Ma… che cos’hai?

Commenti

  1. Shiann Mun Lou dice

    Mi sono sempre stupito di una cosa: amiamo noi stessi più degli altri, eppure teniamo più all’opinione degli altri su di noi che alla nostra:
    – Appunto (C’È La Vittima Che Diviene Complice “DEL CARNEFICE CIOÈ)/Tutti Noi Come (Delle Tessere DI UN PUZZLE)[]Siamo E -Dobbiamo Dare (Testimonianza ALLA SFIDA)..CI È Necessario Trovare (Di Volta IN VOLTA)\DIVENTARE (ASSIEME” Noi Stessi)/Perchè È Ciò (Che Siamo Venuti A FARE)\SULLA TERRA

  2. Shiann Mun Lou dice

    Mi sono sempre stupito di una cosa: amiamo noi stessi più degli altri, eppure teniamo più all’opinione degli altri su di noi che alla nostra:
    – Appunto (C’È La Vittima Che Diviene Complice “DEL CARNEFICE CIOÈ)/Tutti Noi Come (Delle Tessere DI UN PUZZLE)[]Siamo E -Dobbiamo Dare (Testimonianza ALLA SFIDA)..CI È Necessario Trovare (Di Volta IN VOLTA)\DIVENTARE (ASSIEME” Noi Stessi)/Perchè È Ciò (Che Siamo Venuti A FARE)\SULLA TERRA!

  3. Carissima Iside,
    grazie per questa riflessione così vissuta e sofferta in prima persona. Spero possa giungere il messaggio laddove serve veramente: a chi si trova a gestire e governare i processi di diagnosi e cura, ma anche tutta la gestione amministrativa e la politica che ci sta dietro.
    L’operatore sanitario, in primis il medico, dovrebbe essere un attento osservatore, non giudicante e molto accogliente, di chi trova di fronte a sé: una persona sofferente che chiede aiuto. La pratica meditativa ci aiuta proprio a trovare uno stato interiore di questo tipo, e solo da quel luogo è possibile curare. E’ fondamentale anche la visione dell’umanità, altrimenti come scrivi siamo solo “puzzle da risolvere”, e questa va ricercata sempre dallo stesso luogo, con uno studio che apparentemente non ha nulla a che fare con quanto l’università insegna agli operatori sanitari. Se non so amare chi ho davanti, come potrò prendermene cura? Il percorso Darsi Pace ci accompagna proprio in questa direzione, laddove è l’unione ciò che ricerchiamo, in un amore ben più grande della nostra finitezza. Ma prima di “Imparare ad Amare” c’è da “Darsi Pace” e da “Perdonarsi”, un lavoro che va scelto e portato avanti con serietà quanto lo studio e la pratica accademici.
    Al di là di tutti i codici e delle diagnosi, con questa prospettiva la medicina diverrebbe la scienza che cura la persona e la sua anima, piuttosto che frammenti di corpi malati.

  4. Franca Grasso dice

    Condivido! Io ho avuto un’esperienza negativa con il medico del 118 che ho chiamato recentemente( purtroppo); dopo aver provato a rianimare mia mamma, è venuto da me con il foglio (credo)dell’ encefalogramma piatto e mi ha detto : “sua mamma, come immaginerà, non ce l’ha fatta”; fin qui tutto normale(diciamo normale) poi io ho chiesto, come se dalla sua risposta ci fosse qualche ‘possibilità’: “ ma di che cosa è morta?” E lui “signora, come facciamo a saperlo?” …nessuna parola di conforto, di vicinanza, un minimo di spiegazione, anche inutile, che potesse minimamente alleviare il mio sconforto doloroso per aver perso mia mamma in soli 30 minuti….ci vuole tatto, sensibilità, attenzione, cura …non siamo dei ‘pezzetti di puzzle ‘ siamo esseri umani!

  5. Simone Compagnucci dice

    Grazie infinite, cara Iside..
    Non posso che limitarmi ad accennare quanto mi fa male constatare che nella realtà dei fatti la realtà medica è ancora molto ma molto lontana da tutto ciò..
    Forse, anzi, di sicuro, approcci maggiormente relazionali sono rinvenibili tra i medici presenti nel nostro movimento Darsi Pace..
    Non posso dirlo, perché non ne conosco nessuno.
    Per quanto però posso osservare attorno a me, ahimé, poco di questo approccio è presente altrove fuori.
    Confido che le cose cambieranno, anche se molto lentamente.
    È molto avvilente sentirsi dire che un dolore è “tutto nella propria testa”, semplicemente perché non suffragato da test o esiti rapidi e a portata di un “click” diagnostico o laboratoriale.
    Un caro saluto..
    Grazie delle parole ben calibrate e.. che vanno dritto al sodo della questione!
    A te ogni bene.
    Simone

  6. SIMONA COLOMBA dice

    Grazie, le tue parole sono oro.

  7. Leggere i vostri commenti, che provengono da prospettive ed esperienze molto diverse, mi dà un’ulteriore conferma della necessità vitale, per la nostra stessa sopravvivenza, di seriamente mettere mano all’aratro che dissodi la materia malleabile in na nuova figura di umanità.
    Sopporto sempre meno i patetici tentativi di cambiamento declinati sulla modifica del dettaglio, spacciati per le innovazioni che risolveranno i problemi. Questo è il linguaggio del marketing. Ben altro è il linguaggio dello Spirito.
    Ho molta fiducia nel rilancio di Marco Guzzi con il progetto de “La Nuova Età”. Spero davvero che questo sia appello di risveglio e di decisione, per ciascuno.
    iside

  8. Cara Iside prima di tutto colgo l’occasione del tuo post per salutarti, e poi in verità non ho molte parole per dare una risonanza alle tue così lucide e sofferte, se non che ti auguro una svolta che ti porti presto in un percorso di ricerca della salute che sia più agevole e più comprensivo delle tue istanze. Un abbraccio forte.

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