
Bene, come dice la P.N.L.(Programmazione neurolinguistica) “la mappa non è il territorio”, che vuol dire che quello che ognuno percepisce e quindi trattiene e pensa della realtà è solo l’effetto degli “occhiali” personali che indossa, in realtà il mondo è molto più complesso di come noi tutti lo percepiamo credendolo combaciante con le nostre immagini personali.
Be’ ……questi sono quei ragionamenti che possono soddisfarci intellettualmente, ma che in realtà possiamo solo capire sempre di più man mano che facciamo altre esperienze nella vita, esperienze fisiche, oltre che mentali!
Logicamente alla comprensione del “tutto” non ci è dato arrivare mai, ma onore di ogni vita è comunque aumentare le proprie consapevolezze ed aperture, man mano che si procede, e questo è il grande privilegio di diventare vecchi (a volte,a onor del vero, poco utilizzato!) .
Quando nei nostri incontri di Darsi Pace arriviamo a parlare delle convinzioni errate che ci peggiorano la vita e delle strategie compensatorie a cui ci aggrappiamo pur di sfuggire all’angoscia esistenziale, finora avevo sempre pensato alle tipologie “possiedo quindi sono” o alle tipologie “non mi fermo mai,più cose faccio, più sono impegnata e più mi preservo dalla tristezza e dall’angoscia che altrimenti mi invadono”, quasi un autodivorarsi nella corsa/fuga continua.
Credo poi che in genere ognuno abbia avuto nel proprio ambiente infantile un personaggio che incarnasse,e quindi rinforzasse inconsapevolmente nel bambino,quel certo sentire ed agire.
Per me personalmente il personaggio fu mio padre, che visse la seconda guerra mondiale in modi devastanti e in tutta la sua vita successiva ne fu condizionato,e rovinato, nelle abitudini alimentari e nel tabagismo, lui proclamava che “se non mangi e fumi la vita non ha valore”!
Ormai so che entrambi noi figli, pur in modi apparentemente diversi, abbiamo assorbito una sorta di disperazione che spingeva agli abusi compensatori.
Accanto a mio padre, dio della famiglia, c’era poi mia nonna materna con la sua depressione profonda da cui io fuggivo verso…..ovunque!
Detto ciò….in casa si mangiava sempre “come fosse festa” e ogni ospite con cui condividere era ben accolto, per contro quando mi capitava di essere io ospite in case altrui…..mi chiedevo perché “non” mangiassero!?
Io inoltre avevo i miei gusti sempre un po’ diversi e,come diceva mia nonna Santina, ero “smodata”……aveva ragione, ma il suo dire mi irritava e quindi….mangiavo ancor più.
Vero…..solo recentissimamente ho capito che per me il mangiare era consolatorio,che MENTRE mangiavo ero sempre più felice e anche quando iniziai ad avere dolori vari, be’ anche quello aveva per me la sua valenza,mi concentravo sul dolore e non pensavo alle “mie” tristezze.
Avendo io evidentemente un fisico,ed una mente, molto “resistente” riuscivo a fare delle abbuffate che avrebbero distrutto le mie solite amiche e le facevo in solitaria, magari mentre gli altri dormivano,oppure dividendomi fra varie pasticcerie/gelaterie,in modo che se il “solito impiccione” avesse riferito a mia madre,o fatto una battuta su quanto io mangiassi tanto…..nessuno avrebbe però potuto sapere che avevo mangiato in tutto 24 bigné o 12 gelati, perché nessuno sapeva che avevo girato più pasticcerie!
Essendo sempre in movimento non ingrassavo più di tanto, ma se qualcuno faceva commenti sulla mia linea…..io mi consolavo mangiando e di episodi oggettivamente nauseanti e dolorosi ne ricordo parecchi.
Soffrivo di insonnia da “crisi adolescenziale” e quindi mi “aiutavo” come potevo, senza l’aiuto di nessuno…….mangiavo di notte per farmi venire sonno o per distrarmi dai pensieri tristi.
Iniziai la mia costante attività concertistica a 11 anni e questo implicava anche tornar tardi la sera, partecipare a rinfreschi e cene……. ancora non si sapeva cosa fosse il “reflusso gastroesofageo” (considerata oggi, fra l’altro una “malattia professionale” per molti cantanti anche prudenti) .
Non capivo neppure l’importanza di non mangiare tardi la sera,noi figli delle generazioni che avevano patito la fame in guerra eravamo comunque sempre incoraggiati a “mangiar tutto” e sempre.
E comunque la mia gioia mangiando era sempre assicurata, ed ogni mal di stomaco lo interpretavo come “fame” da colmare (effettivamente quasi sempre era fame, ma non di cibo!).
Per decenni poi fui incallita fumatrice, il fumo come momento concentrato sul respirare,come momento che riempie piccole attese, come “gioia” possibile senza altrui collaborazione, come……condivisione(chiaro esempio di “desiderio distorto”).
