L’anima nell’era dei Big Data

Commenti

  1. Ho ascoltato il podcast mentre tornavo a casa dal lavoro, oggi pomeriggio. Sempre stimolante e necessario ragionare su questi temi, proprio per non dare come “scontato” e dunque quasi implacabile, l’avanzamento della tecnica, che se da una parte è positivo, dall’altro potrebbe generare un senso di impotenza nella percepita difficoltà di gestire e “comprendere” il passaggio epocale in atto.

    Complessivamente, mi pare che i temi riprendano da vicino quelli di una trasmissione precedente, già presentata su questo sito (vedi http://www.darsipace.it/2019/03/07/una-rete-alla-ricerca-di-senso/), ovviamente con declinazioni diverse secondo le diverse visioni degli ospiti che accompagnavano Marco Guzzi.

    Riflettere su queste cose, mi accorgo, è già sentirsi un poco più liberi, meno “ingranaggi” giocati e più protagonisti dentro questa acceleratissima evoluzione tecnologica.

    Ha ragione Marco, c’è bisogno di nuovo pensiero, proprio su certi temi che diamo troppo spesso per “inevitabili” e dunque finiamo per subire. Anche qui vale l’anelito (assai liberante) con cui lui stesso conclude, un anelito bellissimo ed accorato a ricominciare. Credenti e non credenti, a ricominciare.

    “Allora qual è il problema numero uno, il problema primo per noi, da risolvere subito, perché non si può procrastinare neanche d’un istante? Ricominciare!” (L. Giussani, “La convenienza umana della fede”).

    In queste concordanze, che arrivano a me anche grazie all’evoluzione tecnica, posso trovare ristoro.

    Grazie.

  2. giancarlo salvoldi dice

    Siamo immersi nel clima culturale del nihilismo depressivo che fa star male noi come persone e ci toglie la speranza anche nella politica, alla quale sovente ci siamo aggrappati non solo come ad ancora di salvezza ma a volte come all’ultima speranza.
    Per questo apprezzo le conclusioni del dialogo trasmesso che propongono la festa della nascita di Gesù come possibilità di rinascere, perchè è possibile uscire dal nihilismo soffocante e ricominciare.
    Ancor più bello che un nuovo inizio è possibile tanto per i credenti quanto per i non credenti.
    Grazie Cerofolini, GianCarlo

  3. Claudia Vignati dice

    Bella trasmissione.
    Due concetti mi sono rimasti particolarmente impressi:
    1) internet, usato bene, dovrebbe migliorare la relazionalità e non confinarla al virtuale.

    Mi è venuto in mente il film “her”, dove un uomo ha praticamente un mezzo amore simbiotico con la voce di donna del suo pc .
    2)oggi si stanno creando tanti analfabeti informatici .

    Questo di certo è vero ed il problema dell’invadenza delle modalità informatiche in settori in cui il rapporto umano viene del tutto eliminato (tipo pagamenti e bollette.ASL,home banking, stradario…) fa si che molti anziani si sentano parecchio a disagio e ormai “incapaci”……io stessa,pur non essendo anziana, avverto però il disagio di dovermi “settorializzare” .
    Questa forma di analfabetismo, che potrebbe sembrare prettamente pratica, ha tante ripercussioni sullo spirito delle persone e può aumentare il senso di isolamento.
    Aggiungerei però che si stanno creando anche tanti isolati informatici.
    L’uso esclusivo o preponderante del mezzo informatico ci vorrebbe tutti più omologati, tutti assolutamente “digitali” e mai “analogici”….in sintesi…richiederebbe un funzionamento umano solo settoriale, quindi meno variegato, meno aperto a modalità diverse, meno creativo!

    Grazie
    Claudia

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