Separazione

Commenti

  1. Giuliana Martina dice

    Sento la parola separazione come strappo nel corpo, come allontanamento da e perdita di qualcosa di bello e piacevole.

    In questi anni sto imparando a non rifiutare il dolore dello strappo, ad attraversarlo nella fiducia di curarlo e di alleviarlo.

    Vedo la disperazione mescolata al dolore e quante volte nella prova ancora tentenno e dispero.

    Vedo come la mia tendenza a separarmi e ad isolarmi faccia male a me e procuri male agli altri.

    Lo scioglimento, anche una sola goccia, dei ghiacci più antichi di dolore è però gioia e unificazione, è ritorno a casa, nel cuore profondo dell’essere.

    Grazie cara Daria a te e a Paola per questo lavoro, grazie a Marco per portarci attraverso la parola poetica nel Luogo in cui lo Spirito si fa carne e rianima la vita.

    Un abbraccio, Giuliana

  2. una lucida analisi ??

  3. Gennaro De Mattia dice

    La parola “separazione” mi ricorda la divisione, il taglio profondo come quello prodotto da una ferita e perciò doloroso. Però non è che possiamo fingere che la ferita non ci sia e questo ci insegna ad accettarla e riconoscerla e quindi possiamo vederla più chiaramente e cominciare, un poco alla volta, a curarla fino a guarire. Qui mi viene una nuovamente immagine che è quella della cicatrice. Ebbene spesso ho sentito dire e letto che le cicatrici sono lì a ricordarci del dolore e della sofferenza, certo ma è altrettanto vero però che quelle stesse cicatrici sono lì a ricordarci anche che possiamo guarire, che qualsiasi ferita si può rimarginare e che quindi ogni separazione può in realtà contenere una promessa di ri-unione dove però possiamo trovare un senso più profondo a quanto viviamo ed a sviluppare una consapevolezza che non è fuga ma riconoscimento. E questo sentire mi aiuta un po’ nel mio volere e desiderare di essere parte.

  4. Saggiamente hai affrontato le diverse impressioni della parola separazione.
    A me fa venire in mente scissione, disconnessione, allontanamento e dunque sofferenza.
    Il segreto, come bene hai evidenziato tu, sta nell’accettare le cose così come sono e non pretenderle come vorremmo che fossero.
    Inoltre può essere utile richiamarci anche al concetto di impermanenza di tutto quello che tendiamo naturalmente a considerare immutabile e invariabile.
    Non è così. “Tutte le cose condizionate, sono impermanenti, la loro natura è di sorgere e di svanire. Allorché questo stesso processo di sorgere e di svanire viene meno, allora c’è la vera felicità.”
    Grazie di cuore dolcissima Daria

  5. Roberto Bordoni dice

    Qualche settimana fa un amico mi ha confidato che lui e la moglie si stanno separando dopo trenta anni di matrimonio.questo ha procurato in me un dolore e un disagio dovuto anche dal fatto che queste persone si considerano avanti in un cammino di fede e ricoprono delle cariche nella nostra comunità, mi ha anche detto che sta seguendo un percorso con il padre spirituale.
    negli ultimanti, la mia visione del matrimonio, grazie pure alla frequentazione dei gruppi DP, si è fatta più chiara fino a concepire l’unione dell’uomo con la donna una manifestazione di DIO.
    Purtroppo mi rendo conto che la nostra cecità continua a farci vedere separato ciò che è UNO realizzando così un mondo di separazione.

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