Una testimonianza dalla Spagna: per uscire dalla bolla mediatica

Commenti

  1. Fabrizio Sebastiani dice

    Grazie di questa interessante testimonianza.
    Credo che le risposte alle domande finali te le sei date da solo: diverse sono le condizioni iniziali della popolazione circa il sostegno al vaccino, quindi diverse sono stati i provvedimenti: più restrittivi laddove vi è meno collaborazione sociale, meno restrittivi dove c’è ne era di più.

  2. Grazie, caro Filippo.

    Trovo questa testimonianza pacata e rinfrescante: mi piace in particolare l’attitudine di quieto osservatore, ragionante ma senza pregiudizi. Mi pare che tale attitudine ti abbia consentito di avere occhi davvero “aperti” sulla realtà spagnola entro cui eri immerso. Il tuo racconto si segue bene – azzardo un parallelo letterario – come i classici “racconti di viaggio” che andavano molto nell’Ottocento, quando il mondo era ancora carico di mistero e così era importante descriverlo in modo, appunto, pacato, privilegiando l’osservazione al ragionamento. Implicitamente (fiduciosamente) convinti che vi fosse sempre qualcosa da imparare, per chi guarda.

    Apprezzo poi in particolare il tuo ragionamento sulle “bolle”, perché sento che è stato (ed è) proprio così. Se apro Twitter, Facebook, posso percepire, quasi toccare, i confini della “mia bolla”, costruita nella falsa rassicurazione di gente che la pensa come me. Ma vedo ormai l’inutilità palese di intervenire ancora, per rinforzarci reciprocamente in questa bolla, contrapponendosi alle bolle di Universo che casualmente possono collidere con la mia.

    E’ curioso ma esiste davvero un modello di universi “a bolle” che cosmologicamente mi sembra un preciso corrispettivo a quanto accade a livello sociale, oggi. Perché in fondo ogni bolla informatica è un vero “universo”, ha leggi proprie e un proprio sistema di valori.

    Tuttavia, la natura profondamente bellica di questo fenomeno – fosse anche una bolla di sedicenti “pacifisti” (che poi spesso sono i primi a chiedere di imbracciare le armi, perché c’è da opporsi al tiranno di turno e allora tutti i discorsi relazionali pur svolti nel tempo, vengono rapidamente accantonati per altri momenti) – questa natura è ormai palese, ed è urgente per mia vita personale, la vita di tutti, prendere un respiro e domandare qualcosa di più grande.

    Seguendo come posso, chi ho incrociato nella mia vita, che questa cosa me la propone

    Un abbraccio,
    Marco

  3. Stefano Sandron dice

    Grazie per questo contributo.

    Sarà sempre più, un lavoro indispensabile, quello di recuperare un punto di vista umano.
    Purtroppo sempre meno evidente

  4. Filippo Tocci dice

    Grazie Sebastiano per la lettura e il commento; penso che determinati provvedimenti non siano giustificabili nemmeno in presenza di una scarsa collaborazione sociale, e che non siano una conseguenza inevitabile. In ogni caso bisogna sicuramente interrogarsi, senza visioni preconcette, sui fattori che incidono nel rapporto di fiducia o sfiducia tra cittadini e istituzioni. Un saluto, Filippo

  5. Filippo Tocci dice

    @Stefano: grazie a te! concordo, anche io penso sia urgente recuperare e mantenere uno sguardo umano, più ampio, che riesca ad accogliere senza durezza anche ciò che sfugge alla nostra pretesa di controllo.

    @Marco: ti ringrazio per il commento, che mi conforta, perché hai colto pienamente lo stato d’animo con cui ho vissuto quel periodo. Sì, davvero abbiamo bisogno di coltivare questi spazi di dialogo, per evitare di rinserrarci in silenzi pesanti, o alimentare discussioni sterili… Spesso ciò significa ritrovare un punto di vista che non trova spazio nel sistema mediatico, ovvero tornare a ragionare sulle cose, senza dare nulla per scontato. Un abbraccio, a presto, Filippo

  6. Sabrina Trotter dice

    Buongiorno.