Anche quando riuscivo a smettere un vizio….in realtà compensavo con un altro vizio!
Diventando poi stabilmente cantante d’opera in teatro il mio ritmo circadiano e i miei bioritmi andarono completamente in tilt, già non avendo io alcuna autodisciplina-pasti, praticamente ero in una specie di “ramadan” fisso di notte e di giorno invece mangiavo per “socialità”.
Ora ho smesso di dover seguire ritmi di lavoro assurdi e sempre irregolari ed ho scoperto però che mi è assolutamente difficile valutare bene le questioni alimentari e il mio corpo sta presentandomi vari conti!
Al momento, essendosi finalmente ribellato il mio apparato digerente,ornatosi di “gastrite erosiva” ed altri “abbellimenti”, sto seguendo una dieta “ayurvedica”, rinforzante e curativa per lo stomaco e sono solo ora diventata del tutto consapevole dell’enorme mia dipendenza dalle abbuffate.
Prendo atto di non essere una buongustaia, posso anche dimenticare di mangiare se sono concentrata a fare altro, o digiunare per disinteresse per ciò che c’è,mangiare pasto doppio pur senza soddisfazione , se la socialità lo richiede, ma in realtà la gioia che trovo abbuffandomi di certi alimenti,con l’ossessività di arrivare ad una certa sensazione di completezza come quantità è ora lampante
(non mi piace assaggiare, non mi piace lasciare un pochino…..) .
Bene, così solo adesso capisco ancora più ampliamente le mie personali distorsioni e compensazioni!
Anche il fumo ha aumentato i miei mal di stomaco,negli anni ero riuscita varie volte a smettere di fumare, ma il difficile non era smettere,il difficile era non ricominciare!
Sentivo il peso della dipendenza, come mancanza di libertà vera ed ebbi una intuizione forte:
per riuscire finalmente a smettere di fumare, senza subito rivoluzionare tutte le mie frequentazioni,vissi un periodo di transizione in cui mi fermavo per fumare, ma “fumavo l’aria”,ossia fisicamente mimavo tutti i movimenti come se fumassi una sigaretta e respiravo voluttuosamente….(inevitabilmente c’era chi mi considerava “strana” o chi addirittura sospettava che il mio fosse un prendere in giro chi stava fumando……ma è una prova che la creatività può molto aiutare!).
Il bello ORA è che, meditando e chiedendo l’aiuto delle più alte energie, sto vivendo questo approdo come un importante “cambio di stato” ed un livello più alto e sano di libertà.
Perché io ORA,per la prima volta in vita mia, mi sento tranquilla, felice,serena e fiduciosa, anche senza eccessi nel bere,mangiare, fumare….o fibrillando di eccitazioni.
Signore ti ringrazio e ringrazio Darsi Pace per questo nuovo e finalmente salutare approdo della mia vita!
L’immagine pubblicata: “Fiori” è un acquerello di Claudia Vignati
10 risposte
Grazie per aver condiviso la Sua esperienza. In alcuni passaggi mi sono ritrovato molto.
E’ un bell’esempio e mi comunica fiducia.
Grazie Claudia , credo che in molti ci riconosceremo nelle tue parole. Grazie per la condivisione così incarnata . Vera Realizzazione. Ti abbraccio spero di farlo realmente a Sacrofano.
Cara Claudia,
riconosco anche in me una “fame” che compensavo facendo, correndo, coinvolgendomi in tante attività che mai la colmavano. Ricordo mia madre che lavorava tantissimo per riunire i parenti attorno alla tavola e vederli mangiare, parlare, stare insieme contenti. Ma lei raramente sedeva con loro, era sempre in piedi a servire tutti.
Non è mai stato piacevole per me stare a tavola e fin da piccola ho cominciato a rifiutare il tipo di “servizio” che vedevo in mia madre. Un sevizio non visto, mai riconosciuto, preteso che rifiutavo e mi spingeva, senza saperlo, a cercare un altro modo di stare a tavola e di servire.
Ora, come te, mi gusto l’invecchiare in un cambiamento di stato in cui posso esistere nella verità, libera da pensieri che mi imprigionano dentro abitudini e illusioni falsamente rassicuranti e attendo l’intensivo a Sacrofano per rinfrescarmi alla Fonte dell’eterna giovinezza.
Cerco il cibo che può saziare la mia fame di senso attraverso l’azione radicata nel cuore un po’ più pacificato ed unificato, comincio a riconoscere gli ingredienti che rendono gustabili le pietanze, più attenta a non confondere il dono con il donatore.
Grazie per la tua nutriente riflessione che bene si accompagna all’acquerello.
