamente condivisibile anche per me l’ analisi fatta fin qui su un tema tanto complesso…non nascondo però il mio PIU’ forte interesse verso il “secondo filo” a cui accenna Antonietta:
    ” Eppure, intuitivamente, il benessere e la salute dovrebbero essere anche qualcosa di semplice, direi quasi di naturale”.
    Ecco, pur nel mistero ( e nella complessità) della realtà umana, aspirare a questo “qualcosa” mi sembra la strada più ‘giusta’ per realizzare davvero i più profondi desideri riguardo al nostro star bene!
    Di sicuro non mi perderò la seconda puntata???
    Un caro saluto, mcarla

  3. Maria Letizia Santi dice

    Grazie, Antonietta, per questa chiarissima e completa presentazione delle diverse definizioni di “salute”. Ho trovato interessante il concetto di salute sociale/relazionale come “capacità di realizzarsi e di partecipare ad attività sociali di diversa natura” e risulta molto vero per me che ho deciso di lasciare il lavoro a causa del mio stato depressivo.
    Giustamente hai sottolineato l’importanza delle scelte di tipo economico e politico che influiscono pesantemente sulla vita delle persone ed anche su questo punto ci sarebbe molto da riflettere e da lavorare.
    Leggerò molto volentieri anche il prossimo tuo post su questo argomento.
    Un abbraccio
    Maria Letizia

  4. Grazie, cara Antonietta, sì, sembra davvero che la nostra salute sia uno stato determinato da molti fattori, da una sorta di gioco a cerchi concentrici, che dalla cellula arriva al mondo. Ciao. Marco

  5. Mariapia Porta dice

    Grazie, Maria Antonietta per questa chiara ed esauriente esposizione su cosa si intenda per ” darsi salute”. Ora aspetto anch’io la seconda parte che riguarderà , penso, l’impegno e i problemi del soggetto che cerca salute. Un abbraccio, Mariapia

  6. Grazie a tutti!
    Ho cercato di fare accenni ad alcuni aspetti sociologici dietro all’idea di salute, perché mi sembra che questo tipo di pensiero sia sempre molto utile davanti alla complessità. Partendo da qui, come gruppo culturale Darsi Salute proveremo a comunicare altri aspetti, che dentro questa complessità mettono i semi di pensiero che ci sono cari.
    Arrivederci al prossimo post!
    Antonietta

  7. Questa bella esposizione di Antonietta credo possa servirci per comprendere meglio come una ricerca di salute vada effettuata sempre in senso ampio e mai settorialmente. Le definizioni hanno sempre dei limiti, ma sono il nostro tentativo di esprimere, in questo caso, un concetto più teorico che reale, una specie di riferimento assoluto. La complessità che viene fuori ci dice di non cercare la salute, ovvero il nostro star bene, nella medicina o nella psicologia o nella realizzazione sociale… La salute è rappresentata dalla persona che “sta bene”, io direi soggettivamente più che oggettivamente. La salute non va nemmeno pensata come qualcosa di rigido, finito, o costante. Al contrario è molto dinamica, diversa per ognuno momento per momento. Allora che importa se realizzo tutti i criteri dati dall’OMS o da chissà chi altro, quello che conta è che possa godere pienamente della vita adesso! Le definizioni ci danno anche degli obiettivi come società: se ci prendiamo cura gli uni degli altri non possiamo limitarci ad una parte, ma dobbiamo occuparci della persona in tutti i suoi bisogni. Allora se sono malato non basta che io sia curato nel corpo, magari anche con le più sofisticate tecnologie mediche, ma necessito anche di supporto morale, spirituale e sociale. Se nessuno di noi è in perfetta salute significa che tutti abbiamo bisogno di essere curati in qualche parte di noi stessi e questo ci consente di mantenere il cuore e lo spirito aperti all’amore. Se non sentissimo questo saremmo degli illusi, probabilmente soli, funamboli su una corda che sappiamo prima o poi si spezzerà, in fondo disperati.

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