    Prego aiutatemi a capire. A meno di una mia errata interpretazione, leggo tra le righe del post un atteggiamento accomodante nei confronti delle misure adottate dal regime per contenere la cosiddetta “pandemia”. Questo mi disorienta nel contesto di un movimento di crescita interiore e spirituale, innovativo nel suo genere, che io apprezzo moltissimo e che seguo da diversi anni.
    Siamo vittime da due anni e mezzo di misure liberticide, persecutorie, infami e soprattutto assurde, insensate e inefficaci, imposteci con metodi subodoli, ingannevoli e dittatoriali. Hanno calpestato i nostri diritti fondamentali. Ci hanno tolto il respiro, la parola, il sorriso, la dignità imponendoci di coprirci il volto con uno straccio. Hanno imposto il marchio “verde” persino per poter lavorare.

    “Invece in Italia, NONOSTANTE IL BUON ANDAMENTO DELLA CAMPAGNA VACCINALE, ho percepito una diffidenza tra le istituzioni e una parte della cittadinanza”.
    Si può definire BUONO L’ANDAMENTO DI UNA SPERIMENTAZIONE DI MASSA IMPOSTA CON IL RICATTO E CON L’INGANNO? Facendo carta da macero della nostra Costituzione, della Dichiarazione universale dei diritti umani, del Codice di Norimberga, della Convenzione di Oviedo, ci stanno obbligando ad inocularci un siero genico sperimentale. Ci sono già migliaia di morti e reazioni avverse gravi irreversibili registrate ufficialmente, nonostante la vaccinovigilanza sia solamente passiva.
    C’è da meravigliarsi che (purtroppo solamente) una parte della cittadinanza sia scettica verso un “governo” non eletto, burattino di poteri occulti che ha dichiarato guerra ai cittadini?

    “Il Tribunale Superiore di Giustizia motiva l’introduzione del Pasaporte covid ritenendo equilibrata e proporzionata la limitazione tenue di alcuni diritti fondamentali per tutelarne altri.”
    Ritengo prioritaria in assoluto la garanzia della libertà e della dignità della persona. Chi sceglie di vivere distanziato, disinfettato, imbavagliato, inoculato, marchiato, perché ritiene in questo modo di tutelare la propria vita e la propria salute, sia liberissimo di farlo. Ma non ritengo affatto una limitazione tenue l’imposizione generale di misure coercitive con il pretesto di tutelare la vita e la salute delle persone.

    Forse sono intrappolata nella bolla egoico-bellica a cui accenna Filippo. Ma secondo me la farsa pandemica è un astuto piano architettato per distruggere e schiavizzare l’umanità attraverso l’imposizione di assurde e degradanti misure restrittive, la cui finalità non ha nulla a che vedere con la tutela della salute. E davanti a questo stato di cose non mi riesce proprio di essere conciliante.

    Cordiali saluti
    Sabrina

  7. Filippo Tocci dice

    Buongiorno Sabrina, intanto grazie per il tuo commento.
    Con buon andamento faccio riferimento alla percentuale di vaccinati in Italia in estate, rispetto alla media UE. Ho provato a evidenziare come, nonostante ciò, in Italia e in Spagna i provvedimenti politici e le narrazioni mediatiche siano state poi molto divergenti tra loro. In questo senso, anche io credo che l’inasprimento ingiustificato dei provvedimenti in Italia, abbia generato un effetto boomerang, finendo per aumentare la diffidenza nei confronti delle istituzioni.
    Il secondo passaggio si riferisce al contesto spagnolo, e nello specifico alla Comunidad Valenciana; penso sia importante discriminare tra caso e caso.

    In generale, credo sia fondamentale rianimare uno spirito critico e di contestazione, senza però lasciarsi avvelenare da sentimenti di odio e indignazione, spesso fini a se stessi, che generano un senso di impotenza e ci impediscono di cambiare attivamente la realtà. Siamo chiamati a trovare un modo (non facile) di vivere creativamente questo periodo storico, che ci mette certamente di fronte a molte sfide per la libertà e la dignità dell’essere umano. Un caro saluto, Filippo

  8. Sabrina Trotter dice

    Grazie Filippo.
    L’odio avvelena, certo. Però secondo me l’indignazione contro tutto ciò che lede la dignità umana è impulso per il cambiamento.
    Un caro saluto
    Sabrina

  9. Sabrina Trotter dice

    Sant’Agostino affermava che “La speranza ha due figli bellissimi: l’indignazione e il coraggio. L’indignazione davanti alle cose così come sono, il coraggio per cambiarle.”

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