Un abbraccio, Giuliana
Ciao Claudia, ben ri-trovata e pure in forma ! Confermo anch’io – colto da un sincronismo al solito sorprendente, che c’è un cibo migliore delle compensazioni ai nostri pensieri tristi , come ricordo quando si imparava a nutrici meglio condividendo la ” buona tavola ” di Darsi Pace, apparecchiata a casa di Giuliana .
Un caro saluto a te Claudia e a Giuliana , ancora grato oggi come un tempo, per le vostre condivisioni , utili come il l paio di occhiali che tra noi ci scambiamo , imparando a vedere con sguardi nuovi, come da soli spesso non si può, con le nostre maschere che ci fanno ciechi nel riconoscere la sostanziale differenza tra ” la mappa e il territorio ” tra le nostre illusioni di vita mentale e la realtà più fisica e vera , quella che è la stessa vita a proporci e a guidarci.
Un caro saluto anche a Chiara de Dominicis che sempre ben ricordo , Grazie a tutte voi che ancora camminiamo non separati, pur per diverse vie, verso noi stessi , dove troveremo solo ciò che davvero nella vita avremo cercato.
Cara Claudia,
grazie per questa condivisione profonda e sincera, che come ha detto Chiara risuona in tanti di noi.
L’immagine di te che fingi di fumare in mezzo alla gente mi ha fatto sorridere e mi rimarrà impressa perchè racconta la tua meravigliosa unicità.
Anche io spero di cuore di poterci riabbracciare tutti a Sacrofano
Per ora saluti telematici
Lula
Vi ringrazio tutti per i vostri riscontri. Felice di trasmettere fiducia!
Purtroppo non potrò essere a Sacrofano, rimandiamo gli abbracci e ovviamente vi seguirò (nel doppio senso della parola) grazie alle registrazioni del prezioso Emanuele.
“Da soli non si può”, sottolinea Ivano, e questa è una grandissima verità,per me praticamente novità di questi ultimissimi anni, tanti drammi infantili non accadrebbero se ci fosse ascolto e consapevolezza invece che isolamento.
Fra le righe è emerso anche un nodo molto importante per certe generazioni:il grande scarto inedito che si creò negli anni ’60 fra la figura femminile della madre e la tensione della figlia verso una figura femminile “femminista” prospettata nel sociale. Scarto che produsse non poche sofferenze sia nelle madri che nelle figlie.
Ho avuto la fortuna immensa di rimuovere anche quella scissione, proprio grazie a Darsi Pace.
Non confondere” il dono con il donatore” è una bella perla di saggezza cara Giuliana,somiglia a “non criticare la persona, ma quel suo specifico comportamento”.
Cara Lula, mi fai pensare come a volte sia tanto automatico immedesimarsi eccessivamente nei nostri drammi (io sono stata tendenzialmente una drammaticona) e invece quando si è leggeri ci si concentra nell’azione benefica, senza temere il ridicolo/l’apparenza……e,sì,ridendo poi anche parecchio di se stessi!
Che vita luminosa!
Bello l’acquarello, traspare da esso un senso di vitalità e spensieratezza, un anelito alla libertà come un volare nel cielo celeste!
Ciao
Grazie Michele, per me ogni mio acquerello è un conoscermi meglio!
Cara Claudia è bello il racconto del tuo cammino e il tuo cammino.
Mi viene di chiedermi , come tutte le volte che ascolto di altri “cammini felici”, che cosa mi manca, qual è la cosa che mi impedisce di percorrere un cammino profondamente “rigenerante”.
Mi sto lamentando, ancora. Cerco di capire con la testa. Non cerco rassicurazioni.
Che cosa non vedo?
Comunque il tuo racconto mi ha aperto il cuore stamattina.
Ciao
Cara Cosima, son contenta di averti “aperto il cuore”, decidere di donare queste mie righe non è stato facile(io scrivevo sempre, ma……tenevo per me,per una specie di pudore).
In questo periodo constato proprio tanti miei personalicambiamenti,anche in questa direzione di condivisione profonda, cambiamenti e ricompense conseguenti che mi arrivano.
Dipingere,fare musica e scrivere(ma forse,in realtà, tutto ciò che faccio ora nella vita) diventano per me fonti di gioia maggiorata, nella misura in cui CONDIVIDO, una condivisione che mi fa meglio conoscere me stessa e mi fa meglio godere.
Che dirti… questa è finalmente la mia fase di vita più felice, probabilmente un “premio” per il superamento dei periodi bui passati e con la regolarità che mi regala la meditazione (che faccio anche quando,per esempio, non riesco a ricordare una parola….medito un po’…..e la ricordo!).
Ti auguro ogni bene, a volte tocca veramente toccare il fondo per riuscire a puntare i piedi in basso e darsi la spinta che ci porta fuori, all’aria,alla luce,al calore umano,al contatto Vero…..la tentazione di piegar le ginocchia ed accasciarci può rimanere forte, ma…. su, in alto!!!!!