Ai confini del mondo risorge il Volto dell’Uomo

Commenti

  1. Giuliana Martina dice

    Il ri-ascolto del video mi ha sollecitata alla ri-lettura del saggio di Rupnik ne “Lo spartiacque” che ho particolarmente gustato.

    Se l’arte non è un settore della vita, ma uno dei modi in cui la storia diventa visibile, a me pare che la svolta antropologica che stiamo attraversando ci chiami a diventare artisti, a fare della nostra vita un’opera d’arte.

    “Ciò che attira un artista è il fascino dell’unità, l’unità dell’essere, perché intuisce che si tratta di un essere con il volto, che si tratta di una verità che si fa volto proprio perché si vuole rivelare e comunicare. Cristo è questo volto in cui si rivela tutta la comunione inesauribile di Dio.” ( M. Rupnik, Verso un’arte sapienziale, a cura di M.Guzzi, Lo spartiacque, pag.173)

    Come artisti lavoriamo la nostra terra interiore per aprirci “alla visione che Dio aveva alla creazione del mondo, una visione dove la vita, tramite la Parola, si condensa nella creazione”

    Il lavoro all’interno del laboratorio Darsi pace mi aiuta ad attraversare con speranza il passaggio epocale che stiamo vivendo scoprendo che

    “Ora comincia il bello.
    E il bello per me è ricreare
    Le cellule emotive della vita:
    Riprecisare la prima visione Distorta dalla storia dei malocchi.” ( Marco Guzzi, Lavoro d’artista, Nella mia storia Dio, pag.90 )

    Grazie Marco, Grazie Paola e Grazie a tutti coloro che attraversano la fatica dei tempi finali con lo sguardo rivolto al Volto dell’Uomo.

    Giuliana

  2. è proprio così, cara Giuliana, in questo passaggio l’arte diventa sempre più plastica del corpo, opera esistenziale, come lo stesso sviluppo dell’arte contemporanea sta evidenziando, anche se la consapevolezza iniziatica resta spesso ancora molto ego-centrata, e quindi rappresentazione museale, ad esempio….
    Procediamo in questa fatica artistica, e gustiamo ogni giorno di più le gocce di gioia della nuova creazione.
    Un abbraccio. Marco

  3. Risuono con queste parole di Giuliana : “Come artisti lavoriamo la nostra terra interiore…..ciò che attira l’artista è il fascino dell’unità dell’essere ” con quanto , Annike de Souzenelle , nel sul libro – Nel cuore del corpo la parola – scrive a commento di quella famosa frase che da sempre bastona il desiderio di vita di noi buoni cristiani, ma cattivi interpreti della Torah ebraica: ” Tu sei polvere e polvere diventerai ! ” Ma se rispettiamo la parola originaria ebraica, che fa del verbo diventare non un indicativo futuro, ma un modo imperativo, la terribile frase suona tutta all’opposto come una precisa e utile indicazione, circa la materia da utilizzare per rendere i nostri corpi opere artistiche. Cioè: ” TU SEI POLVERE E ALLA POLVERE RITORNA ! Scrive a tal proposito Annicke d.S. : ” il modo imperativo ci insegna il CAMMINO DEL RITORNO ALLE REGOLE DI PRIMA DELLA CADUTA . Ritorna verso la polvere che tu sei, ci viene richiesto: assumi la molteplicità che è in te per conquistare l’unità ! Entra nelle tue energie più profonde, penetrale – la conoscenza è ” penetrazione” , in ebraico, rendile fertili, risvegliale per elevare il tuo essere ad un’altra dimensione.
    Ecco il comandamento divino, ecco la vocazione ultima dell’uomo e della donna, ecco l’invito pressante che ci viene rivolto a realizzare le nostre nozze interiori ! ” Questo mi pare sia il vero capolavoro della nostra trasfigurazione che Gesù, il Cristo, ha compiuto prima di tutti noi, nuovi artisti del 21° secolo, dove non ci si può più trastullare con gli scarabocchi , (artistici per carità ) di un arte che si ferma solo a rappresentare nei musei, i colori e le emozioni delle nostre esistenze di terra, senza impastarle con l’energia del cielo e trasformare noi stessi nel nuovo Adamo che fa pace con sè stesso ,con ogni popolo del pianeta e l’intera creazione, potendo così tornare a ri-abitare il mondo con la vita e non più con la morte, da buon custode e da figlio, non più da padrone, da ladro, da assassino, da predatore.
    Grazie a Marco per i suoi video che ci aprono alla conoscenza di ciò che nessuno ci aveva mai detto, per il suo lavoro umile, cioè di terra , ma impastato di cielo. Un caro saluto anche a Giuliana e un abbraccio fraterno, ad entrambi,
    Ivano

  4. Grazie, caro Ivano, le tue riflessioni dovrebbero portarci a riconsiderare la storia dell’arte del XX secolo e quella attuale: in che misura esse sono funzionali all’umanità morente, al sistema del consumismo, alla dispersione? io auspico con tutto il cuore la nascita di una nuova critica d’arte, ma in generale di una nuova critica della cultura, che sappia fare discernimento, e costruire una inedita scala di valori…. ciao. Marco

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